giovedì, settembre 10, 2020

La torrida estate inglese del '76



ALBERTO GALLETTI ci porta in uno splendido racconto di tensioni sociali, Cricket, Britness.

Il 3 luglio 1976, la colonnina di mercurio della stazione meteorologica di Cheltenham, nel Gloucestershire, salì fino a 35,9°C , la più alta temperatura registrata sulle Isole Britanniche da un secolo a quella parte.
Per i quattro giorni successivi, le temperature non scesero al di sotto dei 35°C quasi ovunque.

Fu l’inizio dell’ ondata di caldo più forte mai registrata fino a quel momento dall’ inizio dei rilevamenti atmosferici nel Regno Unito.
Ondata che provocò una siccità che si protrasse per 66 giorni e portò ad un emergenza tale da indurre il governo Callaghan a nominare un ministro per la siccità.

Il tempo come sempre fa quel che gli pare, spesso facendosi beffe degli uomini, dei loro governi e dei loro blablablabla e la nomina di Denis Howell, a fine agosto, fu salutata pochi giorni dopo da abbondanti piogge e forti temporali che si protrassero per i due mesi successivi ponendo fine a calura e siccità.
La stampa antigovernativa pure si fece beffe di Callaghan e Howell proponendo quest’ ultimo quale ministro per le inondazioni.

Vivere in metropoli sterminate, pur se dotate di ampi spazi verdi, può risultare problematico durante periodi di grande calura.
Gli spazi si restringono, la pazienza diminuisce, tutto dà fastidio.
Viverci da emigrati provenienti da isole tropicali all’ altro capo dell’ Atlantico, rinchiusi in aree circoscritte e sotto costante pressione può rivelarsi molto problematico.

La comunità caraibica di Londra cominciò a formarsi all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale.
Il British Nationality Act 1948, emanato in seguito alla necessità di reperire manodopera nel Regno Unito, diede cittadinanza Britannica e delle Colonie a tutti i residenti nel Regno Unito e nelle Colonie.
Di fatto ribaltando il precedente equilibrio che dava la cittadinanza delle colonie ad ogni cittadino britannico ma non il contrario.
Spinti dalla promessa di uno stile di vita migliore, gli abitanti delle West Indies iniziarono così un processo di immigrazione verso la Gran Bretagna.
Il primo carico di migranti sbarcò a Tilbury, nell’ Essex, il 22 giugno 1948, a bordo 802 persone provenienti dalla Giamaica.
Si stabilirono a South Clapham e dintorni, trovarono impiego principalmente nelle ferrovie e nel Servizio Sanitario Nazionale e anche parecchi pregiudizi, razzismo, discriminazione e porte chiuse.

Una volta stabilita la prima testa di ponte, gli arrivi dalle West Indies continuarono.
Cominciarono a stabilirsi nell’ area di Notting Hill, attirati dalla disponibilità di alloggi a basso prezzo ma in condizioni fatiscenti, proprietà quasi esclusivamente di un solo immobiliarista senza scrupoli ne apparenti pregiudizi, l’ineffabile Peter Rachman, il re degli slums.

Vedendosi rifiutati praticamente ovunque, accettarono questo tipo di sistemazioni, spesso in situazioni di sovraffollamento, di igiene e sicurezza precarie o inesistenti e con il rischio di venir sfrattati violentemente in quanto vittime di contratti privi di qualsiasi tutela.
Di fatto Rachman creò un ghetto, di fatto era un criminale.

Oltre alle difficoltà descritte, si trovarono pure a vedersela con l’aperta ostilità di interi settori della popolazione britannica bianca anche in forma organizzata grazie, si fa per dire, ad organizzazioni fasciste, razziste o entrambe, quali l’Union Movement di Max Moseley, già noto per le sue black shirts, la League of Empire Loyalist, il National Front e altre nefandezze del genere.

Questi contrasti sfociarono una prima volta in violenti disordini nel 1958.

