lunedì, gennaio 08, 2018

La morte di Rino Gaetano



Non è una novità che la morte di Rino Gaetano sia da tempo al centro di sospetti e di dubbi. In particolare un recente libro dell'avvocato Bruno Mautone, “La tragica scomparsa di un eroe”, mette in fila una serie di presunti indizi che confermerebbero l'anomalia della sua scomparsa. Uno scritto che ha sollevato numerose polemiche e perplessità e che, come spesso accade in questi casi, enfatizza certi episodi pur di avvalorare la tesi di fondo ma che pure instilla qualche dubbio.
Con le dovute cautele e le più che legittime riserve è comunque interessante soffermarsi su qualche particolare emerso.

Il cantautore calabrese scompare tragicamente il 2 giugno del 1981 in un incidente stradale sulla via Nomentana a Roma.
Per un malore, si dice.
Ma la dinamica rimane inspiegata, tanto quanto il fatto (oggetto anche di un'interrogazione parlamentare che non ebbe seguito) che venne chiamata (non si sa da chi) un'unica ambulanza, curiosamente, dei Vigili del Fuoco, non attrezzata per simili soccorsi e che ben sei ospedali respinsero Rino Gaetano ancora in vita, per poi portarlo al Policlinico, che all’epoca era del tutto privo del reparto di traumatologia.
Peraltro aveva già avuto un grave incidente nel 1979: una jeep speronò la Volvo in cui viaggiava insieme ad un amico.
La macchina fu distrutta, lui ne uscì illeso ma chi aveva causato lo scontro riuscì a defilarsi e non si seppe mai chi fosse alla guida.
Il mistero si infittisce con le voci (categoricamente smentite dai familiari e conoscenti) che volevano Gaetano affiliato alla massoneria che gli avrebbe fatto pagare una serie di rivelazioni che, pare, facesse trapelare, in codice, nei testi di alcune sue canzoni.

Testi che apparentemente erano spesso un insieme di frasi senza particolare senso ma che in realtà si vuole fossero invece precisi riferimenti a fatti conosciuti a ben pochi.
Ad esempio nella famosa ‘Nuntereggaepiù’ cita tale Cazzaniga accostandolo alla DC.
Si scoprì, tempo dopo la morte di Rino, che Vittorio Cazzaniga (messo ai vertici della Bastogi, finanziaria dal grande potere economico e politico, da Giulio Andreotti e Eugenio Cefis) era un finanziatore occulto del partito al governo.
In "Berta filava" i nomi Mario e Gino, con cui Berta (metafora degli Stati Uniti) filava nel brano, possono essere identificati con gli ex ministri Mario Tanassi e Luigi Gui coinvolti nello scandalo Lockeed. Il «bambino che non era di Mario e non era di Gino» sarebbe la Lockheed.
In "Mio Fratello è figlio unico" parla del treno Taranto-Ancona. Anni dopo due ufficiali dei servizi segreti affiliati alla P2, Belmonte e Musumeci, furono condannati per aver progettato sul treno Taranto-Ancona falsi attentati per confondere le indagini della magistratura su quelli avvenuti veramente in Italia nei settanta.
In “La zappa, il tridente, il rastrello” si parla di “una mansarda in via Condotti”, in cui Licio Gelli iniziò molti affiliati della P2 (tra cui anche un ex presidente del Consiglio, a quanto da lui stesso dichiarato).

Come poteva però Rino avere accesso a certe informazioni ?
Si insinua attraverso un caro amico che lavorava in importanti uffici consolari-diplomatici a Roma, anch'esso scomparso prematuramente in un "misterioso" incidente stradale.
E' stato appurato in seguito che i Servizi Segreti italiani ai tempi eliminavano i personaggi a loro invisi e scomodi tramite incidenti. Ricorrenti anche riferimenti alla rosa che oltre ad essere uno stupendo fiore è stato spesso simbolo massonico e che in Italia fu anche eversivo:
la Rosa dei Venti fu un'organizzazione di estrema destra che tentò un colpo di stato nel 1973, il Golpe Borghese.

