giovedì, marzo 31, 2016

Marzo 2016. Il meglio



Secondo mese dell’anno e qualche nome che ritroveremo prevedibilmente ai vertici dei migliori del 2016.
Iggy Pop, David Bowie, Motorpsycho, Kula Shaker, Marta Ren, Lucinda Williams, Nigel Hall, Mavis Staples, Parker Milsap, Charles Bradley, Deep Street Soul tra gli stranieri.
Statuto, The Winstons, Marlene Kuntz, Nada, Roberta Gulisano, Guignol, Wu Ming Contingent, Daniele Silvestri tra gli italiani


ASCOLTATO

IGGY POP - Post pop depression
La carriera solista di IGGY POP, dopo il fulminante doppio esordio del 1977 con "The idiot" e "Lust for life" (usciti a pochi mesi di distanza e in buona parte farina del sacco di David Bowie), è sempre stata, per usare un eufemismo, piuttosto altalenante.
Ottimi, dignitosi, lavori si sono alternati ad episodi tranquillamente evitabili, di maniera, poco incisivi.
Non mancano le eccezioni ("New values", "Soldier", "American Caesar") ma era comunque da oltre 20 anni che non sfornava qualcosa di veramente degno di nota. Sicuramente non era ormai lecito attendersi un CAPOLAVORO quale è questo nuovo album, scritto, prodotto e suonato con Josh Homme dei Queens of the Stone Age a cui si sono affiancati anche Dean Fertita (QoTSA e Dead Weather) e il batterista degli Arctic Monkeys Matt Helders.
Un sound cupo, gotico, oscuro, decadente che riporta ai primi due album, al Bowie più ostico, in cui si sente la penna acida di Josh Homme e in cui Iggy conserva il tono gutturale da crooner degli ultimi lavori ma con una tinta rabbiosa di derivazione Stooges che rende il tutto inquietante e minaccioso. Un blues moderno intensissimo e profondo (vedi le fantastiche "Break into your heart" , "Gardenia", il punk gospel di "Paraguay" il tex mex dark blues di "Vulture") a cui risponde il ritmo funk di "Sunday", un incrocio contronatura di Kiss e Talking Heads in acido ! Ma c'è anche la ballata alla Mark Lanegan di "Chocolate drops" o la dura, distorta, rutilante "German Days" (puro Bowie "berlinese").
Album eccelso, sperimentale, anti commerciale, scostante, arrogante, duramente malinconico.

MOTORPSYCHO - Here be monsters
Un viaggio acid folk prog psych rock nei 70's dei Pink Floyd di "More", nelle progressioni degli Hawkwind con una personalità che già sappiamo essere indiscutibile.
Poi rifanno questa "Spin spin spin" che Terry Callier inserì nel suo esordio del 1964 "The new folf sound of.." e gli Hp Lovecraft ripresero nel loro secondo album del 1968 ed entriamo nei solchi dei primi Jefferson Airplane...
Avvolgente, mistico, psichico, solenne, davvero bello.

PARKER MILSAP - The very last day
'Sto fighetto bianchiccio viene dall'Oklahoma, è al terzo album e si mangia in tranquillità fior di bluesmen con un sound che mischia BLUES, COUNTRY, GOSPEL, brani alla Jason and the Scorchers, una cover di "You gotta move" da paura, un groove e un'attitudine impressionanti.
Da seguire attentamente.

CHARLES BRADLEY - Changes
A 68 anni CHARLES BRADLEY è all'inizio della carriera.
"Changes" è il terzo album, puro rhythm and soul in pieno mood Otis Redding con la favolosa Menahan Street Band ad accompagnarlo e il singolo è un'incredibile versione soul di "Changes" dei BLACK SABBATH (da "Vol. 4" del 1972).
Poco da dire, voce super, atmosfere 60's Stax, southern soul.

DEEP STREET SOUL - Come alive
Nuovo album su Freestyle (una garanzia a prescindere) e un'esplosione di FUNK, SOUL, GROOVE di rara potenza e grande qualità.
La voce di May Johnston graffia e avvolge, la band spara raffiche di black music potentissima.
Ottimi davvero.

DANIELE SILVESTRI - Acrobati
DANIELE SILVESTRI è uno dei cantautori più personali, particolari e anomali in circolazione.
Il nuovo album "Acrobati" è un piccolo gioiello di equlibri(o) in cui si avvale di collaboratori preziosi (Caparezza, Dellera, Enrico Gabrielli, Diodato, Funky Pushertz), spaziando, in una sorta di "Album Bianco/London calling", tra mille sonorità/generi, dalla canzone d'autore al funk, da Dalla all'hip hop, all'alt rock e tanto altro.
Belle canzoni, ottimi (come sempre) testi, ironia e concretezza, TANTA MUSICA.

