lunedì, maggio 19, 2008
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Venerdì e sabato prossimo a Torino si festeggiano i 1.743 giorni di VITTORIA di Cristina (e Mauro...) con tanti amici e la reunion dei No Strange del grande Ursus.
Magari ci saremo anche in pelle e ossa, sicuramente con il cuore.
Tutte le info sul flyer qui sopra.
NEI COMMENTI IL RESOCONTO DELLE SERATE BY CRISTINA !
Intanto è uscito il 45 della TONY FACE BIG ROLL BAND in vinile e in 250 copie con "Hey bulldog" dei Beatles e "Lady day and John Coltrane" di Gil Scott Heron.
Si trova dalla Hammond Beat (www.hammondbeat.com) e qualche copia ce l'ho pure io.
Ed è uscito anche "Elegantemente Rudi" , raccolta con 39 classici ed un inedito degli STATUTO, dalla splendida copertina e gli altrettanto splendidi contenuti (anche in VINILE....alla grande !!!!)
www.statuto.net
Ho iniziato a scrivere per BLACK MILK MAGAZINE (http://www.blackmilkmag.com) con una storia personale dei Prisoners. Da leggere.
E infine su www.lilithandthesinnersaints.com un tot di news about la vostra band preferita
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Purtroppo neanche io credo di farcela per la serata torinese,acciderboli!!!
RispondiEliminaMa so che qualcuno filmerà l'evento e quindi attendiamo di vedere il video!
In bocca al lupo,grandi!!!
Joe
ma quante belle cose,ma quanta bella gente!
RispondiEliminaDi un certo impatto la cover del tuo singolo,tony, bellissima la foto di cristina, la cover degli statuto e' sicuramente della stessa session fotografica della copertina di "ghetto" riconosco luogo e..personaggi.
avercene
Cristiano
pppo noi non ce la facciamo a fare un salto...ci si vede magari al Festival Beat (con i Bwllrays in concerto !!!!)
RispondiEliminaGrazie di tutto,sopratutto a Cristina che mi ha spinto a questo rientro,visto che in genere non ho mai amato le reunion...ma in questo caso c'era una motivazione molto importante e non potevamo mancare.
RispondiEliminaNon so,come ho già scritto su FARDROCK se la cosa avrà un seguito,ma per il momento ci piace così...si dice che dovrebbe intervenire anche CLAUDIO ROCCHI,ma non so a che livello,mentre è certo che ci sarà Gianni Milano,poeta dell'underground italiano da 40 anni(molto amico di Tedeschi).
Intanto ho "scoperto" il nuovo album di Jamie Lidell, crucco alle prese con "new" soul e rythm and blues e che suona come Stevie Wonder nei 70's o Otis Redding...pazzesco...
RispondiEliminadov'e' il programma del festival beat?
RispondiEliminahttp://www.myspace.com/festivalbeat
RispondiElimina"E Weller tornerà anche in tour in Italia a distanza di due anni dalle sue ultime apparizioni. Già confermati due concerti, a Milano per il Festival di Villa Arconati (Bollate) il 9 luglio e a Bologna all'Estragon il 15 ottobre.
RispondiEliminaPer entrambe le date sono già avviate le prevendite tramite TicketOne: Milano tra i 30 e i 34 euro, Bologna € 34,50. Seguiranno le vendite dei biglietti tramite gli altri canali.
mi sa che il 15 ottobre sarò a bologna... intanto oggi ho preso il cd degli statuto, e me li vado a vedere sabato prossimo al festival antirazzista di villanova (pd)!
RispondiEliminaMarco MODS Trieste
weller farà anche una data all'alcatraz (mi) il 14 ottobre. la nuova band live (con andy lewis al basso) dopo il doveroso rodaggio delle prime date adesso è "on fire". cambiati tutti gli arrangiamenti, grande uso dei cori e versatilità dei giovanotti nuovi (andy suona anche la viola ..o il violoncello?...scusate sò gnurante.. in "all you need is love"!). imperdibile!
RispondiEliminaps: i suoi superfunk "ex" white/minchella/beaghen (trio valore) sono a brugherio il 28 giugno. imperdibile!
ciao f
ursus
RispondiEliminafacci avere il video
mi dicono i miei amici che siete stati sconvolgenti
Joe
Qualcuno presente può farci un resoconto della serata ?
RispondiEliminaSpero che ci sia qualcuno che lo faccia...
RispondiEliminami dice Cristina che comunque Eddy Cilia ne farà un articolo,dove e quando però non so,suppongo presto.
ma nella foto di cristina sei tu tony quello col cappello?
RispondiEliminae la dietro e' cristiano?
Certo che sono io !
