giovedì, dicembre 10, 2009
La scena indipendente
foto da http://tarkus-magicmac.blogspot.com/
"La scena indipendente non è migliore della sinistra italiana, rivendica di stare dalla parte dei giusti ma nella realtà non è così, gli artisti si credono immacolati ma sono gonfi di narcisismo e pochezza; ciò che ha a che fare con la musica in Italia è ridicolo, dai musicisti, al pubblico, ai promoter, ai discografici, ai programmi televisivi senza competenza che non premiano la gavetta e che fanno girare denaro in maniera inadeguata, prevedibile e triste".
MOLTHENI
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Boh non so.
RispondiEliminaleggo in continuazione gli sfoghi di Moltheni, di questi tempi.
Questa acredine nei confronti della discografia la capisco (e qui dentro tutti la capiscono, suppongo). Mi fa un po' tristezza sentirlo generalizzare in modo così astioso. Nell'ambito indipendente, sono sicuro che ci sia anche qualche stronzo come dice lui ma sono certo che non è una cosa generale.
Inoltre suppongo che il problema sia piuttosto autoriferito. Caro Moltheni: non è che qualcuno, solo perché non pubblica i tuoi dischi, diventi automaticamente stronzo. Magari avrà le sue ragioni.
Se anche io la pensassi come te dovrei mettere dalla parte dei cattivi anche quelli de La Tempesta che con me si sono comportati piuttosto male. Ma suppongo che tu, invece, quelli li salvi.
Io dico solo che mi dispiace che Moltheni abbia preso una decisione così drastica. La sua musica è buona e ci mancherà. Però penso anche che dovrebbe smetterla di puntare sempre il dito come se fosse il più grande autore dell'universo.
Così non ci si rende simpatici...
Sinceramente non conosco il soggetto,però dice cose che abbiamo discusso mille e più volte(non venendo mai a capo di nulla,come al solito)...trovo giusta però l'osservazione di Joyello:non si dovrebbe mai generalizzare troppo e partire dai propri personalismi,sopratutto io trovo che molti nel criticare tutto e tutti senza mezzi termini spesso non fanno AUTOCRITICA e non riconoscono anche le proprie responsabilità.
RispondiEliminaIn questo sfascio che è la scena indipendente italiana credo che TUTTI (me compreso) abbiano le proprie colpe(magari pure qualche merito,dai...)tanto per fare un esempio,trovo assurdo che in qualsiasi blog o social forum in cui vi siano musicisti e operatori di questo settore non vi sia neanche un minimo di collaborazione,anzi ognuno si fa i cazzi propri senza mai apprezzare o rendere giustizia al lavoro di altri,spesso prevale la logica della rivalità e dell'invidia(che sono banalità che da sempre inquinano gli ambienti della musica e della cultura)...ma evidentemente a qualcuno va bene così,tanto ci ritroviamo sempre in 4 gatti a menarcela sui nostri fallimenti personali,piccoli o grandi che siano.
Io cerco di divertirmi ancora con la musica,ma non mi faccio più certe illusioni da tempo,ormai le ho metabolizzate come se rientrassero nella norma.
hai ragione,Joyello..infatti mi suona come un gia' sentito QUAQQUARAQQUA.
RispondiEliminaCristiano
Moltheni è personaggio antipatico e spocchioso (ci ho avuto a che fare di striscio lo scorso settembre al festival Tendenze di Piacenza in cui ero "giurato" ed è una persona di rara antipatia e supponenza)
RispondiEliminaMa quello che dice è lo specchio perfetto di ciò che è l'indie italiano.
Un gruppo sempre più sparuto di persone che agisce in funzione autoreferenziale (il sottoscritto incluso ovviamente, con tutti i suoi grandi progetti) , che non ha più pubblico perchè sono sempre meno coloro che ascoltano musica provando a fare un po' di ricerca.
