mercoledì, luglio 31, 2024

Luglio 2024. Il meglio del mese

Superata la metà dell'anno l'elenco di ottime uscite da segnalare si allunga ancora di più.
Dall'estero Judith Hill, Libertines, Prisoners, Bella Brown and the Jealous Lovers, Dexy's, Jack White, Les Amazones d'Afrique, Sahra Halgan, Boulevards, Mdou Moctar, Paul Weller, Liam Gallagher & John Squire, Mooon, Black Crowes, Dandy Warhols, Michelle David & True Tones, Clairo, Big Boss Man, The Wreckery, Yard Act, Kula Shaker, Kim Gordon, Kamasi Washington, Real Estate, Lemon Twigs, Bad Nerves, Tibbs, Idles, New Mastersounds, Mo Troper, Galileo 7 e Popincourt.
Tra gli italiani Ossa di Cane, A Toys orchestra, Tre Allegri Ragazzi Morti, Manupuma, Rudy Bolo, Cesare Basile, Organ Squad, La Crus, The Devils, Enri Zavalloni, Any Other, Smalltown Tigers, Paolo Zangara, Pier Adduce, Paolo Benvegnù, Zolle, I Fenomeni, Lovesick.

CLAIRO - Charm
Il mondo della cantautrice americana si dipana, sensuale e mellifluo, nel secondo album "Charm", tra suoni folk psichedelici tardo 60's, conturbante pop "alla francese", un'anima soul (non a caso a suonare c'è la Menahan Street Band e a produrre Leon Michels dei Dap Kings).
Perfetta per un'estate malinconicamente afosa, intanto che le giornate si accorciano.

JACK WHITE - No name
Singolare, forse semplice espressione dei "nostri tempi", che il nuovo di Jack White, uno dei migliori e più interessanti autori e musicisti in circolazione in questi anni, sia assurto a immediata popolarità per la scelta di pubblicarlo improvvisamente, gratuitamente, sul web, senza nome, in busta bianca, senza titoli dei brani. Il contenuto passa in secondo piano.
Tredici canzoni all'insegna di un assalto sonoro garage punk, con i consueti riferimenti a Led Zeppelin, blues, rock blues, anche Rage Against The Machine (la track 5), un groove funk.
Come sempre tantissimo talento anche con una materia così basica, genialità sparse, energia a profusione.
Come sempre ineccepibile, anche nelle scelte di marketing.

SAHRA HALGAN - Sharaf
Halgan è un'attivista politica, paramedico, ex combattente in prima linea nella convulsa e caotica Somalia.
E' di Hargeisa, capitale dell'autoproclamata repubblica (dal 1991) del SOMALILAND (che divide la parte del nord della Somalia con un altro stato dichiaratosi indipendente, il Puntland, con cui, manco a dirlo ci sono screzi e scontri).
Nel suo nuovo album "Hiddo Dhawr" confluiscono psichedelia, rock, tradizione locale, melodie arabe, ethio jazz, funk, blues, addirittura garage punk (ascoltare "Sharaf" nei commenti), una miscela conturbante, forte, aggressiva e allo stesso tempo dolce.

BEACHWOOD SPARKS - Across the river of stars
Quarto album per la band californiana dalla vita tribolata. Confermano il loro attaccamento al sound solare della loro terra, Byrds fino al midollo, West Coast a profusione, una buona dose di country e psichedelia sognante. Molto bello.

BOULEVARDS - Carolina Funk: Barn Burner On Tobacco Road
Con l'aiuto di qualche amico in arrivo da Daptones, Durand Jones and the Indications, Black Pumas, Jamil Rashad torna con un album esplosivo di funk, soul, rhythm and blues che guarda a Gil Scott Heron, James Brown, Marvin Gaye, Curtis Mayfield, Blaxploitation varia. Sound derivativo e fedele alle origini ma l'album è semplicemente splendido, genuino, urgente

JOE TATTOON TRIO - Galactico
Classicissimo lavoro di Hammond Jazz, tra Jimmy Smith, Booker T and the Mg's, boogaloo, Meters e un po' di ethiojazz in filigrana. Bella la cover di "Sugarman" di Sixto Rodriguez e bravissimo il trio, fresco, vivace, eclettico, pulsante.

