lunedì, novembre 25, 2013

I conti in tasca alle etichette indipendenti



Fatti i conti in tasca alle bands
qui: http://tonyface.blogspot.it/2013/11/i-conti-in-tasca-alle-bands.html

e ai locali
qui: http://tonyface.blogspot.it/2013/11/i-conti-in-tasca-ai-locali.html, \

tocca ora, in conclusione, alle etichette discografiche (perfettamente combacianti con le autoproduzioni).

Conti in questo caso molto semplici.
Stampare 500 CD con packaging standard, copertina, magari piccolo libretto, serigrafia SIAE etc costa all’incirca 1.500 euro.
Aggiungiamo (parlando di ambiti indipendenti a livello “medio/basso”) 500 euro di promozione (spedizioni, pubblicità etc. che diventano 1000/1.500 se ci si affida ad un ufficio stampa).

Produrre un CD può quindi costare 2.000 euro (dando per scontato che il costo di registrazione resti a carico del gruppo...).
Calcolando che il CD viene venduto al distributore a 6/7 euro, altrettanto al gruppo e calcoliamo 10 euro di utile medio dalle vendite dirette dal sito ci vogliono almeno 300 copie per coprire l’investimento, 400 per mettere in tasca due spiccioli.
La modalità più efficace di vendita rimane quella diretta, tramite concerto, più difficilmente attraverso negozi e distribuzioni.

20 commenti:

  1. Che tristezza. Alla fine è un disastro. Pochissime copie, niente soldi, situazione incredibile.

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  2. In generale è abbastanza un disastro.
    Le tre "puntate" dedicate ai Conti In Tasca sono in funzione di dare una dimensione abbastanza attendibile su quella che è la realtà in Italia in ambito cosiddetto "indie".

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  3. in sintesi vedo due soluzioni:
    1. suoni come puro hobby. fai quello che vuoi e puoi sentirti un grande artista incompreso.
    2. suoni come lavoro. ma allora sei tu che devi suonare quello che vuole la gente, non è la gente che deve volere quello che suoni tu.

    The Real WC

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  4. dimenticavo: prossima puntata, i conti in tasca al pubblico.

    tesi: come e perchè noi che a vent'anni risparmiavamo sul pranzo per comprare dischi e andare ai concerti adesso risparmiamo sui dischi e sui concerti per pagare la luce, il gas e fare la spesa al supermercato.

    corollario: le ragioni del perchè ci sembra più importante dare da mangiare alla nostra famiglia che comprare un altro disco o vedere un altro concerto.

    The Real WC

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  5. tesi: come e perchè noi che a vent'anni risparmiavamo sul pranzo per comprare dischi e andare ai concerti adesso risparmiamo sui dischi e sui concerti per pagare la luce, il gas e fare la spesa al supermercato.

    Quando avevi vent'anni pagare la luce, il gas e fare la spesa al supermercato era un problema dei tuoi genitori; oggi il genitore sei tu.

    W

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  6. eggià.
    magari non si era capito, ma la risposta era già lì, nel corollario.
    :-)

    The Real WC

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  7. però seriamente, bisogna tenere conto anche della situazione del pubblico.
    in generale ci sono meno soldi in giro di una decina di anni fà, non è stranissimo che i primi consumi a essere colpiti siano quelli non essenziali.

    The Real WC

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  8. Senza michelizzatore non avevo capito!

    Sono d'accordo in tempi di crisi i primi consumi a saltare son quelli superflui, comunque credo che i meno soldi in circolazione siano solo una delle componenti... e comque il "pubblico" magari spende meno, ma spende comunque... vedi disco pub e le "movide" che sono sempre pieni...

