martedì, aprile 09, 2019

Modello inglese – Tottenham Hotspur

Now


Then


Prosegue l'analisi di ALBERTO GALLETTI del Modello Inglese calcistico

Ci siamo dunque, il 3 aprile ha aperto i battenti il nuovo Tottenham Stadium, nome provvisorio (potevano continuare a chiamarlo come prima nel frattempo, visto che è stato realizzato sul sito del vecchio stadio e poi Stadium è proprio brutto), in attesa che gli addetti al marketing del club vendano i diritti sul nome dello stadio a qualche munifico sponsor, per una cifra impareggiabile.
Come impareggiabile, ma direi più propriamente esorbitante, è stato il costo di realizzazione del nuovo impianto: 1.1 miliardi di sterline!

Il Tottenham Hotspur è un club al quale sono affezionato da sempre, andando a ritroso tra i meandri della memoria credo di ritrovarci la mia prima infatuazione calcistica inglese, parecchio annebbiata.
Successive considerazioni, tipiche di chi sa poco di qualcosa, mi fecero poi prendere altre strade, ma un certo soft spot è sempre rimasto.
Nel corso della mia carriera di spettatore sono stato tre volte a White Hart Lane, prima dell’avvento della Premier League e di tutti gli stravolgimenti, money driven, che questa ha comportato.
Due partite e una visita allo stadio.

Mi chiedo come sarà camminare lungo High Road e scorgere in lontananza la ciclopica sagoma del nuovo stadio invece di cercare di individuare lo storico orologio che sporgeva sulla strada e indicava il vicolo d’accesso alla tribuna, lo stadio quasi completamente nascosto e unico indizio i piloni dell’illuminazione.
Emozionante, probabile, per i tifosi.
Per quelli come me non credo.
Per i nuovi adepti del calcio, attratti principalmente dalle nuove avveniristiche strutture tipo questa, credo nemmeno.
Probabilmente non erano mai stati qui prima di adesso, del resto cosa ci andrebbe fare uno coi soldi in uno dei quartieri più poveri e problematici di Londra?

Una pinta prima di entrare al vecchio White Hart pub all’angolo?
Roba da sfigati, ma magari ci beccavi Jimmy Greaves che beveva e parlava come qualsiasi altro presente.
Non più.
Vero, il vecchio Jimmy è talmente malmesso da non essere più in grado di uscir di casa, ma la verità è che il White Hart è stato demolito, insieme ad altri negozi, negozietti e abitazioni adiacenti, qualche centinaio, per far posto al nuovo stadio.
Tutti compensati adeguatamente per carità, almeno così sembra, ma i ricorsi sono stati tanti.
Sintomo inoltre di un calcio decisamente troppo allargato, invadente sui luoghi e i costumi di vita delle comunità che da sempre ne hanno ospitato i club e dei quali club contribuivano in maniera complementare a formarne il tessuto attivo.

Non più strutture inserite nel tessuto urbanistico esistente ma tessuto urbanistico esistente stravolto per far posto al calcio.

Il campo però ha sempre le stesse misure, perché oggi servono le dimensioni di un paese di mille abitanti per farci giocare una squadra?
Il vecchio stadio era arrivato ad avere una capienza di 75.000 posti occupando molto molto meno spazio.
È tutto giustificabile con le norme di sicurezza e l’obbligatorietà di soli posti a sedere?
No, certo che no.
È la nuova visione che i megaricchi proprietari di squadre hanno del calcio oggi, la stessa che hanno della vita, la loro non la nostra: soldi, solo soldi.
E’ il motivo per il quale sono qui, mungere finchè ce n’è.
Del resto non gli importa niente.

Il nuovo ciclope inviterà infatti gli sportivi (ma si possono ancora chiamare così?) a consumare al proprio interno dove sono stati approntati 65 tra bar e ristoranti e una caterva di negozi.
A chi importerà più di non essere in strada, fuori da un pub in attesa della partita, in quell’atmosfera unica che per decenni ha contraddistinto i pre partita inglesi?
Ci si accomoderà invece nel nuovo Goal-line Pub sotto la curva sud, il cui livello al piano terreno è stato rinominato infatti Market Place e altro non è che un centro commerciale.
Tra un anno tutto il resto sarà dimenticato.
Del resto l'Inghilterra negli ultimi 25 anni è diventata tutto un centro commerciale, immagino che non ci si faccia neanche più caso, anche se spero non tutti.

