martedì, novembre 26, 2024

Yacht Rock. Italia

L'amico LEANDRO GIOVANNINI prosegue la rubrica dedicata allo YACHT ROCK, ambito musicale spesso vituperato ma che nasconde piccole gemme degne di essere scoperte.
Le puntate precedenti qua:
https://tonyface.blogspot.com/search/label/Yacht%20Rock

Italia vs Resto del Mondo #1

Il genere west coast, e di riflesso lo yacht rock, non è stato un’esclusiva del mondo anglosassone: le sue atmosfere si sono diffuse in tutto il mondo, a dimostrazione della forza del suo linguaggio universale.
Molti degli artisti coinvolti hanno scelto di cantare in inglese, ma tra quelli che citiamo qui, in molti hanno mantenuto la propria lingua madre.
In questa selezione prediligiamo gli artisti italiani e giapponesi, ma scopriremo come lo yacht rock e le sonorità west coast abbiano trovato casa in ogni angolo del globo, influenzando musicisti da diverse culture, ciascuno dei quali ha aggiunto un tocco unico a questo stile inconfondibile.

ITALIA

Alan Sorrenti
I primi a non sorprendersi per la svolta pop di Sorrenti furono coloro che avevano apprezzato il disco “Sienteme, It’s Time To Land”, già caratterizzato da un’atmosfera californiana in stile folk-funk.
Non a caso, il disco fu registrato a San Francisco, tranne che per un brano, e vede la partecipazione di Roger Vouduris alla chitarra acustica, un nome già citato nelle precedenti puntate.
Questa atmosfera californiana troverà piena espressione nei lavori successivi, in cui le produzioni realizzate a Los Angeles con i migliori session man – tra cui David Foster, David Hungate, Jay Graydon, Mike Porcaro, Victor Feldman, Bill Champlin, Steve Kipner e Steve Lukather – si affiancano a canzoni che non sfigurano accanto alle migliori dello YR. Brani come “Donna Luna”, “Per Sempre Tu” (“Beside Me” nella versione inglese) e “Un Incontro in Ascensore”, al di là dei testi, rappresentano quanto di più yacht rock abbiamo ascoltato in Italia, ottenendo anche un notevole successo.
Dischi consigliati:
“Sienteme, It’s Time To Land” - (1976, Harvest Records)
“Figli Delle Stelle” - (1977, EMI Italiana)
“LA and NY” - (1979, EMI Italiana)

Marco Taggiasco
Marco Taggiasco è un artista di grande talento, riconosciuto per la sua abilità nel mescolare sonorità sofisticate e melodiche, tipiche del Westcoast Pop e dello Yacht Rock. La sua musica è un omaggio a queste correnti, pur mantenendo una forte impronta personale che lo distingue nel panorama musicale contemporaneo.
È un musicista, produttore e arrangiatore meticoloso, capace di infondere ai suoi progetti un’eccellenza costante.
Collaborando con artisti di rilievo come Eric Tagg, Bill Champlin e David Pack, Taggiasco ha costruito una carriera dedicata a un pop di alto calibro, che spesso non ha ricevuto la giusta valorizzazione nel panorama mediatico italiano. Nonostante l’elevato pregio musicale e la cura dei dettagli, i suoi album sono rimasti poco conosciuti, penalizzati da una promozione insufficiente e dalla preferenza dei media per mode musicali di scarsa qualità artistica.
Dischi consigliati:
“Thousand Things” (2004, CD Baby)
“This Moment” - (2008, CD Baby)
“Togetherness” - (2020, Mr. T Records/P Vine Records)

Mario Acquaviva
Mario Acquaviva è un artista unico, che negli anni Ottanta è riuscito a creare un EP ed un album (quest’ultimo mai più ristampato) di raro spessore musicale: Mario Acquaviva (1983) EP che contiene quel capolavoro di Notturno Italiano e Sogni e Ridi (1987). La sua musica, ispirata al pop sofisticato di gruppi come gli Steely Dan, si distingue per arrangiamenti complessi, armonie jazz/funk, e una produzione che sfidava gli standard italiani del tempo.
Con il supporto di musicisti di talento come Faso e Feiez, Acquaviva ha dato vita a un pop d’autore ricercato, lontano dalle sonorità più semplici e commerciali del periodo.
Nonostante la qualità, Acquaviva non ha mai avuto un ampio successo commerciale, poiché il suo stile raffinato e la sua musica arricchita da cambi di ritmo, armonie imprevedibili e assenza di ritornelli orecchiabili, erano destinati a un pubblico più ricettivo di quello italiano dell’epoca. In un paese spesso impreparato a simili innovazioni, Acquaviva è passato inosservato, anche durante la sua partecipazione al Festivalbar del 1983. Oggi, però, i suoi lavori sono riconosciuti come vere perle della musica italiana, testimonianze di un talento ingiustamente dimenticato.
Mario Acquaviva è finalmente tornato ad incidere un EP nel 2023 dal titolo “Attention Please”, da cui segnalo la bellissima “Quando Saremo Ricchi.”
Dischi consigliati:
“Mario Acquaviva” - (1983, Ariston) Ristampato nel 2019 da Archeo Recordings
“Sogni e Ridi” - (1987, Fonit-Cetra)
“Attention Please” - (2023, Talento)

