venerdì, agosto 09, 2013

BYRDS - Sweetheart of the rodeo



Prosegue la rubrica GLI INSOSPETTABILI ovvero una serie di dischi che non avremmo mai pensato che... Dopo Masini, Ringo Starr e il secondo dei Jam , il nostro MATTEO WHITE BIANCHI ci introduce alla bellezza del rodeo...

Oggi parliamo di un disco che sgonfierà le gomme alle vostre Vespe e Lambrette: “Sweetheart of the Rodeo” dei BYRDS, un titolo che è tutto un programma (e mantiene ogni promessa).
Dimenticate il jingle-jangle pop dei primi dischi, qui si inaugura la famigerata svolta country della band losangelena … ma in fondo basta guardare (o ascoltare) le cose nel verso giusto per apprezzarne il meglio.
Va detto che anche i Byrds degli inizi hanno un background folk e tradizionale e che i riferimenti al country sono già presenti in “Younger than Yesterday” e in “Notorious Byrd Brothers”, in cui fanno capolino qua e là i fraseggi bluegrass di Clarence White e il suono caratteristico della pedal steel guitar, ma soprattutto è bene sottolineare che a fine ‘67 i Byrds originali sono già un ricordo: dei membri fondatori non restano che Roger McGuinn e Chris Hillman …

A questo punto, assunti il batterista Kevin Kelley e un certo Gram Parsons (giovane e promettente cantautore appassionato di country), McGuinn inizia a lavorare a un doppio concept sulla storia della musica americana, dalle radici al… futuro elettronico, ma il carisma di Parsons spinge il nuovo repertorio verso il puro suono di Nashville e Bakersfield e lo scetticismo del produttore Gary Usher porta all’accantonamento dell’ambizioso progetto iniziale.
Tra marzo e maggio ‘68 i Byrds registrano proprio a Nashville 11 tracce in puro stile country, ma rinnovato, rivisitato e inacidito, in cui l’influenza di Gram Parsons è decisiva. L’accoglienza del pubblico, orfano del vecchio stile byrdsiano, non è proprio calorosa; e non mancarono le incomprensioni da parte di certa critica rocchettara. Ma non solo: nemmeno l’ambiente reazionario del country tradizionale accetta l’intrusione di questi hippy capelloni e casinisti.

Da segnalare subito la cover di “You don’t miss your Water” di William Bell, a dimostrare la fusione di country, rock e soul: un’operazione che Gram Parsons, inseguendo quella “Cosmic American Music” da lui immaginata, ripeterà nei Flying Burrito Brothers nientemeno che con “Do Right Woman” e “Dark End of The Street”.
Tutte versioni da ascoltare e riascoltare!

L’album si apre e si chiude con Dylan: “You Ain’t going Nowhere” (primo singolo) e “Nothing Was Delivered”, e all eprese con il menestrello di Duluth i Byrds non sbagliano mai.
Oltre al già citato brano Stax e al singolo dylaniano, il lato A comprende l’originale a firma McGuinn-HIllman “I Am a Pilgrim” (altro singolo, ballata semiacustica infarcita di violino) e un tris di standard trattati col lisergico: la romantica “You’re Still on My Mind”, “The Christian Life” (!) e “Pretty Boy Floyd” di Woody Guthrie a fare da contraltare a quest’ultima (con McGuinn al banjo).

Il lato B si apre con i due capolavori di Gram Parsons: “Hickory Wind”, strepitosa ballata portata in dote dall’International Submarine band e soprattutto “One Hundred Years From Now”, brano avanti anni luce, tranquillamente al livello dei migliori hit byrdsiani, con un testo arguto e amaro.

Immaginatevi gli Stone Roses con una pedal steel guitar in gruppo.

A proposito di pedal steel: ci si abitua tranquillamente, fidatevi!...
Altre due covers (oltre alla seconda ripresa di Zimmerman) per chiudere un l’album considerato il Sgt Pepper del country-rock (e in realtà già ampiamente rivalutato da tempo): “Blue Canadian Rockies” e “Life in Prison” dell’idolo Merle Haggard.
I fasti degli esordi e della consacrazione sono lontani, ma il vero “insospettabile” sarebbe la seconda (e terza) parte della saga Byrds, tutt’altro che da spernacchiare, come spesso accade…

17 commenti:

  1. Spernacchiare i Byrds MAI ! Sarebbe una bestemmia...ma è sempre stato un disco di svolta,per cui le svolte non sempre vengono accettate dai vecchi fans.
    Infatti lo reputo un buon disco,anche ottimo rispetto ad altri del suo genere,ma il paragone con i precedenti capolavori me lo pone inevitabilmente un gradino sotto la classifica personale...è nota la mia predilizione per il genio compositivo di Gene Clark.

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  2. Per anni non l'ho considerato... quando sei in pieno innamoramento dei primi perfettissimi capolavori è dura digerire violino, banjo, mandolino, pedal steel... in realtà è un gioiellino... per il suo valore e considerazione non sarebbe proprio un "insospettabile" (certamente lo è di più il Masini) e ci sarebbero anche altri album successivi dove c'è del buono, perfino la reunion del 73 con i cinque membri 8====D originali e qualcosina-ina nel bistrattatissimo (in effetti è non è gran che) Byrdmaniax, il meno byrdsiano di tutti...

