lunedì, maggio 05, 2014

Viaggio ad Auschwitz e Birkenau



I bambini piccoli si vaccinano contro varie malattie.
Ho pensato fosse opportuno vaccinare contro altri tipi di malattie il mio ormai grande con un viaggio ad Auschwitz e Birkenau. Anche andarci in bus (con l’Anspi del mio paese) è interessante, il lento avvicinarsi, il cambio di paesaggi, di lingue, cibi, colori, attraverso Austria, Rep. Ceca e Polonia, 18 ore comunque non pesanti.
E quanto è bella la Polonia, le sue campagne e Cracovia, vero gioiello di città, ordinata, pulita, accogliente, “umana”.

Quanto stride con l’orrore, con il forte senso di Male che pervade i due siti dello sterminio.
E quanto è presente il Maligno.
Un non credente come me, per induzione matematica, finisce per trovare dimostrata, per la legge degli opposti, l’esistenza del Benigno (chiamatelo Dio se volete).
Assente o distratto in quei giorni.
Ma stavolta la matematica è un’opinione.

Lasciando perdere le dissertazioni filosofiche che appartengono al Personale di ognuno di noi, la visita ai due campi è sconvolgente, fonte di fortissime emozioni e di informazioni poco conosciute (dal fatto che l’unica nazione che quattro anni fa ha deciso di chiudere il padiglione riservato alla memoria dei propri morti ad Auschwitz è l’Italia....al progetto dei nazisti di eliminare 50 milioni di slavi, la vita media dei prigionieri nel campo di 5/6 mesi, il LIBRO CON I NOMI di 4 MILIONI di internati con DATA di NASCITA, MORTE, PROVENIENZA - vedi foto -, alla costruzione non terminata di un impianto di biogas con cui riciclare le deiezioni dei prigionieri, dell’utilizzo delle loro ceneri per concimare i campi, dei loro capelli per filare coperte etc etc).

Consiglio a chi non l’avesse mai fatto di ritagliare un paio di giorni nella propria lunga vita per una visita.
Cambia la percezione del mondo in modo radicale.

Ricorda solo che io ero innocente e, come te, mortale, anch'io ho avuto una faccia caratterizzata da rabbia, pietà e gioia, piuttosto semplicemente, una faccia umana.
Benjamin Fondane, ucciso ad Auschwitz/Birkenau nel 1944.

15 commenti:

  1. Ho fatto lo stesso con l'Anpi del mio paese (e mia mamma)
    C

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  2. Direi una scelta interessante, in tutti i sensi.
    E poi Cracovia e dintorni li ho trovati incantevoli

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  3. e Michelino non c'e' oggi?

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  4. un ringraziamento a Tony per aver riportato l'attualità del tema, sempre e per sempre presente tra gli orrori di questo ormai abusato continente...
    ci sono stato nel 1994 meta voluta, ma decisa all'ultimo momento, di un itinerario tra Slovacchia e Rep. Ceca....Abbiamo una tappa ad Olomuc e decidiamo di fare una digressione verso Est seguendo un tracciato che ,vengo a sapere dopo, è stato uno dei più usati dai treni della morte nazisti....ci sono scorci e passaggi della strada secondaria di fianco alla ferrovia a binario unico che porta verso Bielsko Biala, che fanno rabbrividrire al pensiero e la giornata brumosa nonostante sia estate piena, sembra accompagnare i pensieri tristi.....il passaggio in Polonia è piuttosto faticoso, nel 1994 la rep. Ceca si è appena divisa pacificamente dall Slovacchia, ma al posto di frontiera di Cyeszin i doganieri polacchi sembrano essere rimasti agli anni 50...ora non so, ma al tempo chiedere informazioni su Auschwitz / Oswiecim e farsi maledire era la stessa cosa.....senza altri mezzi che la pianta del Toruing arriviamo a destinazione......ma come ci arriviamo??...senza accorgersene!! cioè dopo una svolta detro ad una specie di collinetta di pochi metri.. ci appare un cartello ( allora bianco con scritta nera ) che ci annuncia che siamo arrivati..ok il campo dove sarà??...una strada laterale fiancheggiata da un binario ed una recinzione sulla destra...ci annuncia il luogo della morte comune !!...quasi non ci crediamo....capisco perchè i tedeschi hanno scelto questo luogo...è il buco del culo dell'Europa intera.....nel 94 non ti accorgi di esserci figuriamoci nella Polonia sottomessa del tempo....la visita è toccante, forte e la suggestione ci fa percepire odori che probabilmente non esistono...probabilmente!! .....il campo principale "offre" vari spunti di riflessione , ad ogni angolo una tragedia, per semplificare le sensazioni invito chiunque si appresti ad una visita di provare a scendere nel cosiddetto "canile" del Block 11 il famigerato blocco della morte...se non sapete cosa sia la claustrofobia dopo il passaggio in quello scantinato vi dovrete ricredere...
    quasi quasi siamo sollevati allì'idea di percorrere all'aria aperta i pochissimi km ( tre forse o meno) da Auscwitz al campo satellite di Birkenau....il luogo della lunga strage....
    aver letto innumerevoli libri sull'argomento, aver visto migliaia di immagini del campo , della sua entrata , del binario di smistamento della baracche , non basta!!, non basta proprio a farti passare il groppo in gola ....non c'è nulla di ecaltante qui, non ci sono che i resti dei crematori e delle camere, le baracche superstiti sono poche a destra quelle del "canada" la sussistenza, la quarantena , il primo passaggio....a sinistra quelle rimanenti del campo femminile...nulla di mostruoso , vecchie stalle di cavalleria....in fondo dietro il campo il boschetto e le fosse dove venivano bruciati i corpi all'aria aperta quando nella follia pura non si cercava nemmeno di preservare braccia da lavoro utili, ma si uccideva a rtimo continuo ( estate del 44) senza nessuno scopo , senza nessuna implicazione, nemmeno la mera esigenza "economica" ....ma non vi è nulla appunto di "grande" di visibile che faccia presupporre un progetto tale di sterminio..... appunto qui è la mostruosità.....il niente che colpisce , la fredda ed assoluta banalità del Male...e con questo sentimento di impotenza siamo tornati all'auto e siamo ripartiti e vi assicuro, che , se ancora dopo 20 anni mi ricordo questo e lo ricordo con angoscia e volutamente ne scrivo abusando dello spazio del blog , con le immancabili imprecisioni di cui mi scuserete è perchè una volta che siete sati lì , anche una sola volta, non riuscirete più ad essere come prima!!
    Un saluto
    The Raven

