venerdì, settembre 28, 2012
"C'è su internet": la verità ai tempi del web
Sul numero 38 del 21 settembre del settimanale “Sette” Antonio D’Orrico ha parlato del “curioso” scontro tra lo scrittore Philip Roth e Wikipedia.
Roth ha chiesto alla nota enciclopedia on line, con una lettera iniziata con un esplicito “I am Philip Roth” di correggere un errore relativo ad un suo libro.
Wikipedia ha risposto che l’autore non è da considerarsi fonte attendibile nei confronti della sua opera.
Ci vuole un’altra fonte.
Roth allora insiste e pubblica una lettera aperta a Wikipedia sul New Yorker , di fronte alla quale l’errore viene subito corretto elencando però chi aveva approvato e sostenuto la scheda sbagliata.
Dice D’Orrico: “come se un errore non fosse un errore per il fatto di essere commesso da molti (una specie di via democratica allo sbaglio. Se a farlo è la maggioranza diventa verità)”.
Internet, paradiso dell’anonimato e spesso dell’approssimazione spacciata (e presa ) per verità, finisce per contare di più di quello che è il volere del proprietario dell’opera.
Una volta si diceva per avvalorare una tesi: “L’ha detto la televisione”
Non è cambiato nulla: “C’è su internet”.
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Il grosso problema in Italia è che si legge poco: quotidiani, settimanali, mensili, libri hanno poco pubblico. Si preferisce un informazione rapida, un titolo ed evitare l'approfondimento. E questo succede anche nel panorama cinematografico e musicale, si evita la ricerca e ci si accontenta del film o del gruppo musicale super promozionato.
RispondiEliminaE non è improbabile che non sia del tutto casuale.
EliminaUno slogan arriva in testa e supera tutti i contenuti (o i non contenuti).
L'approfondimento fa sorgere dubbi e dibattito.
Vedi Berlusconi prima , Grillo adesso, Goebbels qualche decina di anni fa.
PS: il paragone tra il vecchio pedofilo, il comico e il nzi non è politico ma sono metodologico in ambito comunicativo.
EliminaC'e' su Tonyfaceblog!
RispondiEliminaC
Tony Face Blog = Pravda o Granma
RispondiEliminaE' terribile e la cosa mi spaventa alquanto...
RispondiEliminaattualmente tutto il cosidetto mondo della "libera informazione" si basa sul fatto che,quando una notizia viene fornite da "fonti ufficiali" (altro termine che non si sa bene cosa sia) questa viene smentita,oppure minimizzata (o amplificata,a seconda dei casi) da chi non ci crede,
per cui vanno giù di foto taroccate,interviste fasulle,dati presi da non si sa dove...
a questo punto NESSUNO crede più a qualunque versione dei fatti ed il mondo appare come se fosse governato da un perenne complotto di manipolatori mediatici.
Mi auguro solo che la maggioranza delle persone sappia discernere cosa può essere attendibile e cosa non lo è per certo,ma di fronte alla superficialità ed allo scarso approfondimento che dilagano ovunque,a velocità ormai incontrollabile c'è poco da stare allegri.
Non dirò mai "si stava meglio prima",perchè è una cazzata,ma separare la cultura (quella vera) dai disastri che può compiere la manipolazione dei fatti,credo che sia d'obbligo per chiunque : l'obiettività assoluta non è mai esistita,ma il relativismo programmato su misura forse è persino peggio.
Infatti il problema è che molte discussioni o "informazioni" si sviluppano su elementi parziali assolutamente non approfonditi.
RispondiEliminaVedi il recente caso Sallusti.
Io, partendo da un pregiudizio politico ed entrando poi nel merito della questione sono per la galera.
Cosa condivisa da tanta gente che però ho scoperto non sa nulla del PERCHE' è accusato.
Si va di muro contro muro senza sapere di cosa si parla.
