venerdì, febbraio 07, 2020

Dining Rooms - Art is a cat + intervista



DINING ROOMS - Art is a cat

La musica italiana produce da decenni lavori di ottima qualità, che talvolta assurgono all'eccellenza ma che molto raramente hanno la potenzialità di affiancare le produzioni internazionali.
I motivi sono molteplici, analizzati e discussi migliaia di volte.

I DINING ROOMS fanno parte di quegli sporadici raggi creativi che riescono tranquillamente a stare al passo con il mondo.
Non a caso sono da sempre parte del tessuto artistico di MILANO, l'unica città "europea" italiana ma che ha saputo tenere un legame con le proprie radici.

Nel nuovo album (l'ottavo oltre a conque di remix e rework) Stefano Ghittoni e Cesare Malfatti hanno saputo, ancora una volta, (rac)cogliere quel respiro universale che ora ci porta in un club londinese, ora tra le atmosfere "smokin" new yorkesi, ora tra spire dub e drum n bass, mentre in sottofondo corrono una forte anima soul, echi jazz, hip hop.

E' il respiro del mondo che si muove e assorbe quello che vibra intorno.
Grande album.

Stefano Ghittoni e Cesare Malfatti ce ne parlano.

1) Come avviene il processo di composizione di un album come “Art is a cat” ?

Stefano Ghittoni :
C’è una prima fase che avviene nel mio piccolo home studio, che poi è un laptop fondamentalmente.
Lì riesco a sviluppare in modo concreto le mie idee e i sample che spesso sono il punto di partenza dei nostri brani.
Riesco così a proporre a Cesare brani già sviluppati , a volte molto altre volte meno.
Gli sketches come mi piace definirli.
A quel punto Cesare interviene da musicista e aggiunge, modifica , sviluppa e arrangia.
Poi la palla ritorna a me che rielaboro il suo lavoro e lo edito, e così via.
Quando pensiamo di avere raggiunto un risultato che ci soddisfa entriamo insieme nello studio vero e proprio .
Ovviamente questo semplifica molto il lavoro in studio , nel senso che riusciamo ad ottimizzare al meglio il tempo speso perché arriviamo già sapendo cosa fare, avendo già pre-prodotto tutto in precedenza.
Nello studio in genere arrivano poi anche gli ospiti per le registrazioni finali.

Cesare Malfatti:
Tutto parte da Stefano.
All'inizio a volte mi manda alcuni campioni semplici ed altre delle vere e proprie composizioni con piu’ campioni sovrapposti.
Io sviluppo le idee piu’ semplici o metto a posto le piu’ complicate dove necessitano, poi rimando a Stefano in modo che si possa occupare delle strutture, dopo il tutto ritorna a me in studio per aggiungere strumenti veri o cantati sempre con la presenza di Stefano.
Infine tutto si finalizza nel bellissimo studio della Schema per rifare al meglio alcune registrazioni e per fare i mix definitivi.

2) C'è un numeroso stuolo di ospiti.
Come li avete scelti?


Cesare Malfatti:
Alcuni sono vecchi ospiti come Sean Martin e Georgeanne Kalweit.
Altre invece sono nuove come Beatrice Velasco Moreno, Rahma Hafsi e Lola Kola. Oppure nuova è la presenza di un vecchio amico come Gianni Sansone alla tromba in ben 5 brani.

Stefano Ghittoni :
Ci sono un pò di voci storiche della band, che ci hanno accompagnato anche in dischi precedenti e new entries assolute.
Due canzoni sono cantate da Georgeanne Kalweit ed altre due da Sean Martin.
Ci sono poi un pò di cittadini del mondo giusto per farci capire che la nostra società è ormai meticcia…
L’italo tunisina Rahma Hafsi canta un brano mezzo in inglese e mezzo in arabo e la giovanissima italo salvadoregna Beatrice Velasco Moreno canta tre brani in inglese.
Beatrice è giovanissima, un amica di mio figlio maggiore e l’ho scoperta casualmente mentre stava cantando una canzone nel salotto di casa nostra durante una festicciola tra giovani (io ero nella stanza accanto), ho pensato fosse una voce molto bella e siccome stavamo pensando agli ospiti vocali le ho chiesto se voleva provare a cantare alcune canzoni che erano già pronte e avevano bisogno solo del cantante.
Art is a cat era stata scrittta ed interpretata da me in origine e devo dire che nel cambio la song ci ha guadagnato molto.
Abbiamo poi Lola Kola, membro importante del collettivo romano Tropicantesimo.
Lei canta il primo brano in italiano della nostra produzione, altra intrigante novità.
E’ stata una cosa un pò casuale, un pò forse inconsciamente cercata.
In una tragica circostanza dovuta alla perdita della mamma di mia moglie ho ascoltato un brano di una grande interprete italiana che lei le aveva dedicato durante la cerimonia funebre.
Questo brano divenne il sample di partenza di uno degli strumentali dell’album con un piccolo frammento di voce, quando il brano fu finito ho pensato poteva essere interessante sviluppare il frammento vocale e farlo diventare una ballad.
Ho contattato allora, tramite il mio amico di vecchia data Hugo Sanchez , Lola Kola che avevo conosciuto durante la presentazione del film Ninfa, quello sulla scena musicale femminile del Pigneto, e che sapevo essere parte importante di Tropicantesimo, la serata club creata dalla stesso Hugo al Fanfulla di Roma in cui Lola è cantante e performer. Le abbiamo così mandato la base su cui ha sperimentato una parte vocale che mi ha rimandato e che io ho poi ritagliato ed editato facendola diventare una canzone.
Siamo molto contenti del risultato finale.