PARLOR GREENS - In Green We Dream
Supergruppo con membri da Sugarmen3, Delvon Lamarr Organ Trio, GA-20, Scone Cash Players, alle prese con il classico Hammond funk soul strumentale, con grande classe e una bella cover di "My Sweet Lord" di Harrison.

JOHNNY BURGOS - All I Ever Wonder
Elegante, raffinato, avvolgente album di mellow soul, solare, caldo, spesso vicino a Smokey Robinson o Marvin Gaye. Suoni vintage ma non troppo. Un sottofondo gradevolissimo.

THE DIP - Love direction
Da Seattle un buon calderone di soul, funk e rhythm and blues. Belle canzoni, atmosfere cool and groovy. Sempre materiale gradevolissimo da ascoltare.

AARON FRAZER - Into the blue
Secondo album per il componente di Durand Jones and the Indications e ancora una volta un pregevole lavoro di soft soul anni Settanta con uno sguardo a Pharell Williams e dintorni. Ovvero non solo suoni datati ma anche un approccio moderno, fresco, attuale. Canzoni e sound godibilissimi, tanto stile e raffinatezza.

BETTE SMITH - Goodthing
Nuovo album per la cantante americana, un più che ottimo classico viaggio tra soul, rhythm and blues, rock blues. Grande voce (a tratti vicina a quella di Macy Gray) e brani convincenti in un un contesto molto classico ma sempre divertente.

SUGARAY RAYFORD - Human decency
Il grande Sugaray non tradisce mai e ci consegna un bollente nuovo album di puro e semplice rhythm and blues, intriso di soul e funk. Grande ritmo, tanto groove e ascolto godibilissimo.

NATHANIEL RATELIFF & the NIGHT SWEATS - South of here
Un altro buon episodio per la band del Missouri che incide per la Stax Records. Southern soul (e rock), rhythm and blues, folk rock di gusto americano, ben fatto e con gusto.

RED KROSS - Red Kross
Super divertente il nuovo della band californiana.
Mischiano Beatles, punk, power pop, grage, 60's/70's/80's.
E' un piacere ascoltare canzoni fatte così bene, dalla composizione, agli arrangiamenti, alla resa sonora.
Una buona colonna sonora estiva.

JOHNNY CASH - Songwriter
Molto bello, elegante, intenso, il "nuovo" di Johnny Cash.
Undici inediti, ripescati dal figlio John Carter Cash che ha isolato voce e chitarra acustica del padre, ha ripulito il tutto, ha aggiunto a sua discrezione strumentazione varia e ne ha fatto un nuovo album.
Che suona bene e ha tutto il fascino del grande "Man in black" ma che solleva il solito "quesito":
che senso ha?
Ha senso?
Ha valore artistico un'operazione simile?
Non era più opportuno pubblicare gli inediti imperfetti e approssimativi originali?

THE TAMBLES - In the hive
Terzo album per la band olandese e nuovo ottimo lavoro in cui si mischiano garage, Stones, retaggi sixties ma anche seventies. Ben suonato, più maturo e rifinito. Una conferma.

ORGAN SQUAD - Double zero files
Esordio esplosivo per il quartetto modenese che mette insieme tutte le sfaccettature di quella frizzante scena nata con l'Acid Jazz nei primi anni Ottanta, con band come James Taylor Quartet o Corduroy (a cui la band si avvicina parecchio). Hammond, sfumature jazz, gusto Lounge Music, gli anni sessanta delle colonne sonore, con funk, Meters, Booker T & the Mg's, Jimmy Smith nel cuore. Ma ci sono anche riferimenti espliciti a Prisoners, mod sound, soul, rhythm and blues e una riuscitissima cover di "Hold on" dei Fleurs de Lys. Super!!!