Una lettura veloce su internet e ho già l'opinione pronta
E la superficialita,aggiungo io, e' un grande grande problema (e il paragone dei tre che facevi prima ne e' esempio.. Si fa poi molto in fretta a brucviare i libri,per capirci)
RispondiEliminaC
E' il problema/opportunità/fortuna di avere strumenti potentissimi e complicati come la rete e google a disposizione di tutti.
RispondiEliminaConsiderato che da ricerche recenti il 70% degli italiani fatica a decodificare un testo scritto di media lunghezza ecco che la disinformazione è servita fast food. Cercare almeno 3/4 fonti od opinioni diverse e confrontarle è un lavoraccio: molto più semplice leggere una stronzata su facebook e farla propria.
E' anche un problema di formazione: nelle scuole un tempo si facevano le ricerche sui libri e le enciclopedie, ora i docenti (la maggioranza) non sono in grado di guidare, specie nella scuola media, su come utilizzare le fonti e un motore di ricerca per raccogliere informazioni ed organizzarle. Spesso sono essi stessi in balia della rete o sono portatori di un gap tecnologico, vista anche l'età media avanzata, che a malapena permette loro di navigare (salvo andare in tilt di fronte al primo intoppo).
Una mente un po' critica non si accontenta mai delle prime 4 righe lette su wikipedia: resta il problema di quel 70%.
Quel 70% che è maggioranza e che decide le sorti di un paese: votando, facendo la fila di notte per un telefonino, comprando i libri di Moccia e Vespa etc etc
RispondiEliminaAlla recente Fiera del libro dicevano che in realtà i libri si vendono come prima, anzi il trend è un po' in aumento, anche in Italia.
RispondiEliminaNon scordiamoci che c' erano milioni di analfabeti.
Il discorso però è molto complesso, difficile capirci qualcosa, tirare fuori una verità oggettiva.
AndBot
Poi sembra che contino solo i libri venduti e non quelli letti: bisogna considerare anche le biblioteche, il fatto che un libro comprato magari viene prestato a tre, quattro persone, per dire.
RispondiEliminaAndBot
Io ad esempio sono anni che prendo, per ragioni meramente economiche, i libri solo dalla biblioteca di Gragnano Trebbiense. Ben fornita e puntuale .
RispondiEliminaPurtroppo la stragrande maggioranza non legge o legge Vespa, Moccia, Volo o minchiate del genere.
Sul si legge poco in Italia, è come dice AndBot: io ad esempio non compro più libri da almeno 15 anni, ma ne leggo più di prima grazie alla biblioteca.
RispondiEliminaE poi si legge anche sul web (almeno col mio computer...)
Verità, giornali e web: visto che è già stato nominato, Sallusti.
E' stato condannato per aver pubblicato una cosa falsa sul giornale.
E chi l'aveva scritta l'aveva pure fatto in forma anonima.
Io credo che qualsiasi mezzo sia fondamentalmente neutro, dipende tutto dall'uso che se ne fa: giornali, libri, televisioni, web e quello che verrà in futuro.
Infatti i dibattiti politici su facebook sono una delle cose più penose che abbia mai letto.
RispondiEliminaDopo un primo momento,in cui ho partecipato in una certa misura,mi sono ritirato da tutte quelle storie : molti contatti li ho persino cancellati,perchè erano di una ottusità insopportabile...
il messaggio che passa purtroppo è questo : se stai al gioco del muro contro muro va tutto bene,sei uno regolare !
Se poni dei dubbi e ragioni col tuo cervello NO,allora diventi automaticamente un intollerante,un borioso,uno pieno di arroganza.
Io di questa presunta "democrazia" (che si divide tra buonisti e rissosi di mestiere) non so che farmene,la lascio volentieri a quel famoso 70% di pecoroni,che purtroppo SONO QUELLI CHE DECIDONO...è questo il dramma !
"Io credo che qualsiasi mezzo sia fondamentalmente neutro, dipende tutto dall'uso che se ne fa: giornali, libri, televisioni, web e quello che verrà in futuro"
RispondiEliminadice Allelimo.