    A proposito di Clarke, country e bluegrass, un'altra gemma è l'abum con Dillard del 68 "The Fantastic Expedition of Dillard and Clark"!

    W

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  3. well, io ce l'ho questo lp (comprato per posta in 'offerta' a salsomaggiore parecchi anni fa?),...sicuramente i primi PERFETTI dischi dei BYRDS sono inarrivabili ma anche questo non era affatto male,..e senza fdschi come questi i LONG RYDERS o il 'roots rock' anni '80 non sarebbero stati possibili,..non dimentichiamocelo:),..o ci beccavamo Batcave, Nurse With the Wound , Armoured Saint e Agnostic Front a gogo sulle riviste 'rock'!!

    sooo,..w i MULESKINNER:)

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  4. Yes, Mich! Anche io ieri pensavo proprio ai Long Ryders e a Syd Griffin, che poi è andato a "vivere in campagna" con Western Electric e Coal Porters (ancora in attività, credo)...

    W

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  5. Io l'ho sempre schifato. L'ho scoperto nel 1980 quando il mondo (musicale e non solo) era in subbuglio e, ovviamente, non mi piacque. Odiavo le sue tirate acoustic-folk troppo lontane da quello che la musica rock mi dava da sempre. Poi, nel nuovo millennio, lessi una intervista a i miei idoli CAKE e loro dicevano che "Sweetheart" era IL disco che li aveva convinti a cominciare a suonare. Lo riascoltai, certo che le nuove rivelazioni e la tanta musica ascoltata nel frattempo mi avrebbe fatto capire quanto mi sbagliassi in gioventù... E invece no: continuo a trovarlo un disco che non mi appartiene. Sarà anche bello ma non mi arriva NULLA. Sono troppo italiano per amare tutto questo.
    :-)

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  6. Eh Eh, mi fa piacere che continui a non piacerti, così a me sembra più insospettabile. In effeti, con questo ho scoperto un po' l'acqua calda. Comunque, l'ho scritto anche su fb, per anni non l'ho considerato e ora non posso più farne a meno. Ma è anche vero che a me west-coast e folk USA son sempre piaciuti: ci vuole una certa inclinazione di partenza, se no capisco che non ti arrivi...

    Troppo italiano? Gli italiani vanno pazzi per l'ammèriga ;-)

    W

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  7. esatto W. , ce l'h un cd dei COAL PORTERS,...a me certo suono 'roots' USA à sempre piaciuto molto ,..Rave Ups, beat Farmers, Los Lobos, Blasters,..tutte quelle bands,..Terry Allen, Sir Douglas Quintet, a me piacciono anche America, Eagles e Lynyrd skynyrd,lo confesso:,...ho anche un lp cajun, di tal D.L. MENARD,....ma qui c'era una radio che trasmetteva ALLMAN BROTHERS BAND, Joan Armatrading etc. e 'rock classico' 24 ore al giorno

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  8. Bob Seger, Eliott Murphy etc. ,grandi

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  9. Ahahaahahahah! Grande! Gli America li godo anche io lo ammetto!

    Lambrette sgonfie sulla Route 66! ahahahahah!

    W

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  10. Pescando nella mia memoria ricordo che l'avevo ascoltato e registrato..mmmh..anche a me non diceva,come Joyello,granchè..
    Ricordo qualche episodio un pelo sopra gli altri ma nel complesso un album moscio,non nelle mia corde,per quanto ami i BYRDS in toto. A volte mi e' successo di ricredermi giusto un po e mi riprometto di riascoltarlo non fosse altro che x l'appassionata rece del grande casula Wite.

    C

    (la musica da cowboys..) giddapp giddappp !!

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  11. http://www.recordshack.org/index2.html

    pubblicità progresso (chi se la ricorda?)
    una segnalazione da un amico souler from Wien per gli amici casula

    C

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  12. America grandosi :),...yeh Cris, non è neanche per me il loro disco migliore (dei Byrds),..però ha gran 'valore storico',..il fatto che un gruppo allora popolarissimo come i BYRDS abbia fatto un album 'country' poi ha dato il via al cosiddetto country-rock

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  13. http://www.youtube.com/watch?v=K_LY8XPS6Ys

    anche questi erano mica malaccio:)

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  14. ascoltavo ora dopo anni l'lp precedente, 'notorious byrd brothers', 1968..già c'erano 'accenni' country in 2-3 tracks,..ottimo disco

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  15. ri-ascoltato dopo anni anche 'sweetheart of the rodeo',..in effetti Cris e Joyello non avevan torto,..altri dischi dei BYRDS sono molto meglio,penso..però ha valenza'storica' e ebbero cmq coraggio a fare un disco del genere,...m'immagino se il baglioni anni '70 avesse fatto un disco folk in romanesco ,..come minimo certi 'Critici Impegnati' l'avrebbero utilato tipo il 'Porporato'di fantocciana memoria:)

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  16. disco cmq più che dignitoso,..certo non lo puoi paragonare ai primi 5 loro,..ma quelli eran capolavori assoluti

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