L'amico Soulful Jules ci rendiconta la splendida serata NORTHERN SOUL che si è tenuta a Pordenone il 22 febbraio 2025.
Foto di Emma Ryan.
https://www.instagram.com/emmaryanart/
Partiamo dalla fine.
Un centinaio di soulies, disposti su tre file, sopra e sotto il palco, volti raggianti e sudati; ghigni e sorrisi.
In alto, al centro, lo striscione BRISTOL NORTHERN SOUL CLUB retto da un gruppo di ventenni inglesi.
In basso, un po’ sfasato sulla destra, il banner Keep On Pordenon con dietro un pisano, un pordenonese e un inglese. Tutto attorno, gente da mezza Italia, dal Regno Unito, dall’Austria e dalla Spagna.
Click.
Questo è quanto rimane dei duecentocinquanta appassionati che hanno trascorso il sabato a Pordenone, a pensarci pare incredibile che il sogno un po’ offuscato e confuso di qualche mese fa si sia materializzato in modo così netto, che l’azzardo di usare una sala grande come quella del Capitol sia stato ripagato da una giornata indimenticabile.
Ma come ci siamo arrivati fino a qui?
Cosa c'entra Bristol con Pordenone?
Facciamo un passo indietro.
Era ottobre quando il Capitol mi ha chiesto di organizzare un evento da loro, ero a Venezia con una comitiva di inglesi, scozzesi e spagnoli che avevo accompagnato a farsi un giro in occasione del nostro Soul Weekender a Pordenone.
Il Capitol è un ex cinema degli anni ’70 che da un po’ di tempo è diventato una sala per concerti e stand-up comedy.
Il locale è atmosferico, ha un’acustica quasi perfetta ma serve un sacco di gente per creare un ambiente caldo e garantire un clima di festa, motivo per cui i nostri party vengono di solito organizzati all’Astro, un club più piccolo e più semplice da gestire.
Mi sa che ero nei pressi di Piazzale Roma quando è arrivato il messaggio di uno dei gestori con la proposta di alcune date.
Prima di rispondergli ho temporeggiato, perché stavo andando in aeroporto a Treviso, a recuperare il cuore, l’anima e le gambe del Bristol Northern Soul Club.
In via del tutto eccezionale, Levanna, Eve e Schaeffer avevano acconsentito a organizzare un workshop di ballo per noi a Pordenone.
A dire il vero, l’evento di ottobre era praticamente sold out, non serviva nemmeno l’input del corso di ballo, anzi, a molti puristi dà pure fastidio come concetto, e in parte è una cosa che condivido.
Perché se già non è facile definire che cos’è il Northern Soul, ancora più complesso è provare a descrivere l’atmosfera di un Northern Soul Allnighter a chi non c’è mai stato o non ne ha idea.
E per quella legge non scritta delle sottoculture e delle scene musicali, certe cose non andrebbero nemmeno spiegate, o ne fai parte o stai fuori.
Vai al bar, in discoteca, in parrocchia, fai altro che io ho il mio giro e non ho bisogno di te.
Se vuoi imparare a ballare occorre varcare la soglia, addentrarsi in locali bui e maleodoranti, tirare fino all’alba in mezzo a gente losca, senza per questo aspettarti che qualcuno ti saluti o sia gentile con te, no, te lo devi guadagnare in pista il rispetto, possono volerci anche dei mesi, se non di più.
Questa è stata la norma fino a una decina di anni fa, forse ancora lo è in certi ambienti ma è abbastanza evidente che la crisi economica, culturale e sociale che sta avviluppando il nostro paese ha decimato scene, eventi e raduni che una volta potevano contare su svariate centinaia di persone e che oggi si reggono in piedi grazie agli sforzi e all’entusiasmo di pochi veterani, generalmente sopra la cinquantina.
Ricambio generazionale non se ne vede e le prospettive sono abbastanza deprimenti, motivo per cui abbiamo pensato che un workshop potesse fungere da stimolo a chi apprezza la musica ma non ha mai avuto la possibilità o il desiderio di lasciarsi andare in un club, con le luci soffuse e i bassi che ti prendono lo stomaco e ti portano in giro per la pista da ballo.
Il corso di ottobre è andato molto bene, ci ha permesso di avvicinare diverse persone della nostra zona che non avevamo mai visto e prima che i ragazzi di Bristol ripartissero, li ho portati a dare un’occhiata al Capitol, perché si rendessero conto delle potenzialità della sala.
Da lì è nata l’idea di organizzare una serata Bristol Northern Soul Club International a Pordenone, è stato definito un budget, piuttosto importante, che ci permettesse di portare in Italia una quindicina di ballerini e la macchina si è messa in moto.
Perché proprio con quelli di Bristol?
Perché sono amici e ci si capisce senza tante parole, sin dall’inizio avevamo concordato che questa cosa non la facevamo per guadagnare, nel loro gruppo ci sono alcuni tra i migliori ballerini di sempre, a livello di pubblicità la cosa avrebbe aiutato non poco.
Cinque mesi passano veloci e sabato 22 febbraio ci troviamo alle 3 del pomeriggio per il primo workshop.
L’impostazione è abbastanza naturale e organica.
Una breve introduzione sull’evoluzione degli stili di ballo dai sixties ai giorni nostri e i partecipanti iniziano a zompettare sul dancefloor, in maniera spontanea, istintiva; Levanna si sposta tra i partecipanti per mostrare alcuni step ed è tutto un fiorire di sorrisi, visi lucidi; i passi si allargano su brani come Don’t Pity Me di Joanie Sommers, Catch That Teardrop dei 5 Royales, Betty O’Brien e il rhythm & blues patinato di She’ll Be Gone, la produzione elegante di You’ve Been Cheating degli Impressions e il classico modern She’s Gone degli Hamilton Movement.
