lunedì, aprile 30, 2018
Aprile 2018. Il meglio del mese
Prosegue bene il 2018 e ci regala già alcune ottime cose come gli album di Gaz Coombes, New Mastersounds, Bellrays, Jack White, Sons of Kermet, Buttshakers, Anderson East, James Hunter Six, Orgone, Laissez Fairs, Ruby Rushton, Yungblud e tra gli italiani Calibro 35, New Colour, Mamuthones, Sick Rose, Guignol, Mina, Blue Giants, Red Lines.
GAZ COOMBES - World's Strongest Man
Il terzo album dell'ex Supergrass ci conferma la statura artistica del Nostro, progressivamente lanciato in avanti con un sound sempre più personale e unico in cui confluiscono retaggi del suo passato, elettronica, un gusto molto Krautrock, atmosfere sospese, oniriche, claustrofobiche.
Gaz suona praticamente tutto, compone benissimo, è immediatamente riconoscibile.
Nuovo, bello, visionario.
NEW MASTERSOUNDS - Renewable energy
Spettacolare nuovo album, uno stupendo calderone di funk, jazz, psych, groove, soul jazz e tanto altro.
Suonato come Manitù comanda e con un'ispirazione rara.
Tra i top del 2018 !
SONS OF KEMET -Your queen is a reptile
Due batterie, una tuba, un sax.
Sono i SONS OF KERMET, splendida creatura della nuova scena jazz inglese che guarda avanti, sperimenta, mischia.
Al sax il genio di Shabaka Hutchings (già con Youssef Kamaal, The Comet is Coming, Courtney Pine, Mulatu Astatke e gli Heliocentrics, Jack DeJohnette, Charlie Haden, Evan Parker, King Sunny Ade, Orlando Julius, Melt Yourself down ), uno dei batteristi è Seb Rochford dei Polar Bear, già con i Babyshambles, Carl Barat, con David Byrne e Brian Eno in "Everything That Happens Will Happen Today", Paolo Nutini, Patti Smith.
Il nuovo album "Your Queen is a reptile" è un mix primitivo e ancestrale di funk, afrofunk, (free) jazz, New Orleans e tanto altro.
Lo chiamano "Afro Futurismo".
Da ascoltare e approfondire.
THE SHACKS - Haze
Trio di ventenni newyorkesi alle prese con un dream pop psichedelico avvolgente (e svenevole) dalle parti di Opal, Mazzy Star, Jane Birkin e certi singoli 60's di Brigitte Bardot e Catherine Spaak. Un po' di archi, qualche tastierina alla Stereolab, Beach Boys e il risultato finale è irresistibile nella sua colata di melassa 60's.
KING TUFF - The other
Al quinto album il musicista americano (già con Ty Segall), tira fuori un ottimo lavoro tra umori psichedelici, un po' Beck, un po' Supergrass/Gaz Coombes, un po' Flaming Lips. Brani tinti da uno spirito geniale e ad alto tasso di creatività.
Notevole
BETTY LAVETTE - Things Have Changed
Dodici cover di Bob Dylan in chiave southern soul, con la classica voce roca e graffiante della sempre grande Betty.
Solido e corroborante.
FRANCOISE HARDY - Personne d'autre
L'ancora fascinosa 74enne Francoise Hardy torna dopo un lungo silenzio con un ottimo album, elegante, raffinato, sofferto, sussurrato e solenne a tratti.
Nostalgicamente piacevole, piacevolmente nostalgico.
THE LONGSHOT -Love is for losers
Quanto si diverte Billie Joe Armstrong dei Green Day nel suo nuovo side project. Punk rock, power pop, Clash, '77. Belle canzoni, divertenti, piene di ritmo e grandi ritornelli.
SPEEDY ORTIZ - Twerp Verse
Il terzo album della band americana è un crogiuolo di influenze 90's tra melodie alla Smashing Pumpkins e asperità che riportano a Breeders, Sleater Kinney e post grunge. Inquietanti e disturbanti, interessanti.
WAR ON WOMEN - Capture the flag
Attiviste, femministe, incazzatissime. Il secondo album della band americana è una bella mazzata hardcore, potentissimo, grezzo, graffiante, duro e spedito.
Merita attenzione e supporto.
YAZAN - Ha Ha Ha
Cantautore new yorkese alle prese con un sound che mischia ruvidezze alt rock, blues e Jeff Buckley.
Interessante.
METHEDRINE - Built for speed
Dalle ceneri dei grandissimi Upset Noise nasce una nuova creatura dall'impatto di un treno in corsa tra hardcore e punk metal, crossover tra band madre, Motorhead, GBH e Slayer. Quattro brani violentissimi, veloci, duri, di una potenza inaudita. Esordio riuscitissimo.
