venerdì, ottobre 30, 2015

Ottobre 2015. Il meglio



Ci si avvia nella parte finale del 2015 e i titoli per la Top 10 del'anno sono numerosissimi.
Tra gli stranieri Paul Weller, Gaz Coombes, Selecter, Kamasi Washington, Sharon Jones and the Dap Kings, Noel Gallagher, Moment, D’Angelo, Bettye Lavette, Charlatans, Saun and Starr, Sleater Kinney, Pops Staples, Mighty Mocambos, Tobias Jesso Jr., Ryley Walker, The Suffers, Jon Spencer Blues Explosion, Sonics, Blur, Sandra Wright, Soul Motivators. The Slingshots, Kendrick Lamar, Anderson East, Speedometer, Mbongwana Star, Spitfires, Billy Price & Otis Clay, Diane Shaw, Nicole Willis, Battles, Dungen, Los Lobos, Haggis Horns, Dead Weather, Soul Surfers, Green Hornet.

In Italia Cesare Basile, Mimosa, Salvo Ruolo, Gang, Iacampo, Mads, Big Mojo, Elli de Mon, Sycamore Age, Dellera, Mother Island, Kicca, Simona Norato, Gang, Nico, Randy Roberts, Strike, Ready Steady Go, Five Faces, Peluqueria Hernandez, Rudi, Massimo Ranieri


ASCOLTATO

SHARON JONES AND THE DAP KINGS - It's a holyday soul party
Se c'è una cosa che non ho mai discograficamente sopportato sono gli album natalizi.
Ma quando a fare un Album Natalizio è SHARON JONES AND THE DAP KINGS e tira fuori delle versioni di canti tradizionali da paura, aggiungendo qualche originale, è una roba da PAURA.
Pura CLASSE, soul, rhythm and blues, gospel swing e una "White Christmas" alla Wilson Pickett da antologia.

DEAD WEATHER -Dodge and burn
Deve essere molto difficile per Jack White giocare un ruolo di secondo piano nell'avventura Dead Weather, supergruppo in cui ci sono anche Allison Mosshart cantante dei Kills, Dean Ferlita già con QOTSA e Eagles of Death Metal e Jack Lawrence che dell'ex White Stripes è fidato sodale, sia nei Raconteurs che in alcune avventure soliste.
Jack suona la batteria e la chitarra, talvolta canta e sarebbe teoricamente la quarta, democratica, parte di un gruppo.
In realtà la sua personalità, come sempre, deborda ed è ben evidente anche in questo terzo capitolo della band, come sempre a base di un oscuro rock-blues, tinto di funk nero, riff doom e Led Zeppeliniani e ammantato di atmosfere dark.
L'impronta di Jack White si stampa autoritaria ovunque con le chitarre acide, gli arrangiamenti minacciosi e quei suoni assolutamente distintivi che rendono ogni sua produzione immediatamente riconoscibile, un marchio di fabbrica pressochè unico nella scena musicale attuale.
Quello dei Dead Weather rimane un progetto parallelo nella vita artistica di White ma riesce ugualmente ad esprimere notevoli qualità e spessore.

IACAMPO - Flores
Un affascinante incontro di suoni, umori, colori che arrivano da ogni angolo del Mediterraneo, dell'Africa, del Brasile, è la colonna vertebrale che sostiene il nuovo lavoro (il terzo) del cantautore veneziano.
Iacampo può vantare una lunga attività discografica e concertistica anche con le precedenti esperienze di Elle e Goodmorningboy ma è con la nuova incarnazione che è riuscito a rendere al meglio le capacità compositive ed espressive che lo caratterizzano e FLORES ne è un fulgido esempio, sospeso tra atmosfere acustiche e contemplative e una malinconìa lirica avvolgente.
La miscela di canzone d'autore, pennellate jazzy, un approccio indie folk e un mai invasivo ma perfettamente equilibrato contributo di suoni etno, rende l'album personale, riconoscibile e immediatamente fruibile, grazie a brani freschi, immediati, diretti, mai banali.
FLORES si candida tranquillamente ai vertici delle migliori produzioni indie italiane dell'anno.