Il problema è se chi ne fa uso si trova ad attingere a delle fonti "alterate" più o meno consapevolmente.
Se cerchi Not Moving e trovi che qualcuno ha scritto "gruppo pop soul degli anni 70 di Piacenza" o ti fidi e lo riprendi come "verità" oppure vai a cercare più a fondo e scopri che così non era.
Il guaio è che spesso, visto "che è su internet", l'informazione viene presa come vera e riportata.
C'era una (mezza) barzelletta (suffragata anche da alcuni comici fatti) qui a Piacenza: se un avvenimento non era riportato sul quotidiano locale non era avvenuto.
Ma come ? Hai visto un incidente in Piazza Duomo ? Non è possibile, non c'è sulla "Libertà" !
Per questo credo che sia importante mantenere delle voci DIVERSE,come questo blog stesso o altre pagine che approfondiscono i temi,anzichè lasciarli nell'oblio del sentito dire...
RispondiEliminacertamente è una lotta impari,molte volte un po' di sconforto è comprensibile.
Per me dice bene Ursus:
RispondiElimina"Se poni dei dubbi e ragioni col tuo cervello NO,allora diventi automaticamente un intollerante,un borioso,uno pieno di arroganza."
Prendiamo la persona più semplice e sprovveduta del mondo e raccontiamogli a freddo che un tizio che sta sulle montagne manda 4 suoi amici a far danni in america e questi dopo aver fregato 3 jet di linea sbattono giù il WTC un bel mattino di fine estate.
Questo qui come minimo si fa una risata. Eppure questo è successo e questo han raccontato.
"Spara una balla tot volte e con convinzione e questa diventerà una verità". Praticamente ognuno di noi ha un firewall anti-cazzata, che gli permette più o meno di vivere. I media te lo aggirano e te lo abbattono. E, DOPO, chi se frega più della 'verità'.
Andavamo a scuola e sui 'libri di testo' c'era scritto: la Grande Guerra è iniziata perchè un anarchico serbo di nome Prinzip ha sparato all'arciduca d'asburgo, in seguito a quello ci sono stati 17 milioni di morti. Libri di testo, TV, web...ti possono dire quello che vogliono, ma secondo me non occorre essere colti per annusare le cazzate, ma bisogna sforzarsi di stare svegli e non farsi mai circuire a spegnere il cervello, neanche per un secondo, perchè a spegnertelo ci provano di continuo. Poi tutto è opinabile o relativo, se vogliamo, ma la logica no. Orwell e il "2+2=5", insomma.
Il firewall anti-cazzata è fantastico. Di base ritengo che il cervello, ed il suo relativo uso, siano al centro di tutto. Voglio dire, se io non ho voglia di approfondire, mettermi in discussione, confrontarmi (e per far ciò bisogna essere informati) posso avere tutti i mezzi a mia disposizione e tuttavia rimarrò un soggetto limitato. Io penso che le fonti di informazione e di conoscenza non siano mai troppe, che le notizie a cui una persona può accedere non siano mai abbastanza e ovviamente per governare e regolare il flusso delle nozioni è necessario avere sempre attivo, ed oliato, il filtro suggerito da Pibio. In Italia i libri letti sono molti di più di quelli venduti sopratutto in virtù della presenza capillare di biblioteche che permettono a tutti di poter farsi una cultura riguardo qualsiasi argomento. E' la pigrizia mentale che va combattuta, è il ragior per spot e slogan che va combattuto (e qua purtroppo il più famoso dei social network è un terreno avvilente di discussione), è il non voler cercare di scoprire "se c'è qualcosa dietro" che va combattuto. Bisogna lottare secondo me per il diritto di essere curiosi.
RispondiEliminaCharlie
correggo: è il ragionar per spot NON il ragior...
