giovedì, settembre 24, 2020
Stefano Spazzi - Arcipelago Mod
L'approdo della (sotto)cultura MOD in ITALIA.
Siamo nei primi anni 80 e sull'onda di Jam, "Quadrophenia" e della scena inglese, anche da noi mette le radici un movimento di estrazione britannica ma che trova in breve tempo centinaia, poi migliaia, di affascinati adepti.
STEFANO SPAZZI è andato pazientemente alla ricerca di quegli anni, scavando tra protagonisti, soprattutto rappresentanti della scena musicale.
Parlando direttamente con loro, cogliendone una visione matura, che, ancora, 40 anni dopo, ha tante cose da dire.
Si parla di Statuto, Underground Arrows, Four By Art, F104, Mads, Five Faces e tanti tanti altri.
Parlano Oskar e Naska degli Statuto, Roberto Falsetti e Stefano Bellezza degli Underground Arrows, Francesco Gazzara, Leo Mastropierro, Francesco Ficco dei Lager, Bruno Pisaniello, Flavio Candiani, Valerio Frezza, Roberto Stortoni, Marco Ciari, Claudio Vandini degli F104, Giorgio Lanteri dei Five Faces, Checco Garbari della scena bolognese (inclusa quella dei 60's), Stefano Steve Marzaroli, Tazio Roversi, Cesare Ferioli, Alessandro Forti.
E ancora la Glory Girl italiana per eccellenza, Clelia Lucchitta, Gene Guglielmi, protagonista nei 60's, Andrea Maccarone.
Ho dato a Stefano una serie di dritte, contatti e idee.
Contento di essere parte di questo progetto, ulteriore importante testimonianza di un momento irripetibile.
Una breve intervista all'autore ci introduce meglio all'opera.
1) Cosa ti ha spinto a intraprendere questa ricerca?
la motivazione che mi ha spinto ad intraprendere questa ricerca è stata la consapevolezza di confrontarmi con una delle culture underground più importanti del '900 tanto per incisività sul tessuto connettivo sociale che per senso di appartenenza.
Tra l'altro comprendendo che il segmento del mod revival in Italia era poco o per nulla indagato quanto a pubblicazioni specifiche e di contro ricco di spunti di riflessione.
2) Che metodologia hai seguito ?
Il lavoro è maturato a seguito dei colloqui con Tony, coautore della pubblicazione, insieme al quale abbiamo elaborato le linee guida del lavoro.
Lui veniva da numerosi testi che indagavano differenti realtà musicali, da parte mia potevo annoverare alcuni libri di indagine musicale, tra cui due sul beat, e da quell'impiantistica abbiamo poi deciso di partire.
Il libro non si propone di essere solo un "elenco" delle realtà del movimento ma di scandagliare il fenomeno da un punto di vista socio-antropologico oltre che ovviamente musicale.
3) Cosa ti ha e più ti affascina della cultura Mod?
Mi affascinano molte cose, naturalmente il dato musicale, e probabilmente sopra questo l'estetica Mod nella sua essenza, la simbologia, l'appartenenza, l'impermeabilità a mode che avrebbero potuto contaminarla e quindi il suo essere né vecchia né nuova, ma solo e sempre Mod al di là di tutto.
4) Cosa ti aspetti da questo libro?
Mi aspetto che questa pubblicazione possa essere riconosciuta dai Mods come un'analisi serena ed obiettiva del fenomeno con l'auspicio di esserne riuscito a coglierne lo spirito generatore, e che da tutti gli altri potenziali lettori possa essere visto come un libro per approfondire un argomento cui magari si sono avvicinati solo marginalmente.
5) Hai avuto difficoltà a reperire tutti i protagonisti? Ci sono state reticenze o dinieghi?
Nessuna difficoltà, anzi una spiccata propensione a raccontare il periodo da molte angolature diverse.
Stefano Spazzi
Arcipelago Mod
Crac Edizioni
18 euro
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