Tra i fattori di avvicinamento tra la comunità caraibica e alcuni settori della società britannica del tempo, principalmente giovani working-class, fu, seppur timidamente, la musica.
A livello un po più alto anche lo sport che aveva precorso i tempi.
Learie Constantine, nipote di schiavi e favoloso lanciatore di Trinidad, dopo vari tour in Inghilterra negli anni ’20, dove fu molto apprezzato, venne ingaggiato dal Nelson CC nel 1928 e giocò come professionista nel tremendo campionato del Lancashire per un decennio.
Al termine della sua carriera, e avendo completato gli studi in legge prima di trasferirsi, divenne avvocato, politico ed attivista per i diritti della sua gente e contro le discriminazioni razziali, non prima che il suo ruolo di esempio quale immigrato caraibico modello fosse servito a favorire un minimo l’inserimento di parecchi suoi compatrioti nelle fabbriche e nella società del nord ovest inglese.
Fu insignito dell’ MBE nel ’62, quindi fatto Pari del Regno a vita nel ’69, il primo Lord di colore nella storia inglese.

Essere una persona comune non è comunque paragonabile all’essere un campione di cricket, e il cammino della sua gente nel Regno Unito non seguì una parabola altrettanto positiva.
A metà degli anni ’60 le industrie britanniche cominciarono a dar segni declino, declino che aumentò rapidamente nei primi anni ’70 colpendo la comunità caraibica che faticosissimamente cercava di aprirsi una via verso l’integrazione.
Furono essi infatti i primi a perdere l’occupazione, in massa, quando cominciarono i licenziamenti.
Nonostante questo la grancassa dei razzisti continuava a battere forte sul tasto dell’ emigrazione dalle West Indies che toglieva lavoro ai britannici bianchi.
Episodi di ostilità e violenza non smisero mai di verificarsi.

In mezzo a tutte queste difficoltà, alcuni attivisti residenti di Notting Hill trovarono il modo per organizzare alcune iniziative culturali atte a propagandare le usanze della comunità West Indies e cercare di avvicinarsi alla gente comune.
Dopo qualche tentativo isolato, dal 1966 in quell’area cominciò a svolgersi, durante il Bank Holiday dell’ultima domenica di agosto, una manifestazione nelle strade che celebrava l’abolizione della schiavitù, un corteo per le strade del quartiere che richiamando sempre più partecipanti e raccogliendo sempre più consensi, divenne via via un appuntamento annuale sempre più popolare.

Il carnevale di Notting Hill.

In quell’agosto ’76 parecchie segnalazioni giunsero alla polizia di borseggiatori all’opera nell’area, perlopiù giovani di colore, nullafacenti a zonzo per le strade.
Durante i primi due giorni del carnevale le denunce aumentarono.
Il tatto della polizia, si sa, è notoriamente paragonabile a quello di un rinoceronte in un negozio di cristalleria.
Ben 3.000 agenti furono spediti a pattugliare le strade della zona, dieci volte il contingente normale; non solo, avevano ordine di perquisire chiunque senza dover chiedere le generalità a chicchessia o dare giustificazioni di sorta.
La situazione si fece presto insostenibile.

I cittadini di colore accusavano la polizia di usare metodi razzisti e di aumentare la tensione con reazioni sproporzionate.
I più giovani divennero presto insofferenti al trattamento arbitrario subito e cominciarono a ribellarsi ai fermi e a fronteggiare i poliziotti.
La tensione aumentò ancora, ma le forze dell’ ordine inasprirono i controlli e ne aumentarono la brutalità.

La bomba esplose alle cinque del pomeriggio di domenica 30 agosto, ultimo giorno del carnevale, a Ladbroke Grove e vie circostanti.
Durarono fino a notte inoltrata.
Gli emigrati affrontarono le forze dell’ordine e li attaccarono.
Lancio di sassi, bottiglie, pezzi di ferro; cariche della polizia, bastonate, gente ferita, veicoli dati alle fiamme, bambini urlanti e donne spaventate.

Alla fine si contarono oltre trecento agenti feriti, 35 mezzi delle forze dell’ordine distrutti o incendiati, decine di negozi saccheggiati, 30 persone ferite e 60 arrestati.
Una giornata da dimenticare.

Lo sport si diceva può talvolta allungare la mano a gente in difficoltà dando la possibilità di qualche ora di svago e a volte persino di prendersi qualche rivincita.
Il cricket e Constantine come visto precorsero i tempi.

