L'amico LEANDRO GIOVANNINI prosegue la rubrica dedicata allo YACHT ROCK, ambito musicale spesso vituperato ma che nasconde piccole gemme degne di essere scoperte.
Le puntate precedenti qua: https://tonyface.blogspot.com/search/label/Yacht%20Rock
Il connubio tra yacht rock e la sensibilità femminile ha dato vita a dischi di grande qualità, assolutamente all’altezza dei più celebri nomi maschili del genere.
Nonostante lo yacht rock sia spesso associato a voci maschili, diverse artiste donne hanno saputo imprimere una cifra stilistica unica, portando freschezza e profondità a questo genere.
Pioniere come Carly Simon, Rita Coolidge e Nicolette Larson hanno abbracciato le sonorità morbide e sofisticate dello yacht rock, arricchendole con una sensibilità vocale e lirica tutta al femminile. Anche per queste artiste vale la regola applicata nelle altre puntate: la selezione dei dischi è pensata in modo che possono essere ascoltati in streaming o in forma fisica, gli album introvabili su queste piattaforme non saranno recensiti.
Amy Holland
Amy Holland, vocalist molto attiva negli album di musicisti californiani, emerse sulla scena musicale all’inizio degli anni ’80 con il suo album omonimo, prodotto da Michael McDonald, futuro marito e membro dei Doobie Brothers. Le influenze della band sono chiaramente presenti nel disco, cosa che cambia nel suo secondo album. Anche in questo caso McDonald è alla produzione, ma a differenza del primo lavoro, ricco di cover, qui i brani sono per lo più originali, con quattro tracce scritte dallo stesso McDonald. L’abbinamento tra la voce delicata della Holland e la produzione del marito, caratterizzato da un mix equilibrato di pop, soul e soft rock, avrebbe meritato maggiore successo, nonostante il discreto riscontro ottenuto dal singolo “How Do I Survive”, tratto dal primo album.
Dischi consigliati:
“Amy Holland” - (1980, Capitol)
“On Your Every Word” - (1983, Capitol)
Brenda Russell
Nel 1983, Brenda Russell, dopo aver lasciato la A&M per la Warner Bros. con il produttore Tommy LiPuma, pubblicò Two Eyes, un album che, pur essendo un flop commerciale, è diventato un cult tra i fan dello YR. Il disco, scritto in gran parte dalla Russell, vanta collaborazioni eccezionali, tra cui David Foster, Bill LaBounty, Michael McDonald e Stevie Wonder. I brani spaziano dal pop-soul raffinato a ballad romantiche, come “It’s Something” e “Stay Close”. Nonostante il talento e la qualità degli arrangiamenti, l’album fu ignorato dai media dell’epoca, ma è stato riscoperto grazie anche al passaparola in rete.
Disco consigliato:
“Two Eyes” - (1983, Warner Bros.)
Carly Simon
Carly Simon non ha bisogno di presentazioni, e pur muovendosi in un raffinato pop influenzato dalla Westcoast californiana, l’album in cui si avvicina maggiormente al sound Yacht Rock è “Another Passenger” del 1976. Prodotto da Ted Templeman, il disco vede la partecipazione al completo dei Doobie Brothers e dei Little Feat in veste di musicisti e di altri turnisti di altissimo livello. Se i precedenti lavori della Simon erano già noti per la loro sofisticatezza, qui si va oltre: con l’aggiunta di Van Dyke Parks in una traccia, avete l’ingrediente giusto per il suo album migliore.
Eppure la sua raffinatezza – un mix di pop, folk, soul e blues – lo rese forse troppo sofisticato per il grande pubblico, tanto che raggiunse solo il 29º posto nella Billboard Hot 100.
Disco consigliato:
“Another Passenger” - (1976, Elektra)
Carole Bayer Sager
Carole Bayer Sager, autrice notissima e una delle figure più celebri del pop, vincitrice di un Oscar per la canzone “Arthur” e di innumerevoli altri premi, è stata anche cantante e ha firmato un album amatissimo dai fan dello Yacht Rock: “Sometimes Late At Night”. Prodotto da Burt Bacharach, suo marito all’epoca, l’album contiene brani scritti da entrambi, accompagnati da una formazione di musicisti di altissimo livello.
Si tratta di un concept album che racconta l’evoluzione di una relazione e le varie sfaccettature dell’amore, attraverso una prospettiva femminile, in cui la vulnerabilità della voce della Sager esprime perfettamente la fragilità dei rapporti e il desiderio di ricominciare.