ESPERANZA SPALDING - Emily's D+Evolution
Nuovo album davvero travolgente.
Mille influenze, dalla fusion, al prog, al funk, jazz, blues, gospel, hip hop.
Ci ascolti i Primus e Carla Bley, Janelle Monae e Prince, Frank Zappa e tanto altro.
Il tutto suonato ovviamente suonato in modo pazzesco.

THREE DEGREES - Strategy
Primo album dopo 25 anni, dedicato al classico Philly Sound, da “Love train” a “Disco fever”. Voci sublimi, arrangiamenti curati e raffinatissimi, ascolto di un’eleganza unica.

VIOLENT FEMMES - We can do anything
Tra le vittime dell’ “esordio capolavoro” (vedi Television tra i tanti) possiamo annoverare anche i Violent Femmes che da quella fulminante omonima partenza del 1983 non hanno più saputo ripetersi allo stesso livello (anche se il secondo “Hallowed ground” non era certo male, anzi).
Dopo 16 anni di silenzio tornano con un nuovo album che brutto non è ma alla fune non dice nulla ed è destinato ad un veloce ritorno nell’oblìo.

THE CORAL - Distance Inbetween
La band inglese torna con un buon album, come sempre una saporita zuppa dai colori psichedelici.
Alla distanza perde qualche colpo ma un ascolto lo merita.

PRIMAL SCREAM - Chaosmosis
Deludente ritorno di Gillespie e soci.
A parte un paio di episodi che tornano in un contesto vagamente pop psych, il resto è un reiterato e noioso pulsare synth pop poco ispirato e sostanzialmente inutile. Peccato.

THE PLEASE - Here La band lombarda tocca il
traguardo del quinto album dove con una maturità da veterani (quali ormai sono) sfoderano con una classe cristallina un delizioso songwriting che attinge dal folk beat dei 60s' tra Beatles, Jefferson Airplane e Beach Boys o dai Traffic e Fairport Convention e i loro recuperi folk dei 70's  ma anche da umori ben più recenti e attuali come Riley Walker, Fleet Foxes o addirittura i primi Coldplay.
Canzoni fresche, solari, frizzanti anche quando vitrano verso linee melodiche più malinconiche.
Pregevole.

DAMIEN JURADO - Visions of us on the land
Non ho mai seguito le vicende di DAMIEN JURADO che pure ha una discografia impressionante alle spalle.
Il nuovo album è molto interessante e valido, tra Van Morrison, ballate un po' Dylanesche, folk dai colori psych, vicino a Riley Walker come approccio (anche se è vero il contrario).

ELLI DE MON vs DIEGO DEADMAN POTRON - s/t
Due solitari del (deep) blues, abitualmente sul palco senza nessuno intorno, solo con le loro chitarre, voce e percussioni, si incontrano e uniscono le forze in questo affascinante e intenso split di quattro brani ciascuno e un sorprendente finale insieme con una versione di "Go with the flow" dei Queens of the Stone Age.
Più roots e lineare Elli De Mon, più sporco, duro e contaminato Diego Deadman Potron. Splendido album, sincero, profondo, cool.

GIORGIO CANALI/ROSSOFUOCO - Perle per porci
Giorgio Canali torna a cinque anni dal precedente "Rojo" con un lavoro particolare in cui rivisita una serie di canzoni semi sconosciute (con qualche eccezione, vedi Finardi, De Gregori e Luci della Centrale Elettrica) appartenute a band della scena "alternativa" italiana.
Ne nasce una piccola Spoon River sonora della "penisola rock", come sempre perfettamente interpretata ed eseguita da Canali tra suoni aspri e taglienti, arrangiamenti essenziali ma efficaci, un sound (e una voce) immediatamente riconoscibili.
Spessore e personalità.

WHITE PAGODA - Everything explodes
Terzo album per la band toscana e consueto tuffo in un diretto, senza fronzoli, PUNK ROCK, chitarra, basso, batteria che trae spunto tanto da nomi come Ramones quanto da quella frangia più pop e 60's oriented del 1977  di bands come i Buzzcocks.
Non mancano un'anima power pop, un gusto per gli arrangiamenti e una capacità compositiva che sembrano rendere semplici brani in realtà talvolta complessi e ricercati nella struttura. Ottimo lavoro.

MONKEY WEATHER - New frontiers
Tornano i Monkey Weather con una robusta iniezione di brit pop rock, come sempre suonato benissimo e con il giusto tiro. Gusto power pop, occhiate a Franz Ferdinand, Arctic Monkeys, Presidents of Usa, Knack, un approccio punk che sporca adeguatamente il tutto, splendide armonie vocali curate al punto giusto e arrangiamenti riusciti e azzeccati.
Buona anche la cover di "Police on my back" dei Clash.