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    1. Grandissimo Everaldo, mi fai rimanere a bocca aperta.
      Io resto impressionato solo a star qui seduto su sta sedia.....

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  5. Ti ringrazio per la testimonianza. Condivido tutte le tue parole e soprattutto l'aspetto della "banalità del male". E' tutto "normale"lì. Un campo sperduto in mezzo al mondo dove si uccideva a ritmo continuo.
    La cosa che più mi ha impressionato è stato il canto degli uccelli, gli alberi rigogliosi e verdi, la campagna circostante che si risveglia e che avevano intorno anche coloro che si apprestavano a venire gasati e bruciati. Normalmente, tranquillamente, gente normalissima, strappata alla casa pochi giorni prima. E' indescrivibile.

    Ps: adesso il tutto è segnalato e facilmente raggiungibile ma da nessuna parte è indicato Auschwitz. Solo Oswiecim. E solo quando sei lì c'è un cartello.

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  6. Dal settembre del 1943 a tutto il 1944 mio nonno era in Polonia con i prigionieri di guerra italiani, nei campi di Danzica e Stettino. Dopo essersi rifiutati di aderire alla RSI, per punizione i soldati italiani in pratica decaddero dallo status di prigionieri di guerra (peraltro già molto precario, a causa del fatto che i furboni del governo fascista non avevano firmato i trattati per la tutela dei prigionieri, e quindi non potevano neanche ricevere le visite della CRI...) a quello di traditori/schiavi e vennero inviati a scavare fossati anticarro etc etc. Mio nonno finì per circa un mese vicino a Monowitz, a posare traversine a scartamento ridotto per i treni che dovevano portare la gomma Farben fino alla ferrovia. Nella gerarchia concentrazionaria nazista gli italiani traditori erano al penultimo gradino, insieme ai soldati russi e ai pochi patrioti polacchi ancora in vita a quel punto. Quelli all'ultimo gradino li vedevano da lontano ogni tanto, ma siccome una volta a un tale di Fano che l'avevano beccato a guardarsi intorno, le SS avevano spaccato le braccia e tutti i denti, avevano pensato di non chiedere niente, perchè se ti spaccavano le braccia e non potevi lavorare eri inutile, e come tale ti lasciavano morire di fame o gangrena. Mio nonno e il suo plotone si incazzavano da matti anche, perchè pensavano che quella puzza maledetta che arrivava a seconda del vento (ed erano a chilometri e chilometri di distanza...), fossero le SS che arrostivano e pulivano maiali tutto il giorno, e non volevano credere al barbiere di vicino a Ravenna che diceva: voi non sapete niente, là bruciano la gente!
    In effetti era troppo grossa per loro, non riuscivano neanche a metterla insieme nella mente una cosa del genere...ed erano là, sulla scena del crimine.

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  7. gran bel post e gran bel consiglio.
    cercherò di organizzare il viaggio anche per i miei.

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  8. A 16 anni son stato a Mathausen con la scuola e a 26 anni di distanza mi ricordo tutto. Hai ragione Boss, vaccinarsi serve.

    Charlie

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  9. Miglior post del 2014. Bravo cazzo, bravo!!

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  10. leggo ora, bellissimo post,..un film molto sconvolgente è Nuit et Brouillard di Alain Resnais che consiglio a chi non l'ha visto

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