Le canzoni sono il classico pop orchestrale di Bacharach, imponente e avvolgente, caratterizzato da un’intimità lirica e da una magnificenza musicale. L’aggancio con lo YR? Richard Page dei Pages come background vocal e la canzone “Stronger Then Before”. Una curiosità: nel brano “Just Friends”, la Sager duetta con Michael Jackson.
Disco consigliato:
“Sometimes Late At Night” - (1981- Boardwalk)
Charlie Dore
L’attrice e cantautrice inglese Charlie Dore ha pubblicato solo due album nel corso della sua carriera, ma è il secondo a poter essere accostato al sound dello Yacht Rock. Questo è dovuto sia alla qualità dei musicisti coinvolti, tra cui spiccano nomi di rilievo come Jeff e Mike Porcaro e Steve Lukather, sia alla scrittura dei brani. Le canzoni si distinguono infatti per un raffinato pop in stile West Coast, con una forte impronta cantautorale, che riesce a unire melodie accattivanti a sonorità morbide e sofisticate, tipiche di quel periodo e genere. In seguito la Dore lascerà la musica per dedicarsi alla carriera di attrice.
Disco consigliato:
“Listen” - (1981, Chrysalis)
Dara Sedaka
Figlia del celebre cantante Neil Sedaka, a 19 anni registrò un album prodotto da David Foster, pubblicato esclusivamente in Giappone.
Nonostante la partecipazione di musicisti di alto livello come Foster, Steve Porcaro, Steve Lukather e Michael Landau, e malgrado l’atmosfera leggera che caratterizza l’intero lavoro, l’album risulta piuttosto trascurabile. Anche se un paio di brani si distinguono per qualità, nel complesso è un’opera modesta, consigliata più che altro ai collezionisti.
Disco consigliato:
“I’m Your Girl Friend” - (1982, Canyon Records)
Deniece Williams
Deniece Williams è nota soprattutto per la sua collaborazione con Maurice White degli Earth, Wind & Fire, grazie al quale, nel 1976, pubblicò il suo album di debutto, che ottenne grande successo negli Stati Uniti. Tuttavia, per quanto riguarda il suo contributo al sound Yacht Rock, bisogna spostarsi al 1979, quando incise When “Love Comes Calling”.
Questo album, caratterizzato da un raffinato mix di pop e soul in stile losangelino, include anche qualche incursione nella dance meno cialtrona. Prodotto da David Foster e Ray Parker Jr., vanta una schiera di session men californiani di altissimo livello e arrangiamenti sontuosi.
Disco consigliato
“When Loves Come Calling” - (1979, Columbia)
Dionne Warwick
Anche Dionne Warwick ha un album che può essere ascritto allo Yacht Rock, anche se, tra i suoi million sellers dopo il passaggio alla Arista Records, è quello che ha venduto di meno.
“Friends in Love”, prodotto da Jay Graydon, è un classico esempio di “unpopular popular music”, un disco di pop-soul curato nei minimi dettagli e suonato dai migliori musicisti dell’epoca, che però non ha incontrato i gusti del pubblico adulto medio, incapace forse di apprezzarne tutte le sfumature. Eppure, le canzoni avevano tutto il potenziale per essere dei successi.
Disco consigliato:
“Friends in Love” - (1982, Arista)
Diana Ross
Nel 1983, Diana Ross intraprese una sfida audace con la pubblicazione dell’album Ross, cercando di cimentarsi nel pop raffinato e nell’adult-contemporary. Nonostante la presenza di produttori e autori di talento, tra cui Gary Katz, Michael McDonald e Donald Fagen, l’album non ottenne il successo sperato, forse a causa della mancanza di una produzione unitaria e dell’eccessivo uso dei synth, caratteristico dell’epoca.
"Ross" si configura oggi come un lavoro interessante ma frammentato, che riflette le ambizioni e i contrasti di una fase di sperimentazione musicale in ambito pop negli anni ’80.
Disco consigliato:
“Ross” - (1983, RCA)
Elkie Brooks
Elkie Brooks, cantante inglese, non è propriamente associata allo Yacht Rock. Prima della sua carriera solista, ha suonato principalmente rock-blues, inizialmente in coppia con il marito Peter Cage e poi con Cage e Robert Palmer nel gruppo Vinegar Joe.