Si preferisce coltivare il proprio orticello, aggiustare la propria nicchia, rimanere ben chiusi nel proprio recinto.
Non ho soluzioni.
Se non tornare a coltivare il mio orto.
Ognuno di noi fa quello che puo,nel proprio ambito piccolo o grande che sia,ma vedo quotidianamente che su certe questioni non c'è proprio via d'uscita:quando ti trovi davanti gente che si lamenta da mattina a sera ma al tempo stesso non fa mai nulla per costruire un'alternativa(ad esempio molti,TROPPI non acquistano mai un prodotto indipendente)mi vien da pensare che questa del pianto greco sia una moda come altre,che consiste nel lamentarsi così,tanto per sembrare fighi e impegnati...pazienza.
RispondiEliminaMi sento di sottoscrivere ogni parola. Poi facendo il confronto tra gli indipendenti italiani e quelli stranieri (penso a mostri sacri come i Fleshtones che continuano a stare alla larga dal grande business, pubblicando dischi,girando il mondo e mantenendo un rapporto strettissimo con i fans) la differenza non è solo musicale.
RispondiEliminaMa anche e soprattutto umana.
Da noi pubblicano un disco e già si sentono novelli Rolling Stones...
D'accordo Roby,però se parli di Fleshtones parli della realtà americana in cui anche il più sfigato dei gruppi underground vende migliaia e migliaia di copie...è una lotta impari,in questo caso.
RispondiEliminaL'ultima volta che parlammo della Situazione dissi che era improbabile che una Società (il Paese, insomma) pagasse gli artisti indipendenti, quando non paga vigili del fuoco e ferrovieri e frega il TFR agli operai. Poi c'è tutto il discorso dell' "Arte", ovvero in Italia la musica è la grande musica del trapassato remoto (i grandi compositori di 2 secoli fa, per intenderci), già alla loro epoca mai finanziati dal Rgno o da stanziamenti di solidarietà sociale, ma bensì dal Duca, dal Principe o dal Vescovo, solitamente per i suoi fini di propaganda politica. E quando si è passati ad una qualche forma di arte popolare si è passati direttamente al trash più bieco, quello che oggi impera pressochè incontrastato.
RispondiEliminaE' un paese così, chi ha i soldi da investire ne vuole sempre di più, e subito. Perchè scommettere su qualsiasi cosa se non ti porta tanti soldi entro pochi mesi? E poi perchè scommettere sulla ricerca (la vera miniera d'oro dell'Italia, da secoli) quando grazie alle rendite tassate la metà del resto del mondo civile ci si può allegramente dedicare alla speculazione finanziaria? Ieri notte sulla Rai c'era la storia di Marconi. Il pioniere dei pionieri capì subito che in Italia non c'era niente da fare, neppure se uno scopriva l'utilizzo delle onde radio! Quando divenne chiaro che aveva scoperto l'oro, La Regia Marina lo richiamò per toccare con mano le possibilità di sviluppo della radio, e Marconi trasmetteva dalle navi alla costa e viceversa. Erano i primissimi anni del 900. E i furboni che dissero? "la radio è una bufala, non serve a niente. Chi se ne frega di un arnese che trasmette a 15 KM circa, i nostri cannoni sparano a 25!" Ecco, li c'è tutto il nostro dramma nazionale. Lo stesso Marconi invento il Radar e nella seconda guerra ci affondarono TUTTO, perchè eravamo l'unica marina che non l'avesse a disposizione. (M. registro brevetti e Compagnia a Londra, infatti).
Così noi suonatori oggi siamo pateticamente presi in mezzo da questo meccanismo da mentecatti, e continueremo a sentire le nostre piccole grandi intuizioni musicali pop in mano a ragazzini britannici, che con tanta faccia tosta e il culo parato potranno svilupparle, vendere dischi, ripianare gli investimenti e farci anche qualche soldo, entrando anche solo per qualche anno nel giro dei professionisti.