3) Credo che voi siate tra i pochi nomi di respiro veramente internazionale che abbiamo qua in Italia.

Cesare Malfatti:
Grazie questo è un grandissimo complimento!

Stefano Ghittoni :
Ti ringrazio molto per il complimento.
Penso che ci siano ormai tante altre realtà con un respiro come il nostro a iniziare dai Calibro 35 e da molti dei nostri compagni di etichetta in Schema Records.
Trovo anche altre situazione molto interessanti nella scena più elettronica , quella di Lorenzo Senni e Mana per esempio, che incidono tra l’altro per importanti label straniere come Warp e Hyperdub, per finire alle produzioni del romano Donato Dozzy, con cui tra l’altro ho iniziato un nuovo progetto che si chiamerà Le Petit ed uscirà entro la fine del 2020.

4) Quanto è diventata importante l'apertura culturale che ha avuto Milano negli ultimi anni per lo sviluppo creativo vostro e degli artisti della città? Sempre che sia vera questa impressione.

Cesare Malfatti:
Questo è un bel momento per Milano ci sono molti eventi e molta arte in città, noi per quello che riusciamo cerchiamo di coglierne il piu’ possibile lo stimolo creativo…

Stefano Ghittoni :
Milano è sempre stata importante nel mio sviluppo creativo, ad iniziare dall’inizio della mia carriera quando cantavo nei Peter Sellers and the Hollywood Party, e si parla della milano da bere in questo caso.
L’impressione di una città aperta e moderna è vera, comunque.
Milano è una città che pur con tutte le contraddizioni inevitabili in una metropoli occidentale ha un respiro moderno e progressista, anche molto viva culturalmente , con tanti concerti (a volte addirittura troppi) e molte mostre importanti.
Però non penso siano quelle le cose più importanti per me.
Ovvio che mi fanno piacere però è proprio Milano che mi affascina e mi dà energia creativa, passare dalla darsena in bicicletta, passeggiare sui navigli, l’umidità , il freddo d’inverno (ormai molto meno) e il caldo d’estate (sempre di più), la nebbiolina (una volta era il nebiun), le vecchie trattorie in periferia, il Milan.
Insomma Jannacci e Beppe Viola, la Vita Agra e il jazz, Piazza del Duomo e il Giambellino, dove tra l’altro da un anno ci abito anche.

5) Quali sono i dischi o gli artisti che più vi hanno influenzato per comporre e registrare il disco ?

Cesare Malfatti:
Non vorrei sembrarti supponente ma credo che the dining rooms abbia uno stile così personale che quando componiamo non ci rifacciamo a nessuno facciamo solo quello che sappiamo e vogliamo fare.

Stefano Ghittoni :
In genere ho ascolti molto allargati ed eclettici , anche se il tutto è sempre unito da un filo logico, o perlomeno penso.
Direi che ci sono figure che mi seguono anche se non voglio quando sono in studio, o nella mia fase creativa, per esempio Sun Ra , per quella sua idea di libertà assoluta verso la composizione e verso i generi , e per la contaminazione dei linguaggi.
Anche Dj Shadow è un artista che mi piace moltissimo.

6) Cosa avete in programma per promuovere il disco ?

Cesare Malfatti:
Dopo i due video promozionali fatti e la prima presentazione live a germi ora dobbiamo solo cercare di suonare in giro…ci stiamo lavorando...

Stefano Ghittoni :
Abbiamo già prodotto un paio di video , molto semplici ma pensiamo efficaci, per supportare alcune canzoni ed altri vorremmo farne in futuro.
Stiamo ipotizzando qualche remix, dopo quello che Massimo Martellotta dei Calibro 35 ha fatto nel primo 7” per When You Died.
Abbiamo presentato il disco dal vivo a Germi il 4 febbraio e stiamo pensando come portarlo un pò in giro, cosa nn molto facile a dire il vero sia per gli impegni paralleli miei e di Cesare ed anche per i budget che girano ultimamente, ma penso che ci proveremo.
Ce la faremo ? :)

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