martedì, luglio 02, 2019

"Se ho vinto se ho perso" di Gianluca Rossi
Il ritorno dei Kina



Una delle formidabili band dell'hardcore italiano che fece scuola in tutto il mondo negli 80 e che ha lasciato un'eredità di incalcolabile valore, i KINA, è tornata a calcare i palchi italiani in una reunion imprevista.
Il tutto a supporto del doc "Se ho vinto se ho perso" di Gianluca Rossi che ne documenta le gesta.

Un documentario scarno, essenziale, diretto, immediato, urgente come è sempre stata la loro musica.
Commovente a tratti ma senza che ci induca a "lacrime" nostalgiche ma a quelle VERE, orgogliose, sincere.
C'è la storia di una generazione in queste immagini, una generazione, come dice Marco Philopat che HA PERSO, non ha cambiato il mondo (anzi!!) ma allo stesso tempo ha vinto nella propria vita.

"Sto usando molte delle visioni maturate in quegli anni...non suonavamo per vendere dischi ma per incontrare le persone"
(Gianpiero Capra)

"A volte qualche giovane mi dice: mi dispiace un casino non esserci stato in quegli anni, deve essere stato fighissimo...sto cazzo!
NOI STAVAMO MALE, PER QUELLO ERAVAMO COSI'"

(Sergio Milani).

Sergio Milani, voce e batteria, ha approfondito di più la questione.

Una reunion imprevista o era qualcosa che prima poi sarebbe dovuta accadere?
Direi abbastanza imprevista.
L'uscita del documentario ha provocato un pò di trambusto, soprattutto per aver registrato Troppo Lontano live da mettere in coda al doc.
Così abbiamo pensato che poteva essere una buona cosa accompagnare con un nostro set le prime proiezioni del video.
Da quella manciata di concerti che si volevano fare è invece saltato fuori un vero tour che ci impegnerà molti fine settimana di questa estate e in autunno.

E’ un’esperienza estemporanea o c’è l’idea di proseguire?
Sinceramente non so cosa dire.
Continuiamo a ricevere un sacco di richieste e dispiace molto dover dire di no.
Anche se non c'è assolutamente l'idea di rimettere in piedi la band per qualcosa di stabile, stiamo valutando come cercare di accontentare più persone possibile, per cui potrebbero esserci altre date in futuro, ma il tutto ovviamente, in funzione del documentario che, come per i concerti in programma, verrà proiettato prima del concerto nella versione integrale oppure, qualora non ci fossero le condizioni, in una versione di una ventina di minuti.

Parlaci del documentario su di voi. Quando esce, dove si potrà vedere.
L'idea è stata di un giovane regista valdostano, Gianluca Rossi.
E' un tipo veramente in gamba e ha già realizzato cose molto interessanti con ottimi riscontri di critica (mi riferisco per esempio al suo lungometraggio "Mare carbone" che racconta la vicenda della Liquichimica di Saline Joniche e la lotta della popolazione calabrese contro il progetto di realizzazione della centrale.
Quel film un paio di anni fa si era aggiudicato il premio come miglior doc italiano a Cinemambiente.
Un'altra interessante realizzazione, per chi se lo ricorda, è "Ho ammazzato Berlusconi" di una decina di anni fa.
Per il documentario sui Kina Gianluca ci ha seguiti nelle nostre vite per due anni cercando di cogliere cosa siamo noi adesso, alla luce di quello che siamo stati e che abbiamo fatto prima.
Ci sono anche degli spezzoni di pellicola girati da noi negli anni 80/90 durante i nostri concerti in Italia e all'estero e che erano stati messi in un cassetto e quasi dimenticati fino a quando Gianluca ci ha spronati a cercare "qualcosa che sicuramente dovevamo avere nascosto da qualche parte" era vero, avevamo un sacco di roba.
Quello che mi piace molto del film è il ritmo che Gianluca è riuscito a dare col montaggio, e il fatto che nonostante ci sia tantissima musica non è nè un film musicale e neppure una pellicola di revival nostalgico, anzi... !
Per il momento il film sarà trasmesso nelle serate dei nostri concerti. Finito il tour sarà pubblicato in DVD.

Tu sei stato allo stesso tempo musicista, produttore, distributore (con la Blu Bus).
Potrebbe essere un’esperienza ancora praticabile o i tempi sono troppo cambiati?

Sicuramente per me i tempi sono cambiati.
E' cambiata la mia vita in tutti questi anni (non si rimane ventenni per tanto tempo), ed è cambiato anche il contesto attorno a noi (mezzi di comunicazione, di fruizione della musica).
So che ci sono molti ragazzi che hanno delle piccole etichette e distribuzioni; io li ammiro molto e mi piace pensare che lo fanno anche seguendo l'esempio che quelli della nostra generazione punk ha dato.
Nel mio piccolo continuo a portare il banchetto con una piccola distribuzione ai concerti che faccio con gli Ombra, proprio come facevamo con i Frontiera e con i Kina.
Penso che sia già abbastanza.

Ritieni che l’esperienza punk e hardcore siano ancora attuali, abbiano un futuro o è semplicemente qualcosa destinato, come tante altre situazioni artistico/musicali a dissolversi progressivamente.
Credo che il punk non sia solo un'esperienza artistico/musicale ma piuttosto qualcosa di più profondo.
Le nostre vite si sono formate su quell'esperienza che abbiamo fatto per tanti anni (e abbiamo continuato fino ad oggi. Qualcuno può essere considerato un semplice fruitore di musica, ma sicuramente noi (e ci metto di mezzo anche te, ovviamente) che queste cose le abbiamo vissute e praticate con passione per così tanto tempo, abbiamo gettato dei semi che sono potentissimi: il punk e l'hardcore, hanno un loro valore che volenti o nolenti, ha cambiato la società, abitudini, gusti, moda, modi di pensare.
Lo abbiamo potuto constatare nel corso di questi decenni.
E poi non dimentichiamoci che punk e hardcore nascono nel disagio e nel malcontento giovanile ... tutte cose che non mi sembra siano in via di scomparsa.

https://www.facebook.com/kinastorieepensieri/

https://www.youtube.com/watch?v=s3RCvUjgWKw&fbclid=IwAR1ijuBr3ynztIspMBAIdfp9rPY0wcfnhrIChsyFuRlQjPwIgj6DKl7OYr4

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