Ma noi, come facciamo a parlare di ivestire in canzoni pop indipendenti nel Paese che non ha investito in colui che ha inventato la Radio?
BOOOOM!
RispondiEliminaNon conosco bene la scena indipendente italina. Ma conosco il livello musicale dell'Italiano medio.
A livello contestuale, in questo senso 8come in tanti altri) mi sembra l'Italia sia messa malissimo.
Non che, qui in Spagna, la cosa sia molto meglio. Per carità. Ma in Italia ne ho viste e sentite di cosa allucinanti.
A-
Eccellente Pibio !
RispondiEliminaCaro Alberto, in Italia è così come conseguenza di una continua e lunga serie di errori che elenca bene Pibio.
Attualmente la gente non conosce nulla al di fuori dai soliti tre quattro nomi che sono in classifica, nessuno va a vedere i concerti.
All'estero (che brutto continuare a dire "all'estero") tutte le volte che ho suonato (USA,Londra, Germania, Spagna, Francia, Svizzera, Belgio), da perfetto sconosciuto, ho sempre avuto davanti al palco gente attenta, che ascoltava, voleva conoscere il gruppo che stava suonando, che si informava, che comprava i nostri CD o dischi.
In Italia una situazione creativa e viva a questi livelli si è avuta solo negli anni 60 e 70,ma anche questo perchè legata a situazioni economiche di relativo benessere,per cui circolavano facilmente concerti rock,case discografiche anche molto coraggiose(la CRAMPS come esempio classico)e persino band molto avanguardistiche potevano scalare le hit-parade.
RispondiEliminaGià negli 80 la situazione è cambiata parecchio,ma perlomeno si sperava che potesse nascere qualcosa di meno elitario e settoriale in futuro,mentre le cose sono andate esattamente nel verso opposto...se poi andiamo a scoprine le cause qui non basterebbero neppure 100 blog,ma di fondo c'è proprio quello che illustrava Pibio,una mentalità dissociata che parte da molto lontano.
come credo molti di voi ho visto centinaia di concerti e ascoltato migliaia di dischi. quindi quello che dico non è basato su pregiudizi ma è il rendiconto dei miei timpani usurati e delle emozioni vissute in questi anni.
RispondiEliminaalla fine di tanto vedere e tanto ascoltare il giudizio è impietoso: usa batte italia 6 a 0. come a tennis. non c'è partita. è inutile che invochiamo il fatto che loro vendono più dischi perchè il punto non è questo. quello che davvero conta è l'approccio alla musica, chiamiamola mentalità o attitudine, che hanno oltreoceano. su questo terreno siamo indietro di secoli, come lo era la russia zarista ai tempi di napoleone nei confronti della republique. gli uni avevano i servi gli altri i cittadini. noi dobbiamo ancora avere il nostro ottobre, ma temo che ci sarà solo un lungo autunno di mediocrità.
è una generalizzazione, me ne rendo conto, però serve ad avere un quadro di riferimento.
amen... (evviva l'ottimismo)
m.
Concordo con m.
RispondiEliminaIl "rock" in Italia ha 50 anni, un periodo più che sufficiente per produrre, se ci fossero le qualità, non dico i Beatles o gli Stones, ma qualche King Crimson o Pink Floyd.
E invece se guardiamo a cosa abbiamo prodotto, tolti i soliti tre/quattro nomi (Area, De Andrè etc) ci rimangono tanti gruppi buoni e dignitosi ma assolutamente non in grado di rivaleggiare con una lunga serie di bands americane o inglesi, irlandesi o australiane, scandinave o francesi.
E' come la Svizzera nel calcio....o noi nel rugby....
almeno la Russia zarista aveva i Čechov, I Turgenev e i Dostoevskij, e può vantarsi di essere la culla del Romanzo Moderno.
RispondiEliminaNoi abbiamo Sandro Bondi.
