mercoledì, dicembre 11, 2013
Curtis Mayfield
Curtis Mayfield è stato uno dei principali esponenti della Black Music, dalla fulgida esperienza con gli Impressions ad una carriera solista che nei primi 70’s lo portò a comporre alcuni tra gli album e canzoni più rappresentative del Black Sound.
Fu tra i primi ad introdurre (con Marvin Gaye e Gil Scott Heron) messaggi e tematiche a sfondo sociale nel Soul.
Abile polistrumentiste, eccellente arrangiatore e produttore, splendido cantante ha, nel tempo, perso lucidità artistica, arenandosi nelle secche di una disco music di maniera, riscattandosi con l’ultimo album che precedette di poco la morte, dopo un penoso calvario causatogli da un incidente che lo immobilizzò.
Curtis (1970) 8
L’esordio dopo l’abbandono agli Impressions è un piccolo capolavoro in cui si fondono raffinati arrangiamenti orchestrali, funk, soul, jazz un pizzico di psichedelia, una ritmica in cui spiccano costantemente le percussioni (a cura di Henry Gibson che troveremo anche con Aretha Franklin, Earth Wind and Fire, Staple Singers e in quasi 1.500 altri album !!) destinate a diventare un segno distintivo del sound di Curtis.
I brani affrontano tematiche sociali già presenti nelle ultime opere degli Impressions come “Young mods forgotten story”, le doti compositive sono eccelse, il sound originale, la voce al top. E’ stato definito il “Sgt Peppers” del soul.
“Move on up” è l’apice dell’album e uno dei suoi cavalli di battaglia (stupenda l’appendice strumentale jazz funk della versione di quasi 9 minuti sull’album).
Roots (1971) 9
Il capolavoro dove si sublima il mondo di Curtis e che riesce ad andare oltre l’eccellenza dell’esordio.
Classici come “Keep on keeping on”, “Underground” e “We got to have peace” lo rendono il miglior album del nostro e tra i lavori più rappresentativi della Black Music in assoluto.
Superfly (1972) 8
Colonna sonora dell’omonimo film e disco di maggior successo con due milioni di copie, “Superfly” è il prototipo dell’album soul funk dei 70s’ con tutti i tipici ingredienti del genere, dalla chitarra con wha wha, fiati, percussioni, funk mid tempo, arrangiamenti cinematografici blaxploitation al 100%.
E poi classici come la title track o l’inarrivabile “Pusherman” lo pongono tra i migliori di Curtis.
Curtis Live (1971) 8
Curtis in Chicago (1973) 6
Due live in un paio di anni colgono il miglior periodo di Curtis.
I concerti sono divertenti, rilassati, i brani si ampliano e dilatano, i musicisti improvvisano, il gruppo gira a mille, Curtis parla, interagisce con il pubblico, il gruppo lo segue, c’è un groove incredibile, sembra di essere lì.
Eccellente.
A Chicago Curtis ritrova gli amici degli Impressions in un paio di brani (tra cui una swingatissima “Amen”) e sfodera un eccellente groove anche se alla fine l’album è decisamente inferiore al precedente.
Back to the world (1973) 6.5
Dopo un tris di capolavori il pur buono quarto album patisce un po’ il confronto.
Il sound è più rilassato, piatto e meno incisivo e non spiccano brani in particolare.
Il marchio di fabbrica Mayfield è ben evidente e in rilievo, inconfondibile (in particolare nella tirata “If I were a child” e nel super funk “Can’t say nothin”).
Got to find a way (1974) 6
Sweet exorcist (1974) 6
Due album dignitosi ma eccessivamente adagiati su soul ballads super orchestrate dal sapore spesso un po’ mieloso. Non male l’introduttiva “Ain’t got time” e la hit “Kung fu” in ”Sweet exorcist” e buoni anche alcuni episodi di “Got t ofnd a way”.
Il resto è manieristico e spesso stanco.
There’s no place like America today (1975) 7
Give, Get, Take and have (1976) 7
Never say you can’t survive (1977) 6.5
Curtis si conferma ad ottimi livelli con tre album di alta classe con buone dosi di funk, soul, accenti gospel, brani lenti e ipnotici vedi l’introduttiva “You arms again (Shake it) in “Give...”, ficcanti arrangiamenti di fiati, chitarra con wah wah, qualche accenno proto disco (“Party night” sempre in “Give..”) ma tanta classe e coolness.
Il migliore del tris è probabilmente “There’s no place...” dove le tematiche socio politiche sono più marcate ed eveidenti.
The right combination (con Linda Clifford) (1980) 6.5
Un buon album condiviso con la cantante disco Linda Clifford (in realtà non troppo presente e nemmeno troppo interessante a livello vocale) dove si alternano ottimi brani funk (l’iniziale “Rock you to your socks” è stupenda) a ballate un po’ troppo zuccherose, riscattate da brani come “Ain’t love lost” dove emerge tutta l’anima soulfunk di Curtis o il disco soul di “It’s lovin time”.
Do it all night (1978) 5
Heartbeat (1979) 4
Something to believe in (1980) 4
Love is the place (1982) 5
Honesty (1983) 5.5
We come in peace with a message of love (1985) 5.5
Inizia una poco interessante discesa negli inferi della commercialità più bieca tra disco music (di classe, più raffinata e contaminata ma il più delle volte di trascurabile interesse), mielose ballate, ampio uso di elettronica. Leggero pop soul, iper arrangiato e con i tipici suoni sintetici 80’s, poco sopportabili ai nostri giorni ma da cui attingerà a piene mani Paul Weller per gli Style Council più elettronici.