Visto comunque che la strada intrapresa è questa e mi devo rassegnare e che mi interesso di stadi da sempre, al netto delle mie teorie e dei miei pregiudizi, devo ammettere che si tratta di un’opera grandiosa.
L’aspetto che più mi piace è il micro birrificio presente all’interno, il primo in uno stadio, che sarà in grado di produrre fino a un milione di pinte di birra artigianale l’anno e servirne 10.000 al minuto.
Buoni anche i prezzi applicati, 5 sterline a pinta, non male visti i prezzi di Londra, non saprei dire rispetto a quelli in zona.
Continuità con il territorio, la Beavertown Brewery è del posto e da lavoro a gente del posto.
Su questo il presidente è stato abbastanza chiaro dal principio, ha sempre voluto fare qualcosa per Tottenham migliorando le strutture della squadra, gli va riconosciuto.
Ha cercato di restare sul posto per far da volano ad una rinascita della zona.

Continuità storica inoltre, originariamente il terreno sul quale sorgeva il vecchio White Hart Lane e sul quale sorge parte di questo nuovo stadio fu affittato al club dalla birreria Charrington che lo possedeva, insieme al già citato pub sull’angolo ora demolito .
All’ interno del Market Place troviamo anche una panetteria/pasticceria che fornirà pies, panini e altri snack a tutto il settore e altri negozi.
La parte esterna superiore dello stadio ospita un percorso panoramico, accessibile a tutti con vista a perdita d’occhio sui dintorni.
Mi chiedo cosa cavolo ci sia da vedere li, l’inceneritore di Edmonton?
L’IKEA o altri capannoni adiacenti? Bah…

Nelle tribune principali ecco i soliti Sky Box e altre private-lounge con corredo di ristoranti a due stelle Michelin.
Roy Keane, dove sei?
Vorrò poi vedere se i ricconi attratti oggi dal nuovo e dal lussuoso si presenteranno ancora dovesse la squadra trovarsi in zona retrocessione e il coolness del tutto nuovo e tutto lussuoso svanire.
Va be chi se ne frega di ‘sti qua, vadano al diavolo.
Però perché stiamo adeguando le strutture calcistiche ai loro parametri invece che a quelli dell'uomo comune?
Soldi, sempre soldi, ancora soldi.

Chiaro che abbiano alzato il target clientela con l’intenzione di fornire allo spettatore-cliente con possibilità di spesa, ma direi più propriamente consumatore e basta, ogni tipo di ospitalità immaginabile.
Chiaro che la partita diventa solo il pretesto per far convergere in un unico punto 62.000 persone alla volta e vendergli quanta più roba possibile nel giro di un paio d’ore.
Ovvio il fiuto per gli affari della proprietà, non dimentichiamo che John Lewis, il vero padrone di tutto, è partito da un pub nella scalcagnata Bow e da una ditta di catering.

Chiaro che i calciatori sono diventati il pretesto per attrarre queste folle di clienti, altrettanto chiaro che il calcio passa decisamente in secondo piano agli occhi di chi tira le fila di club come questo e secondo me anche dei giocatori.
Sono pagati di conseguenza e quel che è peggio ne sono coscienti.
Ne consegue un’inevitabile crollo del fattore passione in ciò che fanno e cioè giocare a pallone, ma questo avviene già da anni.
Performers, questo sono diventati, possono essere al Tottenham o all’Arsenal o al Manchester United, per loro è uguale, importante per loro è lo stipendio miliardario ed esibirsi davanti ad una platea prestigiosa, questo è diventato oggi il campionato inglese.
Potrebbero essere attori del cinema, del West End o cantanti pop.
Brian Clough, dove sei?

