giovedì, ottobre 30, 2025

Ottobre 2025. Il meglio

Manca poco alla fine del 2025:
tra i migliori album quelli di New Street Adventure, Little Simz, Bob Mould, The New Eves, Big Special, Kae Tempest, Sam Akpro, Freedom Affair, Southern Avenue, Little Barrie & Malcolm Catto, Paul Weller, Cardiacs, Ty Segall, Suzanne Vega, The Loft, Sunny War, The War and Treaty, Ringo Starr, Iggy Pop, Cymande, Lambrini Girls, De Wolff, PP Arnold, Altons, Delines, Gyasi, M Ross Perkins, The Who, Nat Birchall, Robert Plant, The Prize.

Ottime cose dall'Italia con Casino Royale, Simona Norato, Neoprimitivi, Calibro 35, Cesare Basile, The Lings, The Lancasters, Putan Club, Cristiano Godano, I Cani, Billy Boy e la sua Band, Megain Is Missing, Laura Agnusdei, Elisa Zoot, Roberta Gulisano, Angela Baraldi, Flavia Ferretti, Rosalba Guastella, Alex Fernet, Mars X, The Ghiblis.


NEW STREET ADVENTURE - What Kind Of World?
Torna la band di Nick Corbin dopo un lungo silenzio con un album di rara bellezza. Tanto soul, da quello più introspettivo alla Curtis Mayfield/Marvin Gaye, a impennate Northern ("Let Me Loose" farebbe saltare per aria ogni dancefloor), fino al torrido funk di "Everyone's A Music Maker" (roba tra Sly and the Family Stone e i Temptations di "Cloud Nine"). L'album che da anni vorremmo da Paul Weller (a cui l'estetica sonora e l'impronta vocale si avvicina parecchio). Stupendi arrangiamenti di fiati e archi, musicisti di pura eccellenza, canzoni semplicemente perfette. Non per niente il tutto è targato Acid Jazz Records

ROBERT PLANT - Starving Grace
Il cammino solista di Plant è sempre stato all'insegna della raffinatezza, ricerca, omaggio alle sue radici blues, folk, country, gospel, in varie declinazioni e sempre arricchito da preziose collaborazioni. Non fa eccezione questo nuovo, pregevole, lavoro, in cui omaggia vecchie canzoni blues e folk ma si apprpria anche di uno stupendo brano dei Low. Grande.

TCHOTCHKE - Playin' Dumb
Il trio di ragazze NewYorkesi torna con un album grazioso e a tratti irresistibile, a base di power pop, Bangles, Go Go's, Beach Boys, Hollies, Beatles, bubblegum pop e altri deliziosi ingredienti zuccherosi. A dirigere le operazioni i fratelli D'Addario, alias Lemon Twigs, che producono e suonano mille strumenti dappertutto.

KATHRYN WILLIAMS - Mistery Park
La cantautrice di Liverpool firma il quindicesimo album, all'insegna di una canzone d'autore folk intimista di più che ottima qualità. A dare una mano ci sono anche Paul Weller, Polly Paulusma, Ed Harcourt, tra gli altri. Per chi ama atmosfere pastorali e auliche è il lavoro perfetto.

JOHNNY MARR - Look Out Live!
L'ex chitarra degli Smiths non ha mai lasciato particolari capolavori nella carriera solista ma, allo stesso modo, tanti buoni e dignitosi dischi che ne hanno confermato le indubbie capacità compositive e interpretative.
Il tutto converge in questo ottimo live in cui affianca a sue ottime songs, alcuni immancabili classici degli Smiths (This Charming Man, How Soon Is Now?, Bigmouth Strikes Again, Panic, Stop Me If You Think You’ve Heard This One Before) bene eseguiti e interpretati oltre all'ospitata di Neil Tennant dei Pet Shop Boys e un paio di cover discrete come "Rebel Rebel" e una evitabile "The passenger". Bel disco, registrato e suonato impeccabilmente.

RICHARD ASHCROFT - Lovin' You
Decisamente debole il nuovo dell'ex voce dei Verve, perso tra mielose ballate, spesso ripetitive, facilmente dimenticabili e l'ossessivo tentativo di ripetere le atmosfere di "Bittersweet Synphony". Nemmeno il disco sound di "I'm a rebel" riporta vigore a un lavoro sinceramente trascurabile.

TAME IMPALA - Deadbeat
Nati come paladini di una psichedelia moderna e innovativa, i Tame Impala di Kevin Parker, sono progressivamente andati verso una dimensione trance/techno/house che potrebbe essere un effettivo nuovo sbocco delle radici precedentemente piantate. Il nuovo album è purtroppo incolore e noioso, impersonale, sostanzialmente deludente.

SHAME - Cutthroat
Tra i pionieri della nuova ondata post punk, hanno continuato un buon percorso molto più in sordina rispetto ad altri (Fontaines DC, Idles) assurti a notorietà globale. Il nuovo album è una buona conferma, pur se, paradossalmente, rischia di passare nell'anonimato, no ndicendo granché di nuovo. Gli appassionati troveranno di che goderne, comunque.

THE PRIZE - In the red
Il quintetto australiano confeziona un arrembante album in perfetto equilibrio tra power pop, Buzzcocks, punk rock, mod rock '79 (gli amanti dei Chords troveranno molte similitudini). Compongono bene, sono compatti e diretti, duri e pieni di energia teen. Ottimo lavoro!

THE WIND UPS - Confection
La band californiana riprende il songbook dei Ramones, aggiunge una chitarra gracchiante e confeziona un buon terzo album che non brilla di originalità né entrerà negli annali ma si lascia ascoltare con piacere.

BEBALONCAR - Love To Death
Il trio bolognese ha già marchiato a fuoco la scena underground italiana con due album di grande valore che hanno coraggiosamente mischiato elementi poco utilizzati ai nostri giorni. In particolare i Velvet Underground più oscuri e malati, richiami shoegaze, Jesus and Mary Chain ma anche la psichedelia meno scontata e "floreale" degli anni Sessanta. Il nuovo lavoro, che chiude una trilogia incentrata sulla profondità e il tormento dell'animo umano, allarga gli orizzonti verso folk e dream pop, palesando un maggiore ottimismo sonoro, guardando più spesso agli amati anni Sessanta (vedi l'unica cover, Pretty Colors dei Just Us, del 1966). Di nuovo un disco di grande spessore, originalità, personalità. Imperdibile.

THE LANCASTERS - The Word of the Mistral
Nuovo eccellente lavoro per la band bresciana che non esita ad attingere dalla migliore tradizione rock blues targata anni Settanta (Stones, Led Zep, Trapeze, Grand Funk Railroad). Suonano benissimo, con una perfetta padronanza della materia e la capacità di comporre canzoni a livelli altissimi e di grande pregio. Non c'è alcun afflato nostalgico o revivalista ma solo un grande album di rock sanguigno, blues, ricco di freschezza, attualissimo.

THE GHIBLIS - High Noon Mirage
Sembra facile fare un album di surf strumentale nel 2025. Il problema è non essere prevedibili, in un contesto che (apparentemente) non offre molte vie d'uscita. I piacentini Ghiblis, invece, hanno studiato a fondo la materia e riescono a tirare fuor un album più che godibile, vario, ricco di influenze e riferimenti (dal rock 'n' roll al rhythm and blues, exotica, lounge, perfino perfino la canzone tradizionale napoletana, nella conclusiva "Napoli in farmacia"). Più che ottimo.

BOP GUN – Vol. 1
L’album d’esordio della band bolognese parla un linguaggio noto ma sempre accattivante e coinvolgente ovvero quello del funk arricchito da pennellate jazz e da occasionali intermezzi rocksteady/reggae (“Black a cop”), con un particolare legame al mondo delle colonne sonore anni Settanta. Il riferimento più immediato e ovvio va alla collaudata esperienza dei Calibro 35 ma in questo caso c’è una buona dose di originalità e personalità, oltre a una capacità compositiva ed esecutiva di gusto raffinato.

EDDA – Messe sporche
Non ha bisogno di particolari presentazioni l’ex voce dei Ritmo Tribale, tornato sulla scena musicale con un’attività solista ricchissima di soddisfazioni e riconoscimenti e che ora aggiunge il settimo album a una discografia di sempre alto livello qualitativo. Il nuovo lavoro torna al rock, più duro e arrembante, con sguardi al rock blues, fino ad arrivare al punk e al blues più malinconico. La classe è quella che conosciamo, lo stile che lo ha sempre contraddistinto rende “Messe sporche” un altro eccellente tassello di un’avventura sonora di grandissimo spessore.

ANDREA LASZLO DE SIMONE – Una lunghissima ombra
Un lavoro di difficile collocazione, accompagnato, non a caso, da un lungometraggio, di cui “Una lunghissima ombra” è l’ideale colonna sonora. Onirica, sognante, fluttuante, tra suoni e approccio ambient, canzone d’autore (da Lucio Battisti a Claudio Rocchi), psichedelia, prog, Radiohead. Ma c’è molto di più rispetto ai riferimenti elencati ed è una personalità da tempo definita e che spicca tra le migliori e più significative nella scena autoriale italiana. Un ascolto è d’obbligo.

DELTA V - Fatti ostili
Il settimo album dei Delta V fa immediatamente centro, restando ancorato alle proprie radici, come sempre perfettamente in equilibrio tra pop ed elettronica ma con un’anima post wave e tematiche conturbanti, fino a diventare quasi disturbanti (vedi il passaggio in Nazisti dell’Illinois “Leggi le classifiche, brucia le classifiche, non accontentarti mai, al limite spara al dj”). Album raffinato e curato, ricchissimo di spunti, avvolgente e ammaliante. L’augurio è di avere il giusto risalto, in un’epoca artistica in cui la mediocrità la fa da padrona.