RispondiEliminaStavoi andando a vedere dei lavori in corso (una gettata di catrame dove avevano appena fatto unafognatura) per verificare che gl ioperai fecassero il lavoro con precisione e mi beccco sti giovanotti fricchettoni
Teddy boys ! Gioventù bruciata ! Urlatori !
ehi calma calma..io sono MOLTO piu' magro
RispondiEliminacristiano
il sig col cappello pero' sembra un po' george martin
RispondiEliminaC
Cristiano a quei tempi era reduce dal telefilm "I ragazzi di padre Tobia"...mi ricordo bene la sigla:
RispondiElimina"Dieci ragazzi insieme non sono dieci,sono di più
ma dieci ragazzi insieme sono dei cuori molto intricati per mille volontà
chi trova un amico trova un tesoro
noi siamo i ragazzi più ricchi del mondo" ecc...
Tutti pensavamo fosse Silvano Tranquilli,invece era lui...quindi ad occhio e croce Cris oggi ha più di 60 anni.
di più di più.....
RispondiEliminaera uno della spedizione dei mille
Joe
Posso confermare..
RispondiEliminaMe lo ricordo bene quando siamo sbarcati a Marsala come vomitava per il mare mosso.
Con l'aiuto di alcuni mods localia cui mandai un sms a dorso di mulo, lo abbiamo portato in Vespa per un day hospital.
Poi in serata si era già ripreso e abbiamo partecipato insieme ad un allnighter a Palermo.
Garibaldi era un po' incazzato ma quando hanno meso "E' tornato Garibaldi" degli Statuto si è rilassato
ricordi bene,Tony.
RispondiEliminaio e giuseppe abbiamo sempre avuto degli attriti..
C
Per non parlare di quello skin di merda del Mazzini !
RispondiEliminaUn'antipatia !
E l'ultrà dei Drughi bianconeri, il Cavour...maamma mia
E' che il Giuseppe era sempre li servile al massimo, obbedisco di qui,obbedisco di la..io gli dicevo tante volte: "ma fottitene Giuseppe..!" e lui niente. testardo come un mulo..
RispondiEliminaIl cavour poi lasciamo perdere..
Da quando ha visto la copertina di let It Be si e' fissato co sti occhialini alla "wiston"..dio se la menava..
C
A proposito di fatti risalenti al risorgimento...
RispondiEliminaTony,come mai tutti indicano la data di pubblicazione di "Who are them?" come il'93?
Anche su Wikipedia,ma a me risulta fosse nel 90/91,no?
Infatti la copertina io l'ho firmata 90 e poi i No strange li ho sciolti nel 92...mi sbaglio?
Who are them è del 1991 anche se a volte viene attribuito il 1990.
RispondiEliminaMa c'è su Wikipedia ??
Ursus infatti lavora al Museo di Pietro Micca come controfigura
RispondiElimina....mmm...non sò da dove iniziare.
RispondiEliminaQuanto è accaduto nella festa "1743" - 23 e 24 MAGGIO 2008
due giorni di Pace, Amore e Musica è stato incredibilmente fantastico
e bello, che.... davvero sono in imbarazzo.
Proverò a fare come Voi maschietti, vi elencherò gruppi e brani (quelli che ricordo)
maaa...non mi cimenterò a dare giudizi su assoli e strunzellate varie, perchè NON
sono una musicista e perchè troppo coinvolta a livello emozionale.
Venerdì 23 maggio
A rompere il ghiaccio ci pensa la musicista classica Laura Ventura.
Da sola sul palco con il violino elettrico partono le note di
"The Great Gig In The Sky" (Pink Floyd) . Una interpretazione talmente intensa
da ammutolire il pueblo. Non riesco a stoppare due lacrimoni.
Ma, per fortuna riesco a tenere a freno l'emotività...La serata è appena iniziata...
Subito dopo i BEAT POWER, gruppo capitanato da Rudy Ruzza (Statuto)
Suonano da diversi anni e si vede. Comparsata del mitico Ometto!
Brani: (quelli che mi ricordo, ora)
"Sono bugiarda " e "L'abito non fà il beatnick"
E un autentico, nel senso di originale dell'epoca, poeta della beat generation
arriva a calcare le scene: Gianni Milano
70 anni portati con grinta. Declama le sue poesie, le sue prose lisergiche
contro la guerra nel Vietnam. Racconta con lo stile che gli è congeniale
(è trooppo simpatico e seduttivo!) di quando con Allen (Ginsberg per la cronaca...)
si sono ritrovati ad un reading di poesia a Milano...della sua amica Fernanda (Pivano)
Il messaggio di allora è quello di oggi, e di sempre: Pace, Amore, Liberazione!