GIUDA - Louder than action / It's not about the money
Tornano i lanciatissimi Giuda, in procinto di partire per un lungo tour americano, con un nuovo 45 giri che ne ribadisce la non facile capacità di comporre nuove canzoni, sempre fresche, potenti, efficaci, convincenti, mischiando glam, punk, rock 'n' roll, pub rock. Ovvero elementi classici, ampiamente esplorati e utilizzati nei decenni. Ma la band romana ci offre sempre una nuova visuale, eccitante, pulsante, nuova. Conquisteranno il mondo.

LISA BEAT and the LIARS - Sheena is a beat rocker
La band marchigiana lascia il vecchio nome di Lisa Beat e i Bugiardi e torna con un delizioso singolo con tre brani che ne conferma il gusto sopraffino nel ricreare quelle atmosfere, figlie del rhythm and blues, che nei primi anni Sessanta si mischiavano con il neonato Beat. Bellissima la cover di "Sheena is a punk rock" dei Ramones, riportata "indietro" di una quindicina d'anni e altrettanto riusciti gli altri due episodi del prezioso vinile. Da avere!

THE LINK QUARTET - Green Puma / Tropical dandy
Torna l'immarcescibile Link Quartet, oltre 30 anni di attività e una discografia lunga e corposa. Il nuovo singolo ne conferma la superba qualità compositiva nel sapersi destreggiare con personalità nell'ambito dell'Hammond Beat Jazz, dall'inconfondibile sapore cinematografico e con il classico retrogusto anni Sessanta. Il tutto suonato con grinta rock e una potenza che va a braccetto con la loro nota raffinatezza ed eleganza espressiva. Una garanzia.

AA.VV- "Modstock #3 - 16 Mod Club Sounds For The 21st Century
Una delle tantissime compilation che raccolgono gemme oscure dei 60's. Qui si va da rhythm and blues a latin jazz, boogaloo e altre delizie, alcune delle quali di primissima qualità.

AA.VV. - Craig Charles Trunk Of Funk Vol 3 – 19 Soul, Funk, Disco, & Boogie Bangers
Pulsante e super groovy compilation dove si sta in perfetto equilibrio tra funk e disco con brani travolgenti e pieni di ritmo. Super gradevole.

CRASH BOX - Demo 1983
La band milanese è stata tra le più rappresentative dell'hardcore italiano degli anni Ottanta e proprio di quel suono e di quella scena seminale, unica al mondo, fotografarono al meglio le caratteristiche. Violenza sonora, velocità di esecuzione ma un'incredibile varietà di influenze e soprattutto testi di elevatissimo spessore lirico sin dall'inizio, da questo primo demo del 1983, riprodotto fedelmente con tutta la sua urgenza, spontaneità, rabbia. Un manifesto perfetto per "quegli anni importanti".

GANG - Fra silenzi e spari
I Gang hanno deciso di riprendersi le incisioni contenute negli album che vanno da “Le radici e le ali” del 1991 fino a “Controverso” del 2000, appartenenti a una major. Hanno così ri registrato alcuni di quei brani, ridando loro una nuova veste e colori aggiornati. Trovano nuova luce quelli che sono ormai classici della nuova canzone d'autore italiana militante, come “Johnny lo Zingaro”, “Comandante”, “Bandito senza tempo”, “Sesto San Giovanni”, “La pianura dei 7 fratelli”. Il primo capitolo di questa operazione, che prevede altri due futuri episodi, mantiene tutte le caratteristiche dell'opera dei fratelli Severini: passione, genuinità, sincerità, lucidità, sguardo avanti pur pescando nel loro passato, nelle loro radici. I Gang sono un'entità unica nel panorama italiano e lo confermano ancora una volta.

