giovedì, giugno 02, 2016

Monkees - Good Times



I MONKEES (quel che ne rimane) festeggiano il 50° compleanno con un nuovo ambizioso album con fior di contributi da parte di amici e ammiratori.
Innanzitutto a Micky Dolenz e Peter Tork (attuali membri della band) si aggiunge in una serie di brani anche il chitarrista originale Michael Nesmith mentre la voce del defunto David Jones viene recuperata in un brano del 1967, ripreso e riarrangiato.

Il risultato finale è sorprendentemente buono anche grazie all'apporto compositivo di Andy Partridge (ex XTC), della coppia Paul Weller/Noel Gallagher, Rivers Cuomo dei Weezer, Ben Gibbard dei Death Cab for Cutie e ad una serie di ottimi brani autografi.
Il sound è di sapore marcatamente 60's ma con arrangiamenti moderni, attuali, freschi e convincenti.
Un pop beat dalle tinte easy rock, cantato benissimo, suonato e prodotto senza fronzoli, in maniera essenziale e diretta.

Il brano "più Monkees" è l'iniziale "Good times" (che sembra una versione moderna di "Last train to Clarksville") in cui troviamo i tre Monkees alle voci, chitarra e piano (e anche Eddie Hoh alla batteria che con la band fu a lungo in tour nei 60's e suonò in "Head" oltre che con i Mamas and Papas e decine di altri).
Strepitosa la successiva "You bring the summer" di Andy Partridge che si può riassumere tranquillamente come gli XTC con le voci dei Monkees.
"She makes me laugh" di Cuomo dei Weezer è un leggerissimo pop beat (molto Beatlesiano) che rimane immediatamente in testa mentre "Our on world" di Adam Schlesinger (che produce l'album) dei Fountains of Wayne è puro Paul McCartney periodo tardo beatlesiano (anche nell'uso pulsante del basso) con le voci dei tre che si intrecciano alla perfezione.
Puro garage beat "Gotta give it time" che , come altre, arriva direttamente da brani che la band scartò nei 60's.
Il brano di Gibbard "Me & Magdalena" è una bella ballata pianistica anche se un po' stucchevole mentre torna il duo Boyce/Hart (tra i principali compositori delle hits dei Monkees nei 60's) con il delizioso folk beat in odore Beach Boys "Whatever's right".
"Love to love" è un provino del 1967 con la voce di Davy Jones, ripreso e risuonato e con i cori degli altri Monkees a ricreare alla perfezione le atmosfere di quei tempi.
E se "Little girl" è un a ballata trascurabile "Birth of an Accidental Hipster" firmata da Weller/Gallagher è indiscutibilmente uno dei vertici del disco, splendido brano 60's psichedelico dal sapore Kinks e Beatlesiano.
"Wasn't Born to Follow" e "I Know What I Know" sono episodi poco significativi mentre si chiude con la breve, Lennoniana, "I Was There (And I'm Told I Had a Good Time)" sorta di epilogo (che sembra improvvisata in studio) che "risponde" al brano iniziale in una specie di concept.

Un album piacevole, ben fatto, fresco e robusto con grandi canzoni.

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