GIORGIO TUMA - The life denied me your love
Ottimo album di suadente e avvolgente dream pop di sapore psichedelico.
Dal Salento in technicolor !

45 GIRI

IGGY POP / TARWATER / ALVA NOTO - Leaves of grass
Un ep tra elettronica, il cupo e gutturale recitato (poesie di Walt Whitman) di Iggy Pop e una fruibilità decisamente per pochi.

THE SCRUBS - Please Go Out / Hey Girl
Suonare garage punk al giorno d'oggi potrà sembrare fuori moda.
Ed è probabilmente quello di cui vanno fieri i lodigiani Scrubs, alle prese con l'esordio su vinile a 45 giri. Due brani, veloci, corti, chitarre fuzz, voce aggressiva, ritmi indiavolati sulle tracce di Sonics e Fuzztones.
Nessun fronzolo, arrangiamenti minimali e secchi. Un calcio nello stomaco, puro garage punk.

THE TIBBS - The story goes / Next time
In attesa dell’album il combo olandese esce su singolo per la Record Kicks con un ottimo mix di northern soul, soul, funk e rhythm and blues che caratterizza “The story goes”.
Si va di ritmi in levare con un fascinoso rocksteady beat in “Next time”.

JESSE MORGAN - You’ve changed for the worst/You and me baby
Nel 1978 l’ex leader della soul band Hawaiana dei Moptops incise un album(mai realizzato).
Riemerge dal passato con questo singolo dell’epoca a base di un ottimo soul tinto di Philly Sound.

ASCOLTATO ANCHE
GEORGE FEST (tributo live a George Harrison, carino quanto superfluo), MIND SPIDERS (tra Strokes e asperità chitarristiche varie, dignitosi), UNITED VIBRATIONS (soul/ethio jazz/ funk/afro beat da Londra. Interessante), WUSSY (buon shoegaze e psych rock), GRANT GREEN JR (un buon album di soul jazz a tinte funk).

LETTO

NANDO MAINARDI - La magnifica illusione
In un paese giusto e intelligente a Gaber dedicherebbero vie, piazze e teatri.
Non ci viviamo quindi proseguiamo nella nostra "magnifica illusione" che prima o poi le cose cambieranno.
Nel frattempo Nando Mainardi ci ricorda il perchè al troppo spesso dimenticato "Signor G" andrebbero tributati onori in abbondanza ripercorrendo gli anni dell'impegno di Gaber quando coraggiosamente abbandona la "canzonetta" e i tour con Mina e abbraccia (affiancato dal fido co-autore Luporini) il "teatro canzone" ovvero come dice lo stesso autore quando fare teatro e cantare canzoni, per Gaber, significava parlare di rivoluzione, di cambiamento, dei tentativi eroici e spesso fallimentari di abbattere regole che fino a poco tempo prima erano consideraste eterne e immutabili.
Sarà una stagione lunga, intensa, densa, piena di soddisfazioni, (dis)illusioni, sfide, scontri ideologici e contenutistici.
Ne uscirà, come tanti (tutti?), bastonato dalla storia e dagli eventi ma con quel costante sorriso malinconico di scherno di chi aveva capito tutto e tanto tempo prima.
Scritto benissimo, avvincente e dettagliato, per (ri)scoprire un Grande.

BENEDETTO XVI (Joseph Ratzinger) - L' infanzia di Gesù
Prosegue il personale percorso alla ricerca di particolari sulla vita e l'opera di quel "personaggio" chiamato GESU' CRISTO.
Iniziata con Emmanuel Carrere e il suo "Il regno"( http://tonyface.blogspot.it/2015/09/settembre-2015-il-meglio.html), proseguita con la visone laica e razionale di Paul Verhoven con "L'uomo Gesù" (http://tonyface.blogspot.it/2016/02/luomo-gesu-di-paul-verhoeven.html) approda ora all' "altra sponda", direttamente a chi è deputato più di altri a trasmettere la parola di colui che sarebbe vissuto 2.000 anni fa, Josif Ratzinger, già Papa con il nome di Benedetto XVI.
La sua trilogia dedicata a Cristo si è conclusa con l'inizio, "L' infanzia di Gesù".
E' ovviamente un approccio ortodosso e rigidamente ancorato al dogma ecclesiastico, in un'ottica teologica, pur se mitigata da un linguaggio molto semplice. In realtà dell'infanzia si dice ben poco (se non ciò già conosciuto nei Vangeli di Marco e Luca) relegando il tutto ad un "mistero imperscrutabile". Il tutto è condotto sui sogni di Giuseppe, sulle annunciazioni angeliche, su Cristo che induce i Magi a seguire la stella "cometa" (pare accertato che si trttò di un luminoso allineamento di pianeti o di un'esplosione di una supernova, segnalata anche in Cina).
Ci sono alcuni passaggi controversi come quello sull'impurità di Maria che diviene pura con un processo successivo al parto e dello stesso Cristo che lo diviene 40 giorni dopo. Cristo, secondo Luca, auspica una pietra al collo per chi si rende protagonista di SCANDALI...non sembra che la Chiesa abbia mai messo alcuna pietra a nessuno (e gli scandali, anche parecchio gravi, non sono mai mancati).
Alla fine deludente, macchinoso, decisamente poco concreto ma interessante in un'ottica di ricerca e conoscenza dell'argomento.