SOUL SURFERS - Soul rock
Arrivano dalla Russia con un tiro pazzesco ultra funk, tanto Hammond beat, un pizzico di surf e un lavoro di chitarra che fa il perfetto paio con una ritmica super groovy. Un po’ di ospiti /dai New Mastersounds a Myron & E e Smoove e “Soul Rock” diventa un gustosissimo gioiello da ascoltare con grande attenzione e piacere.

GREEN HORNET - Never enough
Olandesi. Uno dei migliori dischi garage beat dell’anno, tra Fuzztones e Jon Spencer Blues Explosion. Potentissimi, grandi songs, organo acido, cantato selvaggio e ritmi demoniaci. Grandissimi.

BUFFALO BROTHERS - Fresh from the horn
Da Manchester esplode questa band di nove elementi con un mix di ultra heavy funk prevalentemente strumentale, sporcato di afro beat e jazz funk. La formula è risaputa e consolidata ma l’ascolto assolutamente travolgente.

TONY MOMRELLE - Keep pushing
Ex voce degli Incognito e corista di Sade all’esordio solista.
Vi manca Stevie Wonder ? “Keep pushing” restituisce le classiche atmosfere soul funk dello Stevie tardo 70’s/ primi 80’s con buon gusto, una voce eccellente e buona canzoni.

ORDINARY BOYS - s/t Ritorna la band di Sam Preston con un nuovo album omonimo in cui rivive l'originario mix di mod sound, Buzzcocks, Jam, Clash, Smiths, power pop, rivisto con energia, freschezza e buone canzoni.
Un po' fuori tempo massimo ma dignitoso e meritevole di un ascolto.

FAY HALLAM - Corona
Sorprendente ritorno discografico di FAY HALLAM (è sufficiente ricordare il fulgido passato con Makin Time, Prime Movers, Phase e Fay Hallam Trinity per riassumere in poche parole lo spessore ?) che con "Corona" riesce nell'arduo compito di fare un passo avanti, proponendosi in nuova veste senza per questo rinnegare minimamente il passato.
Fay scava nei profondi 60's intrisi di bossa nova jazzata (alla Astrud Gilberto), nelle colonne sonore più cool di quegli anni, mantenendo una forte impronta soul e funk (bellissime in tal senso "Soul revolution" e "Let me into your soul"), riuscendo a rivitalizzare un classico come "Maybe I'm amazed" di Paul McCartney e un vecchio brano dei Prime Movers "1000 blue ribbons" (tratto da "Earth/Church" e rivisto in chiave avvolgente, versione lenta e minimale). Godibilissimo il lounge introduttivo in italiano, "Se mi ami" e gli omaggi alla nostra terra come la piacevole bossa lounge "Arco" dedicato all'omonima cittadina trentina dove ha spesso suonato e, sulla stessa onda sonora, "Lido".
La voce è come sempre vicina alla Maestra Julie Driscoll, il tocco all'Hammond raffinato e di gran gusto.
Un passo in una diversa direzione ma altrettanto accattivante e gustoso.

VENUE CONNECTION - State of mind
In attività dal 2002, la band spagnola sfodera un ottimo funk soul che attinge dagli anni 70 di Isaac Hayes e Curtis Mayfield, un tocco di James Brown e tanto mellow groove. Splendido e raffinatissimo sottofondo.

NEW MASTERSOUNDS - Made for pleasure
Non convince del tutto il nuovo lavoro (il 12° della carriera...) della band di Leeds. C’è sempre tanto funk soul di ottimo livello, eseguito con classe e gusto raffinato ma appare anche qualche caduta di tono (un incomprensibile brano reggae) e un po’ di stanchezza.
Comunque buono.

THE MILK - Favourite worry
Rhytm and soul slow and mellow tra Al Green, Isaac Hayes, Sam Cooke, Bill Withers e un po’ di sensualità alla Marvin Gaye. Ben fatto, cool, con qualche incursione jazzy e bluesy che ne accentuano la raffinatezza.

MASSIMO RANIERI - Malìa
MASSIMO RANIERI prosegue il suo omaggio personale alla tradizione canora napoletana, sempre in compagnia con MAURO PAGANI ma stavolta con un progetto particolare e gustosissimo come spiega lo stesso Pagani:
“Ci sono stati 10 anni in cui a Napoli si scriveva americano. Dalla seconda metà degli anni ’40 i soldati erano in città grazie alle navi dell’esercito. C’erano locali solo per la loro musica e i musicisti napoletani ne hanno assorbito le influenze musicali, per di più da musicisti colti".
E così ecco riunita intorno a Ranieri una band con alcuni dei migliori JAZZISTI italiani, gente del calibro di Enrico Rava (tromba e flicorno),Stefano Di Battista (sax), Rita Marcotulli (pianoforte), Stefano Bagnoli(batteria) e Riccardo Fioravanti (contrabbasso).
E il risultato è strepitoso, di un'eleganza raffinata, ammaliante (appunto..) tra note pop, bluesy, il fantastico swing funk di "Tu vuo fa l'americano", l'arrangiamento arabeggiante e super cool di "O sarracino" e altre perle che ritrovano vita in una veste perfettamente tessuta.
Su tutto la voce di Ranieri sempre purissima e convincente che non si cala nel ruolo di crooner ma di interprete d'eccezione.

JOHNNY MARR - Adrenalin baby
Doppio live di buona fattura, 17 brani ben suonati anche se alla lunga la carne al fuoco sembra troppa. Ci sono anche riuscite cover degl iSmiths "There Is A Light That Never Goes Out", "How Soon Is Now?", "Bigmouth Strikes Again" e una conclusiva, discreta, “I fought the law”.
Sicuramente non indispensabile.

SAM PAGLIA - Funkenya
Ogni nuovo album di Sam Paglia è una boccata di aria fresca, in virtù di un sound sempre solare che pesca a piene mani nel gusto 60's, in particolare nell'immaginario delle colonne sonore dell'epoca, con largo condimento di virtuosismi con il suo amato Hammond.
Ci si libra tra sapori funk, soul, lounge, beat trattati con tecnica esecutiva sopraffina, arrangiamenti gustosissimi, immensa passione e spunti originali e personali, cosa rara nell'ambito trattato. "Funkenya" ci regala undici brani, inclusi riusciti omaggi ad alcuni padri putativi come Meters, Bill Withers e Danny Hathaway. Delizioso.

TEATRO DEGLI ORRORI - s/t
Sempre controversi i dischi e gli atti di Capovilla (e/o soci) tra alti e bassi, polemiche e plausi.
Il ritorno della band è al fulmicotone, brutale, violento, politico, incisivo ed efficace come da tempo non si sentiva.
Testi come sempre taglienti, ottime songs, suono abrasivo e cattivo. Un album riuscitissimo.

MEZZALA - Irrequieto
Il cantautore genovese (le due parole affiancate bastano già come garanzia) aggiunge un ulteriore tassello alla sua intricata carriera discografica (iniziata con i Laghisecchi, proseguita con i Numero6 e dal 2011 in veste solista, peraltro non solo come autore ma anche come produttore, essendo il fondatore e gestore dell'etichetta The Prisoner Records con cui pubblica anche questo"Irrequieto"), con un nuovo album tra i più particolari e interessanti del 2015.
Qui si riparte dagli anni '70 italiani, così ricchi di spunti e ispirazione, dove artisti come Lucio Battisti, Ivan Graziani, Alberto Fortis, Lucio Dalla, il primo Venditti, (ri)scrivevano il pop italiano con un po' di gusto americano ma in una dimensione autarchica che permise di porre le basi per un nuovo sound che è tutt'ora imprescindibile per chi naviga in queste acque sonore.
Mezzala scrive con gusto raffinato e sopraffino, guardando spesso e volentieri a quei riferimenti, ma con una personalità ben definita, grande cura negli arrangiamenti e nei particolari, che rendono "Irrequieto" un album riuscito, originale e di gran classe.

SCISMA - Mr Newman
Tornano dopo 15 anni gli SCISMA con un bellissimo ep di sei brani, ispirato, di gran classe e altissimo livello tra pop, new wave, Lou Reed e un gusto eccelso. Non sono mai stato un loro grande fan ma con questo nuovo lavoro meritano un enorme applauso.

