lunedì, gennaio 07, 2019

Intervista a Henry Rollins



Nell'ultima foto l'articolo uscito ieri sul quotidiano "Libertà".

Riporto l'intervista concessami da HENRY ROLLINS per il mensile CLASSIC ROCK (su cui ne è stata pubblicata una versione più stringata). Di seguito anche la versione originale in inglese (la traduzione in italiano è la mia, spero corretta...).

1) Sono stato coinvolto, anch'io, nella scena hardcore nei primi anni '80.
Quell'esperienza mi ha insegnato molte cose per il resto della mia vita, dal DIY allo Straight Edge. È stato così importante anche per te?
La tua vita sarebbe diversa senza "quegli (importanti) anni"?


HR:
Penso che essere in una scena cosi' tanto aggressiva, in cui era arduo stare, in cui dovevi lottare per la maggior parte delle cose, era difficile in quel momento ma alla fine è stata una buona cosa per me.
Ha reso la maggior parte delle cose che ho incontrato andando avanti nella mia vita relativamente più facili, al confronto.
Penso che la mia vita sarebbe stata quasi completamente diversa se non avessi passato questo, da quello che faccio ora a come faccio tutto.

2) Molti ragazzi della nostra generazione hanno combattuto contro il fascismo, il razzismo, il fanatismo, l'omofobia.
Viviamo entrambi in due paesi, l'Italia e gli Stati Uniti, dove tutto questo è tornato e continua a crescere.
Cosa è andato storto ?
Abbiamo fallito la nostra missione?


HR:
Non penso che fosse necessariamente la missione del Punk Rock risolvere tutti questi problemi.
Tutti i ragazzi ubriachi nei concerti che ho fatto in Italia, sono in prima linea nella battaglia contro l'oppressione?
Sono quelli che stavano per cambiare le cose?
Le persone nei concerti nel Regno Unito che hanno passato il tempo sputandomi addosso, sono là fuori a cercare di fare andare le cose in meglio?
Credere che ci fossero una "missione" e un piano in atto è bello da pensare, ma non è esattamente quello che credo.
Penso che ci siano state persone che hanno scelto di opporsi assolutamente a queste cose, ma non che sia stata una dichiarazione di intenti su ciò per cui la musica è stata creata.
Ricordo che all'improvviso c'erano tutte queste regole, ma non ho mai visto alcun documento in merito.
Non si può fare questo, non posso fare quello, ecc.
In quel momento avevo quasi finito di provare a far parte di ogni scena.
Mi piace la musica che mi piace ma non provo assolutamente alcun cameratismo o fedeltà a nessuna scena.

  3) Quando eri giovane, cosa vedevi nel tuo futuro?

HR:
Pensavo che avrei lavorato dietro a un bancone da qualche parte per il resto della mia vita.
Ho pensato che avrei solo resistito e apprezzato quello che potevo.
Sapevo di avere qualcosa ma non sapevo cosa fosse o cosa farmene.
Mi sono riconciliato con me stesso per affrontare il fatto che la vita sarebbe stata dura.

  4) Sei stato musicista, attore, scrittore, hai partecipato a spettacoli di parole e talk show radiofonici.
Ci sono alcuni di questi ruoli artistici che preferisci?


HR:
Niente di particolare.
Per me è lavoro e sono sempre alla ricerca di lavoro.
Se il tour in cui mi trovo finisse con l'opportunità di lavorare su un film che inizierà il giorno successivo per sei mesi, andrebbe bene.
Se fossero mesi ad editare un libro, sarebbe perfetto.
Sono grato per tutto ciò che mi capita.
Io non sono un artista, quindi tutto ciò che non sia il salario minimo è solitamente buono per me.

  5) So che sei un caro amico di Ian MacKaye.
C'è qualche altro ragazzo della "vecchia scena" in cui sei ancora in contatto?


HR:
No. Non mi tengo in contatto con molte persone.
E-mail occasionali a membri di alcune band da "back in the day" ma non regolarmente.

  6) Hai viaggiato in tutto il mondo nel corso degli anni. Qual è il tuo paese preferito che hai visitato? E il posto peggiore? Che ne pensi della Corea del Nord?
Alcuni ricordi sull'Italia?