Sale sul palco l’alfiere della musica popolare di tutti i continenti Alberto Cesa che
con la sua musa andalusa Angeles si appresta a celebrare i 30 anni di attivita’ del suo
gruppo, Il Cantovivo .
Un brano: "Masters of War" di Bob Dylan, proprio bello!
Arrivano i No Strange.
Sono il gruppo più atteso, quello che manca dalle scene, dalle nostre orecchie e dai nostri
cuori da 16 anni.
50 minuti di acido lisergico, di passione, di mantra, di tenerezza, di sensualità, di disperazione,
spiritualità, di fiori e colori...
al pubblico estasiato (da estasi= incanto) è davvero esploso un "Universo" di emozioni.
Una volta tanto non sono stata la sola ad avere gli occhi lucidi e i brividi sul corpo.
E' stata una performance incredibilmente "emozionale". Ho seguito il concerto quasi ad occhi chiusi,
lasciandomi cullare dal sitar di Alberto, dalle pinnate di Tony, dal flauto di Laura, dalle percussioni di Lucio,
dall'accompagnamento di Pino, il basso di Paolo e.... dalla voce di Ursus: così calda, triste, energica.
Hanno dato l'anima. Mi hanno rubato il cuore.
Grandi, grandissimi, sublimi.
Secondo me questi hanno sempre provato in questi anni e non ce l'hanno detto....
Carlo Pestelli: simpatia deragliante, una voce morbida e calda.
Terminano la serata i Fanitk Pillow: bravi, calienti, moolto bravi! Un incrocio fra Velvet Underground e
Flaming Groovies
Dj set: balli, danze sfrenate.
Torniamo a casa alle 5 del mattino, le micine sono.... stupefatte:
i "senza-coda" hanno sbalancato tutti gli orari...deve essere accaduto qualcosa
SI'. E' stato scritto un capitolo importante nella storia della Urbe, una storia che
si intitola: NO STRANGE and more.
Fine 1ma parte
Cristina "Sandoz" Scanu
OK Tony,sapevo che l'avresti messo...
RispondiElimina"Who are them?" viene citato su Wikipedia,riguardo alla nostra discografia,ovviamente:
http://it.wikipedia.org/wiki/No_Strange
l'ho letto
RispondiEliminac'è anche in lingue diverse,oltretutto
Joe
VAI SUNFLOWER CRIS!!
RispondiEliminaSECONDA PARTE!!!!
Cristiano
ma e' vero che i No Strange hanno fatto anche "Che Fico" di pippo franco?
RispondiEliminaNon facciamo covers...
RispondiEliminal'unica eccezione fu per la FACE rec. ai tempi di "Who are them?",quella "welcome" era venuta particolarmente bene.
infatti per me è la migliore di tutto l'lp
RispondiEliminasenza offesa per gli altri
ma quella welcome è fantastica
Joe
che fico!
RispondiEliminaVoleva essere una festa. Lo è stata. Ha finito per essere anche, se non soprattutto, un evento musicale di grande spessore, come di rado capita con i festival organizzati con fini benefici. Una tantum, nella più che adeguata cornice offerta dal torinese Evadamo Music Club, all’utile si sono uniti il dilettevole e in qualche momento l’emozionante. Per certo chi ha partecipato – organizzatore, musicista o astante che fosse – alla due giorni di “pace, amore e musica” chiamata “1743 – Fiori e colori dentro me…” svoltasi nelle sere del 23 e 24 maggio scorsi non lo dimenticherà presto. O, più probabilmente, mai. Avendo potuto vedere e ascoltare cose che voi umani… eccetera.
RispondiEliminaIn molti lo sognavano, nessuno – componenti del gruppo in testa – pensava che sarebbe mai successo: che a diciassette anni dacché pubblicarono il loro terzo album, e a quindici da quando per l’ultima volta divisero una ribalta, No Strange tornassero a suonare in pubblico. E ancora più implausibile era fantasticare che potesse riprodursi la magia che era solita impregnare gli spettacoli di un gruppo che pure nel pieno della sua vicenda artistica mai si caratterizzò per l’intensità dell’attività live. E invece… Come se non fossero passate che poche settimane, piuttosto che tre lustri, dall’ultimo concerto la singolarissima miscela di beat e psichedelia impregnata d’Oriente di Ursus e soci si è ricreata sin dalle prime battute in tutto il suo magnetico, caleidoscopico splendore. Peccato solo che la cornice stessa nella quale il prodigio si è materializzato lo abbia costretto in quaranta scarsi minuti. Peccato che non ci siano garanzie (ma c’è già chi ci sta lavorando) che un simile miracolo non resti isolato, quando potrebbe invece essere il principio di una seconda vita per uno dei gruppi più mitizzati e purtroppo (causa deplorevoli vicissitudini discografiche) meno ascoltati di sempre del rock nostrano. Peccato infine, ma era pressoché inevitabile, che tutto il resto nella prima notte di “1743” abbia finito per sembrare contorno a fronte di un piatto principale tanto succulento.
