mercoledì, settembre 17, 2014

Il pallone da rugby



Nel settembre 2015 si svolgeranno i Mondiali di Rugby in Inghilterra
Periodicamente, in attesa, ne parleremo, tra storie, regole, aneddoti.
Partendo, a cura di ALBERTO GALLETTI, dal PALLONE da RUGBY.


Nelle foto alcuni tra i primi palloni da rugby e Richard Lydon, l'inventore del pallone...

In origine non vi era distinzione tra quello che oggi chiameremmo un pallone da calcio e un pallone da rugby in quanto non vi era differenza tra i giochi.
Per decenni in Inghilterra si giocarono varie forme locali di football ognuna delle quali si differenziava dall’altra in tutto, dalle dimensioni del campo, ammesso che ci fossero, al numero di partecipanti, al modo di segnare il punto eccetera, forse l’unico punto che univa i diversi tipi di football era la palla, che dal primo ottocento in avanti veniva ricavata ricoprendo di cuoio la vescica di un maiale.

Le origini della palla da rugby sono da cercare nella città stessa di Rugby, Richard Lydon e William Gilbert, entrambi titolari di negozi di scarpe in High Stret a Rugby, la strada che conduceva al cortile di ingresso della famosa Public School che veniva usato dagli alunni per giocare prima dell’acquisizione da parte della Scuola dei famosi playing fields, cominciarono a fabbricare palloni rivestendo appunto le vesciche di maiale con quattro pannelli di cuoio.

Dopo l’apertura dei playing fields, William Gilbert spostò, nel 1842, il suo negozio al n.5 di Matthews Steet esattamente davanti all’ingresso dei campi da gioco.
Durante gli anni 50 sia Gilbert che Lydon concentrarono la loro attività principalmente sui palloni dei quali divennero fornitori principali per i ragazzi della scuola.
Non vi erano dimensioni fisse all’epoca, le misure variavano a seconda di quella delle vesciche ricoperte, in origine avevano più una forma di prugna, quindi rotondeggiante e solo in seguito divenne più ovale, probabilmente di conseguenza al fatto che quando i ragazzi le portavano in negozio per commissionarne ‘una uguale’ questa si era schiacciata e quindi ovalizzata per l’uso ed è probabile che i due artigiani presero a farle così.
Particolare abbastanza terribile, questi palloni in origine si gonfiavano esclusivamente soffiandoci dentro grazie a una specie di valvola in argilla che collegava il lato aperto della vescica, la pratica era piuttosto disgustosa in quanto le vesciche erano per così dire ancora ‘fresche’.
Se le dimensioni della palla da calcio vennero stabilite , insieme alle regole, dalla FA nel 1862, le dimensioni della palla da rugby vennero scritte nel regolamento per la prima volta nel 1892 , che le fissò in :
lunghezza da 11 a 11 e ¼ pollici
circonferenza (longitudinale) da 30 a 31 pollici
circonferenza (in larghezza) da da 25 e ½ a 26 pollici
peso da 12 a 13 once
veniva fissato anche il numero di cuciture, non meno di 8 per ogni pollice.
Il peso fu portato a 14 once nel 1893 e successivamente a 15 nel 1931, anno in cui la larghezza fu ridotta a 24 pollici, le regole dell’ International Board del 2004 stabiliscono che la palla si compone sempre di quattro pannelli, lunghezza 280-300mm, larghezza 580-620mm in pelle o materiale sintetico adatto, venne ammessa anche l’impermeabilità.

