giovedì, settembre 25, 2014

Shocking Blue



La band olandese famosa per il classicissimo "Venus" ma anche per gli hit minori "Love buzz", "Send me a postcard", "Long and lonesome road" ha all'attivo una serie di album spesso dignitosi e che meritano cun approfondimento e in alcuni casi un ascolto approfondito.



Shocking blue - 1968 - 6.5
L’esordio, ancora privi della voce di Mariska, è all’insegna di un tardo beat piuttosto anonimo, tinto di blues (la conclusiva, di oltre 5 minuti, “Where my baby’s gone” dall’incedere quasi Doorsiano), rhytm and blues (“Ooh wee there’s music in me”), Beatles (“What you gonna do”) e rock n roll (“Rockin pneumonia di Huey Piano Smith “Hold me hug me rock me” di gene Vincent e “That’s allright” resa famosa da Elvis, uniche tre cover tra i 12 brani) ma che contengono già splendenti le qualità compositive di Robbie van Leeuwen.



At home - 1969 - 8
L’arrivo di Mariska Veres sancisce un deciso cambio di rotta a livello creativo.
La sua stupenda voce venata di blues e debitrice alla lezione di Grace Slick si associa alla perfezione ad un robusto rock blues che si tinge di psichedelico con insert di sitar (vedi lo strumentale “Acka raga”) e che regala brani destinati a fare storia come “Love machine” e “Love buzz” (ripresa dai Nirvana) che si affiancano alla celeberrima “Venus” , uscita contemporaneamente su singolo (che vendette oltre milioni di copie in tutto il mondo) ed inserita nelle successive ristampe. Ma ci sono anche il drammatico psych rock “I’m a woman”, il robusto proto hard di “California here I come”, la stupenda “Long and lonesome road”, il mantra psichedelico di “Butterfly and I”.
Un album delizioso, pieno di grandi brani, splendidamente arrangiati e dalla grandissima personalità.



Scorpio’s dance - 1970 6.5
La band sbarca e registra a New York, lasciandosi alle spalle suoni e colori beat, abbracciando un rock più convenzionale e “americano” (vedi la rocciosa “Keep it If you want it”, vicino alle influenze West Coast con qualche sguardo insistito al country (vedi l’inserimento del banjo al posto del sitar che pure compare nel brano di chiusura “Water boy” dalla struttura complessa e il tempo dispari) e qualche velata tentazione prog.
Spicca la conturbante e tribale ballata “I love voodoo music” e poco altro.
Nelle ristampe sono state aggiunte due tra le migliori canzoni della band “Send me a postcard” e “Mighty Joe” uscite solo su singolo.



Third Album - 1971 6.5
Come abbiamo visto, “Third album” è in realtà il quarto album della band e rimane sui livelli dignitosi del precedente, senza grandi picchi di creatività.
Il panorama sonoro abbraccia il consueto rock venato di blues e spesso tinto da pennellate country, in cui spicca l’ottima “The bird of paradise”, piuttosto acida e byrdsiana (con un ritornello che non disdegna la lezione dei Mama’s and Papa’s) e il buon singolo “Serenade”. Nelle ristampe venne incluso anche il singolo (uscito l’anno prima) “Never married a railroad man”, splendida song di sapore West Coast considerata tra le migliori del loro repertorio.



Inkpot - 1972 - 6
Attila - 1972 - 5.5
Dream of a dreamer - 1973 - 5

Sempre più immersi in atmosfere americane abbracciano con maggiore convinzione le sonorità country rock, affinandole con melodie bubblegum (che sembrano precorrere di poco le caratteristiche sonore che renderanno famosi gli Abba), ma c’è anche qualche brano quasi hard rock (“I melt like butter”) e un paio di omaggi alle radici americane (“Jamabalaya” e “Tobacco road”) in “Inkpot”. Più modesto “Attila” più rockeggiante ma anche più anonimo e convenzionale, spesso debitore, più che in passato, ai Jefferson Airplane (vedi la bellissima “Wait”). In “The devil and the angel” c’è addirittura un tuffo in una sorta di proto disco rock non riuscitissimo un banale boogie rock come “Early in the morning”.
“Dream of a dreamer” non risolleva le sorti, nonostante qualche buon episodio (l’intenso blues di “In my time of dying”, la divertente title track, il rock “He’s gone”) ma l’impressione prevalente è quella di un gruppo stanco e senza più idee. Da segnalare anche un “Live in Japan” del 1972 ben registrato con i vari successi e con la dimostrazione di una grande perizia tecnica della band oltre alla conferma dell’incredibile voce di Mariska.



Good times - 1974 - 4
Robbie van Leuween, compositore e factotum della band, lascia (anche se compare come chitarrista) e il nuovo, ultimo, album degli Shocking Blue ne risente sensibilmente, perdendosi in zuccherose ballate, brani stupidini, pacchiani brani di timido hard rock. Anche la voce di Maruska sembra più opaca e meno convinta anche se fa ancora miracoli nella discreta versione di “Beggin” dei Four Season.

La band si scioglie la Veres intraprende una carriera solista di discreto successo commerciale. Torneranno con un terribile singolo, “The jury and the judge” nel 1986, un hard rock sintetico di rara bruttezza e di nuovo nel 1994 con l’altrettanto imbarazzante “Body and soul”, ballatona “rock” banale e deprecabile.

12 commenti:

  1. Un po di karaoke?
    She's got it!
    C

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  2. Grande boss stò sentendo 'At home'.
    Molto Jefferson Airplane.
    Acka raga sembra Within you without you dei Beatles.
    Love machine è una figata!

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  3. Ottimi!

    E' vero, l'impronta Jefferson si sente molto nella voce della supersexy vocalist!

    Venus immancabile il venerdì sera al Corallo di Scandiano! Yeah baaaby, she's got it!!! Sempre un sacco di gnocca, ma quanti 0-0, ahimè...

    W

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  4. "At home" è un vero gioiello.
    Il resto traballa un po' ma è un gruppo che merita considerazione.
    Se si mette insieme una compilation con il meglio pescato qua e là salta fuori un disco della madonna.

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  5. copertine terrificanti!
    alberto

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  6. ....ma che she's got it......sci sgaret, ia bebi sci sgaret.....
    L'inglese era ancora da veni'......Si potrebbe fare un capitolo con le storpiature dall'inglese...ma anche dall'italiano.
    Famosissimo, dalle nostre parti, il "cantava elp e ti catturai" di Ricu Vermet.....Un mito!

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  7. Avevano una bellissima immagine ma un gusto pessimo

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  8. "venus" ma soprattutto la B "hot sand" che sentivamo in continuazione, sono proprio nel mio bagaglio di ricordi da bambino col singolino appena uscito. invece "postcard", una bombazza, l'ho assorbita solo +/- 25 anni dopo... quando ho ripreso a frequentare serate mod, rimini etc. per restare in ambito dancefloor, la loro cover di "beggin" riscoperta ancor piu recentemente, la me pias minga trop

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  9. Beggin è discreta ma troppo poco soul

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  10. Send me a postcard da top 10 assoluta!

    W

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    1. concordo send me a postcard è superba... a me non dispiace neanche "never marry a railroad man", un po leggerina, ma bella

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