martedì, gennaio 17, 2012

Lester Bangs






LESTER BANGS è stato uno dei più famosi e controversi critici musicali soprattutto per il suo lavoro in riviste come Creem, New Musical Express, Village Voice e Rolling Stone (oltre alla collaborazione con tantisisme altre riviste e fanzines semisconosciute)

Spesso incline a stroncare dischi e artisti con una prosa diretta, ironica e perfida, amato e odiato dagli artisti, detestato colleghi, inneggiato dai discografici prima e poi scaricato era umorale, provocatorio, permaloso, acido e dai comportamenti (spesso indotti dagli abusi di alcool e droga) sconvenienti ed irritanti.
Si gettò a capofitto nel punk (anche come cantante di sfortunate esperienze musicali), prima di scomparire nel 1982.

Personalmente non ho mai amato la sua scrittura nè il suo mood, pur ritenendolo tra i personaggi più interessanti del giornalismo musicale.

26 commenti:

  1. Più che altro non ho ami sopportato l'aura da genio del giornalismo musicale.
    Poi ho letto un po' di cose e mi sono sembrate delle minchiate

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  2. A casa ho il suo "Guida ragionevole bla bla", regalatomi anni fa. L' ho lettto un po' così, alcune cose mi intrigano, altre sprofondano sotto il peso del voler risultare originali a tutti i costi.

    Non so, non mi interessa più di tanto. Sicuramente è stato fondamentale e importante, ma preferisco leggere recensioni sensate, i delirio dopo un po' mi annoia.

    AndBot

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  3. E' lo stesso effetto che ha fatto a me. Altra cosa Simon Reynolds o Greil Marcus, anche se il primo ha sempre schifato Paolino.

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  4. Post-punk di Reynolds, con tutti i suoi difetti, è interessante. Ci credo che abbia schifato Weller, basta leggere come lo dipinge!

    Comunque, si, anche a me piace che risalti l' aspetto storico, l' analisi il più possibile oggettiva.

    AndBot

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  5. Non lo conosco,francamente...mi sono limitato a leggere i critici musicali italiani e mi è bastato !
    Credo che la figura del "critico" nell'era di internet abbia pen poco senso,visto che è possibile per ognuno accedere a nozioni,info,cultura di base,creandosi per proprio conto un bagaglio (anche minimo) di opinioni e di scelte personali.
    La critica "obiettiva" probabilmente è inesistente,forse è più importante recensire o dare degli indirizzi musicali che non siano conformi a mode o a regole commerciali (e quindi ben vengano i blog o le riviste,che siano di carta o web)...tutto il resto è noia :-)))

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  6. Certo, non puoi mai essere obiettivo fino in fondo.

    Però, provo a spiegarmi con un esempio: come tutti gli anni (quindi per il 2012 sono a posto), mi sono ascoltato "Irrlicht" di Schulze. Bene, era talmente la mia voglia di sorbirmi quella menata che, se dovessi dar retta al puro piacere dell' ascolto, il mio voto sarebbe un 4 senza appello! (voto soggettivo)

    Ma se gioco a fare il giornalista, il critico musicale (e magari mi pagano anche), allora devo tener conto di una serie di fattori: sinfonia quadrifonica, musica classica, elettronica 'colta', periodo storico, bla bla. Innegabile che sia un 'ponte' spettacolare fra tutto questo e il trip-acido.
    Alla luce di una serie di considerazioni, al di là della martellata sui maroni (tremenda!), come minimo il voto diventa 9 (oggettivo).

    Poi, sicuramente, si può anche 'infarcire' con qualcosa di personale.

    Oltretutto, Bangs, non si occupava solo di rock (dove puoi anche scrivere qualche cazzata più del solito), ma ho letto sue recensioni di Miles Davis nelle quali non si capisce 'na madonna!

    AndBot

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  7. Sono completamente d'accordo con la posizione di Ursus sull'importanza del critico nell'era del web: intorno allo zero.
    Poi ecco, direi anche che questa è una delle conseguenze del passaggio vinile->cd->mp3, tanto per non essere troppo d'accordo... :)

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  8. Sono d' accordo sull' importanza del web per quello che riguarda l' informazione, quindi anche quella musicale.

    Però, scusate, queste informazioni chi le scrive?

    Diciamo che si può scovare più facilmente il critico impreparato, perchè c'è un libero accesso (se interessati) per tutti.

    Vengono meno le 'cricche' di giornalisti musicali e critici. Questo è un gran bene. Ma il bravo critico lo rispetto sempre.

    AndBot

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  9. Infatti il "critico rock" ha perso molto del suo spessore e della sua importanza.
    Leggere una recensione di un disco un tempo era il modo per capire se comprarlo o no.
    Adesso nel 90% dei casi il disco suddetto già lo hai ascoltato (e magari scaricato) e quindi del giudizio di un altro te ne puoi fregare altamente.

    Nel caso di Lester Bangs (e di TANTISSIMI pseudo imitatori) si aggiungevano considerazioni personali, spesso psichedeliche che non avevano nulla a che fare con la musica contenuta nel disco.

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  10. Il "critico rock" ha ormai il ruolo di "scopritore".
    Di segnalare qualcosa di veramente valido che nella bolgia di uscite e di disponibilità non troveresti mai.

