martedì, dicembre 20, 2016
I migliori dischi Mod del 2016
Un'altra annata positiva per le uscite relative a gruppi mod e affini.
Di seguito una carrellata:
STATUTO - Amore di classe
L'integrità, lo stile, la coerenza sonora e non, la perseveranza, non sono sufficienti a spiegare la longevità artistica di un gruppo come gli STATUTO che ha abbondantemente superato il 30° compleanno e si ripropone ancora una volta con un album convincente, fresco, di altissimo spessore.
Un disco perfettamente MOD-ernista nella sua capacità di rinnovarsi, di guardare sempre avanti, restando fedele alle radici.
"Amore di classe" è un concept album (quanto mai fuori moda nel 2016) che racconta la storia d’amore metropolitana tra un giovane mod proveniente da una famiglia operaia e una ragazza di famiglia benestante, ambientato in una Torino contemporanea dove non mancano i riferimenti con l’attualità e la crisi economica, all’attitudine mod e al mondo ultrà nella più tipica tradizione lirica degli Statuto.
Al di là dei riferimenti musicali sono esaltanti la qualità del suono e degli arrangiamenti, la cura del prodotto e dei testi, la pulizia dell'esecuzione, la calibratura del mix.
THE SPITFIRES - A thousand times
Dopo l'ottimo esordio di "Response" i quattro di Watford tornano giusto un anno dopo riproponendo la stessa brillante miscela di Jam sound e Wellerismi vari.
La voce di Billy Sullivan ricalca alla perfezione quella cupa e gutturale del Weller dei primi Jam, il sound viaggia all'ombra di dischi storici come "All mod cons" (Jam), i primi dei Buzzcocks o "Brassbound" (Ordinary boys) con una solida base ritmica, chitarra semi distorta in primo piano, ottime ballate acustiche, interventi di tastiere sempre azzeccati, eccllenti melodie di sapore 60's pop.
Ancora un lavoro ben fatto, sono giovani e con molte frecce al loro arco.
FAY HALLAM - House of now
L'ispirazione a certe forme più pop e 60's beat del Canterbury sound caro ai Caravan è evidente in alcuni brani e soprattutto nella scelta di certi suoni di tastiera ma l'anima dell'album rimane ancora alla soul music, al gusto pop di matrice 60's, a un funk pulito e pieno di groove, all'ossatura rhythm and blues che ha sempre caratterizzato il songwriting di Fay.
E' perfettamente invece condivisibile l'affermazione che questo è il suo miglior album.
Un lavoro curatissimo, che finalmente gode di un sound di prima qualità, arrangiamenti superbi ma soprattutto canzoni di spessore eccelso, perfettamente interpretati dalla voce sempre più convincente di Fay.
Notevole, cresce nel corso del tempo ed è destinato a rimanere per molto tempo.
THE MADS - In italiano
I milanesi Mads sono state una delle prime (la prima?) espressioni del Mod sound in Italia nel lontano 1979.
Varie vicissitudine impedirono loro di uscire discograficamente e nel 1983 la band si sciolse. Sono tornati in attività recentemente con una serie di concerti e nuove incisioni che ne confermano l'indubbio valore.
Ora Area Pirata recupera quattro brani registrati all'epoca degli esordi (cantati in italiano, cosa inusuale in periodi in cui era l'inglese, in un certo ambito, la lingua ufficiale), tra rhythm and blues bianco, uno splendido beat rock e l'ultimo episodio inciso prima dello scioglimento, vicino a certe atmosfere care al Bowie di quegli anni.
Testimonianza importante per conoscere le radici del gruppo e valutare ancora meglio la portata della proposta odierna.
THE MADS - On the bus / The way she smiles
Il quartetto milanese, in attesa del primo album, sfodera un 45 giri al fulmicotone (che vede il "nostro" Cpt Stax/Flavio Candiani alla scrittura dei testi) con due brani stupendi che attingono parimenti dal tipico 79 sound (Jam/Chords/Jolt) infarcito di deliziosi riferimenti 60's soprattutto nelle ricercate melodie beatlesiane.
THE FIVE FACES - Live In London SW15
la detour Records pubblica il suo primo DVD in assoluto e lo fa con i nostri FIVE FACES ripresi dal vivo i l16 gennai o2016 a Putney, a Londra.
Dodici brani, tra numerosi loro originali e una serie di covers (Who, Creation, la "Police on my back" di EddyGrant in versione Clash e la "My friend Jack" degli Smoke.
Un documento importante e quasi unico per una mod band italiana in terra inglese.
The SENIOR SERVICE - The girl in the glass case
Ritorna quatto quatto il sempre immenso Graham Day (presente Prisoners, Solarflares, Gaolers etc ?) con il fido Wolf Howard alla batteria, basso e Hammond per riproporre quelle magnifiche sonorità, rigorosamente strumentali, che furono così care ai Prisoners ma anche al primo James Taylor Quartet e, andando più indietro, a Booker T and the Mg’s.