RispondiEliminaCharlie
O.T.:
RispondiEliminaè morto Frank Wilson :(
FRANK WILSON - R.I.P.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=xwvpeYiQwss#!
Henry Trave
D'accordissimo ! La pigrizia mentale è la prima causa del conformismo mediatico.
RispondiEliminaAttenti,però,a non confondere la sete di sapere con la DIETROLOGIA,perchè anche quella è una moda deviante e spesso porta più fuori strada della stessa verità imposta.
Sulla rete si continuano a fornire versioni diverse degli stessi fatti,compresi quelli di politica internazionale,col risultato che (come si diceva prima) ognuno crede a quella versione che gli va più bene ideologicamente e per pregiudizio di fondo.
Un esempio per tutti è il modo in cui vengono trattati (o addirittura NON trattati) i movimenti di rivolta negli stati arabi,esplosi negli ultimi anni : c'è chi si schiera da una parte della barricata o dall'altra,semplicemente per simpatia e senza approfondire tutti i fatti precedenti che hanno portato al disastro odierno...questa si chiama faziosità e non informazione,confondere le due cose ci sta portando,inevitabile,fuori dagli obiettivi reali della storia con conseguenze che non possiamo neppure prevedere.
E la storia,purtroppo,non è mai stata una partita di calcio,che può finire semplicemente in una chiacchiera da bar.
ma i Not Moving non erano pop soul anni 70????
RispondiEliminaRobe da matti..se non me lo diceva il batterista non ci avrei creduto!
C
E' vero C
RispondiEliminae pensa che i No Strange erano punk che volevano vestirsi da fricchettoni per moda...negli anni 80,come si sa,andava moltissimo suonare il sitar e cantare dei mantra,citando Allen Ginsberg : lo facevano tutti,anche nelle trasmissioni del "Drive in".
Il problema (tanto per aggiungerne un altro) è che la confusione sulla veridicità delle news e la costituzione di barricate (io sono pro , io sono contro) è un ulteriore elemento "creato" ad arte.
RispondiElimina"Prima" esisteva una "realtà": le Torri Gemelle le ha tirate giù Bin Laden.
Ok a posto così anche se non è vero.
Ora ne esistono diverse: le ha tirate giù Bin Laden, le ha tirate giù Bush, le hanno tirate giù gli israeliani, cedimento strutturale (sul web circolava la voce, suffragata da "fior di prove" che NON fosse stato ucciso l'ambasciatore americano a Bengasi, recentemente, ma fose una montatura della CIA...).
Questa confusione è complementare alla gestione del potere.
Scannatevi tra di voi su chi è stato, io intanto mi faccio gli affaracci miei....
Ah, io ho un disco (anzi un CD) dei Not Moving del 1973 intitolato proprio "Pop Soul"
RispondiEliminaLe stronzate che si scrivono riguardo i disastri ambientali o naturali (terremoti,alluvioni ecc...) sono un altra forma ulteriore di caos disinformativo...ma il discorso si potrebbe estendere oltre,fino alle epidemie,ai disturbi alimentari,alle diete ecc...
RispondiEliminaun tempo si diceva che la religione è l'oppio dei popoli,ma oggi che la scienza (o presunta tale) usa gli stessi mezzi coercitivi della religione,non si riesce più a distinguere le 2 cose.
Ah, ecco dove avevo già sentito i No Strange: Al Drive-In! Ursus, eravate troooooppo giusti!
RispondiEliminaW
Ecco dove ti avevo visto Ursus!
RispondiEliminaPensavo a Torino,Vanchiglia,Via Po,Balon,Rock&Folk,7th Street..macche! Tutte balle che mi hanno cacciato in testa i fanzinari punk fricchettoni..
Eri al Drive In in ottima e maggiorata compagnia!
Tony: quel disco esiste! L'ho letto (oggi) su internet (www.tonyface.blogspot.it)
C
Yeahhh
RispondiEliminaesiste pure il bootleg dei No Strani insieme ai Not Moving al RANXEROX 1982
ma lo hanno inciso in Patagonia,25 copie numerate e adesso arriverà su E-Bay all'asta !
