lunedì, agosto 06, 2018

Intervista ai Kula Shaker



Per gentile concessione di CLASSIC ROCK riporto un'intervista a Crispian Mills dei Kula Shaker di un paio di anni fa

L'attività musicale di Crispian Mills non è mai stata semplice né tantomeno banale.
Il successo raccolto con il primo album K dei Kula Shaker non bastò a preservare la band da una serie di stroncature del secondo, pur ottimo, lavoro che li indusse ad uno scioglimento prematuro.
Anni confusi con la buona nuova creatura The Jeevas e altri progetti, per poi tornare alla casa madre nel 2004 e produrre altri due dignitosi album.
Con il nuovo lavoro, K 2.0, la band inglese conferma tutte le qualità che gli abbiamo sempre riconosciuto, ritrovando freschezza e entusiasmo che le parole di Crispian Mills ben trasmettono con, in allegato, una buona dose di umorismo e ottimismo.


Avete sempre avuto un sound di estrazione esplicitamente 60's, vicino ad influenze Indiane soprattutto a quelle che importò George Harrsion con i Beatles.
E' stato l'amore per i Beatles e George ad influenzare la tua scelta nell'abbracciare anche la filosofia indiana o una scelta personale indipendente da quella musicale?


Non la chiamerei “scelta” ma più precisamente una “chiamata”.
Per esempio, la gente non sceglie razionalmente di chi si innamora.
E' la stessa cosa per la musica e l'arte.
Non ti siedi e decidi cosa ti piace o ti può influenzare. Succede e basta.
Detto questo, Sir George o Hari's Son (Crispian gioca con le parole ndr) è stato e continua ad essere una grande influenza per me e la band.

La carriera dei Kula Shaker non è stata facile tra brusche interruzioni, scioglimenti, reunion.
Hai qualche rimpianto per tutti questi cambiamenti ?


Nessun rimpianto Miss Piaf (altro gioco di parole sull'inglese rimpianto/regret e la canzone di Edith Piaf Je ne regrette rien).
Non sono mai stato capace di fare il businessman né mi è mai piaciuto essere una pop star, il che non ha aiutato la mia carriera.
Puoi avere una hit ma se sei giovane e non hai il giusto supporto finisci per schiantarti ed è quello che ci è successo nel 1999.
Gli allarmi suonavano, le luci si erano accese e io schiacciai il pulsante di espulsione del pilota.
Gli ultimi 15 anni non sono stati facili, molto confusi ma ho lavorato duramente, trovato me stesso, diventato padre, ritrovato il mio potenziale di artista e l'amore per la musica.

Credo che il vostro secondo album fosse un gran lavoro.
Perchè pensi sia stato stroncato dalla critica ?


Era un album teatrale e magniloquente ma credo che i critici tendano a seguire le mode e la convenzionalità.
PIGS, PLEASANTS... raccontava una storia molto operistica, antica, a più livelli. Molto sopra le righe e schizofrenica e che rifletteva bene il nostro stato mentale. Liricamente era molto avanti.

Cosa ascolti di solito?

Ascolto un sacco di musica classica Indiana quando sono da solo.
Continuo a scoprire e riscoprire musica anche grazie ai miei figli che hanno 4 e 7 anni. Gli ho fatto ascoltare l'altro giorno LED ZEPPELIN 4 e sono letteralmente impazziti. Recentemente ho comprato i dischi di Courtney Barnett, Prince Rama, Bombino e, non ci crederai, Foreigner.

Il nuovo album è pieno delle più svariate influenze dal tipico sound dei Kula Shaker a funk, soul, folk, country.

Credo che i Kula Shaker abbiano completato un cerchio, ritornando alle loro origini. Un ritorno e un nuovo inizio.
Quando ci siamo accorti che il 2016 era il ventesimo anniversario del nostro esordio ha smosso il nostro atteggiamento da asini pigri.
Così abbiamo avuto un obbiettivo concreto che ci ha spronati a mettere a fuoco il lavoro in sala di registrazione. La pressione che si siamo auto imposti ha creato un mix di creatività ed emozione che credo si senta nell'album.

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