Nel pieno del successo per l'interpretazione di Jimmy in "Quadrophenia", Phil Daniels sfruttò l'opportunità di pubblicare un album, omonimo, a suo nome.
Contrariamente a quanto si può supporre non fu un'attività improvvisata ad hoc.
In realtà militava già da tempo in una band, i Renoir, cantando con un timbro parecchio distinguibile, suonando più che discretamente la chitarra e componendo.
Al suo fianco Peter-Hugo Daley, pure lui futuro attore televisivo e teatrale ma anche nei film "Breaking glass", "Gangs of New York", "Absolute beginners" e "Sognie delitti" di Woody Allen.
Come ha testimoniato lo stesso Phil Daniels pare che il futuro Johnny Rotten abbia provato a entrare nella band, chiedendo un provino ma fu rifiutato.
Curiosamente Daniels fu scelto al posto di Rotten per il protagonista di "Quadrophenia".
"Non molto tempo dopo l'uscita di Quadrophenia, ricordo che Gary Kemp (futuro Spandau Ballet) venne a vedere i Renoir e mi disse "Guarda, questa musica è bella, ma non andrà da nessuna parte.
Se vuoi ottenere un contratto discografico, forse dovresti reinventarti come una band mod".
Il revival mod era in pieno svolgimento a quel tempo.
La band di Gary all'epoca si chiamava Makers, non erano ancora diventati gli Spandau Ballet."
"Tra Quadrophenia e Breaking Glass, il progetto Renoir è andato a farsi benedire, e sono arrivati Phil Daniels e The Cross.
Alla fine, il disco che abbiamo finito per fare non ha avuto abbastanza successo da fare davvero una grande differenza".
L'album, ascoltato oggi, ha parecchie pecche e risente di una scarsa messa a fuoco, talvolta dispersivo ma è interessante (e sorprendente) constatare quanto molte canzoni siano spesso vicine a quello che ascolteremo anni dopo da Arctic Monkeys e soprattutto Blur, fan dichiarati dell'album e che vollero Phil Daniels e il suo marcato accento cockney nella title track di "Parklife" nel 1994 (Phil sarà poi anche sul palco con gli Who come narratore nel tour "Quadrophenia" nel 2012/13).
Ci sono anche brani di stampo reggae e ska e una prevalente impostazione che riportano ai Madness meno "giamaicani" e più pop soul (vedi "The Liberty of Norton Folgate").
"Non avevamo un gran suono nell'album.
E' un divertente mix di influenze.
C'é "Shout Across The River", che era il titolo di un'opera teatrale di Poliakoff che ho finito per non fare perché ho ottenuto la parte in "Zulu Dawn".
C'era anche "News at Ten", che era la mia canzone di protesta per il Sud Africa, "Cromer Aroma" parlava di Kings Cross e "Wet Day in London" parlava di mio padre e della sua tecnica per far rivivere i pesci tropicali.
Penso ancora che fosse un buon album, ma la gente era davvero contraria al fatto che facessi entrambe le cose.
Quando giravamo Breaking Glass, l'NME mi disse che il mio album non era granché.
Pensavano che fossi salito sul carrozzone, l'ennesimo attore che cercava di avere popolarità facendo il cantante. Quindi Phil Daniels e The Cross furono in un certo senso liquidati".
Stralci di intervista (molto interessante) del 2016 tratti da qui:
https://louderthanwar.com/phil-daniels-cross-actor-phil-daniels-looks-back-music-career-punk/
venerdì, marzo 07, 2025
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