domenica, giugno 21, 2015

Isolotto di Santo Stefano



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia o comunque estremi.
I precedenti post
:
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Il filosofo e riformatore politico inglese Jeremy Bentham (1748-1832) concepì nel 17911 un carcere modello molto più economico e funzionale rispetto all'abituale deportazione dei condannati nelle isole coloniali.
Nel suo carcere un solo guardiano, collocato in una torre centrale, avrebbe potuto controllare i detenuti in tutte le celle, collocate in cerchio.
I detenuti non potevano vedere gli altri carcerati, né il guardiano, che invece aveva una completa vista sulla loro vita all’interno delle celle, e anche sull’attività dei secondini suoi sottoposti.

Da qui il nome “Panopticon”, colui che può vedere tutto.
I prigionieri non sapevano mai se il guardiano li stava osservando o no.
Secondo Bentham la struttura architettonica del Panopticon si poteva applicare a quasi tutti gli edifici pubblici ma in effetti è stata utilizzata soprattutto in istituzioni repressive: carceri e manicomi.

L'idea del panopticon ha avuto una grande risonanza successiva, come metafora di un potere invisibile, ispirando pensatori e filosofi come Michel Foucault, Noam Chomsky, Zygmunt Bauman e lo scrittore britannico George Orwell nell'opera "1984".
Tra le varie applicazioni del progetto di Bentham quella nell'isolotto di Santo Stefano (contiguo a l'Isola di Ventotene tra Lazio e Campania) costruito dai Borbone nel 1795 ( che ha ospitato tra gli altri anche Sandro Pertini) La struttura carceraria fu dismessa nel 1965.
Ora l'isola è completamente disabitata.

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