    W




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  9. Sabato ero a Milano e i bar erano pieni di gente con cocktail e medie in mano. Insomma i 5/10 euro in tasca ci sono per andare a vedere il concerto e/o comprare il CD.
    Ma non gliene frega più un cazzo a nessuno (se non alla solita nicchia di "malati").
    Su interdet trovi tutto (mi sto ascoltando in questo mese tonnellate di robe prog e hard dei primi 70's GRATIS su youtube, dai Semiramis ai Foghat, da Toni Esposito ai Trip).
    Logico che poi mica me li vado a comprae. Massimo li scarico (legalmente)

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  10. Sì, appunto... tra l'altro, vedi sempre il locale pub: al venerdì gruppo indie che non si caga nessuno, la sera dopo serata con dj afro-funky-mega-sballo (solo per fare un esempio): pieno così e sbronze atomiche. Il che va bene, se aiuta il locale ad andare avanti

    L'unica è che si verifichi un vero ricambio generazionale... e qui tutto è possibile...

    W

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  11. L'aperitivo con LIVE è difatti l'ultimo trend che ancora funziona...per noi "vecchietti" è anche un sistema per evitare le ore piccole,che oramai sono abitudine della massa (come dice Tony quasi sempre disinteresseta alla musica,ma solo al rumore dei bicchieri e della caciara in generale).
    Ultimamente mi capita spesso di fare concerti verso le 21 serali,con poche persone ma ATTENTE,dopo di che finito il concerto ti vedi arrivare la folla di nottambuli e abituè delle varie movide...per quanto mi riguarda preferisco così,anche se i tempi in cui si riempivano i locali a tutte le ore sono tramontati da un pezzo,non ha più senso rimpiangerli e quindi tanto vale cambiare sistema (ed orari) URSUS

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  12. il "nostro" pubblico (quello che va a vedere i gruppi italiani "underground", scusate la semplificazione) non è mica fatto (nè è mai stato fatto) dalla gente che va ai disco pub e alle movide con i coktail in mano.

    come dice anche ursus, sono due categorie di persone che non si mischiano. e quelli che sono "nostri", scusami tony, ma spesso i 5/10 euro in tasca per il concerto e il cd non ce li hanno davvero.

    o almeno, a me ormai capita così, sempre più spesso.
    e tra il nuovo cd di lilith and the sinnersaints (che tanto mi piacerebbe poter ascoltare) e 10 euro in più di spesa al supermercato, cazzo...
    sarò scemo ma scelgo il supermercato.

    The Real WC

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  13. Certo, in (buona) parte è così, però la gente "nostra" è la stessa che frequenta il bar, il pub, l'enoteca, l'osteria, il circolo Arci, dove molla il suo bel 5 o 10 euri almeno in media (nel senso della birra) ogni fine settimana...

    Nei "nostri" locali papabili ci sono serate che tirano più di altre: cover bands, dj set per lo più (probabilmente è giusto così)... la gente quando vuole si muove... Ma non lo dico per lamentarmi, eh...

    W

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  14. W, sto cercando di dirti che non è più così.
    non per me e per la gente che conosco io, almeno.
    diciamo tra i quaranta e i cinquanta, con figli: 10 euro alla settimana in birre medie al pub/bar/enoteca/osteria, saranno almeno dieci anni che non li spendiamo più.

    non è per lamentarmi, ma è un dato di fatto: io ormai faccio fatica ad arrivare alla fine di ogni settimana, non alla fatidica fine del mese.

    nei "nostri" locali papabili, come dici tu, ci sono serate che tirano più di altre.
    e, come dici sempre tu, sono quelle a cui "noi" non andremmo neanche avendo i soldi da spendere: cover bands, dj set etc.

    The Real WC

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  15. Sulla QUALITA' delle proposte,comunque,si gioca tutto il futuro della "nostra" musica...è inutile nasconderlo,ma è anche vero che molta roba "nuova" od emergente fa cagare e ci sono in giro degli incapaci che,dopo solo un paio di schitarrate in birreria,si sentono già i nuovi Beatles o gli eredi degli Stooges.
    Internet serve anche a selezionare meglio e a non buttarsi su qualunque cosa capita...basta saperlo usare con attenzione e non pensare che sia tutto facile ed a portata di mano.
    5 o 10 euro di questi tempi non sono uno scherzo,però se ci sono dei motivi validi per spenderli,un piccolo sforzo lo si fa volentieri...almeno,credo ! URSUS

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