Si accettano offerte a partire da 4 noccioline e un biscotto della nonna.
Ce l'ho quel bootleg. E ho anche le cassette dei No Strani...
RispondiEliminavalgono milioniiiii
RispondiEliminaTony scusa ma sono (di nuovo) contrario a questo approccio di Internet.
RispondiEliminaL'articolo di Sette è una cagata e scambiare un "paradosso" del sistema come la norma per dimostrare che il web fa schifo è un modo per fare informazione tendenziosa e per smerdare un mezzo fantastico che è il web in cui sia tu sia (nel mio piccolissimo) io esistiamo "pubblicamente".
Vado al dunque.
Per risolvere il problema tra Roth e Wikipedia c'erano diverse soluzioni:
1 Wikipedia inizia a mettere una persona fisica che legge tutte le modifiche e stabilisce se sono attendibili o no (tieni conto che su Wikipedia vengono aggiunte una cosa come 5000 articoli e 50000 modifiche al giorno)
2 Wikipedia inizia a considerare attendibili le auto-referenze (allora domattina potrei essere Garibaldi e la regina elisabetta e modificare gli articoli sulla mia vita, minando la credibilità dell'intera enciclopedia in un paio di settimane)
3 il cazzo di Philip Roth si fa un suo blog, scrive quello che vuole scrivere sul suo cazzo di blog, poi va su wikipedia, corregge l'articolo e punta sul suo blog. A quel punto wikipedia lo ritiene affidabile.
Qual'è la soluzione più semplice, che preserva meglio il sistema e meno dispendiosa? la 3 forse?
Se Philip Roth (che non so chi sia ma leggo su WIKIPEDIA che è del 1933 quindi ha un attenuante) non sa come funziona internet e se l'articolista di Sette è, nella migliore delle ipotesi, un ingenuo, per noi che ci viviamo dentro va bene criticare il web ma almeno facciamolo quando davvero c'è un problema, non pretestuosamente.
Sia chiaro che non ce l'ho con nessuno e voglio solo fare critiche costruttive.
ciao.
Forse sono stato un po' troppo impulsivo e ti chiedo scusa di nuovo.
EliminaLa cosa che mi fa imbestialire è che un giornalista della carta stampata, ovvero la persona meno obbiettiva a parlare di informazione sul web, è così bravo a rigirare la frittata che riesce a far credere che l'unico mezzo di informazione gratuito, plurale e senza secondi fini che ci è rimasto sia inaffidabile.
Un'assurdità.
In realtà non si discute il mezzo internet, una delle invenzioni più importanti e decisive della storia dell'umanità ma il contenuto che viene troppo spesso accettato aprioristicamente come esatto solo perchè "lo dice internet".
EliminaIl "caso" Philip Roth è solo un pretesto per affrontare l'argomento.
Tipica frase da ignoranti, come se il mezzo tecnologico sia responsabile dei contenuti, e non chi ci stà dietro. Il fatto che se ne parli pure è triste indicatore di come mai è quanto le cose da queste parti vadano male, e non cambia prima la tv ora internet, complimenti....
RispondiEliminaSe volessimo demonizzare internet,non saremmo di certo QUI a parlarne,ovviamente.
RispondiEliminaIl discorso è completamente diverso e riguarda l'attendibilità di certe fonti che compaiono in modo indiscriminato ovunque...
di Wikipedia non posso dire nulla di negativo,invece,perchè nel momento in cui ho voluto correggere alcuni particolari della scheda che mi riguarda,l'ho fatto in breve tempo e senza particolari problemi : loro si sono limitati a fare dei piccoli accertamenti e stop.
Peccato che anche lì non vengano citate le partecipazioni al Drive In con Asfidanken,ma non si può avere tutto dalla vita :-)