Max Meazza
Max Meazza nasce come bluesman ed è uno dei pochi tra i musicisti italiani che ha saputo reinterpretare lo spirito della westcoast originale americana con uno stile personale, diventando uno dei pochi in Italia a rappresentare questa corrente musicale.
La sua carriera inizia con la band Pueblo negli anni Settanta, dove ottiene un buon successo sia radiofonico che di vendite, ma è nei lavori da solista che esprime appieno il suo talento e le sue influenze.
Con album come “Shaving The Car”, “Personal Exile”, “West Coast Hotel”, “Charlie Parker Loves Me”, esplora sonorità che si rifanno a grandi nomi della scena americana, come Marc Jordan, con cui condivide un’affinità artistica più profonda rispetto a paragoni spesso fatti con Michael Franks. Meazza è un bluesman autentico, con uno stile che unisce atmosfere sofisticate a una forte vena poetica. I suoi album vantano collaborazioni, tra gli altri, con Marc Jordan, Paolo Fresu e Skip Battin dei Byrds.
Dischi consigliati:
“Shaving The Car” - (1981, Appaloosa)
“Personal Exile” - (1982, Appallosa)
“West Coast Hotel” - (2006, Desolation Angels)
“Charlie Parker Loves Me - (2015, Desolation Angels)

Enzo Cervo
Negli anni ‘70, la scena musicale italiana era come divisa in due: al centro-nord si affermavano artisti post-punk, mentre a sud, in particolare a Napoli, la musica black guadagnava terreno.
L’influenza della musica soul in Campania risale a Enzo Musella e ai suoi Showmen, seguiti dai Napoli Centrale di James Senese, che hanno ampliato il genere con elementi jazz-rock. Con l’emergere del Neapolitan Power all’inizio degli anni ‘80, si è sviluppata una fusione tra soul, funk e pop raffinato, dando vita a nomi noti come Pino Daniele e Tony Esposito.
Tuttavia, esisteva anche un sottobosco di artisti meno conosciuti che realizzarono opere di grande qualità, tra cui Enzo Cervo (storico proprietario della Grotta delle Fontanelle a Napoli, luogo in cui nel 1980 nacque il gruppo Bratacomiomachia, che includeva tra gli altri Daniele, Esposito, Avitabile e Renzo Zurzolo) con l’album “Musica È”, pubblicato nel 1981. Prodotto da Elio D’Anna e Alcapone, l’album presenta brani scritti in parte da Pasquale Panella e spazia da melodie pop sofisticate a tracce funk e soul. Nonostante le sue eccellenti sonorità, “Musica È” non ha ricevuto il riconoscimento che meritava, ma il suo valore è stato riscoperto negli ultimi anni grazie al rinnovato interesse per il genere yacht rock. Si auspica una ristampa di quest’opera, affinché possa ottenere la visibilità che merita.
Disco consigliato:
“Musica È” - (1981, GDM)

David Nerattini
Come già visto per il DJ Paul Hillery, anche David Nerattini non è un musicista in senso stretto, ma un crate-digger, produttore e giornalista. È stato il primo in Italia a raccogliere su una compilation fisica alcune delle testimonianze di artisti italiani che si sono avventurati nel cosiddetto yacht rock — o in territori musicali affini.
La sua compilation “Paisà Got Soul” ci permette di riscoprire nomi insospettabili, come Peppino Di Capri, Edoardo De Crescenzo, Stefano Pulga, Alberto Radius, Mario Lavezzi, ed altri, tutti intenti a sperimentare con sonorità pop-soul-funk che, per freschezza e qualità, stupiscono ancora oggi. Grazie a questa raccolta, emerge un lato sorprendente del panorama musicale italiano, dove artisti noti per altri generi si rivelano in chiave sofisticata e innovativa, dimostrando una versatilità raramente valorizzata.
Esiste anche un volume 2 di “Paisà Got Soul”, disponibile all’ascolto su Mixcloud, con la speranza che venga presto pubblicato anche in formato fisico.
Disco consigliato:
“Paisà Got Soul” - (2022, Four Flies Records)



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