Io non la vedo proprio così,invece...molte cose decisamente importanti le abbiamo prodotte noi in primis,anche in ambito strettamente ROCK (anzi,forse proprio qui sta l'errore,di vedere sempre tutto relegato agli schemi tipicamente anglosassoni).
RispondiEliminaDicvamo proprio pochi giorni fa con Pibio che John Cipollina(ma anche altri)ritiene che una delle maggiori influenze sulla psichedelia americana(visto che si parlava di questo)sono le colonne sonore di ENNI MORRICONE...ma lo stesso si potrebbe dire di autori classico-contemporanei come Bruno Maderna,Luciano Berio ed altri...così come rammento che uno dei padri del free-jazz è stato Giorgio Gaslini,riconosciuto da tutti(compreso Miles Davis e Coleman).Gli stessi fenomeni di importazione più popolari,dal rock'n'roll al progressive passando per il beat:erano si di derivazione "straniera" ma arrivavano qui con connotati tipicamente locali e alfine spesso risultavano addirittura originali...solo che io potrei fare un elenco infinito di nomi,ma sono sicuro che di questi alla fine solo pochi o una cerchia ristretta di noi(intendendo NOI come fruitori di musica in generale)li conoscono o ne hanno ascoltato anche solo un pezzo !
Questi finiscono sui mercati del collezionismo a cifre altissime,dopo decenni che pochi o nessuno se li sono cagati e magari vanno a fare una tournee di qualche mese in Giappone,ma per sbarcare il lunario in questo paese dove le strutture sono MINIME debbono fare ben altro:il turnista se tutto va bene,oppure creare gingles pubblicitari,suonerie per cellulari e altre cazzate...tutto qui.
Risvolto politico:non c'è mai stata una sola finanziaria,negli ultimi 30 anni,che non abbia tagliato fondi alla cultura e allo spettacolo,come mai ???
Errata corrige:
RispondiEliminaanche in ambito NON strettamente ROCK
come mai,ma chi sarai, per fare questo a meee..
RispondiElimina(883)
questa si che e' musica
RispondiEliminaursus: è molto interessante il discorso legato ai finanziamenti alla cultura ed è sicuramente vero, a mio avviso, che alla maggioranza di italiani ahimé non fotte un cazzo di pagare le tasse per la cultura (meglio evadere se è possibile o non pagare l'ici per permettersi un cellulare nuovo ogni anno). tantomeno è sensibile una compagine di governo che ha come esponente alla cultura il sommo poeta sandro bondi e che populisticamente demonizza il pagamento delle tasse. penso però che quella sia solo una parte del problema.
RispondiEliminadal secondo dopoguerra, fino a tutti gli anni 70 il cinema italiano è stato un esempio di primissimo piano a livello cinematografico. tra i migliori al mondo. c'erano fellini, pasolini, visconti e rossellini, ma c'erano anche mario bava, sergio leone e, perché no?, anche barbara bouchet. c'era alta cinematografia e film a basso budget. questi ultimi non erano affatto spazzatura, ma alle volte dei veri capolavori. ce la giocavamo alla grande con hollywood. davvero una scuola eccezionale.
anche oggi esiste una cinematografia che non ha bisogno di grandi investimenti e sa produrre bei film. non in italia, però (a parte rarissime eccezioni). se qualcuno ha visto le vite degli altri, irina palm o giù al nord avrà notato che sono girati con pochi attori, poche scenografie, poco tutto...ma con molte idee e tanta qualità. sono film da ricordare. in italia non siamo più capaci difare film che non siano:
1) bologna 1977
2) vacanze di natale
3) drammi familiari (tradimenti, figli drogati, ecc)
magari gli attori sono pure bravi, i soldi ci sono....forse manca un pò di coraggio o un tantino di idee fresche?
aspettiamo i nuovi spaghetti western o i polizieschi all'italiana. ma temo ci verrà il latte alle ginocchia a furia di pazientare...
m.