Avrebbe forse meritato più di qualche applauso di circostanza e incoraggiamento da parte dei pochi spettatori per così dire sopravvissuti al quieto uragano No Strange Carlo Pestelli, surreale cantautore cui ha dato manforte in alcuni brani la chitarra di Roberto Bovolenta, direttore artistico del festival che in tanti ricorderanno come il Robbo degli irresistibili Amici di Roland. Avrebbero sicuramente meritato di più Fanatic Pillow, andati sul palco per ultimi quando non era più sera ma notte fonda e brillanti artefici di un garage modello Paisley Underground. Immediatamente prima di No Strange avevano invece tenuto banco Alberto Cesa, del Cantovivo, e il poeta Gianni Milano, attempati quanto straordinari personaggi i cui meriti storici sono indiscutibili ma che nella circostanza hanno avuto il torto di non cogliere spirito e respiro di “1743”. Tirata troppo per le lunghe, la loro esibizione ha finito per sfilacciarsi e fare perdere alla manifestazione i giusti ritmi.
Problema colto e immediatamente risolto dall’organizzazione in una seconda serata in cui i tempi sono stati contingentati rigidamente e di conseguenza tutto ha funzionato come il proverbiale orologio svizzero. Tutto o quasi. Se il 23 ci si era crucciati che No Strange, e non altri, non avessero potuto regalare di più, il 24 il dispiacere è stato dato dal fatto che ci fosse ben poca gente (il locale si è poi affollato sempre più, fino a rasentare il pienone) quando un’altra piccola leggenda della psichedelia tricolore, gli Effervescent Elephants, ha aperto, tornando a profferire Verbo dopo un lunghissimo silenzio. I rari, saggi e fortunati presenti si sono goduti un tascabile concerto sul livello di quanto declinato da No Strange la sera prima. In formazione a tre allargatasi a quattro per il conclusivo, stordente maelstrom di Radio Muezzin, il gruppo di Lodovico Ellena ha splendidamente barato, promettendosi “unplugged” e offrendosi viceversa in una veste di elettrico ed elettrizzante, acido blues in scia agli unici Pink Floyd degni di essere chiamati così: quelli di Syd Barrett. Trenta minuti appena ma… si può dire? Memorabili.
Forti della presenza fra loro di un ex-Elefante, Surrealistic Lizard quantomeno sono riusciti a non farsi schiacciare dal confronto con quanto appena accaduto, sciorinando hard con venature lisergiche e wave, per qualche verso ancora da registrare ma con il merito di una discreta peculiarità. Li ha avvicendati un Mao che, persa per strada la Rivoluzione, ha trovato i Santabarba e nel cambio ci ha guadagnato assai: forse i più compatti e professionali – ma non per questo meno divertiti e divertenti – di tutto “1743”, i ragazzi hanno sporto scintillante, moderno pop-rock di immane potenziale commerciale. Non ci sarebbe da stupirsi se da qui a breve si trovassero a fare concorrenza, pur nella diversità degli accenti, a gente come i Subsonica.
La professionalità non manca davvero nemmeno a quegli El Tres nei quali, con il sunnominato Robbo, suona un altro fu Amico di Roland, Luca “Lallo” Mangani. “Folk and Roll” è la parola d’ordine e ne hanno offerto un apprezzabile campionario di esempi a una sala ormai colma e che ha mostrato di gradire. Sicché la platea era bella calda quando Sick Rose l’hanno ulteriormente attizzata con un’abbondante mezz’ora di garage insieme granitico e magmatico. Rinnovatosi da qualche tempo lo storico sodalizio fra il cantante Luca Re e il chitarrista Diego Mese, la sigla pare un po’ paradossalmente più in spolvero ora che non quando, vent’anni or sono, era uno dei nomi di punta del sixties-revival non italiano ma europeo, non europeo ma mondiale. Oggi Sick Rose (ammirati in città diverse volte recentemente, l’ultima di spalla a Rudi Protrudi) non fanno prigionieri. Mai.
Per il festival una conclusione perfetta. Post-scritti: alcune ore di dischi ’60 fatti girare da mani abili per ballerini entusiasti e i tanti baci e abbracci per la personcina senza la quale tutto questo – che per inciso è servito a raccogliere fondi per l’Associazione Caterina Farassino – non sarebbe potuto succedere. Altro? Una caraffa di grappa prosciugata fino all’ultima stilla dai superstiti. A momenti albeggiava.
Eddy Cilìa