I DERELITTI - Come se non ci fosse mai un domani
Da Torino sulle tracce di Johnny Thunders, New York Dolls, Stooges , Dictators, del rock n roll più sporco e osceno, quello che deragliava a metà degli anni 70 tra New York e Detroit.
Purtroppo l'avventura del quartetto è finita presto ma ci rimane questa preziosa testimonianza, con un LP in vinile (giallo) che rende giustizia alla breve carriera della band.

HUGH CORNWELL - The rise and fall
Lasciati gli Stranglers Hugh non ha certo lesinato in episodi solisti.
Niente di indimenticabile ma qualche gemma sparsa qua e là ce l’ha sempre regalata. Questa compilation ne raccoglie un po’ con qualche rarità.

ESTERINA - Dio ti salvi
Chitarre affilate, quasi post rock su cui si innestano melodie quasi 60's, una vena malinconica e drammatica di fondo, riferimenti velati a Notwist, Tre Allegri Ragazzi Morti, Lombroso, il Lucio Battisti 70's, ma un forte personalità, soprattutto dal punto di vista compositivo mai banale e con arrangiamenti inconsueti e sorprendenti (vedi il pop di "Mutande", il brano più significativo dell'album). Non mancano l'originalità e l'estro agli Esterina, gruppo da tenere d'occhio.

ASCOLTATO ANCHE
JULIA HOLTER (si sono sprecati i superlativi per il nuovo album. Interessante ma pallosissimo), JOHN GRANT (cantautorato folk elettronico di difficile collocazione, strano e personale), SAINTSENECA (alt pop un po’ Weezer, un po’ Pixies, un po’ 60’s, un po’ du palle), THE ENEMY (altro pessimo album dopo gli esordi brit pop), DEXTER STORY (ethio soul and funk. Interessante), CHIC GAMONE (pop sciapo dal Canada), CAR SEAT HEADREST (tedioso lo-fi), NIKKI HILL (rock blues e rhythm and blues di discreta levatura e gradevole ascolto), GRUPO FANTASMA (da Austin si mischiano cumbia, funk, rock e soul, buoni), BILL RYDER JONES (Ex leader dei Coral, discreta band, ora solista con un album pallosissimo)

VISTO

THE JAM - About the young idea
E' stato trasmesso da Sky in Inghilterra in agosto e sarà pubblicato su DVD in novembre lo SPLENDIDO documentario sulla storia dei JAM"About the young idea". Un'ora e mezza di dettagliatissima storia della band, rivista dai tre protagonisti (rigorosamente separati) nel 2015, con l'apparizione del "quarto Jam", Steve Brookes (che lasciò la band prima dell'esordio discografico) che jam-ma (ehm...) in acustico con Paul nelle sequenze iniziali.
Ci sono anche varie testimonianze di fans più o meno famosi (dall'attore Martin Freeman a Steve Cradock, Eddie Piller - perfetto nel descrivere, come non potrebbe? - il significato del mod-ism e della collocazione dei Jam in questo contesto, a vari protagonisti della storia della band tra produttori e managers). Il resto è un emozionante fluire di immagini (molte inedite) compreso il ritorno di Paul e Rick nei luoghi in cui esordirono con i primi concerti. E poi la musica dei Jam che sbuca improvvisa tra una conversazione e l'altra ed apre anima e cuore.

Italian Punk Hardcore 1980-1989 - Il Film
di Angelo Bitonto, Giorgio S.Senesi e Roberto Sivilia


