lunedì, aprile 27, 2015

Cantacronache



CANTACRONACHE fu gruppo di musicisti, letterati e poeti, nato a Torino nel 1957 con lo scopo di valorizzare la canzone di impegno sociale. Fondato da Sergio Liberovici e Michele Straniero, al gruppo si unirono successivamente Emilio Jona, Fausto Amodei, Giorgio De Maria, Margot Galante Garrone, Mario Pogliotti e Duilio Del Prete, ma ebbe contributi esterni anche da Fiorenzo Carpi, Giacomo Manzoni, e Valentino Bucchi e inoltre da Franca Di Rienzo, Pietro Buttarelli, Edmonda Aldini, Silverio Pisu, Glauco Mauri.
L’ispirazione per il gruppo venne a Liberovici dopo un viaggio nella Germania dell’Est dove in contatto col Berliner Ensemble di Brecht che gli offrì lo spunto di scrivere canzoni «di valore critico-contingente», che facessero da specchio alla realtà presente e che avessero una funzione di critica al sistema politico sociale e culturale, che fossero «un vero e proprio strumento di denuncia sociale»

Ispirati da musicisti come George Brassens, Bertolt Brecht Kurt Weill e alla tradizione dei cantastorie italiani perseguirono lo scopo di distanziarsi il più possibile dalla canzone italiana dell'epoca che gravitava intorno alle facili melodie e dagli scarsi contenuti del Festival di Sanremo.

Attraverso le canzoni i Cantacronache proposero una critica pesante e diretta dell’Italia del boom economico, dove tutto appariva bello e consumistico ma che nella realtà celava enormi differenze sociali, gravi problemi dei lavoratori, diritti da difendere, l'emigrazione dal sud al nord, problemi mai affrontati fino ad allora dalla canzone italiana.
Anticiparono così di gran lunga l'operato di artisti come Guccini, De Andrè, De Gregori e di tutto il cantautorato politico degli anni successivi Il 1 maggio 1958 l'esordio dei Cantacronache ad un corteo della CGIL con "Dove Vola L’Avvoltoio?", scritta da Italo Calvino e musicata da Liberovici. Il gruppo visse solo quattro anni, in cui pose le basi per una nuova canzone politica per il recupero dei canti della Resistenza (ormai dimenticati) della tradizione anarchica e di quella socialista.
Tra il ’58 e il ’62 furono prodotti otto dischi Cantacronache, tre Cantafavole destinate ai bambini, su testi di Calvino, Fortini, Rodari, Jona; due Manifesti di poesia, con le voci di Vladimir Majakovskij e Nazim Hikmet; due di Cronaca: Firenze 1944 e No al fascismo; tre dischi di Canti di protesta del popolo italiano, un disco di canzoni ungheresi dell’Ottocento ispirate a Garibaldi (Viva Garibaldi), una serie sui canti della rivoluzione messicana e sui movimenti di liberazione a Cuba, in Angola e in Algeria, sulla guerra di Spagna e sulla resistenza al franchismo, ma anche sulla resistenza congolese e su quella europea.
Perfino un disco sulla storia dell’URSS attraverso le canzoni.

Contemporaneamente alcuni componenti del gruppo si dedicarono anche ai repertori di protesta in arrivo da paesi che stavano vivendo situazioni politiche di rivolta come la Spagna sotto la dittatura di Franco (a cui dedicarono il disco Canti della Nuova Resistenza Spagnola) o l’Algeria con " Canzone per il Popolo Algerino", l’Angola e Cuba.
«All’inizio le esibizioni le facevamo nei salotti bene di sinistra di Torino, ci avevano mandato addirittura a Roma per uno spettacolo. Poi prendemmo l’indirizzo di andare a cantare ai festival dell’Unità o nelle case del popolo" (Amodei).

CANTACRONACHE produssero oltre cento canzoni e diversi dischi tra Lp (quattro) ed Ep (nove) con Italia Canta (etichetta del PCI), proposti in una lunga serie di concerti ma che non impedì al gruppo di rimanere in un contesto di nicchia che li costrinse allo scioglimento nel 1962, anche a causa del cambiamento ormai radicale della scena musicale nostrana in cui era arrivato il rock n roll degli "Urlatori" e si stava per affacciare la valanga beat.
Ma che anche si apriva ad una nuova scena musicale che abbracciava il politico e il sociale (vedi Jannacci, Gaber, la Vanoni "cantante della mala" e successivamente Giovanna Marini o Ivan Della Mea).
Amodei e Straniero proseguirono l’attività con il Nuovo Canzoniere Italiano, mentre gli altri presero altre strade. Il 20 giugno 1964 Michele Straniero al Festival Dei Due Mondi di Spoleto, cantò i versi di "O Gorizia Tu Sia Maledett"a, canzone critica sulla prima guerra mondiale che gli costò una denuncia per “vilipendio alle forze armate italiane”.
Il brano più famoso rimane "Per i morti di Reggio Emilia", composto e inciso da Fausto Amodei all'indomani della strage di Reggio Emilia del 7 luglio 1960.
I brani dei Cantacronache sono stati ripresi successivamente da Ornella Vanoni, Enzo Jannacci, Stormy Six, Modena City Ramblers, Milva, Grazia Di Michele.

“Se non ci fossero stati i Cantacronache e quindi se non ci fosse stata anche l'azione poi prolungata, oltre che dai Cantacronache, da Michele L. Straniero, la storia della canzone italiana sarebbe stata diversa. Poi, Michele non è stato famoso come De André o Guccini, ma dietro questa rivoluzione c'è stata l'opera di Michele: questo vorrei ricordare” (Umberto Eco)

Per ulteriori approfondimenti (ri)segnalo: "Politica e protesta in musica. Da Cantacronache a Ivano Fossati"di Chiara Ferrari ed. Unicopli

3 commenti:

  1. dei grandi..
    Molto interessane la Margot ed i suoi lavori
    C

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  2. Ursus te lo ricordi il figlio? Andrea....mah!
    C

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  3. In "Dove vola l'avvoltoio" c'è una strofa che parla dei fiumi in cui non passano più i cadaveri dei soldati ma carpe e trote. Pochi anni dopo nella famosa "Guerra di Piero" de Andrè scriveva di lucci argentati, non più i cadaveri dei soldati....

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