Doveroso omaggio a uno dei padri del British Blues, recentemente scomparso.
JOHN MAYALL ha avuto all'attivo 35 album in studio e 34 dal vivo, più varie compilation e 45 giri.
I lavori più significativi risalgono al periodo 60/70.
Successivamente è rimasto in un dignitoso ma ripetitivo limbo artistico.
La scelta è ovviamente opinabile ma vuole costituire una prima guida alla sua immensa discografia.
Blues Breakers with Eric Clapton (1966)
Il primo album, pietra miliare del British Blues, con Eric Clapton all'apice della forma (e il futuro Fleetwood Mac, John McVie, alla batteria), tra cover di classici ("Ramblin on my mind", "Parchman farm", "What I'd say") e brani autografi.
Album ancora fresco, impeccabile, energico.
A Hard Road (1967)
Lasciato da Eric Clapton che se ne va a formare i Cream, John Mayall trova un più che degno sosituto nel favoloso Peter Green.
Di nuovo classici e molti brani nuovi (anche di Green).
La band rimane ovviamente sulle consuete coordinate, pur inasprendo il sound e guardando più al rock.
Crusade (1967)
Ancora un'eccellenza alla chitarra, questa volta il futuro - ancora 18enne - Stones, Mick Taylor (John McVie ancora al basso e il grande Keef Hartley alla batteria). Il sound si tinge di rock blues ma anche di funk jazz (lo strumentale firmato Mayall/Taylor "Snowy wood"), veloci boogie, intensi blues.
L'album fila dritto, la band viaggia alla perfezione.
Bare Wires (1968)
Un album quasi sperimentale, con una sorta di suite iniziale di oltre venti minuti, intermezzi jazz, un grande rock blues con il wah wah di Mick Taylor a fare magie in "I am a stranger" e i futuri Colosseum Jon Hiseman (stupendo alla batteria) e Dick Heckstall Smith al sax. Un disco particolare e molto intrigante.
Blues from Laurel Canyon (1968)
Rock blues crudo e ruvido, Mick Taylor alla chitarra (Peter Green ancora in un brano), lo sciamanico "Medicine Man" e tante altre grandi particolarità che rendono il lavoro davvero molto interessante.
Back to the roots (1971)
Con a fianco Eric Clapton, Mick Taylor, Larry Taylor dei Canned Heat, tra gli altri, sfodera un convincente doppio album di solido rock blues e numerose influenze soul e funk.
Jazz BLues Fusion (1972)
Registrato a fine del 1971 live in America tra Boston e New York, è perfettamente consono al titolo, con il blues come solida base ma un groove jazz a colorare il tutto con due assi come Larry Taylor al basso e Freddy Robinson alla chitarra. Disco bellissimo
Wake up call (1993)
Nel marasma di uscite successive al periodo d'oro spicca questo album in cui John si affida a un rock compatto e lineare, venato di blues,in cui ospita eccellenza come Mavis Staples, Buddy Guy, Albert Collins e il vecchio discepolo Mick Taylor. Niente di particolarmente eclatante ma l'ascolto è molto piacevole.
martedì, luglio 30, 2024
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