venerdì, marzo 21, 2014

Rosa Balistreri



Personaggio UNICO della canzone italiana, una vita violentissima di abusi e soprusi subìti a cui rispose cantando, con voce alta, ferma e parole dirette, altrettanto violente e senza metafore.
I brani sono sempre in siciliano, chitarra e voce, imperiosi, apparentemente minimali, spesso invece armonicamente complessi con un approccio vocale rabbioso, raramente dolce e malinconico.I testi denunciano i mali della società siciliana dell’epoca. Rosa parla di mafia, povertà, politica senza peli sulla lingua, la base musicale è spesso esplicitamente blues (“Vurria fari n palazzu” ad esempio è un boogie blues ossessivo da Delta del Mississippi).


ROSA BALISTRIERI nacque a Licata nel 1927 da famiglia poverissima con padre violento, amante del gioco e del vino e un fratello invalido.
Si sposò con Iachinuzzu e dopo che il marito si giocò il corredo della figlia tentò di ucciderlo e finì in prigione per sei mesi.
Uscita dal carcere fece i lavori più umili per mantenere la figlia, lavorò presso una famiglia ricca, fu messa incinta dal figlio di costoro, illusa prese alcuni oggetti da casa per fuggire con lui ma fu denunciata e di nuovo arrestata. Il figlio nacque morto.
Nel talking blues (potrebbe essere un pezzo di John Lee Hooker!) “Buttana di to ma” canta:

Puttana di tua Madre, sono in galera.

Senza aver fatto nemmeno un millesimo di danno.

Tutti gli amici miei, sono stati contenti
 quando mi hanno portata in carcere

Tutti gli amici miei, traditori e carogne 
e quello che ha mangiato la castagna

Quando mi hanno arrestata ero innocente

era il giorno di "Ognissanti"
e non sono morta, no,
sono ancora viva
 c'è olio nella lampada, e ancora arde

Se Dio vuole ed esco da questa tana

la risposta gli darò ai traditori.

Devono pur passare questi ventinove anni

undici mesi e ventinove giorni


https://www.youtube.com/watch?v=uEpf5LrjDeg

Uscita dal carcere, visse per strada, trovò lavoro come custode in una chiesa dove visse nel sottoscala con il fratello ma fu molestata dal prete, rubò le elemosine e fuggì a Firenze, una delle sorelle lasciò la casa per raggiungerla ma il marito la inseguì e la uccise. Il padre per il dispiacere si impiccò.
Fu a Firenze che entrò nel giro artistico e conobbe Dario Fo (con cui partecipa nel 1966 allo spettacolo di canzoni popolari titolo Ci ragiono e canto), Ignazio Buttitta, Mario De Micheli e il pittore Manfredi Lombardi con cui vivrà per dodici anni.
Torna a Palermo nel 1971 dove frequenta il pittore Guttuso.
Viene esclusa dal festival di Sanremo del 1973 con il brano Terra che non senti.

Nel 1974 partecipò, assieme ad altri esponenti del folk, ad un'edizione di Canzonissima.

https://www.youtube.com/watch?v=Z3BAnhtAH1Q

Morì nell'ospedale palermitano Villa Sofia per ictus cerebrale durante una tournée in Calabria nel 1990.

https://www.youtube.com/watch?v=85FtZrbcp7k

Le mie storie di miseria provocheranno guai a molti pezzi grossi il giorno in cui l'opinione pubblica sarà più sensibile ad argomenti come la fame, la disoccupazione, le donne madri, l'emigrazione, il razzismo dei ceti borghesi…
Finora ho cantato nelle piazze, nei teatri, nelle università, ma sempre per poche migliaia di persone.
Adesso ho deciso di gridare le mie proteste, le mie accuse, il dolore della mia terra, dei poveri che la abitano, di quelli che l'abbandonano, dei compagni operai, dei braccianti, dei disoccupati, delle donne siciliane che vivono come bestie.....


https://www.youtube.com/watch?v=b693OYHcwGc

«Ho imparato a leggere a 32 anni.
Dall'età di sedici anni vivo da sola.
Ho fatto molti mestieri faticosi per dare da mangiare a mia figlia.
Conosco il mondo e le sue ingiustizie meglio di qualunque laureato.
E sono certa che prima o poi anche i poveri, gli indifesi, gli onesti avranno un po' di pace terrena».
(“Qui Giovani” marzo 1973)


La mafia e li parrini (La mafia e i preti)

La mafia e li parrini

Si déttiru la manu

Poviru cittadinu

Poviru paisanu


La mafia e li parrini

Eternu sancisuca

Poviru cittadinu

Poviru paisanu


Unu isa la cruci

Lautru punta e spara

Unu minaccia 'nfernu

L'autru la lupara


Chi semu surdi o muti

Rumpemu sti catini

Sicilia voli gloria

Né mafia e né parrini

https://www.youtube.com/watch?v=JR1hBFufXsc

11 commenti:

  1. Vita di merda.
    Meglio non nascere neanche

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  2. Crist..ho la pelle d'oca.
    Massimo rispetto

    Alla sua memoria e a tutti voi comunque Buona Primavera

    "primavera non bussa lei entra sicura
    come il fumo lei penetra in ogni fessura.."

    C

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  3. Vita incredibilmente di merda ma da cui si è riscattata con una forza pazzesca. Una che andava sul palco in Sicilia vestita da prete e dava dei mafiosi alla chiesa. Che coraggio.

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  4. Grazie per questa "folgorazione" inaspettata !

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  5. rispetto finchè volete per la sua storia, ma musicalmente è inascoltabile, dai!

    The Real WC

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  6. boh. ho seguito i link di youtube, non resisto oltre i 15 secondi alle sue canzoni.

    The Real WC

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  7. aggiungerei Diogene di Sinope

    ciao

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