giovedì, novembre 28, 2024

Ringo Starr

Speciale RINGO STARR

Il batterista dei Fab Four non ha avuto una carriera solista particolarmente felice da un punto di vista qualitativo.
Nella maggior parte dei casi si tratta di album mediocri che solo occasionalmente arrivano alla sufficienza.
Ma almeno quattro episodi emergono in maniera dignitosa (per i più appassionati e curiosi anche "Rotogravure", "Vertical man" e "Ringo Rama" meritano un ascolto).


RINGO (1973)
Primo vero album solista, dopo i due antipasti ad uso quasi personale. Vero e unico orfano dei Beatles, prova a rimetterli insieme, seppure virtualmente e quasi ci riesce.
Paul, John e George, seppur separatamente, collaborano con voci, strumenti e brani per l'amico.
A dare una mano anche Marc Bolan a Nicky Hopkins, Billy Preston, membri della Band, Jim Keltner, Klaus Voorman, Steve Cropper.
L'album resterà la sua vetta artistica. Occorre sottolineare che gli ex Beatles non si sono sforzati troppo a livello compositivo.
John si cimenta con la scanzonata e ironica “I’m The Greatest,” in cui c'è anche George, oltre a Billy Preston e Klaus Voorman, ovvero la formazione ipotizzata per il proseguimento dei Beatles all’indomani dell’abbandono di Paul (che avrebbe dovuto chiamarsi The Ladders ma non prese mai vita).
Il duo Harrison/Starkey rende meglio con “Photograph”, destinato a diventare un classico di Ringo, ballata mid tempo melodica ed easy con lo stesso George alla chitarra, il piano di Nicky Hopkins e il sax del “Rolling Stone” Bobby Keys.
George regala anche un buon country rock, “Sunshine Life For Me” con The Band ad accompagnare.
Paul McCartney compone, arrangia, canta e suona buona parte degli strumenti in “Six O Clock”, ballata senza lode né infamia, con Linda ai cori e, scelta singolare e ironica, Klaus Voorman al basso.
La conclusiva, incolore, ballata “You And Me (Babe)” vede la curiosa firma congiunta di George Harrison e Mal Evans, stretto collaboratore dei Beatles.
L’album si comporterà più che bene nelle classifiche inglesi e americane e arriverà a oltre due milioni di copie in tutto il mondo (in Italia è il quindicesimo album più venduto del 1974).
Non sarà così benevola la critica.

TIME TAKES TIME (1992)
Sono passati nove lunghi anni dall'ultima deludente prova discografica.
Ringo si è ripreso la scena con una serie di tour di successo e il nuovo tentativo in studio è un piccolo gioiello che contende a “Ringo” la palma di suo miglior album solista.
Belle canzoni, prodotte nel migliore dei modi, che non guardano al passato con nostalgia ma tengono invece il passo con i tempi, sono fresche, pop, non inseguono mode o tendenze.
Ci sono anche brani di band minori come Posies e Jellyfish e Ringo torna finalmente a occuparsi della batteria (abbandonata per lungo tempo), canta bene, voce chiara e pulita.
Ottimi rock n roll e brani mid tempo con Jeff Lynne dell’Electric Light Orchestra che suona un po’ di tutto, i chitarristi dei Knack, Doug Fieger e Berton Averre, Jeff Baxter (ex Steely Dan e Doobie Brothers), Harry Nilsonn, Mark Landau, tra i tanti, gli danno un prezioso aiuto.
Troviamo anche Brian Wilson dei Beach Boys ai cori di “In a heartbeat”. Vende 200.000 copie in tutto il mondo e torna a guardare con ottimismo alla carriera discografica.
Anche la critica è (giustamente) benevola.

KING BISCUIT FLOWER HOUR PRESENTS RINGO AND HIS NEW ALL-STARR BAND (2002)
Registrato a Chicago il 22 agosto 2001 insieme a Greg Lake, Ian Hunter dei Moot the Hopple, Roger Hodgson dei Supertramp, Mark Rivera, Howard Jones e Sheila E. è uno dei tanti live pubblicati in carriera.
Band in grande forma, arrangiamenti raffinati, molta cura per i cori, clima festoso e Ringo con un'ottima voce e tanta verve.
Ottime la “Lucky man” di Greg Lake e “All the young dudes” dei Moot The Hoople ma buona parte del repertorio è ad appannaggio di Ringo che arrangia molti brani in chiave country e rhythm and blues di sapore New Orleans, a partire dalle introduttive “Photograph” e “Act naturally” e da un'eccellente versione di “No No Song” da “Goodnight Vienna”.
Molto riuscita “Yellow submarine”, corale e con gli effetti sonori originali. Il miglior live della lunga serie.

PHOTOGRAPH: THE VERY BEST OF RINGO STARR (2007)
Senza alcun dubbio l'album perfetto per chi vuole il “meglio” di Ringo Starr.
I venti brani coprono tutta la carriera scegliendo con cura tra gli episodi di maggior successo e quelli artisticamente più significativi.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails