venerdì, giugno 24, 2016
Olivier Rolin - Il metereologo
Aleksej Feodos’evic Vangengejm era il meteorologo dell’Unione Sovietica, nel periodo in cui era Stalin a governarla, alle prime avvisaglie del pugno di ferro che poi sterminerà un numero smisurato di "oppositori" .
Nato in una famiglia della piccola nobiltà Vangengejm si innamorò della rivoluzione bolscevica e mise il proprio talento al totale servizio del grande ideale sovietico.
Preconizzò, negli anni '30, l'utilizzo dell’energia del sole e dei venti per l'alimentazione energetica.
Collaborò ai primi tentativi di conquista dello spazio lavorando ai primi aerostati che arrivarono nella stratosfera e alle spedizioni nell'Artico.
Nel 1934 fu accusato di tradimento e rinchiuso nel primo dei gulag, nelle Isole Solovki nel Mar Baltico.
Durante la prigionia (dura ma non così spietata visto che accudiva la biblioteca del carcere dove c'erano trentamila libri di ogni genere, teneva conferenze e viveva una quotidianità quasi "normale" pur nel rigore sia climatico che oppressivo) fino al 1937, quando fu giustiziato, scrisse alla figlia una serie di lettere piene di disegni, erbari, indovinelli (riportati nel libro).
Restò fedele al Partito e all'idea del Comunismo fino alla fine (anche se non è improbabile che sia stata solo una mossa per proteggere la famiglia), rifiutandosi di credere alla propria "colpevolezza", scrivendo spesso a Stalin e ad altri responsabili (senza ricevere ovviamente alcuna risposta), sicuro di un errore.
Solo la scoperta di queste lettere ha riportato alla luce la sua triste ed oscura storia e ne ha riabilitato la figura e la memoria.
Il libro è rigoroso nel ripercorrere il suo incubo, toccante nel riportarne frasi e pensieri, ben scritto e scorrevole.
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