Ovviamente, è il caso di ribadirlo, siamo in un contesto di ipotesi, di collegamenti basati su una tesi di fondo tutta da dimostrare (pur se impossibile).
Rimane inquietante invece il brano “La ballata di Renzo” brano inciso nel 1970 ma uscito solo nel 2009 in cui sembra anticipare con incredibile precisione la sua fine: “S’andò al san Camillo, e lì non lo vollero per l’orario.
S’andò al san Giovanni, e lì non lo accettarono per lo sciopero. Con l’alba, le prime luci, s’andò al Policlinico, ma lo respinsero perché mancava il vice capo. In alto c’era il sole, si disse che Renzo era morto. Ma neanche al cimitero c’era posto”.


La conclusione dunque ?

Il mistero attrae, il complotto pure (soprattutto in questi anni bui per la ragione) e questa tesi ha un suo fascino.
Più semplicemente la verità sta nella constatazione che Rino Gaetano era un artista curioso, geniale e attento a ciò che gli accadeva intorno.
Una persona dalla mente aperta e senza preconcetti, tanto meno politici e ideologici, in un'epoca in cui i compartimenti stagni in questo contesto erano d'obbligo.
Gaetano era forse uno che aveva ben presente il Pasolini che nel 1974 scrisse sul Corriere della Sera il celebre “Io so” in cui c'è una frase illuminante in tal senso:
“Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero”.

Rino Gaetano leggeva, si informava, approfondiva e metteva insieme tasselli di realtà e, da vero artista, li trasponeva in testi e musica e componeva canzoni che parlavano di ciò che accadeva intorno, di ciò che succedeva nella società.
Parlava di emarginazione, di emigrazione, sfruttamento, solitudine, di politica mai contestualizzandola ad una dimensione ideologica ma come critica alle sue storture e alle usurpazioni.
Lo faceva utilizzando un linguaggio mutuato dal teatro dell'assurdo, (era un grande ammiratore di Ionesco) che fu originale e pressochè unico ai tempi e rese la sua scrittura, accoppiata a sonorità molto personali, inimitabile e ancora attualissima.

5 commenti:

  1. Probabilmente fu veramente ammazzato.

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  2. Ho preso l'altro libro di Mautone (chi ha ucciso rino gaetano, e lo sto leggendo (per ora una 60ina di pagine). per il momento è una grossa delusione, è scritto malissimo, senza un filo logico, si passa da un argomento all'altro senza collegamenti, per poi tornare a un argomento trattato pagine prime dicendo le stesse cose. E anche dal punto di vista della sintassi zoppica parecchio. Inoltre la maggior parte delle presunte rivelazioni sono proprio tirate per i capelli. insomma al momento sono aprecchio deluso, sperò che il libro migliori andando avanti. alberto

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  3. L incidente è stato sicuramente provocato non ci sono dubbi...l'avvocato Mautone è stato un grande ma alla fine la verità non è ancora stata confermata purtroppo molto probabilmente perché c è interesse affinché non venga fuori.
    In primis i famigliari più stretti cioè la sorella e il nipote con la sua band non hanno appoggiato la tesi dell assassinio e non lo faranno mai perché hanno paura di lasciarci le penne. La sorella Anna sa tutto.in un intervista ha dichiarato che nel 85 o giù di lì ricevette delle telefonate anomime di gente che voleva rivelare chi l'aveva ucciso citando la Rosa Rossa. È lei si rifiutò..fossi io l'avrei sentiti...strano no?
    Punto 2 : Antonello Venditti nel 2007 dopo l'uscita della famosa fiction fece queste dichiarazioni: lui è andato in un mondo che non gli apparteneva e lì ha trovato la morte.e ancora...non mi piaceva il mondo che frequentava negli ultimi tempi nel quale si faceva uso di cocaina...quindi sa tutto.
    Non c'e bisogno di altre prove la verità sta qui in queste dichiarazioni..chi la vuole riconoscere deve solo cercarla nelle persone che sanno..e che hanno visto e sono stati testimoni. Tutto qua

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  4. Il testo della Ballata di Renzo è stato usato x applicare la legge del contrappasso..peccato che la morte è avvenuta nel 1981 mentre il brano è stato pubblicato soltanto nel 2001..di conseguenza gli assassini conoscevano quel brano già prima..

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