Con il suo secondo album solista, la Brooks ha esplorato sonorità che si avvicinano allo Yacht Rock, pur senza rientrarvi del tutto, spaziando tra pop-rock e pop-soul in un disco comunque interessante.
Disco consigliato:
“Two Days Away” - (1977, A&M)
Evie Sands
Evie Sands è un’altra cantante bianca profondamente innamorata del soul, genere a cui ha dedicato la sua carriera. Pur avendo pubblicato solo sei album in circa quarant’anni e ottenuto un singolo di successo negli Stati Uniti nel 1969, è con il suo secondo album solista che ha messo in luce tutto il suo talento.
Estate of Mind, composto in gran parte dalla stessa Sands, ha ricevuto un buon riscontro sia dalla critica, che dagli appassionati di musica soul. L’album colpisce per la sua raffinata miscela di soul e pop, grazie ai musicisti coinvolti e alla cura degli arrangiamenti, anticipando lo stile che sarebbe poi diventato tipico delle produzioni Yacht Rock.
Disco consigliato:
“Estate of Mind” - (1975, Haven)
Jaye P. Morgan
In Italia è poco conosciuta, ma J.P. Morgan fu una figura popolarissima negli Stati Uniti negli anni ‘50 e ‘60, grazie anche a due programmi televisivi da lei condotti.
Dotata di una voce perfetta per il soul, la Morgan non aveva mai esplorato questo genere fino al 1976, quando, dopo una carriera legata a brani pop e ballad jazz, fu scelta dal giovane David Foster per la produzione del suo primo album come produttore in proprio. In questo disco si possono già scorgere le fondamenta del sound che avrebbe caratterizzato il futuro dello Yacht Rock targato Foster.
L’album omonimo di J.P. Morgan è un piccolo capolavoro di pop raffinato e soul levigato, che avrebbe influenzato tutti quegli artisti in cerca di perfezione sia nella produzione che negli arrangiamenti, unendo la precisione tecnica all’eleganza stilistica che diventerà il marchio di fabbrica dello Yacht Rock.
Disco consigliato:
“Jaye P. Morgan” - (1976, Candor)
Karla Bonoff
Tra tutte le rivalutazioni, anche alcune di cui non ne sentivamo il bisogno, spicca l’assenza di un nome come Karla Bonoff. Nonostante il suo significativo contributo alla musica, la sua carriera non ha ricevuto l’attenzione che merita, e molti degli ascoltatori contemporanei potrebbero non conoscere il suo lavoro.
La sua capacità di scrivere canzoni che raccontano storie con una personalità emotiva rara, rimane una delle sue qualità distintive, rendendola una figura importante e spesso trascurata nel panorama musicale degli anni ’70. Il suo omonimo album solista, pubblicato nel 1977, è un capolavoro che ha ricevuto elogi sia dalla critica che dal pubblico. Questo disco contiene alcune delle sue canzoni più belle, come “Someone to Lay Down Beside Me” e “Home,” che catturano perfettamente la sua abilità nel descrivere emozioni complesse e storie di vita quotidiana.
La produzione curata e le melodie accattivanti hanno reso l’album un classico nel genere, influenzando molti artisti successivi.
Dischi consigliati:
“Karla Bonoff” - (1977, Columbia)
“Restless Night” - (1979, Columbia)
Kiki Dee
Il fan appassionato di Yacht Rock è un vero esploratore musicale, sempre alla ricerca di perle nascoste oltre le canzoni più popolari.
Kiki Dee, icona britannica soprattutto per il celebre duetto con Elton John in “Don’t Go Breaking My Heart”, nel 1978 registrò Stay With Me a Los Angeles, un album che incanta i veri conoscitori del genere. Prodotto da Bill Schnee, l’album vede la partecipazione dei Toto e di altri rinomati sessionman californiani, offrendo una sofisticata interpretazione del pop californiano. La voce della Dee si fonde perfettamente con questa atmosfera musicale ricca di qualità e raffinatezza, con brani notevoli come “One Step”, “Don’t Stop Loving Me” e “Safe Harbor”.
Disco consigliato:
“Stay With Me” - (1978, Rocket)
Lani Hall
Lani Hall è una cantante statunitense che ha iniziato la sua carriera come voce principale del gruppo Sérgio Mendes & Brasil ’66, con cui ha portato il sound della bossa nova negli Stati Uniti interpretando brani come “Mas que Nada” e “The Look of Love”. Dopo aver lasciato il gruppo, ha intrapreso una carriera solista, esplorando generi come pop, jazz e musica latina, spesso collaborando con il marito, il musicista Herb Alpert.