Gli spunti sono rari, rimane la raffinatezza della composizione ma la qualità è modesta e gli album tranquillamente da evitare (vedi la versione di “We got have peace” su “We come...”).
Taking it to the streets (1990) 6
Passata la sbornia disco e synth, dopo cinque anni di pausa (interrotti da due ottimi live nel 1988) torna con un album finalmente di nuovo abbastanza ispirato che guarda al passato funk, non disdegna i nuovo suoni ma con equilibrio e gusto.
Niente di eccezionale ma un buon e dignitoso album.
New world order (1997) 7
Nell’agosto del 1990 Curtis rimane paralizzato dal collo in gù dalla caduta di un impianto luci. Inizia una lunga agonìa che lo porterà alla morte nel 1999.
Riesce ugualmente ad incidere, comporre e coordinare un nuovo album che si rivela toccante, riuscito, intensissimo epitaffio ad una carriera brillante.
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W CURTIS! sono di corsissima ..dopo leggo e commento
RispondiEliminaW CURTIS
W CURTIS
C
n°1 incontrastato!
RispondiEliminaAlla faccia dell'incidente gli crollò addosso un impalcatura del palcoscenico,la vita è veramente una merda.
I'm your mamma, I'm your daddy
I'm that nigga in the alley
I'm your doctor when in need
Want some coke, have some weed
You know me, I'm your friend
Your main boy, thick and thin
...I'm your pusherman...
In questo senso ascoltare l'ultimo album che cantò, paralizzato, una frase alla volta (per problemi respiratori dovuti all'immobilità) ma che riuscì comunque a produrre, comporre e coordinare, è un vero strazio. Ma è davvero bello.
RispondiEliminaGli album non sono facili da trovare ma su Youtube c'è quasi tutto (il resto Spotify)
"Take nothing less than the supreme best..
Do not obey for most people say...
So what we have to do is move on up and keep on wishing " MOVE ON UP !!!
Grande,...questo era un Genio della musica Pop,....Superfly uno dei 10-15 best dischi lps mai realizzati nella storia,...mia umile opinione ,... ma credo di non sbagliare
RispondiEliminaA me piace più "Roots" di "Superfly" ma uno e/o l'altro ci stanno nei primi 15/20 di sempre
RispondiEliminaGrandissimo!
RispondiEliminaW
al di là di come magistralmente ha scritto, arrangiato, suonato... aveva una voce, un cantato, che mi emoziona come nessun altro, quando dici "touch my soul" ecco questo è.... riesce a spostare la lancetta del credometro da "ateo" a "forse ho un anima anchio"
RispondiEliminaconcordo. mi spiace solo per il periodo disco sintetico (che Paolino Nostro ha tanto saccheggiato per le peggiori cose degli Style Council), elegante finchè si vuole ma.....
EliminaSplendidamente dimostrato nell'inarrivabile 'Give me your love'
EliminaRoots devo trovarlo, ma mi fido, sono sicuro sia fantastico anche quello...era un Grande,..poi io ho una colonna sonora in musicassetta di Willie Hutch(Foxy Brown?? great anche il film),...quella era Grandissima musica,...quelle colonne sonore primi anni 70 tipo Shaft etc.
RispondiEliminaMIch ti rispondo di qua..
EliminaGrande l'intervento di Wendy che hai incollato..credeteci o no sono emozioni (un po come Solidea)..cose da POPARTX!!
tanx!
Il vecchio cazzaro torinese "C"
è vero:) infattii siamo cazzari,...but scusatemi il sadismo,.....haha, oui c'est Gran Galà.....tasaray:),....lol,...scusa
RispondiEliminascherzo,perdomaci,,.ma quest'anno abbiam così poche soddisfazioni:)
RispondiEliminaahaha! tranquill Mich..siamo uomini di mondo (merde de diable!!!)
RispondiEliminaL'ultimo di Mayfield veramente toccante epitaffio..la sua registrazione infatti esempio di tenacia..rip grande Curtis!
C
haha o parbleu:) o tonnerres come diceva il tipo di Blek,...o Capitan Miki?? ora non ricordo:),,..o che era: Gufo Triste?? o i soldati grancesi nel Comandante Mark? :)
RispondiEliminaF..rancesi sorry:)
RispondiEliminacmq a parte le reminiscenze fumettistiche di 'ancien régime' ,...w il Curtis,...e anche Tony Curtis in 'Attenti a quei due' lollll
RispondiEliminae Betty Curtis?
RispondiEliminaIan Curtis?
jamie Lee Curtis?
il Curti(s)riso?
:-)
(ecumenicamente) The Real WC
e Tony Curtis? grande!!!
RispondiEliminagrandissimo Curtis Mayfield, e qui devo ringraziare il Gallets per l'assist musicale, poi in una bancarella dei vicoli trovo un cd usato con una copertina mondiale, lo compro e scopro un disco di soul splendido, ispirato, intenso: There's no place like America today, ho avuto anche culo lo ammetto ma la copertina non mentiva!
A Giant, uno dei miei artisti preferiti, thanx bros
Sempre un piacere Andre
Eliminaricchioni
RispondiEliminaBuono il kebab ieri pomeriggio?
RispondiEliminaun po freddo
EliminaLa roba fredda rimane sempre sullo stomaco
Eliminaahaha! you bastard you.....
RispondiEliminaC
(allora il 28?)
haha il CurtisRiso,..c'era e c'è anche il Riso San Giorgio,...Vialone Nano mi sembra??,....fantastique le risottò come direbbe Lino Venturà algreat Fernandel:)
RispondiEliminaUn bell'otto anche a "Live in Europe" dell'88. Fil otto
RispondiEliminaUna voce da brividi. Nulla da aggiungere
RispondiEliminaCharlie