venerdì, maggio 23, 2008
Paul Weller
Paul Weller compie 50 anni
Approfitto della significativa ricorrenza (che segue di pochi giorni i 63 del patrigno artsitico e putativo Pete Townshend) per ripercorrere brevemente le gesta e la carriera in un sentito omaggio ad un COMPAGNO di viaggio e di vita sprituale ed artistica.
Un artista dall’eccelsa caratura il cui valore è emerso nel complesso della lunga carriera, fatta di numerose ed
immensi picchi qualititativi, fatta di brani da antologia, ma , curiosamente, se consideriamo l’ampiezza della
produzione (oltre 30 lavori), scarsamente incisiva a livello di album.
A ben guardare, e con grande benevolenza, i capolavori in quanto tali non arrivano alle dita di una mano (“Sound affects” e “The gift” con i Jam, “Cafè bleu” con gli Style Council, “Stanley Road” da solista).
Sufficienti, certo.
Ma la storia e la capacità di scrittura di Weller sono probabilmente da valutare nella carriera in toto, che , come
è stato per Ray Davies ad esempio, ne fa il cantore più sincero e più credibile della scena inglese post 60’s.
Weller ha saputo crescere nel modo più brillante e coerente incarnando la perfetta immagine mod-ernista.
Dalla rabbia, lucida, mai scomposta e sguaiata, dei primi Jam di “In the city” e “This is a modern world” alla crescita più riflessiva di “All mod cons” e “Setting songs” fino ai capolavori tra Beatles e black sound di “Sound affects” e “The gift”.
Poi la coolness, mutuata dagli absolute beginners dei tardi 50’s , innamorati del modern jazz con gi Style Council ,
naufragati alla fine in territori e sapori confusi, indecisi tra dance e suoni sintetici.
La faticosa risalita , dal Paul Weller Movemenet alla carriera solista, in sordina prima e lentamente tornato ai fasti di un tempo con il capolavoro “Stanley Road”, una serie di splendide songs sparse tra album convincenti come “Heavy soul” o “As is now” e “22 dreams” che si pone da subito ai vertici della produzione Welleriana. Album ricchissimo, speciale, compositivamente eccelso, ai limiti del capolavoro.
6 album x amare Weller
JAM “Gift”
JAM “Sound affects”
JAM “Snap”
STYLE COUNCIL “Cafè bleu”
PAUL WELLER “Stanley Road”
PAUL WELLER "22 dreams"
10 songs
JAM Town called malice
JAM Down in the tube station at midnight
JAM In the city
JAM That’s entertainmnt
JAM Beat surrender
STYLE COUNCIL Party chambers
STYLE COUNCIL Shout to the top
PAUL WELLER Fron the floorboards up
PAUL WELLER Changingman
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Cosa dire Tony...confermo in toto quello che hai scritto. Immenso artista, come il vino sembra acquisire una piena e consapevole maturità invecchiando. Attendo con gioia il nuovo doppio. Happy Birthday Modfather!
RispondiEliminaInsieme dal 1980.
RispondiEliminaIl pezzo era GOING UNDERGROUND, in video..uno dei primi che giravano.
Non sono mai piu' cambiato.
LOVE UNLIMITED
Cristiano
auguri al paolino!
RispondiEliminaun paio di brani dal jools holland di martedi'scorso come aperitivo :)
http://www.youtube.com/watch?v=6uIznI5Yct8
http://www.youtube.com/watch?v=h6o0_OCbs3I
fantastici sti due braani...e anche gli aaltri finora ascoltati qua e là...grande Paul !
RispondiEliminaBelle parole, bel pezzo, mi piace tutto di quello che hai scritto, ma sui capolavori non sono d'accordo...Tutta la produzione dei Jam è un capolavoro: dall'acerbo esordio di In the city, al mezzo passo falso di This is the modern world(si, ma la cover di In the midnight hour, Standards, la stessa title-track, here come the weeck-end ecc. lo fanno entrare di diritto tra gli ever green...Che dire poi di All mod cons??? A mio modesto parere il migliore album dei Jam, è un autentica gemma dalla prima all'ultima nota (dall'intro di all mod cons al rumore della metro di down in the tube station conclusivo....)E Settin sons,bhe, quando un album contiene pezzi come Eton rifles, David Watts (di Foxton xò), Saturday kids, Burning sky, Wasteland (basterebbe da sola) x non parlare della cover di Haetwawe, come può non definirsi un capolavoro??? Saluti
RispondiEliminaDavid watts non è di Foxton ma di Ray Davies e dei Kinks...
RispondiEliminaIn the city è bello ma non si può definire capolavoro, nè tantomeno This is a modern world (che però come dice Federico Fiumani , amo tantissimo proprio perchè è uno di quegli album "minori" ma incurante delle leggi del mercato, fatto subito dopo "In the city" con i primi ed unicci brani che avevano. Fresco, urgente, approssimativo.Bello)
"All mod cons" è il primo passo della maturità ma ancora , spesso, molto debole.
Contiene songs immense ma nel complesso non lo trovo così riuscito.
Tantomeno "setting sons", molto "pesante" nei suoni e negli arrangiamenti, un po' troppo cupo secondo me.
a me l'intro di 22 dreams pareva tanto simile a quello di my generation... cmq due belle songs, molto tirate, cariche e piene di energia... per le canzoni, toglierei party chambers e ci metterei walls come tumbling down o my ever changing moods, via beat surrender e dentro thick as thieves, poi in qualche modo cercherei di infilare wings of speed...
RispondiEliminaMarco MODS Trieste
ciao Tony,è sempre un piacere passare di qua...un abbraccio
RispondiEliminaTalia
Stupisce che non si accenni all' "impegno", piu' sociale che politico, del nostro buon Paul.