Reduce dal disastroso tour australiano del 1975, la nazionale di cricket delle West Indies sbarcò a Heathrow nella primavera del 1976.
In programma un prestigiosissimo confronto con la nazionale inglese: una serie di cinque Test Match e una serie di tre One-Day Internationals.
Clive Lloyd, il capitano, era ben deciso a far si che la debacle subita agli antipodi non si ripetesse.
Memore del trattamento subito dai lanciatori australiani decise di fare lo stesso e passò l’intero inverno a girare tutte le isole in cerca di lanciatori che fossero veloci, molto veloci, affidabili, precisi e aggressivi, possibilmente pronti a far male.
Ne trovò due, il ventiduenne giamaicano Michael Holding e il venticinquenne di Antigua Andy Roberts. Insieme a loro Viv Richards e Gordon Greenidge i due assi in battuta.
Bisognava ben figurare, possibilmente vincere, sicuramente riuscire a dare motivo d’orgoglio alla comunità caraibica residente in Inghilterra.
Il clima che trovarono al loro arrivo lo abbiamo visto, la miccia del carnevale di Notting Hill non ancora innescata.
Ci pensò comunque il capitano inglese Tony Grieg a incendiare il contesto con una sciagurata intervista tv passata ormai alla storia.

In diretta tv su Sportsnight, il programma BBC di approfondimento sportivo più seguito dell’epoca rilasciò questa bella dichiarazione; più o meno:
“Non credo che questi west indians siano così forti come qualcuno sembra dipingerli. Certo hanno un paio di lanciatori veloci, quando sono in vantaggio sono dei giocatori magnifici, ma quando le cose si mettono male strisciano (grovel). Ecco, io ho intenzione, insieme ad alcuni miei compagni, di farli strisciare (grovel).”

Ora, grovel in inglese significa strisciare, si; ma strisciare mentre qualcun altro ti stà soverchiando e tu da terra implori pietà.
La frase, in bocca ad un sudafricano , bianco, capitano dell’Inghilterra, sapeva di razzismo lontano un chilometro.

I giocatori delle West Indies si stavano rilassando nel lounge dell’ hotel in attesa della riunione tattica per l’incontro dell’indomani.
In sottofondo la televisione accesa sintonizzata su Sportsnight.
Grieg, incalzato dal giornalista che insisteva nel sostenere che la sua squadra non aveva uno straccio di chance contro un attacco del genere, rilascia la dichiarazione.
Nessuno fin li aveva fatto caso a quello che stava dicendo, alcuni guardavano, ma non appena la parola grovel fu pronunciata l’intera sala piombò nel silenzio assoluto.
Dopo alcuni attimi di smarrimento, Clive Lloyd surrogò la riunione dicendo ai suoi:
“ Non c’è bisogno di nessuna riunione, nessun discorso.
Il nostro uomo in tv ha già detto tutto”.


Sebbene poi Lloyd concesse il beneficio del dubbio a Grieg, gli altri non la presero per niente bene.
In special modo i lanciatori.
- Il tipo va rimesso al suo posto - disse Michael Holding.
- La prendemmo sul serio. Molto sul serio – aggiunse Richards.
E così fu:il primo Test match si rivelò un violento tiro al bersaglio esploso dai lanciatori ospiti contro i malcapitati battitori inglesi con bolidi mirati al corpo che lasciarono decine di lividi.
Holding ricevette un richiamo ufficiale dall’arbitro dopo aver colpito per tre volte in tre lanci consecutivi Brian Close al torace.
Si girò indietro senza dir niente, non un cenno, riprese la rincorsa e sparò un altro bouncer che quasi staccò la testa al vecchio Closey.
Grieg fu preso di mira in maniera speciale, non riuscì a vedere neanche una pallina, a parte le due che lo colpirono.
Resistette solo sette lanci senza fare un punto prima che Andy Roberts, umiliandolo, gli facesse volare l’ off-stump a venti metri di distanza.

Il Test Mach finì in parità.

Ad un grandissimo primo innings delle West Indies che totalizzarono 494 con uno stratosferico 263 di Richards che rese pan per focaccia a Grieg in battuta, rispose l’Inghilterra con 332.
Il 176/5 declared delle West Indies nel secondo innings lasciò gli inglesi con la prospettiva poco probabile di 339 per vincere e una sconfitta quasi certa.
Ma aggrappati all’apertura Edrich che realizzerà un lentissimo ed esasperante, quanto eroico 76 not out, gli inglesi riuscirono a battere per l’intero quinto giorno e ad evitare la sconfitta.