VISTO

The ecstasy of Wilko Johnson di Julien Temple
La storia è nota.
Agli inizi del 2013 WILKO JOHNSON ex chitarra dei Dr Feelgood e inventore di uno stile che ha influenzato decine di chitarristi, Paul Weller in primis, scopre di avere un cancro e una decina di mesi di vita.
Decide di viverli al top, con un tour d'addio e un disco di cover con Roger Daltrey.
Contro ogni previsione alla fine del 2014 può annunciare che il tumore al pancreas di 3 kili (!!) gli è stato asportato con successo.
Il doc The ecstasy of Wilko Johnson di Julien Temple racconta questa incredibile storia a lieto fine tra qualche (raro) filmato d'epoca e alcuni flash su concerti recenti (incluso uno con Daltrey che compare anche con una breve intervista).
Wilko riflette su vita e morte, ricordi, presente e futuro.
Un documento prezioso e interessante ma in cui ho trovato esagerati i continui riferimenti gotici e dark alla morte incombente (con spezzoni di film, con Wilko che parla con la morte giocando a scacchi con lei di fronte al mare, qualche effetto speciale un po' banale e inutile).
La testimonianza di Wilko è sicuramente affascinante ma eccessivamente prolissa a scapito di poche immagini musicali e come detto leziose e un po' pacchiane.

Come un fiume. The Ska faces di Alessandro Melazzini
Il cortometraggio "Come un fiume", diretto e autoprodotto da Alessandro Melazzini, creatore di SkabadiP (1999-2005), la prima rivista web italiana di musica Ska e Rocksteady, attraverso le testimonianze di alcuni protagonisti della scena ska e mod italiana (Oskar degli Statuto, Tommaso degli One Droppers e di vari altri personaggio del giro mod, skinhead e ska italiano), ci porta all'interno di una Cultura ormai ben radicata anche in Italia.
Ci porta sui palchi e nelle strade con un sottofondo in levare che accompagna alla perfezione un racconto diretto e sincero.
Un'ottima testimonianza, senza filtri e omissioni.

Il film è qui:
https://www.youtube.com/watch?v=jiO1_wx58pM

COSE & SUONI

Mie recensioni quotidiane su www.radiocoop.it e su CLASSIC ROCK.

In corso al Melville di San Nicolò (Piacenza) il Festival Rock d'Autore.
https://www.facebook.com/events/177664219287514/
Prossimamente Cisco (1 aprile), MODS (7 aprile), Marco Parente (15 aprile), Cabaret Schengen (21 aprile), Beppe Carletti (5 maggio) , Mauro Ermanno Giovanardi (29 maggio).

IN CANTIERE
Esce il 19 aprile ROCK n SPORT mio nuovo libro per VoloLibero Edizioni (i dettagli qui: http://tonyface.blogspot.it/2016/03/rockn-sport-musica-discipline-olimpiche.html).
Prima prese ntazione martedì 19 aprile alla Libreria dello Sport a Milano.

MODS invece sarà qui:
Giovedì 31 marzo : MILANO "Ligera" https://www.facebook.com/events/1716276955263047/
Giovedì 7 aprile: San Nicolò (PIACENZA) "Melville"
Giovedì 5 maggio: Neive (CUNEO) "Cita Biunda"
Venerdì 6 maggio: Settimo Torinese (TORINO) " Suoneria"
Giovedì 12 maggio: PERUGIA "T-Trane" (da confermare)
Venerdì 13 maggio: TERAMO "Officina"
Domenica 29 maggio: Paratico (BRESCIA) "Belleville"
Venerdì 24 giugno: Poggibonsi (SIENA) "Festival Teatrale"

https://www.facebook.com/MODS-1698944940392303/

4 commenti:

Related Posts with Thumbnails