lunedì, agosto 23, 2021

Peter Guralnick - Sweet Soul Music



Ho riletto per motivi professionali il classico di Guralnick, spesso ritenuto "la Bibbia" del soul.

Effettivamente la prima parte definisce con estrema chiarezza e profondità il concetto di SOUL MUSIC e la sua collocazione socio politica e artistica.

"La soul music rappresentava un'altra possibilità di ascesa sociale, come lo erano stati per più di cinquanta anni lo sport e il mondo dello spettacolo in genere...i cantanti vedevano nella soul music un passo in avanti rispetto al blues, un taglio netto con i canti e gli hollers dei campi di cotone, il raggiungimento di un livello più alto dal punto di vista tematico e armonico."

Il resto del libro NON è enciclopedico, nonostante siano abbondantemente citati e approfonditi i principali (e anche i secondari) nomi della scena, incluse le intricate vicende dell'etichetta Stax ma un insieme di storie, spesso dettagliatissime, ricche di bellissimi aneddoti, che ci portano in quell'incredibile clima degli anni 50 e 60.

Il libro fu pubblicato nel 1986 (in Italia da Arcana nel 2001) e si ferma sostanzialmente agli anni 70 (Guralnick decreta l'inizio della fine con l'assassinio di Martin Luther King).

La soul music ha avuto una breve fioritura: fece capolino verso la metà degli anni Cinquanta ponendosi, come il rock 'n' roll, quale alternativa all'assimilazione, prese coscienza di sé non prima del 1960, varcò le barriere razziali tra il 1965 e il 1966 e, nonostante lasciasse tracce della sua influenza in ogni ramo della cultura, cessò di essere una forza guida all'inizio degli anni Settanta.

Rimane una lettura importantissima per i cultori del genere.

La storia della musica soul è in buona parte la storia dell'ingresso della musicalità gospel nel mondo profano del rhythm and blues...allo stesso tempo è anche tutta un'altra storia, quella dell'associazione tra neri e bianchi.

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