lunedì, agosto 26, 2019
Antonio Scurati - M. Il figlio del secolo
Una maratona storico romanzesca di 820 pagine (primo capitolo di una trilogia) in cui Scurati ripercorre passo per passo, quasi giorno per giorno, l'ascesa al potere di Mussolini, dalla Fondazione dei fasci da combattimento nel marzo 1919 fino al delitto Matteotti nel giugno del 1924 di cui il "Duce" rivendica sostanzialmente la paternità, senza alcuna decisa opposizione ma tanta accondiscendenza.
Fatti e personaggi di questo romanzo documentario NON sono frutto della fantasia dell'autore.
Il percorso è dettagliatissimo, appassionante e coinvolgente (e passi, come in molti gli hanno fatto notare, se ci sono imprecisioni o una modalità descrittiva che rende Mussolini quasi "simpatico" - in realtà non gli risparmia minimamente la responsabilità delle malefatte, uccisioni, bastonature mortali e invalidanti che i suoi accoliti impunemente spargevano nella Penisola, Emilia, Lombardia e Toscana in particolare).
Il Mussolini saprofita, abile e astuto stratega, che divora la "sinistra" che si divide progressivamente in quattro parti, trova l'astensione e spesso l'appoggio di popolari e liberali, un Re incapace e connivente, l'appoggio di agrari, industriali, intellettuali (da Pirandello a Benedetto Croce) ricorda tragicamente (se non fosse farsa) certe esperienza attuali.
"Tutta gente scossa nella propria fibra più intima da un desiderio incontenibile di sottomissione a un uomo forte e, al tempo stesso, di dominio sugli inermi.
Sono pronti a baciare le scarpe di qualsiasi nuovo padrone purchè venga dato anche a loro qualcuno da calpestare"
"L'Italia non ne può più dei soliti giochi, di voci di corridoio, di sospiri perduti, di incruente e inconcludenti congiure di palazzo, la gente è stufa di essere rappresentata in Parlamento soltanto nei suoi difetti.
Gli italiani, sono, insomma, nauseati da se stessi.
Quasi tutti, e anche alcune delle sue vittime, augurano lunga vita e una "salute di ferro" all'uomo dell'emergenza purchè spurghi la ferita infetta.
Alla malattia che deve curare se stessa".
Alla fine vince:
Nessuno voleva addossarsi la croce del potere.
La prendo io.
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