I suoi album da solista più vicini allo stile West Coast/YR sono Blush del 1980 e Albany Park del 1981; personalmente, preferisco il primo, un disco che coinvolge grandi musicisti come Jeff e Mike Porcaro, Jay Graydon, Greg Phillinganes e David Hungate. È un ottimo lavoro di pop raffinato, quando questo genere non era ancora sputtanato come oggi.
Dischi consigliati:
“Blush” - (1980, A&M)
“Albany Park” - (1981, A&M)
Laura Nyro
“Walk the Dog and Light the Light,” pubblicato nel 1993, segna l’ultimo album di Laura Nyro prima della sua prematura scomparsa nel 1997. Nonostante l’etichetta di “minore” data da alcuni critici, l’album è una sofisticata esplorazione del genere adult contemporary, resa possibile grazie alla produzione di Gary Katz, già produttore degli Steely Dan, che riesce a valorizzare appieno la sensibilità della Nyro.
Il disco alterna brani soulful e intimi, come “A Woman of the World,” “The Descent of Luna Rose,” “Art of Love,” e “Broken Rainbow.” Su dieci tracce, otto sono originali e due cover, arricchite dal contributo di talenti come i Brecker Brothers, Bernard Purdie e Michael Landau.
Dischi consigliati:
“Nested” - (1978, Columbia)
“Walk The Dog And Light The Light” - (1993, Columbia)
Laura Allan
Laura Allan è un nome poco conosciuto dagli appassionati di musica, ad eccezione forse dai fan della West Coast. Da giovane, la Allan strinse amicizia con Joni Mitchell, Jackson Browne e David Crosby; suo è l’autoharp del brano “Traction in The Rain”, contenuto nell’album “If I Could Only Remember My Name”. Nonostante le buone premesse, il primo album della Allan risale al 1978 ed è emblematico di come il termine yacht rock possa essere interpretato in modi diversi, poiché al suo interno si respirano atmosfere tipicamente westcoastiane, con una predilezione per i suoni acustici.
Il disco, caratterizzato da una voce delicata e rilassata, non ebbe un seguito immediato; la Allan tornò a incidere altri due album nel 1996 e nel 1999, prima della prematura scomparsa nel 2008, a soli 56 anni.
Disco consigliato:
“Laura Allan” - (1978, Elektra)
Laureen Wood
Laureen Wood è una voce di spicco nello yacht-rock, con due album solisti che si distinguono: “Cat Trick” e “Laureen Wood”. Prima di intraprendere la carriera solista, ha fatto parte del trio Chunk, Novi ed Ernie, che pubblicò due album, il primo dei quali fu prodotto da John Cale.
I suoi dischi solisti rappresentano il westcoast pop nella sua forma migliore, caratterizzati da un groove impeccabile e da un mix di pop di sostanza e soul. Purtroppo, questi album non ottennero un riscontro commerciale significativo, portando la Wood a intraprendere una carriera come autrice per altri artisti e per colonne sonore di film e programmi televisivi.
Dischi consigliati:
“Laureen Wood” - (1979, Warner Bros.)
“Cat Trick” - (1981, Warner Bros.)
Leah Kunkel
Leah Kunkel ha iniziato la sua carriera principalmente come cantante di supporto e corista, collaborando con artisti importanti come Jackson Browne, James Taylor, Art Garfunkel, e molti altri nomi noti del folk-rock e della soft rock californiana. Oltre alla sua carriera di corista, ha pubblicato due lavori da solista: Leah Kunkel (1979) e I Run With Trouble (1980). Nonostante non abbiano raggiunto un grande successo commerciale, sono da annoverare come due ottimi lavori, tra i quali preferisco il primo, composto da canzoni pop con retrogusto soul ed eccellenti arrangiamenti.
Una curiosità: Leah Kunkel è la sorella minore di “Mama” Cass Elliot, cantante dei The Mamas and the Papas.
“Leah Kunkel” - (1979, Columbia)
Libby Titus
Libby Titus è una figura significativa nella musica degli anni ’70 e ’80, conosciuta non solo per la sua carriera artistica, ma anche per la sua relazione con Donald Fagen, co-fondatore degli Steely Dan. Ha collaborato con artisti di spicco, tra cui Jackson Browne.