WESLEY AND THE BOYS - Rock 'n' roll ruined my life
Il quartetto americano scartavetra le orecchie con un punk rock minimale, dai suoni compressi, distorti, primitivi, ritmiche ossessive, voce alla Lux Interior. Non c'è nulla che conceda qualcosa al gradevole, solo sporcizia del rock 'n'roll più truce.

SINGOLI

Temporary Blessings - Cold Blood
La band australiana si muove nel contesto (strumentale) delle colonne sonore dei film Sessanta (con particolare riguardo per Morrcione e Piccioni). Molto ben fatto.

Angels of Libra – I Fell In Love
Delizioso brano in pieno groove e stile Northern Soul. Da immediato dancefloor.

Jeb Loy Nichols - No Rest Without Love
Stupenbda soul ballad che riporta agliStones anni Settanta, Thee Sacred Soul e JJ Cale.

ASCOLTATO ANCHE:
ASH (carino ma nulla più), MONDO FREAKS (disco funk di grande eleganza e alto livello per la band australiana), RETI (soul/funk/disco dall'Estonia, ben fatto e con un ottimo groove), LAST DINNER PARTY (pop glam, sentore anni 70, trascurabili), S-TONE INC (soft soul funk, piacevole).

LETTO

I 500 grandi dischi del rock
Anche CLASSIC ROCK ha pensato bene di fare la classifica dei 500 MIGLIORI ALBUM ROCK di sempre.
Attraverso una scelta preventiva dei redattori si è arrivati alla lista finale.
Da parte mia ho scritto una cinquantina di schede (da Paul Weller ai Beatles, dai Bad Brains ai Black Flag, dai Sonic Youth a Patti Smith, da "Quadrophenia" a "Sandinista").
Il GIOCO è già stato fatto decine di volte e ovviamente tale rimane, altrettanto ovviamente è tutto opinabile, discutibile e grande sarà lo scandalo perché c'è questo e non quello e che, per me, vedere "Stanley Road" di Paul Weller al 452° posto dietro a "Hair of the dog" dei Nazareth fa friggere il sangue. Ma è appunto un gioco.
Un modo per fare conoscere ai più giovani quello che è (stato) il rock e per i più attempati ricordarsi di tanti titoli dimenticati.
L'aspetto più scontato ed evidente è la presenza in stragrande maggioranza di album dagli anni Sessanta alla fine degli Ottanta.

Klaus Romilar - Scala Richards vol.1
Un libro tanto visionario quanto accattivante per noi onnivori musicali.
Quattordici racconti firmati da Klaus Romilar, personaggio leggendario, frutto di un lavoro collettivo di vari scrittori appassionati di musica e letteratura.
Si viaggia in mille direzioni, tra episodi di vita vissuta e altri di situazioni immaginate.
La musica (a 360 gradi, dai Liquid Liquid a Jorma Kaukonen, da Bob Dylan a John Lee Hooker ai Dead Kennedys, ai "mali" del Prog Rock, con tanto di dritte finali in ogni capitolo per avvicinarsi ai nomi citati) è il filo conduttore di ogni episodio.
Ci si diverte molto e, non di rado, è facile immedesimarsi nelle vicende narrate.
Molto gradevole, scritto bene e con tanto gusto.
La prefezione di Marino Severini dei Gang vale da sola l'acquisto.

Cristiano Colaizzi / Corrado Rizza - Disco Playlist Italia 1975-1995
Esce a, distanza di due anni, il seguito di "Roma Disco Playlist -1965-1995" (sempre per VoloLibero).
"Disco Playlist Italia 1975-2025" è un maniacale elenco di 246 playlist (con relativo QR Code per ascoltarle), con 4.500 brani che documentano il lavoro di 196 DJ in 180 discoteche di tutte le regioni italiane, dal 1977 al 1995.
Scorrendole troviamo grandi sorprese, brani oscuri, hit dimenticate e una cultura della discoteca che esula dal consunto concetto di "musica commerciale da ballo", tra soul, Philly Sound, elettronica, new wave e altro.
La lista dei protagonisti è spesso nota e prestigiosa (da Cecchetto a Fiorello, Jovanotti, Roberto D'Agostino, Mozart, Ringo etc).
Il tutto contestualizzato all'epoca, gli anni di riferimento, con tanto di interviste, foto, note.
Tanto specifico quanto interessante.

COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Ogni lunedì la mia rubrica "La musica che gira intorno" nelle pagine di www.piacenzasera.it
° Sulle riviste/zines "GIMME DANGER" e "GARAGELAND"
° Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".

APPUNTAMENTI

NOT MOVING
"That's All Folks!" Tour


*** Domenica 9 novembre: Lucca Underground Festival- Capannori (Lucca) Polo Culturale Artemisia Ore 17
*** Sabato 23 novembre: Savona "Raindogs" ore 22
*** Venerdì 5 dicembre: Pisa "Caracol" ore 22
*** Sabato 13 dicembre: Poviglio (Reggio Emilia) "Caseificio La Rosa"
*** Venerdì 19 dicembre: Cagliari "Fabrik"
*** Sabato 20 dicembre: Sassari "Teatro Verdi"
To be continued in 2026

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