RAPPRESAGLIA - Neurotik
La band milanese è stata tra i pilastri dell'hardcore italiano negli 80's. Si è successivamente spostata verso sonorità più 77 oriented.
A quindici anni dall'eccellente "Sopravvissuti" un nuovo capitolo discografico si aggiunge alla lunga carriera. Ed è ancora una sferzata di incredibile energia e urgenza elettrica con un'attitudine comune a pochi. L'ambito ci riporta ai migliori Rancid dove confluiscono le buone vecchie influenze come Clash, ska, Social Distortion, Stiff Little Fingers, street punk. Eccellente.
CITY FINAL - Anedoctes
I City Final sono una band che ruota attorno alla figura di Andrea L.P. Pirro. Un progetto solare che attinge a piene mani dagli 80's inglesi (tra Smiths, Echo & the Bunnymen in particolare) ma anche da R.E.M. e da nomi meno conosciuti come Prefab Sprout, Cousteau, L.A.'s o Cast.
Una scrittura lieve ma competente, esecuzione impeccabilmente legata agli stilemi del genere, malinconia e romanticismo prettamente brit.
TRIBAL NOISE - Città in fiamme 1983-1987
La band bolognese ha vissuto l'intesa stagione del rock italiano tra il 1983 e il 1987. Periodo convulso fatto di demo tape, autoproduzioni, concerti precari ma ricco di un'energia, di un'urgenza e di una spontaneità difficilmente ritrovate in seguito.
In questa ristampa sono raccolte le tracce sonore che la band ha lasciato sparse tra cassette e compilation oltre a 5 brani live che testimoniano la vicinanza ad un sound dark wave con molte affinità all'energia del post punk.
Documento prezioso e interessante.
ASCOLTATO
SHAGGY/STING (i due dedicano un album al reggae. Certe cose anche carine ma se devo ascoltare del reggae ci sono MIGLIAIA di dischi originali ben più interessanti), LINDSEY WEBSTER (Soft soul tra Sade, Style Council,Matt Bianco. Easy...), UNKNOWN MORTAL ORCHESTRA (quarto album per la band neo zelandese tra il Prince e lo Sly più psichedelici. Strano e piacevole), BROTHERS OSBORNE (buon country rock e american roots sound), DIANE SHAW (elegante soft soul, molto easy e piacevole), GUM (psichedelia pop, decente), LIZ BRASHER (niente male questa cantautrice americana che propone cose anche aspre e chitarristiche. Buono disco), BOSQ (funk, afro funk, disco, brasil funk. Discreto), SHUGGIE OTIS (ritorno deludente dopo 40 anni di silenzio. Jam a base di rock blues datato...)
LETTO
DAVID HEPWORTH - 1971. L'anno d'oro del rock
Il giornalista inglese David Hepworth (Mojo, Q, Smash Hts) prova, in 400 pagine, a convincerci che il 1971 è stato l'anno d'oro, quello cruciale, il migliore nella storia del rock (quando aveva ancora 17 anni...). E le prove che porta sono numerose e spesso convincenti.
Basti pensare a dischi come Who’s Next degli Who, Sticky Fingers degli Stones, Imagine di John Lennon, Led Zeppelin IV, Pearl di Janis Joplin, Tapestry di Carole King, Loaded dei Velvet Underground, Concert for Bangladesh di George Harrison, Aqualong dei Jethro Tull, Nursery Cryme dei Genesis, Four Way Street di CSNY, L.A. Woman dei Doors, Blue di Joni Mitchell, Tupelo Honey di Van Morrison, Relics e Meddle dei Pink Floyd, The Man Who Sold the World e Hunky Dory di David Bowie, There's a riot goin on di Sly and the Family Stone, Pieces of a man di Gil Scott Heron, Tarkus degli ELP, Just as I am di Bill Whiters, Shaft di Isaac Hayes, Roots di Curtis Mayfield.
E momenti storici come la morte di Jim Morrison, l'infortunio di Frank Zappa, il concerto per il Bangladesh, il matrimonio di Jagger con Bianca e mille altri aneddoti.
Un anno d'oro lo è sicuramente stato ed è vero che ha lasciato un'eredità che arriva fino ai nostri giorni ma, personalmente, privilegio altri momenti.
Al di là di questo, la lettura è appassionante, le informazioni sono migliaia, spesso preziose, inedite e dimenticate, divise per i dodici mesi dell'anno.
Un buon libro per gli appassionati.