Il suo album più noto, “Libby Titus,” pubblicato nel 1977, è stato apprezzato per il suo mix di pop e soul, arricchito da inflessioni jazzate e un cantautorato intimistico, che dimostra la sua abilità nel fondere diversi stili musicali. Vale la pena ascoltarlo, poiché potrebbe sorprendervi. Nonostante il suo talento, il suo lavoro non ha ricevuto il riconoscimento commerciale che meritava. Inoltre, sono da segnalare le sue collaborazioni con Burt Bacharach e Dr. John.
Disco consigliato:
“Libby Titus” - (1977, Columbia)
Lisa Dal Bello
Lisa Dal Bello debutta come solista nel 1977 con un album prodotto da David Foster, che vede la partecipazione dell’intera band dei Toto e di artisti come Jay Graydon, Jay Gruska, Larry Carlton e Bill Champlin.
Nonostante il discreto successo, l’album non le garantì il rinnovo del contratto con la MCA. Il disco eccelle nelle ballad e nei brani mid-tempo di pop raffinato, in perfetto stile West Coast/AOR, mentre i pezzi in stile rock FM risultano meno convincenti, anche se non compromettono il giudizio complessivo, che resta positivo. Dal 1981 l’artista si orienterà verso un rock più convenzionale, lasciando questo primo album come unica testimonianza nel genere YR.
Disco consigliato:
“Lisa Dal Bello” - (1977, MCA)
Marva King
Famosa per le sue collaborazioni con artisti del calibro di Prince, Stevie Wonder e Lenny Kravitz, e per il suo status di dance-diva, nel 1981 la King ha fatto il suo ingresso nell’epopea dello yacht rock con l’album “Feels Right”.
Anche se non è particolarmente memorabile, potrebbe piacere a chi apprezza il mellow soul più zuccheroso. Vale la pena notare la sua bella cover di un brano scritto da Kenny Loggins e Richard Page dei Pages, che le consente di dare un piccolo contributo al Westcoast pop.
Disco consigliato:
“Feels Right” - (1981, RCA)
Melissa Manchester
Poco conosciuta in Italia, ma non nei paesi anglosassoni, la Manchester è una cantante dotata di notevoli capacità vocali. Ha avuto la fortuna di collaborare con un maestro dell’R’n’B come Leon Ware, che le ha prodotto quello che è considerato il suo capolavoro, “Don’t Cry Out Loud”, un album davvero bello di blue-eyed soul e sophisti-pop. Nonostante la melensa title track, che stona completamente con il mood del disco e che è stata imposta da quello sfaccimme di Clive Davis, forse pensando di avere a che fare con una Barry Manilow in gonnella, e nonostante il disaccordo della Manchester, il resto dell’album riesce a volare davvero alto.
Dischi consigliati:
“Home To Myself” - (1973, Arista)
“Don’t Cry Out Loud” - (1978, Arista)
Nicolette Larson
Se “Cool Night” di Paul Davis rappresenta al meglio il genere YR per gli artisti maschili, per le artiste femminili il brano simbolo è senza dubbio “Lotta Love”. Scritta da Neil Young, interpretata da Nicolette Larson – sua corista – e arrangiata secondo i canoni del genere YR, la canzone raggiunse l’ottava posizione della Billboard Hot 100 e conquistò il primo posto nella classifica adult contemporary ed ebbe un discreto successo anche in Italia.
Nessuno mi toglie dalla testa che il brano abbia ispirato l’atmosfera di “Voglia e Turnà” di Teresa De Sio.
Nicolette Larson, però, non è solo “Lotta Love”: i suoi primi due album rientrano di diritto tra i migliori del genere. Tra i due, il secondo è probabilmente il più riuscito, con sonorità più mature e una traccia che da sola giustifica l’acquisto dell’album: “Let Me Go, Love”, cantata in coppia con Michael McDonald.
Purtroppo, la Larson non riuscì a mantenere gli stessi risultati negli album successivi, orientandosi verso il country, dove ebbe un discreto successo nelle classifiche di settore. La sua vita si concluse prematuramente nel 1997, a soli 45 anni, a causa di complicazioni legate a un edema cerebrale. Nicolette Larson rimarrà per sempre un simbolo della scena YR degli anni ’70.
Dischi consigliati:
“Nicolette” - (1978, Warner Bros.)