HR:
Il mio paese preferito fuori dagli Stati Uniti sarebbe l'Australia.
Potrei tranquillamente vivere lì.
Non riesco a pensare ad un "posto peggiore" ma, detto questo, alcuni posti sono difficili.
Parti di Africa, India e Bangladesh sono difficili per le persone che vivono lì.
Non posso definirli brutti posti perché le persone sono brave.
La Corea del Nord era triste.
Le persone che ho visto sembravano affamate e spaventate.
Meritano di meglio.
Ho suonato in Italia molte volte.
Non c'è mai stato un buon momento da ricordare.
Non sono sicuro che mi piacerebbe tornarci.

  7) Qualche possibilità di vederti di nuovo coinvolto nella musica?

HR:
No. Ho finito con la musica molti anni fa come performer.

  8) Siamo cresciuti nell'era del vinile.
Ora tutto è disponibile tramite internet. Pensi che le nuove generazioni abbiano perso qualcosa senza quel modo di ascoltare la musica, tenendo qualcosa di reale nelle tue mani, cercando ogni indizio nell'artwork della copertina?


HR:
Penso che il vinile e il nastro siano ancora il modo migliore per ascoltare musica.
Penso che ci sia stata una rinascita di grande successo del vinile e che molti giovani apprezzino davvero la riproduzione analogica.
Naturalmente, ci sono un sacco di streaming e download ma la qualità sonora non è lontanamente altrettanto buona.
La cosa che mi infastidisce è che molte persone potrebbero non sapere mai cosa stanno perdendo e che in realtà si stanno perdendo.

  9) È stato difficile rimanere lontano dalle droghe da anni (gli anni '80, in particolare in Italia) quando tutti quelli intorno a te (che suonavano il punk o la musica rock in particolare) lo facevano?

HR:
Niente affatto.
Quello era un mondo che non ha mai avuto alcun interesse per me.
È un vicolo cieco.

  10) Un'ultima (sciocca) domanda: puoi nominare qualche disco che porterai con te sulla famigerata isola deserta?

HR:
"The Black Album" dei Damned. C'è molta musica diversa. È diventato subito uno dei miei preferiti.


ORIGINAL ENGLISH VERSION

1) I’ve been involved, me too, in the hardcore scene in the first 80’s. That experience teached me a lot of things for the rest of my life, from DIY to straight edge attitude. Has been so important for you too ? Would your life be different without “those (important) years” ?

HR:
I think being in a scene that was very aggressive, hard to get by in, where you had to struggle for most things, was hard at the time but ultimately a good thing for me. It’s made most things going forward in my life relatively easy by comparison. I think my life would be almost completely different had I not been through that, from what I do now, to how I do everything.

2) Many kids of our generation fought against fascism, racism, bigotry, homophobia. We are both living in two countries, Italy and USA, where all this is back and still rising.
What went wrong ? Do we failed our mission ?


HR:
I don’t think it was necessarily the mission of Punk Rock to solve all these problems.
All the drunk kids at shows I did in Italy, they’re on the forefront on the battle against oppression? They’re the ones who were going to change things? The people at the shows in the UK who spent the show spitting on me, they’re the ones out there making things better? I think that thinking there was a “mission” and that there was a plan in place and there was a pass/fail gradient that was attached is nice but doesn’t exactly hold water to me. I think there were absolutely people who chose to oppose these things but I don’t think it was a mission statement of what the music was made for.
I remember that suddenly, there were all these rules but I never saw any paperwork. Can’t look like this, can’t do that, etc. That’s when I was pretty much done with trying to be part of any scene.
I just like the music I like but I feel absolutely no camaraderie or fidelity to any scene anywhere.

3) When you were young, what did you see as your future?

HR:
I thought I was going to be working behind the counter somewhere for the rest of my life.
I figured I would just tough it out and enjoy what I could. I knew I had something but I didn’t know what it was or what to do with it.
I reconciled myself to face the fact that life was going to be a grind.

4) You’ve been musician, actor, writer, you’ve been into spoken word shows and radio talk show. There are some of these artistic roles that you prefer ?