JEAN PAUL AGAMBI QUARTET – Hate Feeds Itself
Torna la band sparsa per l’Europa, tra Glasgow e Barcellona, composta da Elle e Flavio Ferri, con l’aggiunta di Simone Trovato e Alex Carmona. Un altro ep, che segue il precedente ” Atomic Urban Extravaganza”, di alcuni mesi fa, in cui si condensano umori metropolitani, tra funk impazzito, jazz, avanguardia, attitudine punk, caos sonoro, hip hop e altro. Pura avanguardia, interessantissima.

ASCOLTATO ANCHE:
KASABIAN (pop dance di basso livello), GARDEN CITY MOVEMENT (funk elettronico molto soft e caldo), SPEED (hardcore epost hardcore dall'Australia. Ottimi ma un po' scontati).

LETTO

Graeme Thomson - George Harrison. Behind the locked door. La biografia
La lunga e dettagliata storia di "Beatle George", rimasto tale nonostante i reiterati tentativi di sfuggire "a una storia dell'orrore, terribile, folle, un vero incubo, un'esperienza caratterizzata da pazzia, panico, paranoia" (come ha più volte dichiarato).
Curiosamente, ma non troppo, George, Paul, John, Ringo, cercarono di scappare dal marchio Beatles, dopo lo scioglimento, non riuscendoci mai, continuando a fare riferimenti, positivi o negativi, a quella esperienza, nelle canzoni, interviste, dichiarazioni, scritti.
Curiosa la storia dell'esperienza delle "Anthology", mezzo incubo per chi le ha gestite, con una tensione latente e costante tra i Threetles.
Si racconta del George mistico che fa a pugni con quello estremo, tra droghe, alcol, sesso, tradimenti, con il senso di onnipotenza che gli diede la fama con i Fab Four, con un carattere che poteva essere duro e scostante.
"Mi ha sempre destato qualche perplessità il fatto che il suo comportamento non fosse poi così tanto aderente ai valori che professava.
Non era sempre una persona amorevole.
Aveva un lato parecchio spiacevole. A volte era difficile capirlo: non era una passeggiata. Se dicevi qualcosa nel modo sbagliato se la prendeva anche se dal tuo punto di vista era un'uscita innocente.
Diciamo che ti rimetteva al tuo posto." (Glyn Johns)
La frustrazione di essere relegato compositivamente in secondo piano durante l'era Beatles: "non si rendevano conto di chi ero e questo era uno dei principali difetti di John e Paul. Erano così impegnati a interpretare le parti di John e Paul che non prestavano attenzione alle persone intorno a loro".
La storia (e il libro) sottolineano come in realtà lo spazio lasciato a George fosse consono alle sue capacità compositive che non andavano al di là delle due/tre canzoni ad album. La carriera solista lo dimostra e anche i brani che John e Paul rifiutarono durante il periodo Beatles.
Dovuto anche, per sua stessa ammissione, alla necessità di avere molto tempo per comporre e rifinire le canzoni.
Una storia fatta di successo ma anche di lunghi silenzi, insicurezze, i gravi problemi di salute che lo porteranno a una morte prematura, la marea di soldi persi con la casa di produzione cinematografica, la pace che trovava solo nei suoi giardini, l'aggressione subita in casa, la ricerca, quasi paranoica, di solitudine in posti remoti, lontano dalle folle, il credo religioso che lo portò a una morte serena.
I Beatlesiani non si possono esimere, il libro è pieno di spunti e particolari poco noti (difficile trovare aspetti inediti sui Beatles...), non è agiografico e racconta la storia di un ragazzo che voleva solo suonare la chitarra in un gruppo rock 'n' roll.
"Non riusciva proprio a capire perché fosse diventato un musicista famoso in tutto il mondo.
La cosa lo ha sempre un po' confuso.
Si chiedeva perché lui, un ragazzo qualsiasi di Liverpool, destinato a svolgere un lavoro semplice e umile fosse diventato all'improvviso così conosciuto"
(Pattie Boyd)