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  11. Esatto.
    E dipende molto anche dal luogo in cui vivi. Se stai a S. Francisco e sei un critico musicale famoso (Scaruffi), è chiaro che hai la possibilità di accedere a bands e dischi magari molto interessanti, che qui in Italia non troveresti mai. A volte non riesci a trovarli nemmeno con il download, figuriamoci con la distribuzione.

    AndBot

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  12. Neppure io l'ho mai amato. Bene hai fatto comunque a ricordarlo.

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  13. Lester Bangs era un cazzone che scriveva quasi esclusivamente di sè stesso, ma quando lo leggiamo cerchiamo di ricordarci che è morto nel 1982 - trent'anni fa! - e di musica ne capiva eccome: alcune delle cose che ha scritto sarebbero "moderne" e provocatorie ancora oggi.

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  14. Evviva il declino della figura del critico musicale! Sapeste in passato quanti soldi mi hanno fregato grazie a recensioni (fintamente?) entusiastiche di dischi per me inascoltabili.
    Mi riferisco soprattutto alle novità; ormai da anni si attingono direttamente alla fonte senza mediazioni, ché di musica dopo decenni di ascolti ne sappiamo quanto basta. Reynolds comunque l'apprezzo come scrittore

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  15. Anch'io ho una bella lista di "futuro del rock n roll" , "album indispensabile " , "capolavoro imperdibile" e "album dell'anno", miseramente archiviati dopo due ascolti (il primo: non ci posso credere ! il secondo: ci riprovo, forse mi ero sbagliato) e, tra l'altro, INVENDIBILI !!!

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  16. allelimo è il lester bangs di questi anni. Solo più presuntuoso.
    Ad esempio, secondo lui molti fruitori di questo blog non capiscono un cazzo (vedi link sotto). L'ha già detto o ancora no?

    http://my-placetobe.blogspot.com/2011/12/sentire-e-ascoltare-le-parole-della.html

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  17. Il Modfather è diventato padre di due gemelli... uno l'ha chiamato John Paul (e fin qua potrebbe andare bene) l'altro Bowie.

    OMG

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  18. megio Nick Kent, ma o l'approccio del critico dell'epoca vicino ai gruppi, spesso sentendosi rockstar pure lui, è finito da tempo.

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    1. Il libro di Nick Kent l'ho letto e mi è piaciuto, ma sinceramente mi è sembrata più la cronaca fedele di un'epoca scomparsa, che non uno strumento critico. Bello però.

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  19. Ho letto di Paul....Bowie....va bè Frank Zappa ha chiamato un figlio Zowie....

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  20. Un piccolo rapporto di "dipendenza" dalla critica musicale lo abbiamo avuto sia io che Tony Face,a suo tempo...ricordo quando aspettavamo le recensioni negli anni 80/90,ogni volta che pubblicavamo qualche nuovo disco (di qualsiasi formato) e rileggevamo le opinioni degli esperti sulla carta stampata.
    Dal mio punto di vista ho sempre pensato che fossero leggermente traviati dal bisogno di vendere più copie delle loro riviste e di conseguenza non scontrarsi con i loro lettori FISSI (che erano gli stessi musicisti o personaggi che vi ruotavano intorno),da qui l'esaltazione (spesso immotivata) di prodotti in buona parte mediocri o addirittura pessimi.
    Nel mio piccolo ho sempre letto ottime recensioni dei nostri dischi,ma se debbo essere sincero ben poche hanno colto quelle che erano le nostre reali intenzioni...uno dei pochi che ha posto l'accento su certi aspetti,che reputo tuttora importanti,è proprio Bacciocchi (quindi non è un caso se ci sentiamo ancora,dopo circa 30 anni),mentre tutti quelli che millantavano la loro professionalità o il loro approccio da "puri cultori" del suono,i critici VERI,quelli si fanno ancora seghe mentali e ne sparano di cotte e di crude.

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  21. Caro anonimo, mi sfugge il significato del tuo commento.
    Non ho mai parlato dei fruitori di questo blog, anche se, in effetti, almeno uno che non capisce un cazzo c'è di sicuro...

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  22. A quei tempi la recensione sulla rivista (alla fine quelle 4 o 5 al massimo a cui si aggiungevano poi le fanzines) era IL momento cruciale della tua esperienza discografica.
    Una stroncatura poteva indirizzare il disco davvero molto male.
    A noi capitò una volta con Lilith sul "Manifesto" e fu veramente "doloroso".

    Invece mi fu censurata una recensione su una rivista nazionale in cui stroncavo i Sisters Of Mercy..."non si può parlare così male di un gruppo"...mah, perchè no ?

    Devo dire che sono molto contento quando leggo recensioni in cui il giornalista coglie influenze o riferimenti a cui noi nemmeno pensavamo e non si limita, pratica ormai diffusissima, a riprendere la cartella stampa e cambiare due righe....

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  23. first of all congrats al Modfather..speriamo che i piccoli gli evitino il dispiacere del figlio più grande che vidi in foto anni fa con una pettinatura emo...bleah
    Di Lester Bangs so solo che difinì i Clash "l'unica band che conta"...direi che può bastare, almeno x me

    bye
    Charlie

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  24. Paolino ha definito suo figlio (sc)emo un Mod Goth....no words !

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