lunedì, febbraio 08, 2010
Mod Heroes: Jesse Hector
Dopo lo spazio dedicato a Randy Cozens il 5 novembre 2009, spotlight su un altro eroe misconosciuto dell'epopea mod, JESSE HECTOR
Nato nel 1947, Jesse Hector dopo gli esordi rock n roll, forma nei primi 60's i Cravats, vicini al rythm and blues e nel 1963 la Mod band dei CLIQUE con cui incide due singoli (più uno mai uscito con un'ottima versione "I'm leaving here"), per poi unirsi ai Way of Life e in seguito ai Mod Section.
Grande fan degli Small Faces, dal 1969 si perde in una lunga serie di nuove bands, dai Crushed Butler ai Tiger agli Helter Skelter, suonando un glam rock intriso d irck n roll e reminiscenze 60's fino agli Hammersmith Gorillas, poi GORILLAS con cui esordisce con una cover di "You really got me" e con cui in seguito finisce, a forza, nel calderone punk, suoanndo con Damned e Eddie and the Hot Rods, ma riscuotendo scarsa fortuna (ma influenzando a fondo un giovane PAUL WELLER loro fan).
Jesse continua a suonare in seguito con il Jesse Hector Sound (in cui entra il batterista dei..CLIQUE - mod band dei 90's però, Gilles Baillarguet) e i Gatecrasher.
E' tuttora in circolazione in sporadici concerti londinesi, mentre la regista Caroline Catz gl iha dedicato il film biografico "A message to the world" nel 2008
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Interessante, anche se proprio un "eroe mod" non lo era
RispondiEliminaeffettivamente se si prende in considerazione la sua "carriera" è un po un "ibrido" se così si puo dire, tra mod, glam e rocker.
RispondiEliminama le origini e le sue influenze e quanti ha influenzato lo fanno diventare un oscuro mod hero.
devo dire che per quanto mi riguarda la raccolta dei hammersmith g. che uscì nei 90s era bella solo per metà o anche meno...
questo tuo post tony farà molto felice un suo grande fan/musicista/giornalista canadese : colin (mohairsweets)
In effetti la sua storia è perlomeno "complessa".
RispondiEliminaNe ero all'oscuro fino a quando me l'ha segnalata Alberto Valle su questo blog.
Mi piaceva appunto l' "oscurità" della sua storia.
Di uno che viene dal mod dei 60's , attraversa tutti i 70's, arriva al punk, si perde e riperde.
Strano e affascinante.
Poi musicalmente concordo che non sia il massimo.
Mi piace però il personaggio, "sempre in bilico"
PS: ho ascoltato un po' distrattamente, confesso, al momento il nuovo degli Ocean Colour Scene. Migliore di altri ma continuano a non convincermi. Ci sono alcuni ottimi brani (Old pair of jeans, 100 floors of perception, Just a little bit of love che ricorda crte cose dei Pink Floyd dei primi 70, a tratti, What's mine, beatlesiana/lennoniana ) ma in generale non riesce mai ad "esplodere". Non so, manca il guizzo.
RispondiEliminaNon è un album che riascolterei a lungo.
Ma mi rip
ma mi rip..che?
RispondiEliminama mi rip...rometto di farlo meglio in questi giorni per avere un giudizio più completo
RispondiEliminama mi ma mi ma mi quaranta di quaranta not...
RispondiEliminaLa storia di Jesse Hector è molto interessante e, secondo me invece, ha alcuni ingredienti per cui la si può definire Mod: Oscurità, elusività, mutevolezza stilistica, upmanship, sonorità affilate, pettinature strane, precursione...
RispondiEliminaNel frattempo NME si è ascoltata "Wake up the nation" di Paolino e sentezia che
RispondiEliminaNation' is effectively the sound of one of the most accomplished songwriters ever enjoying himself in the studio and striving to push his music into the least predictable places possible.
Qui c'è la rece brano per brano
http://www.nme.com/blog/index.php?blog=140&title=first_listen_paul_weller_wake_up_the_nat&more=1&c=1&tb=1&pb=1