Antonio Franchini - Il fuoco che ti porti dentro
"Ne detesto il qualunquismo, il razzismo, il classismo,,l'egoismo, l'opportunismo, il trasformismo, la mezza cultura peggiore dell'ignoranza, il rancore, il coacervo di mali nazionali che lei incarna in blocco, nessuno escluso, al punto di essermi convinto che se c'é una figura simbolo degi orrori dell'Italia, una creatura di carne ed ossa che tutti li racchiude, questa è Angela, mia madre".
Un racconto spietato, tragico, talmente feroce che a tratti assume i contorni di commedia, si apre al sorriso (per quanto amaro).
Una madre impossibile, di cui ricorda con affetto i lati positivi, affossati immediatamente da quel "fuoco che si porta dentro" che incenerisce ogni potenziale apertura positiva.
E' anche un cattivo e acre scontro, costante, duro e senza pietà tra Nord e Sud, immaginati e pregiudiziali (visti dall'ottica meridionale).
"Angela odia sia per differenza sia per affinità, e per affinità odia ancora più intensamente.
Non concede mai al vento della sua avversione un rifugio in cui placarsi, ma gli lascia davanti una prateria dove soffiare senza requie: ha bisogno di odiare come di respirare, sente di non esistere se non si contrappone."
Tale è l'estremismo verbale, l'accanimento di Angela contro ogni persona e ogni cosa, da suscitare paura, sgomento, rassegnazione, di fronte a tanto sfoggio di odio.
Franchini lo rappresenta alla perfezione, rimanendo in costante bilico tra esagerazione e verosimiglianza.
In mezzo perfette fotografie di un mondo passato ma che testimoniano ancora di più la "banalità del male"
"Si vive nella cucina con tinello, un'unità immobiliare oggi abolita; i salotti stanno quasi sempre con le serrande abbassate, sospirano nell'odore di chiuso, aspettano ospiti che non arriveranno mai, i divani sono rivestiti di tessuti damascati e qualche volta anche da una membrana di cellofan, come appena usciti dalla fabbrica, perché la qualità suprema della padrona di casa è sapere preservare gli oggetti, farli durare, impedire l'attacco della polvere, dell'usura."
Una rappresentazione (volontaria? metaforica?) apparentemente estrema dell'Italia di oggi, non un caso isolato o enfatizzato ma terribilmente reale, di cui possiamo trovare spesso traccia intorno e vicino a noi.
"E' pronipote del "libertè, fraternité, tu futt a' me, io fott' a te...è l'ennesima figlia, frustrata e invelenita, della reazione".
Uno dei libri più potenti e feroci degli ultimi anni (estremanente cinematografico, attendiamo in tal senso la versione sul grande schermo).

Federico Martelli - The Beatles everyday
L'universalità dell'opera dei Beatles si evidenzia anche da un libro come questo, scritto da un diciottenne, innamorato dei Fab Four che affronta l'improbo compito di redigere, per ogni giorno dell'anno, una recensione di una brano dei Fab Four.
Lo fa senza particolari deferenze alla leggenda, scrivendo in libertà, spigliato, sfacciato, non risparmiando critiche pungenti quando lo ritiene opportuno, togliendo quella patina paludata e polverosa da un gruppo intoccabile.
E' bello pensare di leggere e poi ascoltare, giorno per giorno, l'opera omnia dei Beatles, seguendo le sue indicazioni, potenziale, vero e proprio "buongiorno" mattutino.

Lorenzo Calza - La grammatica delle nuvole. Per un ritorno al fumetto popolare
Lorenzo Calza è un rinomato sceneggiatore e fumettista ("Julia, le avventure di una criminologa" (Sergio Bonelli Editore), "She", vignetta al femminile (Il Fatto Quotidiano, Vanityfair.it), scrittore, osservatore da sempre attento a quello che ci gira intorno, autore di altri libri e saggi.
Il nuovo lavoro ci porta attraverso lo sviluppo e il declino dell'Italia dagli anni Settanta ad oggi che culmina con i fatidici anni (di svolta) Novanta Berlusconiani:
"Comicità di facile consumo, per rendere più facili i conusmi. Risata triste e sguaiata, a cervello spento".
Da qui il precipizio verso una società sempre più involuta e devastata, quella in cui annaspiamo oggi, senza troppe vie di uscita immediata.
Calza racconta e si racconta, forte della sua esperienza professionale in ambito artistico, tra fumetto ed editoria, tra citazioni, riferimenti, sguardi "oltre".
E' un bel leggere, che scava, oltre che nella sua attività primaria di fumettista, anche nella società e nell'intimo.