HR:
Not really. For me, it’s work and I’m always looking for work. If the tour I’m on ended with an opportunity to work on a film starting the next day for six months, that would be fine. If it was months of editing a book, that would be fine.
I’m grateful for anything that comes my way. I’m not an artist, so anything that’s not minimum wage work is usually good to me.

5) I know you're a close friend of Ian MacKaye. Is there some other guy from the “old scene” you’re still in touch?

HR:
No. I don’t keep in touch with many people. Occasional emails to band members of a few bands from “back in the day” but not on any regular basis.

6) You’ve traveled all over the world over the years. What is you favourite country you’ve visited? And the worst place ? What about North Korea? Some memories about Italy?

HR
My favorite country to be out outside of USA would be Australia.
I could easily live there. I can’t think of a “worst place” but that being said, some places are tough. Parts of Africa, India and Bangladesh are hard on the people that live there.
I can’t call them bad because the people are good. North Korea was sad. The people I saw looked hungry and scared. They deserve better. I’ve played in Italy many times. It was never a very good time. I’m not sure I would ever go back.

7) Any chance to see you involved in music again ?

HR:
No. I was done with music many years ago as a performer.

8) We grown up in the “vinyl era”. Now everything is available through internet.
Do you think that the new generations have lost something without that way of listening music, holding something real in your hands, searching for every clue in the artwork ?


HR:
I think vinyl and tape is the best way to go. I think there’s been a very successful resurgence of vinyl.
I think a lot of young people truly value analog play back. Of course, there’s a lot of streaming and downloading and the sonic quality of that isn’t remotely as good. The thing that bugs me is that a lot of people might not ever know what they’re missing, and they really are missing out.

9) Has been difficult to stay away from drugs in years (the 80’s, in Italy especially) when everybody around you (playing punk or rock music especially) were into that ?

HR:
Not at all. That was a world that never held any interest for me whatsoever.
It’s a dead end.

10) A last (silly) question: can you name some record you would bring with yourself on the infamous desert island ?

HR:
The Black Album by the Damned. There’s a lot of different music on it.
It became one of my favorite records as soon as I heard it many years ago.

6 commenti:

  1. Sembrano quasi le risposte che avrebbe potuto dare Lou Reed in un'intervista....questione droghe esclusa, of course....

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  2. sembra proprio scocciato in questa intervista... nei suoi "talks" solitamente e' positivo con un ironia un po' tagliente ma comunque simpatico.
    Un po' mi e' dispiaciuto leggerlo cosi'.

    B.

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  3. Nelle interviste è SEMPRE scocciato :) Meno male che era via mail....

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  4. Mi ricordo un vecchio commento di Rollo: "Quando niente intorno a te funziona, allora sai che sei in Italia". C'è da dispiacersi per questi commenti ma so di cosa parla, credo.
    La prima volta che suonò da noi fu quella dei famosi fatti dell'Odissea 2001, una bolgia inferale.
    L'ultima volta con la Rollins Band ero presente, Arezzo Wave edizione 2000. Salgono sul palco e dopo 3 minuti viene giù una sezione dell'americana con le luci colorate; io me ne sarei andato, loro continuano a suonare con delle poco scenografiche luci bianche fisse.
    Il pubblico era interessato ma sotto palco si crea il vuoto a causa di una decina di reduci degli anni 80 che avevano deciso, dopo tanti anni, di calarsi acidi o pasticche e ritenevano che la Rollins Band fosse la colonna sonora ideale per andare in giro ad abbracciare e sbaciucchiare gente a caso. Pietosi... E scusate se quando sento i sermoni in stile "Ai miei tempi noi blah, blah, blah" mi ricordo sempre di questi tizi, un paio dei quali erano impegnati ai tempi in band oggi considerate in qualche modo di culto nella scena dark/wave e quelle cose là.
    Loro, nonostante tutto, suonarono da Dio, una macchina da guerra, mai visto tante mascelle spalancate.

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  5. Sì, ma sono le solite domande, dovrebbe esserne entusiasta? Sarà la duemillesima volta che risponde sui "good old days", ian mackaye, i viaggi... va capito. e apprezzato per il fatto che comunque risponde!

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