Nel secondo Test una settimana dopo le West Indies dovettero rinunciare a Richards infortunato.
L’incontro ebbe un andamento identico al primo con ordine invertito, e finì di nuovo pari.
I lanciatori continuarono nella loro missione.
I media inglesi insorsero.

Nel terzo Test Match a Old Trafford Greenidge e Richards demolirono l’attacco inglese segnando due fenomenali centuries nel secondo innings (Greenidge anche nel primo) tanto che Lloyd dichiarò appena dopo il te del terzo pomeriggio lasciando gli inglesi con un impossibile target di 552 per vincere e in balia dei suoi spietati lanciatori.
Quello che seguì in quella restante ora e mezza è ricordato come la più terrificante sessione mai giocata fino ad allora.
Holding scatenò il terrore lanciando a velocità pazzesche (e pericolosissime) seminando panico e dolore tra i battitori inglesi e orrore tra gli spettatori in tribuna, oltre al giubilo tra i suoi sostenitori.

Close e Edrich, 45 e 39 anni rispettivamente, vennero colpiti senza pietà.
Torace, gambe e braccia pieni di lividi, dolori atroci.
Derek Underwood si rifiutò di entrare in battuta.
Alla fine della giornata gli inglesi raggranellarono la miseria di 21 runs, meno dei lividi rimediati.
La mattina dopo il supplizio continuò e una volta messi fuori i due veterani il resto capitolò rapidamente per 126 dando alle West Indies una vittoria schiacciante per 425 runs.
Grieg fu ancora cleand bowled , questa volta per soli 3 runs.

Ancora Michael Holding: “La sbruffonata di Grieg ha fatto di lui un uomo segnato.”

Addirittura i suoi compagni erano terrorizzati dal doversi trovare in battuta con lui: “Avrei preferito che tu non fossi entrato” – gli disse Steele, pure lui bersagliato, alla fine di un over – “ È stata una bella partita fino al momento in cui tu sei arrivato qui”.

Secondo Lloyd infatti, quando Grieg si presentava in battuta i suoi lanciatori sembravano trovare energie e forze extra per lanciare più veloce, fargli male ed eliminarlo.
Nel quarto Test Match Grieg riuscì a ristabilire un minimo di orgoglio dopo le figuracce precedenti segnando 116 che non evitò agli inglesi una seconda sconfitta.
Nel quinto ed ultimo Test le West Indies totalizzarono un monumentale 687/8 declared nel primo innings con un superlativo Richards che ne fece 291.
Risposero gli inglesi con 435 e un’ottimo Amiss con 203.
Nel secondo Fredericks e Greenidge raggiunsero un rapido 182/0 in soli 32 overs che lasciò ancora una volta gli inglesi davanti ad un Everest da scalare: 435.
Holding e soci fecero di nuovo a pezzi i battitori di casa consegnando agli ospiti un’altra schiacciante vittoria, per 231 runs. Grieg fu clean bowled due volte: cinque in totale su dieci innings, umiliante.

Risultato finale della serie: Inghilterra 0-3 West Indies.

Era il 17 agosto.
Le tensioni a Londra aumentarono fino all’esplosione dei disordini di domenica 30 agosto.
Coinvolti nei disordini anche un paio di ragazzi inglesi, bianchi, a nome Joe Strummer e Paul Simonon.

White Riot, primo singolo dei Clash fu composta da loro ad esortazione verso i ragazzi bianchi di scatenare una ribellione sul modello di quella cui assistettero a Notting Hill quel giorno.
Sul retro copertina del loro primo album una foto di quei disordini in prossimità della Westway a Ladbroke Grove.
Un estate calda, molto; torrida infatti.
Dieci giorni dopo arrivò la pioggia.

3 commenti:

  1. A 360 gradi!
    grande Albe
    C

    RispondiElimina
  2. Pezzo fenomenale, grande Albe!! 10 e lode per la capacità di far vivere a chi legge le situazioni che racconti!! Ps: avendo preso una pallina da cricket sullo stinco, a tutta velocità, confermo che si può fare male...molto male con quegli arnesi!! Ancora bravo Albe!! damONE

    RispondiElimina
  3. Bellissimo post Tony, mi hai raccontato una storia che conoscevo solo superficialmente quando ho iniziato a suonare da ragazzo, e ti scopro esperto di cricket!

    RispondiElimina

Related Posts with Thumbnails