Io temo sempre di tirare fuori la solita solfa: negli anni 60 e 70.
RispondiEliminaMa constato ogni volta che è così.
La cultura, o meglio, la spinta culturale in Italia ad un certo punto si ferma, si esaurisce e non esce più nulla (o molto poco).
Altrove cresce, si espande, esplode, si rinnova, senonaltro CAMBIA.
Qui tutto fermo
Anche questa noiosissima rilettura degli anni 70 e che due palle !!!
A parte che è fatta con i piedi e nel modo più "moderato" , "equilibrato" e inoffensivo , possibile che non si riesca a guardare avanti ??
infatti il problema è solo in parte nei cineasti o in chi fa musica. quello che affligge il nostro paese è un decadimento morale (non consideratemi un bacchettone...parlo ad esempio del senso di solidarietà che si è smarrito e di tutte quelle belle cose che hanno a che fare con il rispetto degli altri, in primo luogo di chi è più svantaggiato socialmente) e culturale. il riflesso in questo campo è impietoso. altro che Dostoevskij!
RispondiEliminami sembra sempre più di vivere circondato da zombie (e dire che al cinema mi piacevano pure tanto). che dire? quelli veri sono proprio tristi e hanno un aspetto meschino e volgare. quelli di una volta si che erano zombies (e mettiamola sul ridere madonna maiala)
m.
OK,se si parla del contesto generale negli ultimi decenni sono pienamente d'accordo:nulla si è più tentato se non in termini minimi e sempre più elitari(in campo cinematografico poi persin peggio che in campo musicale)e sono altrettanto d'accordo sul fatto che le reminiscenze e i dubbi revival sono sempre più patetici...mi sembrava di aver capito un'altra cosa,invece,ma probabilmente ho frainteso.
RispondiEliminaPurtroppo però,torno a dire,siamo arrivati a questo punto perchè le strutture che fino a qualche tempo fa sostenevano i nuovi artisti e le nuove menti sono finite a schifio(per dirla alla sicula!)e mentre da più parti del mondo si nutre interesse verso scene italiane più o meno underground,qui da noi per poter suonare in una sala decente ti chiedono di fare "le cover di Vasco" altrimenti non ci metti piede...temo che l'ignoranza e la disinformazione ultra-diffusa dalla tv ci abbia veramente disumanizzato,c'è un video intervista a Pier Paolo Pasolini su youtube che è davvero impressionante,dove lui parla dell'omologazione esattamente come si è realizzata in Italia negli ultimi anni...solo che ne parlava già più di 30 anni fa,ed è questa la cosa pazzesca.
Comunque sul ridere ce la metterò sempre,non c'è problema...altrimenti non si vivrebbe più.
ursus: se ti riesce posta il link all'intervista di pasolini.
RispondiEliminagracias
m.
Si chiama
RispondiEliminapasolini e l'omologazione
l'ho anche inserita sul profilo facebook di Tony (anche se lui non ci va mai,però...)
Cliccate sul mio nome,invece,per vedere il nuovo video No strange al caffè Basaglia (stasera invece vado a parlare con Mario lo spesso,vedremo di suonare anche lì presto E SE STAVOLTA IL GOBBO NON VIENE...non dico altro !)
Ursusss..ma non avevate gia la data allo United?
RispondiEliminaIl Gobbo
Dovrebbe essere il 27 Marzo,un sabato...ma vorremmo prima avere il disco già pronto,per cui speriamo di farcela,mal che vada si sposta ad Aprile.
RispondiEliminaInoltre c'è Cristina che sta organizzando altre storie colossali,robe mirabolanti.
allora la data c'era gia'..bene!
RispondiEliminaforza Cristina (se leggi) facce sogna'!!!