La scena HARDCORE in Italia si sviluppò dai primissimi anni 80 in poi e fu qualcosa di assolutamente complesso, inafferrabile, unico, una miscela difficilmente codificabile e altrettanto ardua da raccontare e spiegare di nichilismo, anarchia (sonora e non), improvvisazione, urgenza, impulsività adolescenziale, distruzione psico fisica ma anche la base per costruire persone nuove.
Le migliaia di ragazzi che hanno militato più o meno assiduamente nella scena ne sono usciti in gran parte "segnati per sempre", da una dimensione del tutto innovativa e irripetibile di vita, socialità, contro cultura e tanto altro.
Questo docu film a cura di Angelo Bitonto, Giorgio S.Senesi e Roberto Sivilia prova a descrivere, attraverso le parole e i ricordi dei protagonisti, quello che è stato in quegli anni.
Ci riesce molto bene anche grazie ad una ricca mole di materiale d'epoca tra immagini, musica e rarissimi filmati.
Ne emerge, PER FORTUNA, anche il lato goliardico e divertente, così spesso offuscato da un (altrettanto spesso presunto) "impegno politico".
Che c'era ed è rimasto costante della vita di molti ma che talvolta oppresse inutilmente molte iniziative in nome di chissà quale "ideale".
Le due ore di film sono serrate, interessantissime, i protagonisti competenti e risoluti nel rivendicare il senso di appartenenza.
Avendo vissuto molte delle vicende raccontate in prima persona c'è talvolta qualche esagerazione, imprecisione, aggiunte un po' "leggendarie" ma per chi, digiuno dei fatti, volesse avere un quadro fedele di quel periodo questo è lo strumento IDEALE e DEFINITIVO.

Per riceverlo:
http://www.lovehate80.it/index2.php
Il trailer:
https://www.youtube.com/watch?v=GjXcVH3VEw4

LETTO

ALESSANDRO BASSI - 1915 Dal Football alle trincee
Libro potente e tragico in cui l’autore incalza il lettore con un’alternanza serrata di emozioni tra il campionato di calcio 1914-15 (sospeso poco prima della conclusione e assegnato un po’ arbitrariamente al Genoa) e le vicende (assurde) che porteranno l’Italia dalla neutralità alla disastrosa guerra. Drammatico leggere delle ultime partite disertate da molti giocatori perchè già reclutati nell’esercito. Molti dei genoani campioni (il titolo sarà assegnato postumo solo nel 1921 scompariranno sul fronte).
Libro importante e documentatissimo per conoscere un periodo ormai dimenticato.

NICCOLO' MELLO - Salvate il soldato pallone
Undici coppie di calciatori travolti dalla Seconda Guerra Mondiale.
Calciatori che sono stati amici o compagni di squadra spesso drammaticamente divisi dal conflitto. Alcuni finiti nei partigiani, altri nei fascisti (come Dino Fiorini e Mario Pagotto del Bologna) o come Gottfried Fuchs e Julius Hirsch, campioni della Germania degli 20 e 30 ma ebrei.
L'uno fuggito in tempo in Canada, l'altro finito ad Auschwitz.
Bruno Neri e Vittorio Staccione, giocatori della Fiorentina,entrambi partigiani, l'uno ucciso dai nazisti nel 1944 in uno scontro a fuoco, l'altro scomparso a Mathaususen con il fratello l'anno dopo.
Senza dimenticare la storia di Bert Trautmann, prigioniero tedesco in Inghilterra che decise di restare in "terra nemica" dopo la guerra e divenne invalicabile portiere del Manchester City, odiatissimo da tutti in quanto ex "nazista".
Famoso per aver continuato a giocare una partita nonostante 5 vertebre del collo rotte.
Storie incredibili, dolorose ma piene di VITA.
Ottimo libro.

COSE & SUONI
Mie recensioni su www.radiocoop.it e sulla rivista Classic Rock

IN CANTIERE

Un nuovo libro, una collaborazione ad un altro, una sorpresa in ambito musicale (se va in porto) e qualche presentazione della bio su PAUL WELLER.
VENERDI' 6 novembre ore 18: PISTOIA "Caffè la Corte" + Alex Loggia
VENERDi' 6 novembre ore 21.30 : FIRENZE "Caffè Letterario Le Murate" + Alex Loggia
SABATO 21 novembre ore 19: FIDENZA (PR) "Pagina 99" + Matteo Bianchi
SABATO 4 dicembre ore 18: ARCO (TN) "Cantiere 26"

2 commenti:

  1. Un buon mese anche ottobre..
    Il comeback degli Ordinary Boys? Non l'ho ascoltato ma il loro "film" l'ho visto tante e tante volte. E probabilmente l'appunto del Boss ("fuori tempo massimo") rende bene l'idea..Poi infatti un album puo anche rendere bene ma.......
    C

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  2. Si l'album non è malaccio ma nessuno se ne ricorderà. Il treno è passato. Peccato perchè era una grande band.

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