Meno chiaro il progetto sportivo:
il Tottenham continua a non vincere niente e a qualificarsi a fatica alla Champions League.
Certo giocano bene, ma difensori lenti, a volte goffi, un portiere distratto sono già costati il campionato del 2016 quello che davvero era da vincere.
Credo però che con una macchina da soldi simile potranno quasi fare a meno della CL.
I tifosi, che spero rimangano tali in massa, invece si stuferanno in fretta, è già successo all' Arsenal.
Non so più se augurargli di vincere oppure no.
Chiaro anche che i vecchi tifosi working class sono senza tante cerimonie invitati ad accomodarsi fuori, non potendo più permettersi biglietti o abbonamenti , figuriamoci altri soldi da spendere all’interno, oppure costretti a svenarsi per restare aggrappati alla passione.
Immagino già le migliaia di liti famigliari.

Chiaro infine che non ci metterò mai piede, e mi dispiace.
Il calcio inglese mi interessava, i suoi posti, la sua gente, i suoi riti, non i centri commerciali.
Qui siamo andati oltre, basta.
Per chi è stufo dei deliri di un vecchio brontolone nostalgico, continuiamo la descrizione.
Il progetto è inserito nell’ambito del Northumberland Development Project, un piano di riqualificazione urbanistica dell’area intorno al vecchio stadio.
Stiano attenti i facili profeti dello stadio di proprietà di casa nostra, l’operazione è molto più complessa.
L’iter è stato lunghissimo, la prima richiesta di autorizzazioni data ottobre 2009.
E’ passato attraverso i rifiuti del English Heritage che si oppose all’abbattimento di otto edifici di rilevanza locale e due di rilevanza nazionale inclusi nel progetto originario e poi rientrati e i ricorsi dei titolari delle attività vicine che non ci stavano a farsi sloggiare.

Il fattore decisivo allo sblocco dell'operazione furono i disordini dell' agosto 2011, una rivolta violentissima che lasciò il quartiere e in particolare l'area adiacente lo stadio devastata da incendi e saccheggi.
A quel punto il club, che era già deciso a gettare la spugna e a guardare altrove dopo anni di dinieghi, vincoli e richieste di contribuzioni accessorie milionarie alla spesa pubblica, intravide uno spiraglio e ne approfittò lestamente.
Sotto pressione dovuta ai riots, il Comune di Harringey fece retromarcia e scontò 16,5 milioni di sterline di oneri riducendoli a mezzo milione.
Approvò inoltre la realizzazione di alloggi a prezzi abbordabili da inserire nel piano, fino ad allora in stato di stallo, per la costruzione di 585 nuovi alloggi da edificarsi, sempre a cura e vantaggio del club, in 8 grattacieli che avranno dai 16 ai 32 piani. Un operazione immobiliare colossale.

Il progetto di riqualificazione infatti comprende: il nuovo stadio, i 585 alloggi già citati, la Lilywhite House (sede del club), un centro per sport estremi, la riqualificazione della viabilità e degli spazi pubblici adiacenti (almeno quella!), un albergo con 180 stanze, un nuovo centro comunale con ambulatori eccetera, un altro centro commerciale con annesso parcheggio e nel quale c’è già un Sainsbury’s e il megastore della squadra, una scuola elementare e un college universitario.

Lo struttura esterna in acciaio e vetro è avveniristica, sullo stile dell'Allianz Arena di Monaco di Baviera. Fondazioni e altre strutture portanti in c.a. La copertura è una struttura ellittica con una circonferenza di 720 metri, in pannelli di alluminio con pannelli in policarbonato nella parte interna in modo da smorzare l’effeto ombra sul terreno di gioco.
E’ sorretta da una tensostruttura composta da cavi e montanti in acciaio. L’illuminazione è garantita da 324 riflettori LED suddivisi in 54 gruppi da 6, agganciati alle colonne che sostengono la copertura.
Niente più restricted view dovuta alle colonne che sostenevano le coperture o ai tralicci dei riflettori come nei vecchi stadi.
Per chi è interessato alle partite e basta l’unico dato strutturale rilevante positivo rispetto a prima.
Sotto la copertura sono posizionati quattro megaschermi megatecnologici, i più grandi in Europa, altro fattore che distoglierà attenzione dal campo, chi starà trafficando con lo smartphone e si perderà fasi di gioco salienti potrà vedersi il replay.
Dinamiche da stadio completamente falsate. Bah. Il campo da gioco è in erba misto naturale/artificiale e ha dimensioni di 105x68ml, standard, al di sotto del quale c’è un altro campo, in erba sintetica.
Il campo da calcio è posato su tre piattaforme retrattili che nel giro di venticinque minuti scompaiono sotto la curva sud lasciando posto al campo da football americano sottostante.
Il club ha raggiunto un accordo con la NFL per far disputare nel nuovo impianto due partite l’anno, numero destinato ad incrementarsi via via. Non c’è limite alla mancanza di decenza.