CONCERTI

Fantastic Negrito live a Monforte d'Alba (Cuneo) 6 luglio 2024
Un concerto di FANTASTIC NEGRITO è sempre e comunque un momento spettacolare, unico, inimitabile.
Quarto suo concerto, dal 2017, che vedo e ogni volta un cambiamento, mai uguale a prima, sempre travolgente e imprevedibile.
La band è pazzesca, tecnicamente innappuntabile, passando tranquillamente da complessi ritmi funk a momenti fusioni, blues, reggae, rock, soul.
Location da brividi, sotto la chiesa dell'affascinante e millenaria cittadina di Monforte d'Alba, con un vento freddo (!) che sferza la serata.
Due ore di concerto in cui ascoltiamo una quindicina di brani, una manciata dei quali (stupendi) tratti dall'album in uscita a settembre, "Son of a broken man", il nuovo singolo con Sting, qualche suo vecchio classico, la cover di "In the pines", "Plastic hamburgers", "I'm so happy I cry", "Lost in a crowd".
In mezzo un brano che "proviamo oggi per la prima volta sul palco, vediamo come viene" (benissimo).
Lui (soprattutto esteticamente) è un novello Sly Stone, da cui prende abbondante ispirazione sonora ma ci mette poi anche Hendrix, Led Zeppelin, Funkadelic, il Miles Davis di "On the corner", rock 70 della West Coast, blues, soul, jazz, lo scibile della black music.
Uno spettacolo.
Tra i migliori act in circolazione, da lungo tempo.

Richard Galliano a Gragnano Trebbiense (PC), Loc. Campremoldo Sotto (Piacenza)
Mercoledì 17 luglio 2024

Le location dei concerti del Val Tidone Festival, pluriventennale evento che si svolge nelle colline piacentine, sono sempre suggestive e stupende. Non fa eccezione Castelmantova, castello/villa privata nel comune di Gragnano Trebbiense.
A cui si affiancano proposte artistiche di livello mondiale, vedi la presenza del fisarmonicista e compositore RICHARD GALLIANO, innovatore dello strumento («Richard Galliano ha cambiato il corso della storia della fisarmonica. Possiamo parlare del prima e del dopo Galliano.» Yasuhiro Kobayashi), virtuoso dal gusto sopraffino che passa da brani di propria composizione a Edith Piaf, Erik Satie, "Vuelvo al sur" di Astor Piazzolla, "Moon river", Gershwin.
Rilassato, divertito e divertente in brevi dialoghi con il pubblico, da solo sul palco, riempie oltre un'ora di acclamatissimo concerto.
Pura eccellenza.

Lidiya Koycheva & Balkan Orkestra -Gragnano Trebbiense - Val Tidone Festival - 30 luglio 2024
Travolgente esibizioe tra ritmi balcanici, Negresses Vertes (con tanto di cover di "Zobie La Mouche"), omaggio a Goran Bregovic (una sparatissima "Kalashnikov"), Kocani Orchestra, suoni e canzoni che mischiano Bulgaria, Grecia, Puglia, musicisti strepitosi (chitarra acustica, fisarmonica, basso, batteria, due trombe) e la voce cristallina, potente e pulitissima di Lidiya, unita a una capacità unica di tenere il palcoscenico.
E poi il finale con "Bella Ciao" ci sta davvero bene.

COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Sulle riviste/zines "GIMME DANGER" e "GARAGELAND"
° Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".



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