mercoledì, giugno 06, 2018
Intervista a Iacampo
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IACAMPO - Fructus
Iacampo è uno dei migliori artisti/cantautori in circolazione in Italia. Mai banale, immediatamente riconoscibile, autore raffinato e sopraffino, ricercatore di suoni poco praticati nelle nostre tristi lande creative.
Nel terzo e conclusivo capitolo di una trilogia discografica che ha avuto nel precedente FLORES un vero e proprio capolavoro, riesca ancora a superarsi con un magnifico disco in cui confluiscono canzone d'autore, influenze mediterranee, caraibiche e brasiliane, miscelate con una grazia e una sapienza magistrali.
Un vero gioiello.
-Fructus chiude la trilogia iniziata con Valetudo e proseguita con Flores. Cosa accomuna questi tre album?
Li unisce forse il tema dell'amore, analizzato in 3 diverse fasi della mia vita.
Li unisce anche un nuovo modo di comporre, cantare e scrivere che è nato con Valetudo.
C'è sicuramente un omogeneo pensiero filosofico che li lega, quello che nella vita, appunto, valga tutto, e che per capire il proprio ruolo in questo gioco vale qualunque lezione, fino a che sarà imparata: e allora saranno fiori e saranno frutti, comunque, anche dopo molte ferite.
- Chiusa la trilogia quale sarà il prossimo passo artistico ?
Una vacanza, penso che sia il passo artistico più importante per me in questo momento.
- In che modo proporrai dal vivo un album così complesso da un punto di vista esecutivo, con sfumature così particolari da riprodurre ?
Grazie a degli ottimi musicisti: Rosa Brunello al basso, bravissima musicista di Jazz che realizza anche i suoi dischi personali, Francesco Inverno alla batteria, giovane ma totalmente adattabile ai groove del concerto e Filippo Zonta il percussionista che avrà anche il compito di lanciare tutti i campionamenti del produttore Gui Amabis, di cui è costellato il disco.
Poi ci sono io con la mia voce e la chitarra. E poi si canta.
I timbri sono rispettati e dove riusciremo porteremo anche la fisarmonica di Sergio marchesini e il violoncelllo di Enrico Milani.
-I brani saranno riarrangiati ?
Per me le canzoni sono sempre vive, si adattano al tempo, alle stagioni, agli umori, ai luoghi, diventando più veloci, più lente, più solenni o più minimali... anche se devo dire che a parte qualche cosa in questo tour cercheremo di essere fedeli al suono di Fructus. C'è stato molto lavoro e gli va reso merito.
Anche se devo dire che dal vivono le canzoni esplodono molto, nel suono e nell'emotività.
Le canzoni di Valetudo e Flores si, riarrangiamo.
Sarà probabilmente il destino anche delle canzoni nuove, è il bello di suonare: cambiare le forme, suonare anche con il luogo o il pubblico in sala, con il flusso del momento.
Ma per ora no, c'è ancora voglia di sentirle così.
-In questo senso è corretto pensare ad una dimensione teatrale per fare ascoltare al meglio la tua musica ?
Non del tutto, questo concerto è d'impatto. Può reggere il club come il festival estivo.
Poi la mia musica nel suo repertorio più ampio al teatro si adatta molto bene, si.
Però ho voluto introdurre un elemento che forse mi mancava un po': l'impatto.
ora c'è, ci si muove.
- E’ stata difficile la realizzazione di “Fructus” ?
Laboriosa, si. Dopo la fase compositiva si è passati alla dimensione di band acustica. Abbiamo registrato dei provini e li abbiamo sottoposti a Leziero Rescigno in italia e a Gui Amabis in Brasile. Poi in una fase non facile abbiamo unito le "produzioni", quella più acustica e quella dei campionamenti di Gui.
Ci sono molte teste in fructus.
Ho curato la supervisione di tutto e non è stato facilissimo.
Ma il risultato è strabiliante.
Un'altra scommessa vinta per me e per quelli che mi hanno aiutato nella produzione.
Non mi piace fare le cose scontate. Oggi basta mettere una tastiera per avere un suono attuale.
E' tutto molto uniformato. Mi mancano alcune cose nella musica che gira in Italia.
Mi spiace perchè in alcune nuove produzioni a livello linguistico e comunicativo secondo c'è una spontaneità che mi piace molto, ma molte volte si ferma li e non m'affascina musicalmente.
La musica per me è ancora vibrazione.
- Quali sono i dischi che hanno suonato più spesso durante la composizione e la realizzazione di “Fructus” ?
un po' di tutto, a volte senza attinenza al lavoro che stavamo facendo, altre si.
un po' di titoli:
Trabalhos Carnivoros - Gui Amabis
Refavela - Gilberto Gil
Paris Milonga - Paolo Conte
Tetsuo & Youth - Lupe Fiasco
Tribalistas - Tribalistas
Born in the USA - Bruce Springsteen
Kongo Magni/Mali Denhou - Boubacar Traorè
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