“In The Nick Of Time” - (1979, Warner Bros.)
Randy Crawford
Randy Crawford, insieme a Valerie Carter, è una delle voci femminili più belle del panorama westcoast pop, e con Nicolette Larson è anche quella che ha ottenuto più successo nel genere. Tuttavia, il primo successo della Crawford arrivò nel mondo del jazz fusion, come vocalist del brano Street Life dei Crusaders.
Passata sotto la guida del produttore Tommy LiPuma, realizzò quelli che sono considerati due pietre miliari dello yacht rock al femminile: Secret Combination e Windsong, quest’ultimo un vero capolavoro. Le canzoni presentano un pop losangelino in versione extra-lusso, grazie alla perizia musicale dei sessionmen e alla straordinaria voce della Crawford, che rendono questo album un classico senza tempo.
Come per il primo album di Robbie Dupree, anche l’ascolto di Windsong ha quella “maledizione” che mi colpisce all’improvviso, evocando una pioggia di ricordi e facendomi precipitare nella “saudade” per quel periodo a cavallo tra gli anni ’70 e ’80.
Dischi consigliati:
“Secret Combination” - (1981, Warner Bros.)
“Windsong” - (1982, Warner Bros.)
Rita Coolidge
Rita Coolidge è un’interprete molto conosciuta e apprezzata negli Stati Uniti, che ha avuto un breve momento di notorietà radiofonica in Italia grazie al singolo “You” del 1978. Sebbene non si possa definire un’artista propriamente YR, l’album che più si avvicina a questo genere è “Anytime… Anywhere”, pubblicato nel 1977. Gli appassionati di YR la ricordano soprattutto per la sua magistrale interpretazione di “We’re All Alone”, un brano di Boz Scaggs.
I suoi album consistono essenzialmente in reinterpretazioni di canzoni di artisti come Smokey Robinson, Barry Gibb, Neil Sedaka e Sam Cooke. Tuttavia, nonostante alcuni elementi comuni, i suoi lavori di fine anni 70 non possono essere definiti propriamente YR, ma restano comunque i migliori.
Album consigliato:
“Anytime… Anywhere” - (1977, A&M)
Sarah Dash
Sarah Dash è stata una cantante e attrice americana, nota soprattutto per il suo ruolo nel gruppo femminile Labelle, con cui ha raggiunto il successo negli anni ’70 grazie alla hit Lady Marmalade. Anche Sarah Dash abbracciò le sonorità dello yacht rock e del pop sofisticato con l’album Close Enough del 1983, uno dei suoi progetti più raffinati e in linea con lo spirito del westcoast pop. Le tracce dell’album fondono elementi di R&B e soul raffinato con arrangiamenti e una produzione elegante, che richiamano le sonorità di artisti come Michael McDonald e David Foster. Molto bella la cover di “Somebody’s Angel”, brano scritto da David Lasley.
Disco consigliato:
“Close Enough” - (1983, Columbia)
Valerie Carter
Valerie Carter rappresenta un’altra scommessa perduta del westcoast pop, essendo una delle voci più belle che abbiano arricchito il genere. È stata una corista molto richiesta, collaborando con artisti del calibro di James Taylor, sua stretta amica e collaboratrice per decenni, Linda Ronstadt, Jackson Browne, Don Henley e molti altri.
La sua voce contribuiva in modo significativo alle armonie vocali di queste produzioni, grazie alla sua timbrica e alle interpretazione delicate. La Carter ha debuttato come solista nel 1977 con l’album Just a Stone’s Throw Away, un lavoro che mostra il suo talento unico nell’interpretare brani di genere folk, pop e R&B con una sensibilità raffinata. L’album, prodotto da Lowell George dei Little Feat, è considerato uno dei migliori esempi dello stile westcoast, grazie anche alla partecipazione di musicisti di spicco come Jackson Browne, Maurice White e membri dei Little Feat.
Valerie ha pubblicato un altro album, Wild Child (1978), ma, nonostante le recensioni positive, non ha mai raggiunto un successo commerciale significativo. Se il suo primo lavoro può essere ascritto alla westcoast più tradizionale con incursioni nel soul, è con Wild Child che Valerie Carter approda al pop-soul sofisticato, regalandoci un album straordinario.
Dischi consigliati:
“Just A Stone's Throw Away” - (1977, Columbia)
“Wild Child” - (1978, Columbia)
martedì, novembre 12, 2024
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