mercoledì, giugno 29, 2016

Get Back. Dischi da (ri)scoprire



Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back

Q-TIPS -s/t
Sfortunata la carriera della band inglese che pure incise per una major come la Chrysalis e andò in tour addirittura con Who, Knack, Average White Band.
Il loro album d’esordio è un ottimo omaggio alla soul music con riuscite e dignitose cover di “In crowd”, “Tracks of my tears”, “Some kinda wonderful”.
Il taglio è, nell’ottica dei tempi, piuttosto easy e mainstream, ma molto rispettoso della materia “black” con ottimi arrangiamenti di fiati, un grande tiro, freschezza, gusto per il divertimento e la voce di Paul Young protagonista.
Lo stesso Paul che a breve intraprenderà una riuscita carriera solista di successo.

FOURTH SENSATION - s/t
Uscito nel 1970 con un nome volutamente inglese per sfruttare la tipica esterofilìa nostrana (non appaiono nemmeno i nomi dei musicisti in copertina) è in realtà frutto dell’estemporanea unione di quattro nomi destinati a diventare eccellenze della scena italiana da Vince Tempera all’ organo) al futuro Area Ares Tavolazzi alla chitarra, Angelo Vaggi al basso (diventato poi un importante discografico) Ellade Bandini alla batteria.
Sound strumentale che spazia dal soul funk all’Hammond Jazz con piccoli tocchi di psichedelia. Tutti i brani sono composti da Massimo Catalano dei Flippers.
Niente di eccezionale (l’album mai ristampato è però ricercatissimo dai collezionisti e viaggia sulle migliaia di euro a copia, fino a 3.000) ma interessante.

MARVA WHITNEY - It’s my thing
Corista (e anche amante) di James Brown dal 1967 al 1969 lascia la band distrutta dalla pazzesca attività live del Godfather of Soul. Non prima di dare alle stampe un album in cui produce, compone e canta James e la sua (super) band accompagna.
Di fatto un album di JB, super funk, con una voce femminile.
Peraltro fantastica, aggressiva, potente, super sensuale.
Incise anche un live per poi tornare nella natìa Kansas City per anni, prima di tornare a cantare con i JB All Stars per qualche anno. E’ scomparsa nel 2012.

THE ORIGINAL SINS - The hardest way
Ristampa italiana a cura della Markuee/Minotauro di Marco Melzi di un piccolo gioiello dimenticato della scena garage beat degli 80's , il secondo album degli americani Original Sins  uscito nel 1989.
Puro 60's groove, grandi brani in bilico tra istanze dure e tirate e un gusto sopraffino per le armonie pop beat.
Da riscoprire.

5 commenti:

  1. tutto d'interesse Boss
    C

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  2. mi piacque molto il Q-tips, che qualche decade dopo l'uscita è stato "d'ufficio" incluso nelle liste di mod revival inglese, ma in realtà all'epoca non lo era, per le ragioni che hai evidenziato e poi non erano mods (anche se probabilmente lo apprezzavano tutti) e per le tante covers incluse. Suonava meglio di molti album di mod revival contemporanei a dire il vero :) Degno di nota il live album che uscì un annetto dopo, raro allora, ma poi ristampato in tuttissime le salse, specialmente a nome Paul Young dopo il successo solista. In quell'album cè la mia cover preferita di Elvis Costello: High Fidelity, che con la line up dei Q-tips e la voce blue-eyed di PY diventa un classico soul

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  3. Aveva tutte le caratteristiche per essere un album apprezzato dai mods ma c'era un po' troppa "selezione" (paranoica). Peccato.

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  4. Toni, una cosa....sei sicuro di Tavolazzi alla chitarra? Te lo chiedo perché lui, da sempre, è stato un bassista, anche negli Area (come sicuramente sai) e fin da "L'isola non trovata" (sempre del 1970) ha suonato il basso in quasi tutti i dischi di Guccini. Un saluti

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    1. E' sembrato strano anche a me ma viene accreditato alla chitarra. Anche se le note di copertina erano molto stringate

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