Sostanzialmente la palla è rimasta la stessa.
Come abbiamo visto per i palloni da calcio, nel 1862 Richard Lyndon introdusse il primo grande cambiamento, sostituì la vescica con una camera d’aria in gomma vulcanizzata, sintetizzata dieci anni prima da Charles Goodyear e, nel giro di poco tempo, i palloni assunsero la più famigliare forma sferica non ottenibile, ma sempre desiderata, usando le vesciche.
L’innovazione non salvò purtroppo la signora Lyndon che contrasse una malattia ai polmoni dopo aver passato anni a gonfiare a fiato i palloni fabbricati dal marito con le vesciche di maiale molte delle quali erano purtroppo infette.
Per lo più l’aneddotica riguardante i palloni da rugby si esaurisce in Inghilterra, paese d’origine del gioco , Mr Lyndon nonostante l’affermarsi della palla rotonda continuò a fabbicare la palla ovale, della quale si può ritenere l’inventore, per i ragazzi della Rugby School ma non pensò a brevettarla e così la sua creazione finì per essere prodotta senza impedimenti da molte altre ditte che si stavano ormai specializzando nella produzione di palloni ovali.
Nel 1862 la neonata FA stabilisce le regole di quello che da lì in avanti sarà conosciuto come calcio, stabilendo anche la forma del pallone, che sarà sferica (in virtù del regolamento approvato che abolisce definitivamente l'uso delle mani), a Rugby invece si continua a giocare con la palla ovale a quattro spicchi, a usare le mani e a placcare i portatori di palla, con la scissione della RFU del 1895 e la creazione della Northern Football League (che autorizzava il pagamento dei giocatori), venne creato un nuovo regolamento che fissava i componenti di ciascuna squadra a XIII , e che il pallone fosse diverso da quello della Rugby Union misurando 27 cm di lunghezza con una circonferenza di 60cm nel punto più largo e peso tra i 383 e i 414 grammi, invece dei 410-460 di quello tradizionale.
La marca principe per la produzione di questi palloni è Steeden, ditta australiana fondata nel 1958 per la produzione di palline da cricket e palloni da rugby e che è diventata col tempo la marca n.1 al mondo, tant’è che spesso nel mondo del RL si riferisce alla palla come ‘steeden’ (un po come usavamo noi con cleenex per dire fazzoletto di carta).
Per i palloni tradizionali da rugby a XV la marca più diffusa è Gilbert che fornisce i palloni per la Coppa del Mondo, la Heineken Cup e la Triple Crown insieme ad Adidas da sempre fornitrice ufficiale della nazionale francese e ormai da decenni anche degli All Blacks, molto popolare anche in Italia negli anni 60/70 e 80 col vecchio modello bianco con calotte e logo neri.

L’avvento del professionismo nel rugby a XV ha spazzato via in poco tempo rituali legati al gioco e alle attrezzature che erano cambiate davvero poco per parecchi decenni, relegandoli nella soffitta dei ricordi e soppiantandoli con una miriade di proposte di palloni e articoli per rugbisti nella quale è diventato difficile districarsi e trovare ancora qualcosa che abbia gusto e stile, in nome di una commercializzazione senza freni e che non conosce crisi e della quale ancora non si intravedono i limiti.
Dal 1980 anno in cui il pallone di cuoio venne abbandonato in favore del sintetico impermeabile, l’industria si è sbizzarrita sul lato decorativo creando palloni di tale dubbio gusto da far impallidire quelli moderni da calcio.

9 commenti:

  1. Bella storia. Mi sono sempre chiesto del perchè fosse ovale !!!

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  2. Per quanto riguarda le decorazioni, esistono palloni da rugby mimetici, con illustrazioni giganti da fumetti, tipo pop art o tavole da surf. Io sarei più per il tradizonale di cuoio.

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  3. Quand'era bagnato tenerlo in mano era un'impresa ....
    Quanti "in avanti" per noi trequarti ...

    GMV

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  4. Io non ho mai giocato per evidenti limiti fisici ma il pallone mi ha sempre affascinato tanto che ne ho uno a casa solo da tenere in mano e calciare ogni tanto

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  5. Storie, c'è posto per tutti in una squadra di rugby. Tu avresti potuto benissimo giocare come seconda linea.

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  6. ehhh ma alla prima spallata volavo via.
    Ci ho provato con qualche amico ma erano scene pietose

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  7. C'è da imparare la tecnica base, bisogna andare in una squadra, poi si gioca , ma allenarsi è fondamentale, gli urti si impara come prenderli (o darli).

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  8. bellissimi i primi palloni,...quindi eran fatti con la vescica del gugioeul (o poursèl),...tipo il rivestimento della coppa (il salume , intendo)? questa non la sapevo:),ottimo articolo come sempre.....Onore alla Signora Lydon

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