RispondiEliminaPezzi come mainstream come Down in the Tube Station, Eton Rifles (What chance have you got against a tie and a crest?) o Walls Come Tumbling Down, ma anche brani "minori", se di brani minori si puo' parlare nel suo caso, come Running on the spot, Man in the Corner Shop or The Planner's Dream Goes Wrong sono assolute gemme, fotografie di una situazione sociale che Weller e' sempre riuscito a dipingere in maniera sublime.. Uno che riesce a dire "To either cut down on beer or the kids new gear is a big decision"..
Esco dal coro per dire che il mio Weller preferito (in assoluto) è quello di HEAVY SOUL. Un disco che mi piace da matti e che ogni volta che lo metto, me lo canto dall'inizio alla fine!
RispondiEliminaBoccio quasi totalmente The Style Council che ho sempre trovato molto carini ma... che vivrei bene anche senza.
Ovviamente discorso a parte per The Jam, grandi. Nient'altro!
Ma Weller ha raggiunto il mio cuore solo con Heavy Soul. Per essere perfetto gli manca solo "You do something to me" (canzone meravigliosissima)... ma basta aggiungerla quando si amsterizza il CD.
:-)
Ah... "You do something to me" la trovate su Stanley Road, suo capolavoro ufficiale, ma però a me piace di più HEAVY SOUL.
S'era capito?
Avevo sottointeso in qualche modo l'impegno sociale di Paul descrivendolo come " il cantore più sincero e più credibile della scena inglese post 60’s."
RispondiEliminaAnche se in effetti non ne mette, per i neofiti, in luce questo aspetto piuttosto rilevante nella sua poetica.
Il commento di Joyello testimonia come la poliedricità compositiva e artistica di Paul permetta ad ognuno di avere il suo album preferito.....
Quelli che ascolto più volentieri non sono per forza i migliori...
Gli Style Council dei primi due album (singoli inclusi) sono cmq stati un gruppo eccellente (che anche dal vivo rendeva parecchio).
Poi il declino
PS: quando uscì il primo singolo "Speak like a child" ci fu un'impennata delle vednite di impermeabili bianchi (soprattutto tra i mods, lasciati poco prima con Lonsdale e Jam shoes)
a me piace sunflowers... ma ho scoperto il suo lavoro da solista solo ultimamente e non riesco ad ascoltare altro! poi dal vivo è anche meglio. lunga vita a paul, visto che invecchiando migliora! mari
RispondiEliminaparto col dire che ve lo sconsiglio (semplicemente perchè "22 dreams" è un album da sentire dall'inizio alla fine in un fiato, possibilmente in vinile :) ma se volete avere un'idea di cosa sia, il sito ufficiale www.paulweller.com ha ora un preascolto di tutti i brani, 20/30 secondi a brano)
RispondiEliminasconsiglio il preascolto ovviamente! non l'album!! se non si era capito :O))
RispondiEliminaPaul Weller mi è sempre piaciuto parecchio anche se sono più legato ad artisti della "mia generazione",Ian Mckaye su tutti.
RispondiElimina"In the city" è un gran bel disco,forse ancora un po'acerbo ma proprio per questo molto sincero.
Anche "All mod cons" lo trovo degnissimo.
Naturalmente queste sono solo le mie sensazioni,non essendo un esperto del "mondo mod",pur apprezzandone lo stile,l'impegno ed una certa filosofia di vita.
Proprio in questi giorni ascoltavo "Cafè bleu" degli Style Council..un disco difficile da interpretare..molti lo stroncano perchè troppo variegato,altri lo esaltano per lo stesso motivo.
In effetti ci si trova quasi di tutto,jazz,soul,perfino rap..
Non saprei che dire..soltanto che ascoltarlo mi piace..non è abbastanza?
Su www.nme.com c'è il preascolto di tutto l'album
RispondiEliminaio tengo duro..come x il disco degli WHO.
RispondiEliminaLo ascoltero' (prob in cd)tornando a casa in auto appena comprato..
Cristiano
Ciao Tony, ciao ragazzi, siamo tornati!
RispondiEliminaChe superfigata Liverool,
Che bello il Cavern...
Siamo partiti per 2 concerti e poi ne abbiamo fatti 3 (in meno di 24h)!
Presto reportage della spedizione e un miliardo e mezzo di foto (tutte vietete alle gestanti, come al solito...)
il modfather ritorna in Italia!!
RispondiElimina(da rockol): due concerti: il 9 luglio al festival di Villa Arconati di Bollate (nei pressi di Milano) e poi il 15 ottobre all’Estragon di Bologna.
I biglietti per entrambe le date sono già in vendita nel circuito di Ticket One: il costo è di 34,50/31,05 euro (1° e 2° settore) per Villa Arconati, di 34,50 euro (posto unico) per l’Estragon.
Oh Paolino Weller....icona Mod-ernista. Impossibile scegliere nella sua sterminata produzione. Aggiungo solo che a parer mio nel periodo Style Council "Our favorite shop" lo preferisco a Cafè Bleu, piccolo nanetto: OFS lo scoprì un giorno mentre ero a fare i compiti a casa di una compagna di classe (in prima media), mentre stavamo cazzeggiando riguardo i nostri acerbi gusti musicali da dodicenni la sorella maggiore della mia amica ci diede una vecchia cassetta registrata e ci intimò l'ascolto: sul un lato c'erano gli Style Council con OFS e sull'altro c'era Steve McQueen dei Prefab Sprout.
RispondiEliminaNon ci andò male in definitiva.
Charlie