Breve pausa e stessa formula per il gruppo delle 5, che al posto del tè ha scelto il talco e il soul uptempo, oltre a qualche Campari soda.
Col fatto che il locale è in centro, l’orario di chiusura è previsto all’una per cui alle 8 precise parte il primo disco; in consolle Schaeffer, un ragazzo di ventidue anni che ha già macinato centinaia di chilometri sui dancefloor di Bristol e di mezza Europa.
Parte con dei classici sixties che scaldano la pista, il gioco di luci all’interno della sala è davvero spettacolare, il sound perfetto, manca solo la gente.
Per quanto le prevendite siano andate abbastanza bene, abbiamo bisogno di un tot di biglietti alla porta per non rimetterci, o per non rimetterci troppo.
Questa è di solito la mezz’ora più difficile per un organizzatore, un occhio rivolto al party e l’altro all’ingresso, ogni minuto interminabile, la gente arriva, va al bar a prendersi un drink e per te il mondo si muove al rallentatore, o troppo in fretta, dipende.
In questi casi sono io che mi sposto, provo a muovere un po’ le cose, un salto in consolle per un gesto di incoraggiamento al dj, un giro alla porta a controllare l’affluenza, un balletto senza tanta convinzione e così via.
Tanto non cambia nulla.
Per fortuna il pubblico inizia ad affluire, l’ambiente si scalda e la pista si riempie.
È il turno di Eve, la madre di Schaeffer e Levanna, per molti aspetti il nucleo energetico del club inglese che ogni settimana registra regolarmente il sold out alle serate di Bristol.
Eve continua con dei classici di sixties e club soul come I Can’t Change di Lorraine Chandler, New York In The Dark degli Ad Libs.
Sulle note dello strumentale Breakaway i dancer di Bristol salgono sul palco per una breve esibizione di spaccate e piroette in stile Wigan, erano anni che in Italia non si trovava una tale concentrazione di ballerini così bravi in un club.
La serata è davvero partita, adesso posso godermela e seguire il flusso.
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Jorg Record Shack è un amico che gestisce un negozio di dischi a Vienna, ha una collezione incredibile e come dj non sbaglia mai un colpo, quando è il suo momento manda la pista in subbuglio con Sam Dees – Lonely For You Baby e ipnotizza tutti con Have Some Everybody dei Flaming Emeralds, un brano uptempo caratterizzato da un ritmo percussivo, uno di quegli scherzi dell’industria discografica, sembra un disco registrato a metà anni sessanta e invece è uscito nel 1977, in piena era Disco.
A seguire Levanna, una ragazza di ventisette anni che è diventata improvvisamente famosa una decina di anni fa, quando ha pubblicato un video su youtube in cui ballava sulle note di Happy di Pharrell Williams.
La clip è diventata virale al punto che lo stesso Williams ha invitato la ragazza sul palco per la premiazione dei Brit Awards del 2014.
Ho incontrato Levanna in giro per i soul weekender europei, poi, un paio di anni fa, mi ha invitato a mettere i dischi a Bristol alle loro serate e da lì ho imparato a conoscere la persona che va oltre l’immagine della pretty ballerina, ho avuto modo di apprezzare l’appassionata di musica e la promoter che solleva decine di chili di attrezzatura, che si sbatte per il soundcheck e perché ogni dettaglio sia a posto prima dell’inizio della serata, la giovane donna che si prende cura di tutti gli ospiti durante il party, in particolare di quelli che il giorno dopo non finiscono nelle foto o nei reels dei social.
Il suo è un set collaudato che coinvolge il pubblico, anche per l’uso del microfono, con cui introduce Move On Up di Curtis Mayfield, Happy dei Velvet Hammer, il brano che seguiva la canzone di Pharrell Williams nel video che l’ha lanciata.
E non ha tutti i torti quando dice che se siamo qui stasera è grazie a questa canzone, a quel clip uscito oltre un decennio fa e che ora sembra archeologia.
Probabilmente sono uno dei pochi a cogliere il significato delle sue parole ma non importa, la gente alza le mani, la segue durante Pow Wow di Manny Corchado e The Night di Frankie Valli.
È una serata speciale, non solo per noi italiani, anche gli inglesi se la stanno godendo, così come gli spagnoli e gli austriaci, la vista di centinaia di corpi che si muovono all’unisono è uno spettacolo unico, emozione e sentimento, tanto cuore, muscoli e un pizzico di cervello, quella che gli inglesi chiamano togetherness e che da noi viene tradotta come unione, coesione, connessione, integrazione, armonia e altri termini che ancora non bastano a definire lo spirito, la gioia del momento.
L’unica nota in agrodolce è l’età media dei partecipanti, a parte i ragazzi di Bristol, nessuna new entry sotto i trent’anni, giusto le figlie teenager di un appassionato di musica.
Rimane comunque la soddisfazione di avere messo in piedi un evento che rimarrà nella memoria, essere riusciti a portare per una notte il Northern Soul in centro a Pordenone, in uno dei locali più belli del Nord Est.
Speriamo di replicare il prossimo anno, se non prima.
Keepin On Pordenon!
martedì, marzo 04, 2025
Bristol Northern Soul Club International
Pordenone 22.02.2025
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Articoli di SJ sempre stupendi.
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