lunedì, marzo 17, 2025

Steve Wynn - Non lo direi se non fosse vero. Memorie di musica, vita e Dream Syndicate

Riprendo la recensione che ho scritto sabato scorso nelle pagine di "Alias" de "Il Manifesto".

Steve Wynn racconta una storia banale.
Quella di un giovane ragazzo ossessionato dalla musica tanto da diventare un musicista.
Ovvero una storia straordinaria. Fatta di tutte quelle straordinarie banalità che caratterizzano la vita che molti artisti, pur non essendo mai diventati i Rolling Stones, ben conoscono.

Sacrifici di ogni tipo, rinunce, notti insonni, delusioni, sconforto, fatiche inenarrabili ma alla fine quella gratitudine infinita per avere avuto quell'opportunità incredibile di vivere con e nella musica.

Steve Wynn ha lavorato in un negozio di dischi, fatto il DJ, fondato i Dream Syndicate e dato vita, negli anni Ottanta, al cosiddetto Paisley Underground, a fianco di Rain Parade, Bangles, Green On Red, Long Ryders, mischiando psichedelia, rock e punk.
Con la sua band ha sfiorato il grande successo, tra tour con REM e U2, album in classifica ma alla fine è sempre mancato il guizzo finale.

Nella sua autobiografia, pubblicata recentemente da Jimenez Edizioni, “Non lo direi se non fosse vero” (tradotta da Gianluca Testani), traspare qualche velato rammarico, soprattutto all'indomani dello scioglimento della band (poi riformatasi nel 2012 e ancora in splendida attività con album freschi e mai nostalgici), quando esplodono il grunge e l'indie rock di cui i Dream Syndicate erano stati in qualche modo precursori e padrini e altre band a loro contemporanee (Meat Puppets, Flaming Lips, Sonic Youth) trovavano finalmente successo e riconoscimenti:
“Sarebbe potuto accadere a noi? Non ha senso chiederselo. Non è successo.”

Il racconto è avvincente, molto (auto) ironico, ricchissimo di aneddoti gustosi e talvolta imprevedibili, tra eccessi alcolici e non solo, concerti sold out e serate semi deserte in luoghi sperduti dell'America davanti a un pubblico indifferente. Fotografa al meglio la vicenda di una band che alla fine è riuscita comunque a ritagliarsi un posto nella storia del rock e diventare riferimento per tantissimi altri artisti in mezzo mondo.

Steve Wynn ha proseguito con una carriera solista ricca di soddisfazioni e ottimi dischi oltre a una lunga serie di collaborazioni e progetti sempre più che dignitosi.

Sarà il tema del secondo capitolo della sua nuova carriera letteraria che in questo caso si ferma allo scioglimento della band, nel 1988, relegando a poche pagine la prosecuzione successiva.

La riga finale è un capolavoro di colto citazionismo musicale:
“Ci vediamo in giro per locali”.
La frase che disse George Harrison agli altri Beatles il 10 gennaio 1969, quando lasciò (momentaneamente) la band.

Steve Wynn
Non lo direi se non fosse vero. Memorie di musica, vita e Dream Syndicate
Jimenez Edizioni
282 pagine
22 euro


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