La tribuna sud, il vecchio terrace dei tifosi di casa, è stata costruita in un'unica rampa.
Ha una capacità di 17.500 posti con un’inclinazione e una forma tali da generare un’autentico wall-sound in grado di propagarsi lungo tutto lo stadio.
La caratteristica del vecchio stadio che era uno dei più chiassosi e stordenti d’Inghilterra dovrebbe essere mantenuta. E’ la più grande e capiente curva a rampa unica nel Regno Unito ed è stata progettata ispirandosi a quella del Westfalenstadion di Dortmund.
Inoltre è già dotato di transenne di sicurezza per permettere ai tifosi di stare in piedi nel caso la legislazione in materia dovesse essere modificata. Nell’atrio d’ingresso una placca marca la posizione del vecchio dischetto di centrocampo dal quale furono dati 2.533 calci d’inizio nel vecchio White Hart Lane, chiunque potrà andarci sopra. Dei bar ho già detto, rimarranno aperti per due ore dopo il fischio finale per le birre del dopo partita. Dopo aver fatto tabula rasa dei locali adiacenti, annienteranno anche i pub delle vicinanze che resteranno senza clienti nei giorni di maggior affluenza, quelli delle partite.

I posti sono tutti a sedere.

Capienza 62.062 spettatori, il secondo in Inghilterra dopo Old Trafford.
Ogni posto è costato 17.725 sterline.
Il vecchio aveva un record di 75.038, quasi tutti in piedi, stabilito nel 1938. Vero che si stava stretti e scomodi, vero che il Taylor Report impone solo posti a sedere, ma il resto?

Nonostante le mie invettive, non ho dubbi che lo stadio abbia davanti a se qualche anni di tutti-esauriti filati, gli ingredienti ci son tutti, incluse le frotte di nuovi turisti del calcio.
Il prezzo minimo degli abbonamenti è fissato a 795 sterline a campionato, quello massimo a 2.200.
Biglietti: le partite son divise in tre fasce, nella più bassa i biglietti costeranno tra le 30 e l 80 sterline, nella più alta tra le 52 e le 98.
Direi equo e applaudo.

Bah, e quelli che volevano solo guardarsi la partita e farsi un pomeriggio di cazzi propri?
Finiranno in un centro commerciale come qualsiasi altro non tifoso che passa i sabati pomeriggio a far la spesa con la famiglia.
No thanks!
Il calcio ne ha veramente bisogno? O ne hanno bisogno gli azionisti per arricchirsi sempre più?
Mettiamo un disco va, che è meglio

Money, get away
Get a good job with good pay and you're okay
Money, it's a gas
Grab that cash with both hands and make a stash
New car, caviar, four star daydream
Think I'll buy me a football team
Money, get back
I'm all right Jack keep your hands off of my stack
Money, it's a hit
Don't give me that do goody good bullshit
I'm in the high-fidelity first class traveling set
And I think I need a Lear jet
Money, it's a crime
Share it fairly but don't take a slice of my pie
Money, so they say
Is the root of all evil today
But if you ask for a raise it's no surprise that they're
Giving none away, away, away

Roger Waters 1972

2 commenti:

  1. Grande Albe , anche per la chiosa finale. dovrei citarti ad ogni riga mi limiterò a riportare questo -----"Non più strutture inserite nel tessuto urbanistico esistente ma tessuto urbanistico esistente stravolto per far posto al calcio.----" da qui il resto. ad maiora . Clodoaldo

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  2. "Your future dream is a shopping scheme"....John LydoNlo aveva previsto quando scrisse Anarchy in the UK...Profetico... Paul67

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