mercoledì, ottobre 25, 2023

Georgie Fame

GEORGIE FAME fu, giovanissimo, uno degli act più seguiti dalla scena original mod dei primi 60’s, grazie ad un repertorio fedelmente vicino al rhythm and blues più genuino.
Look cool, gusto impeccabile, suoni e grooves perfetti e sinceri, tastierista eccellente, cantante raffinato.

Fu l’unica band bianca ad essere inserita nel tour inglese della Motown nei mid 60’s a fianco di Supremes, Stevie Wonder, Martha & the Vandellas.

La carriera di Georgie Fame conoscerà in seguito numerosi alti e bassi, ma il suo nome tornerà periodicamente ai vertici.
Si muoverà spesso tra jazz e album più leggeri, ma soprattutto come tastierista di Van Morrison, nei Rythm Kings di Bill Wyman e come turnista di Eric Clapton, Count Basie, Muddy Waters, Verve.
Rhythm and Blues at the Flamingo (1964)
Esordio live registrato con i Blue Flames in uno dei templi della scena mod.
La band si destreggia maginificamente tra modern jazz, rhythm and blues, latin soul, ska, perfetta fotografia della scena londinese dell'epoca.

20 Beat classics (1982)
Compilation di altissima qualità e classe in cui sono raccolti i successi dell'era beat, da "Yeh Yeh" a "Get On The Right Track, Baby", "In the meantime", "Sunny", "Green onions".

Sweet Things (1966)
L'ecletticità di Fame si palesa in questo primo album senza più i Blue Flames, passando da soul ("My girl") a latin ("Dr.Kitch") a pop, rhythm and blues ("Ride your pony" e "The whole world shaking") a soul beat ("Music talk"), souljazz alla Booker T. ("The in crowd").
Alla batteria Mitch Mitchell che qualche mese dopo fu scelto per la nuova avventura con la Jimi Hendrix Experience.
Alla tromba Eddie Thornton che suonerà poi in "Got to get to into my life" dei Beatles.

Seventh Son (1970)
Un album in cui si sposta agevolmente tra suadenti ballate, brani soul jazz (stupenda la cover sdi "Seventh Son"), un classico come "Somebody stole my thunder", puntate nel vaudeville/cabaret (la conclusiva "Vino Tequilla"), un pizzico di funk qua e là.

Georgie Fame (1974)
Album oscuro e dimenticato che in anni di glam, hard e prog, non esita a passeggiare in un contesto souleggiante, funk, con retaggi Sixties, deliziose canzoni a volte soffuse e avvolgenti, con taglio jazz, altre più ritmate e rock. Lavoro di grande pregio.

How Long Has This Been Going On (1995)
Tell Me Something: The Songs of Mose Allison (1996)
A lungo (e attualmente) collaboratore di Van Morrison, nel primo album i due si divertono con un po' di cover e brani di Van, registrati dal vivo al Ronnie's Scott con anche Pee Wee Ellis della band di James Brown al sax.
Nel secondo invece si occupano del repertorio del mitico Mose Allison che li affianca nelle registrazioni.
Due lavori di sofisticatissimo swing, jazz, blues, al livello più alto.

1 commento:

  1. Immenso! Icona mod. Sweet thing per me il suo disco migliore. Oltre a quelle da te citate anche la title track, l irresistibile See saw e la splendida Sitting in the park

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