Hammond beat, rozzo e diretto, ultra cool, elegante e superlativo.
FRENCH BOUTIK - Front Pop
La definizione che hanno sempre dato della propria musica, POP MODERNISTA, può sembrare ormai riduttiva per questo album d'esordio.
Ma in effetti raccoglie buona parte della musica POPolare tra i MODernisti: dal 60's beat alle progressioni armoniche care a Who, Jam e Kinks, da brani che avremmo potuto trovare su qualche 45 giri di Small Faces o Pretty Things, atmosfere soul, infuocati rhythm and blues e una buona dose di quella deliziosa tradizione 60's pop francese che si palesa grazie alla voce femminile. Il tutto bene eseguito, registrazione di gusto vintage ma attuale.
ARTE POP - Hacia adelante
Un ex degli spagnoli Los Flechazos (tra le migliori mod bands degli 80’s in assoluto) torna con un nuovo ottimo progetto che ripercorre quei suoni tra beat, Who (di cui c’è anche una buona versione di “Run rn run” in spagnolo), garage, 79’s sound, Jam e un pizzico di soul. Disco fresco e attuale che respira suoni e atmosfere antiche.
SOUND OF POP ART - Drama
La band inglese (guidata da Chris Free ex A Craze già alla corte di Paul Weller nella Respond Records) propone un buon album a base di pop soul che da quei tempi attinge non poche influenze. Approccio vintage e naif, canzoni di buon livello dal saporito gusto 60’s, Style Council spesso “in agguato”.
Ascolto molto gradevole.
SONGBOOK COLLECTIVE - s/t
Eccitante e intrigante l'idea di un disco con la backing band di PAUL WELLER al completo.
Steve Cradock, Andy Croft, Steve Pilgrim, Andy Lewis, Ben Gordelier, approffitando di un lungo periodo di sosta del Modfather hanno deciso di non restare con le mani in mano, di fare qualche concerto suonando un po' di brani dei rispetti gruppi e dischi solisti e considerando che ognuno di loro è un compositore di portare qualche brano a testa, entrare al Black Barn Studios dello stesso Weller (che però non si è degnato nemmeno di una fugace apparizione) e farci un disco.
Alla fine ottimo lavoro ma che risente parecchio delle differenze compositive, ben marcate e distinte.
Chi me esce al meglio è Andy Lewis i cui tre contributi sono i più brillanti, 60's beat oriented, freschi e interessanti.
Più pop e a tratti enfatici gli altri, con frequenti sguardi a Beatles e Paul Mc Cartney solista, con nota di (prevedibile) merito alla penna di Steve Cradock, elegante e di un livello superiore. Disco divertente, ben fatto e interessante nel confermare l'unità della band, non semplice unione di turnisti per il "Gran Capo" ma sinceramente affratellata.
AUNT NELLY - Photograph
La band inglese vanta la presenza di due ex membri dei grandi Clique e propone un ottimo mix di atmosfere alla Prisoners, episodi strumentali di gusto Hammond beat, richiami ai 60’s e al miglior brit pop.
L’album è piacevole e ben fatto, ottimo e ben suonato.
THE AIM - Days like these Mod band che nel 1994 incise un oscuro 45 giri per la Detour Records, “Call your name”.
Dopo oltre 20 anni eccoli tornare con un album di discreta fattura che attinge da varie fonti del mod sound, da Jam, Motown, Kinks, il Weller solista, i 60’s beatlesiani, pop rock vario.
Non un capolavoro ma niente male.
G 91- Your reaction, my direction
La "creatura" di Matthew Berth giunge al secondo capitolo discografico, avvalendosi questa volta della sapiente cura produttiva di Alex Loggia degli Statuto.
La fonte ispirativa rimane sempre l'universo (ancora non del tutto sondato a fondo) del brit pop degli anni 90 ma la scrittura si spinge oltre, trovando un tratto personale e distintivo sempre più marcato.
La chitarra acustica tesse una base ritmica costante e diventa uno degli aspetti più riconoscibili del sound dell'album anche quando i ritmi accelerano e portano i brani verso gli amati Oasis.
Disco già maturo, interessante e che prelude ad un futuro brillante.
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Bella lista, anche varia se ci pensi. Tra i miei dischi mod dell’anno, nel settore 7” aggiungerei anche l’EP dei “Deep Six” (una line up che include membri dei Makin’ Time, Threads ed il “disegnatore mod” Marty Street) e il singolo Mods! (non conosco i dettagli ma mi piace molto ;) )
RispondiEliminaIl singolo MODS! in effetti potevo metterlo ma mi sembrava un po' troppo....
RispondiEliminaTanta roba interessante
RispondiEliminaCharlie
O-Our G-Generations
RispondiEliminaC
Bella brigata, vita beata.
RispondiEliminaFay qui in ottobre (ma forse anche prima ��).