C
"Da noi" tutto fermo. Ora. Il perchè è semplice, mi spiace di non averlo letto in questi commenti. Siamo frammentati, come tutto quello che è "a sinistra" in Italia. Una scena nasce dall'aggregazione e negli anni '80 c'è stata una "scena" italiana che comprendeva generi che andavano dall'hardcore al gotico ma che era viva, univa, ti faceva stare a contatto pelle a pelle, emozione dopo emozione. Un concerto dei Negazione o dei CCM o dei CCCP erano una festa di gente prima che un concerto. Lo spettacolo era ANCHE sotto il palco. Quello che manca ora è innanzitutto la gioia di essere lì a strafarsi di musica col gruppo sul palco che ti dà il tempo. Dare ed avere. Ora ai ragazzini di ora insegnano le estremità. O sei il Personaggio o stai lì passivo a fare da figurante, ma non deve esserci nessuna reciprocità e nessuno scambio di energia tra musicista e pubblico, al messimo un televoto. La scena indipentente italiana non esiste. E' un ologramma dal quale le majors captano i segnali per i prodotti da propinare alle tasche dei papy che possono sganciare 20 euro per un cd ai pargoletti. Poi non è che prima fossero rose & fiori, Antonio ad esempio può parlarvi diffusamente di una certa Spittle Records ed altre amenità simili, ma il punto è: non siamo nelle condizioni di aspettarci alcunchè da alcuno, se mai si manifesteranno le condizioni per un mercato veramente alternativo a quello attuale sarà solo perché qualcuno si è aggregato e s'è fatto un culo come uno sbadiglio di ciuco per creare una scena che raccolga chiunque vuole un approccio alla musica differente da quello che vediamo promuovere verso le nuove generazioni. Aggregato, non per i cazzi suoi. Non è una differenza da poco.
RispondiEliminaUrsus said:
RispondiElimina"Risvolto politico:non c'è mai stata una sola finanziaria,negli ultimi 30 anni,che non abbia tagliato fondi alla cultura e allo spettacolo,come mai ???"
Perché il FUS va per la stramaggior parte in mano ad altri privilegiati nemici del popolo che quando smettono di mangiare in quella greppia passano ad un'altra greppia più capiente. E che quindi hanno a cuore lo spettacolo quanto io ho a cuore la salute di Sandro Bondi. Che spero schianti ieri. Ergo: nessuno difende da 30 anni il FUS per ragioni oggettivamente plausibili e per amore dell'Arte.
Sono un lavoratore del settore, tante volte tu sospettassi che non sappia di cosa parlo.
No no,lo sai benissimo...infatti sono perfettamente d'accordo.
RispondiEliminaE l'aggregazione di cui parlavi non esiste più proprio per i motivi sopraelencati,complice l'enorme disastro prodotto dalle tv e dai mezzi di rincoglionimento di massa:ma ormai è un circolo vizioso in cui non si vedono vie d'uscita...mi auguro che non duri per sempre,altrimenti possiamo metterci tutti a coltivare zucchine e peperoni,davvero(fortunato Tony che vive in campagna!)
Concordo con Sassicaia che negli anni 80 la "scena" era un "brodo primordiale" che si componeva di gente sopra e sotto il palco, che suonava e all ostesso tempo recensiva sulle fanzines autoprodotte, che si organizzava i concertri , organizzandone nel contempo per gli altri, che improvvisava festivals etc etc
RispondiEliminaC'era attività.
Spesso scoordinata e caotica, ma era qualcosa di VIVO.
Ora la spinta si è esaurita, è finita in niente e il concetto di "indipendente" non significa più nulla (un po' come il concetto di "sinistra").
You recognize, people unceasingly manufacture comments when anything is predicted to prove in 2012, like “fairly that is if the age is still here.” You do understand that the Mayans predict the world will finish on Dec. 21 (or 23rd)? So in all distinct possibility if anything is accepted to turn up in 2012 there is only the slimmest feasibility that the everybody will secure ended before it happens.
RispondiElimina[url=http://2012earth.net
]doomsday 2012
[/url] - some truth about 2012