mercoledì, marzo 19, 2025

Cocoa Tea

L'amico Pier Tosi ricorda la figura di COCOA TEA, recentemente scomparso.

Lo scorso 11 marzo è scomparso in Florida a soli 65 anni Cocoa Tea, uno degli autentici eroi del reggae degli anni ottanta e novanta.

Il suo vero nome era Calvin Scott ed era nato il 3 settembre 1959 a Rocky Point nel parish di Clarendon in Giamaica e la sua provenienza dalla campagna aveva permeato la naturalezza del suo modo di cantare unita comunque ad un livello non comune di raffinatezza riscontrabile in pochi altri artisti della scena reggae.
Per questioni anagrafiche è stato un artista nato all'interno della scena dancehall ed attraverso le sue consuetudini: a soli quattordici anni nel 1973 ha debuttato in studio a Kingston per il produttore Willie Francis con la traccia ‘Searching in the hills’ proseguendo una vitale tradizione di artisti bambini che ha avuto in Dennis Brown e Delroy Wilson (guarda caso due artisti che lo hanno molto influenzato) due dei suoi più grandi esponenti.
Il brano non ha successo ed oltre che lavorare negli anni successivi come fantino o pescatore, Calvin non si perde d'animo, continua a comporre canzoni ed ad affinare la sua arte ed ogni volta che può si esibisce nelle dancehalls sempre con buon successo ed il sostegno della sua comunità.

La sua grande occasione arriva all'inizio del 1983 in cui prende il microfono ad una dance del famigerato Volcano Sound ottenendo ovviamente un grande successo ed assicurandosi una audizione presso il suo boss, il producer Junjo Lawes, il personaggio forse più egemone del momento nella scena giamaicana.

Le porte del successo a questo punto di spalancano e l'artista, che nel frattempo si fa già chiamare Cocoa Tea registra per Lawes i primi successi come 'Lost My Sonia' e 'Rocking Dolly' che lo proiettano nel firmamento delle stelle sull'isola.

I suoi primi albums escono nel 1985, l'anno della svolta digitale interna alla musica giamaicana, dettata dall'enorme successo dello Sleng Teng Riddim, uno dei primissimi ritmi totalmente digitali, prodotto da Prince (poi King) Jammy.
Cocoa Tea inizia una fiorente collaborazione proprio con Jammys, un grande innovatore del suono del reggae di quel periodo, che frutta vari grandi singoli come 'Come Again' o 'Tune In'.

Un altro innovatore e cioè Gussie Clarke è il suo altro producer di riferimento e Cocoa Tea fiorisce in questo periodo quindi attraverso la sua magnifica voce di cui non perde mai il controllo e attraverso cui canta con grande eleganza e proprietà di linguaggio di vari temi ed argomenti di cronaca, spaziando dalle canzoni d’amore e le reality e ‘Rasta tunes’ ad azzeccatissimi brani sugli accadimenti della vita giamaicana e mondiale come per esempio lo scandalo Clinton/Lewinski alla Casa Bianca o la prima Guerra del Golfo.
Per le forti critiche anti-iperialiste contenute in questo senso nella sua 'Oil Ting', il brano viene bandito dalle radio commerciali inglesi ma primeggia nelle reggae charts grazie al sostegno delle 'pirate stations' a cui pagherà tributo insieme a Home T e Shabba Ranks nel monster hit 'Pirates Anthem'.
Grazie alla sua consapevolezza Rasta entra negli anni novanta essendo tra i pochissimi artisti che continuano a cantare la spiritualità nella dancehall in un momento di edonismo generale essendo di esempio in questo senso per tutta una nuova generazione di giovani artisti che si affacciano sulla scena.
Questo sarà per lui un decennio di autentici trionfi attraverso il lavoro per due grandi producers come Fatis Burrell e Bobby Digital.

Cocoa Tea mantiene un piede ben saldo nelle sue radici dancehall e con grande abilità compone brani sui riddims classici di questa tradizione o reinterpreta brani altrui con grande personalità ed efficacia: d’altro canto è anche un ottimo autore ‘conscious’ e di sicuro una grossa influenza per artisti come Garnett Silk o Luciano che riportano i temi della roots music in ambito dancehall segnando una sorta di rivoluzione positiva interna alla scena reggae a metà anni novanta.

La vitalità dell'industria musicale fa si che siano richiesti anche tre o quattro albums all'anno ad un artista oltre che una enorme quantità di singoli: Cocoa non si tira indietro e per Fatis Burrell ed il suo marchio Xterminator centra il bersaglio con ‘Good life’, ‘She loves me now’ ed ‘Israel King’ mentre per Bobby Digital trionfa con ‘Holy Mount Zion’ e le bellissime covers di Bob Marley ‘The Heaten’ e ‘Waiting In Vain’, quest’ultima anche in combination con Cutty Ranks. La sua voce semplice ed aggraziata che affronta grandi prove vocali senza apparenti sforzi si lega molto bene in innumerevoli combinations con lo stile graffiante di tanti toasters e deejays tra cui citiamo Louie Culture, Sizzla, Buju Banton, Shabba Ranks e Cutty Ranks.

Molti dei grandi brani di cui abbiamo parlato sono racchiusi nell’album ‘Holy Mount Zion’ pubblicato addirittura in USA dalla mitica etichetta Tamla/Motown.

Nel 1996 fonda la propria etichetta Roaring Lion ed apre il suo studio personale attraverso cui si auto-produce in varie occasioni e cerca di dare opportunità di successo a giovani artisti della sua zona di provenienza.
Il suo primo CD del nuovo millennio si intitola ‘Unforgettable’ e la title track è un bellissimo tributo all’amico, lo straordinario cantante Dennis Brown da poco scomparso.
In questo periodo Cocoa Tea è già una leggenda ed amministra il suo successo realizzando regolarmente musica all'altezza della sua fama.
Nel 2008 passa alla storia il suo endorsement a Barak Obama con le sue‘Yes we can’ e 'Barak Obama'.

Nonostante ami passare il tempo nel suo ‘country’ di Rocky Point a Clarendon, amministrando tra l'altro un allevamento di purosangue ed una azienda di confezionamento alimentare e non ami molto viaggiare si concede al suo pubblico globale attraverso vari tours mondiali che toccano anche il nostro paese.

L'ultimo album della sua consistentissima discografia è 'Sunset In Negril' del 2014.

1 commento:

  1. A questo link un tributo radiofonico di due ore dedicato a Cocoa Tea:
    https://www.facebook.com/share/p/1Ldd7DY1iR/

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