mercoledì, settembre 23, 2020

Davide Sorrenti



Figura complessa, controversa, disperata, estrema, unica.

Difficile separare la carriera di fotografo (durata solo due anni) e la precaria vita di DAVIDE SORRENTI, spentasi a soli 20 anni per una letale commistione di malattia (la talassemia, che lo costringeva a continue e dolorose trasfusioni) ed eroina (anche se non morì di overdose).

Operò a New York a metà degli anni 90, una famiglia di fotografi (la madre Francesca, la sorella Vanina e, in particolare, il fratello Mario Sorrenti), un grande talento.

Scattò nelle strade, stanze, case, ritraendo gli amici ma lavorando per molte importanti case e riviste di moda, esaltando il ritratto cosiddetto "Heroin Chic", modelle magrissime, sguardi persi ed evidenti connessioni con la tossicodipendenza.
Fu compagno della giovanissima modella e poi attrice Jaime King, con cui condivise l'uso di sostanze fino alla morte prematura.

«Davide era molto giovane, non aveva nemmeno vent’anni, ma aveva capito l’idea di stile; per lui la strada, la fotografia, erano la stessa cosa, prendeva tutto molto sul serio e in maniera incredibilmente prolifica»
(Francesca Sorrenti).

Il concetto di "Heroin chic" fu duramente attaccato dal presidente Bill Clinton in un discorso del 1997:
“The glorification of heroin is not creative, it’s destructive. It’s not beautiful, it’s ugly.
And this is not about art, it’s about life and death. And glorifying death is not good for any society”.


Nel 2019 Charlie Curran gli ha dedicato il doc "See Know Evil" https://www.youtube.com/watch?v=3hErgEth7BA

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