venerdì, aprile 24, 2009
25 Aprile 2009
Come ogni anno non voglio dimenticare il valore supremo della RESISTENZA
L'impegno di noi persone più "adulte" è quello di continuare a raccontare ai nostri figli, ai più giovani, quello che abbiamo sentito dai nostri padri e dai nostri nonni.
Non lasciamo che si dimentichi.
Siamo noi i nuovi testimoni
Ci fu una parte GIUSTA che combattè e sconfisse una parte SBAGLIATA e ci regalò la LIBERTA’
E se c’è ancora tanta gente , fascistucoli da strapazzo in testa , che ne mette in discussione il valore, vuol dire che anche oggi ci sono una parte giusta e una sbagliata.
Achille fu dalla parte giusta
Achille Barilatti (Gilberto della Valle)
Di anni 22 - studente in scienze economiche e commerciali - nato a Macerata il 16 settembre 1921.
Tenente di complemento di Artiglieria, dopo l'8 settembre 1943 raggiunge Vestignano sulle alture maceratesi, dove nei successivi mesi si vanno organizzando formazioni partigiane - dal Gruppo " Patrioti Nicolò " è designato comandante del distaccamento di Montalto.
Catturato all'alba del 22 marzo 1944, nel corso di un rastrellamento effettuato da tedeschi e fascisti nella zona di Montalto - mentre 26 dei suoi sono fucilati immediatamente sul posto e 5 vengono salvati grazie al suo intervento, egli viene trasportato a Muccia (Macerata) ed interrogato da un ufficiale tedesco ed uno fascista .
Fucilato senza processo alle ore 18,25 del 23 marzo I944, contro la cinta del cimitero di Muccía Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Mamma adorata,
quando riceverai la presente sarai già straziata dal dolore.
Mamma, muoio fucilato per la mia idea.
Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui.
Non piangere Mamma, il mio sangue non si verserà invano e l'Italia sarà di nuovo grande.
Da Dita Marasli di Atene potrai avere i particolari sui miei ultimi giorni.
Addio Mamma, addio Papà, addio Marisa e tutti i miei cari; muoio per l'Italia.
Ricordatevi della donna di cui sopra che tanto ho amata. Ci rivedremo nella gloria celeste.
Viva l'Italia libera!
Achille
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
E cosa c'è da commentare di fronte a tali parole?
RispondiEliminaLasciamole alla sensibilità e all'intelligenza di ognuno di noi.
(Se il Paese sta andando in malora, mi viene da dubitare fortemente della sensibilità e della intelligenza degli italiani...)
e dalla Resistenza è nata la Costituzione, un documento d'amore incondizionato che ora va nuovamente difeso dall'assalto delle brutte facce di merda che l'hanno definita "sovietica".
RispondiEliminaPossiamo firmare l'appello di Massimo Fini e Marco Travaglio qui:
http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/2008/12/15/firma_lappello_finitravaglio.html
segnalo sul sito degli Statuto www.statuto.net il toccante e stupendo racconto di Oskar sulla Resistenza.
RispondiEliminaIl nostro impegno è quello di continuare a raccontare ai nostri figli, ai più giovani, quello che abbiamo sentito dai nostri padri e dai nostri nonni.
Non lasciamo che si dimentichi.
Siamo noi i nuovi testimoni
Nel frattempo a Vigevano il Sacrestano accoglie i fedeli con la fascia col simbolo nazista al braccio. "Sono di estrema destra e fiero di esserlo"...
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/sacrestano-svastica/sacrestano-svastica/sacrestano-svastica.html
W IL 25 APRILE! W LA LIBERAZIONE! purtroppo non gliene abbiamo date abbastanza a quanto pare...
RispondiEliminaDoveroso, come ogni anno.
RispondiEliminaQuesta e'la NOSTRA Festa.
Segnalo www.siamoiribelli.org, sito dell'amico Michele Anelli (ricordate Stolen Cars e Groovers)che promuove da anni ormai arte,parole e memorie in tema.
Ho letto il bello scritto di Oskar,importante scrivere e leggere queste cose di prima mano.
Anche io avrei la storia di mio nonno materno da raccontare, morto partigiano su questi monti durante un truce rastrellamento, a 29 anni.
Mi chiamo Antonio di secondo nome in sua memoria.
Oggi pero'lo voglio ricordare col suo nome da partigiano, BRUNO.
Cristiano
Mio nonno abitava a Bergamo, era di classe 1920, socialista, e di cognome faceva Podestà.
RispondiEliminaCosì tra i fascisti sbronzi, una sera si e l'altra anche. scattava l' "andiamo a pestare il Podestà!" (il podestà in era fascista era il sindaco della città) e tutti contenti di 'sto gioco di parole l'andavano a pestare. Quando il federale seppe che c'era un socialistà che si chiamava Podestà lo fece arrestare. E giù botte in carcere. Poi lo mandarono sul fronte russo dove per assurdo ebbe un momento di respiro, prima della tragica marcia di rientro dopo Nikolayevska che costò la vita a una intera armata...
E' morto nel 79, che cazzo penserebbe oggi nel vedere cosa succede in Italia?
hai ragione Pibio, l'ho pensato anch'io tante volte
RispondiEliminaC