ANTONELLO CRESTI - Solchi Sperimentali Kraut
Incredibile la quantità di band seminali, di valore storico assoluto, di qualità eccelsa che si sviluppò nel periodo tra la fine dei 60's e la metà dei 70's in Germania Ovest nel cosiddetto ambito del KRAUTROCK (termine spregiativo coniato dalla sciovinista stampa inglese) che invece gli stessi protagonisti preferivano definire KOSMISCHE MUSIK.
Can, Amon Duul, Kraftwerk, Tangerine Dream, Faust, Ashra Tempel, Neu!, Popol Vuh, Guru Guru, Floh De Cologne sono solo alcuni dei nomi (i più noti) ascrivibili, pur con profonde differenze stilistiche, al genere.
Antonello Cresti (coadiuvato da un approfondito, colto e interessantissimo saggio introduttivo di Valeria Ferro e Valerio D'Onofrio) scava fino alle radici di questo calderone sonoro, analizzando, attraverso precise e esaustive schede centinaia di album di altrettanti gruppi, nel quindicennio 1968-1983.
Includendo anche un'apparente "intrusa" come Nico.
Lodevole l'estrema competenza dello scritto, indispensabile per i cultori del genere, interessantissimo per approfondire un universo esplorato il più delle volte solo in superficie.
JEFF ALULIS - NOFX Una vasca per cesso e altre storie
Esiste ormai un filone consolidato dedicato agli "eroi redenti" ovvero quei musicisti che, sopravvissuti a periodi più o meno lunghi di eccessi, affidano i ricordi della loro gioventù bruciata a libri in cui raccontano ogni particolare delle imprese passate.
E più sono violente ed estreme e più il lettore ne gode.
Probabilmente 200 pagine (qui ce ne sono almeno il doppio) sarebbero sufficienti per capire quante medaglie al merito andrebbero attribuite ai vari personaggi per quanto sono stati cattivi ed estremi.
Non sfuggono alla regola i NO FX, band hardcore che ci illustra un passato fatto di aneddoti che vanno oltre ogni immaginazione, dove girano tonnellate di alcol, droga, perversioni, degrado, situazioni pericolose, morti di overdose, risse e amenità affini.
Hardcore insomma.
La lettura è divertente, talvolta (molto) drammatica ma, come in altre (auto)biografie, all'ennesima rissa, vomitata, sbronza, assunzione di ogni tipologia di droga con relativi effetti collaterali, si tende allo sbadiglio.
VEIT HEINICHEN - I morti del Carso
Lo scrittore tedesco, ormai triestino d'adozione, ambienta nella città friulana, un noir dalle tinte storico politiche (ci entrano foibe e neo fascismo, contrabbando e altro) con accenti ironici e divertenti.
Intrigante e appassionante, una bella lettura.
VISTO
Ken Loach - La parte degli angeli
Ken Loach come sempre si conferma con un film superbo, intensissimo, profondo, finalmente tanto agro quanto dolce.
COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Occasionalmente su "Il Manifesto".
Sul sito di RadioCoop (www.radiocoop.it) ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me , Carlo Maffini e Paolo Muzio.
Le varie puntate sono qui:
https://www.youtube.com/playlist?list=PLq4GWqezsdXQktNFF5Mai9q0NA4e7CMH4
IN CANTIERE
E' uscito il 27 marzo la riedizione aggiornata del libro su GIL SCOTT HERON "Gil Scott Heron. The black Bob Dylan" per Volo Libero Edizioni.
La prima parte del tour di presentazioni del libro è andata benissimo.
Tanta gente, molto attenta e partecipe, moderatori fantastici.
Un eccellente modo per far conoscere un personaggio del calibro di GIL SCOTT HERON.
Grazie dunque al RomArt Factory di Roma, alla Libreria Colibrì di Milano, alla Libreria Ubik Irnerio di Bologna, al Chez Moi di Piacenza alla Libreria Namastè di Tortona (AL).
Prossimamente a:
SABATO 12 MAGGIO: TORINO “Salone del Libro”
VENERDI' 17 MAGGIO: LEGNANO (MI) “Nuova Terra”
GIOVEDI' 5 LUGLIO: TRAVO (PC) “Piazza”
VENERDI' 7 LUGLIO: LOCOROTONDO (BA) “Locus Festival”
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Anonimo delle 12:42
RispondiEliminaBuon primomaggio a tutti...
Grande gaz.. il più sottovalutato di tutti
Ma chi è quella in copertina?
RispondiEliminaAnne Bancroft in "Blow Up"
RispondiEliminaMa non è Vanessa Redgrave?
EliminaQUEENTAMERO