mercoledì, febbraio 27, 2019
Get back. Dischi da (ri)scoprire
Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back
DORIS TROY - s/t
Doris Troy approda, attraverso Billy Preston, alla Apple Records, messa sotto contratto da George Harrison che gliene fa firmare ben tre: come artista, produttrice e compositrice.
L'album diventa in poco tempo un ritrovo di rockstar, da Ringo Starr a Eric Clapton, lo stesso George, Stephen Stills, Peter Frampton oltre a Klaus Voorman, Alan White, Billy Preston, Leon Russell.
E anche un ottimo lavoro a base di gospel, soul rock, blues, la sua voce che svetta e i musicisti che fanno il loro grande e stupendo dovere.
Nonostante ciò l'album avrà scarso successo e riscontro.
Doris Troy proseguirà tra collaborazioni con Stones ("You can't always get what you want"), Pink Floyd ("Dark side of the moon" e mille altri.
MARY LOU WILLIAMS - Presents Black Christ of the Andes
Album del 1964 i cui la grande pianista jazz mischia be bop e coll jazz con gospel e spiritual. Un album di pura, semplice, profonda blackness. Difficile ma fenomenale.
MEMBERS - At the Chelsea Nightclub
Un classico esempio della caotica prima scena punk inglese in cui uscivano gruppi di tutti i tipi, spesso accodandosi al nuovo trend, infilando un singolo significativo e scomparendo o quasi.
In realtà i Members sono nati nel 1976, hanno raggiunto un minimo do popolarità con il singolo "Sound of the suburbs", registrato un paio di album, si sono sciolti nel 1983 e riuniti con infiniti cambi di formazione nel 2007, proseguendo a fasi alterne nel sottobosco fino ad oggi.
Il primo album riassume bene il loro approccio ad uno street punk rozzo che alterna omaggi al reggae e un approccio pop punk talvolta non lontano da Jam e Purple Hearts.
STEEL PULSE - Handsworth revolution
L'Inghilterra del 1977 che brucia. Dove bianchi e neri si danno la mano, si mischiano, superano distanze e differenze.
E nascono le prime band reggae autoctone con i figli degli immigrati dalle West Indies (vedi anche Aswad e Burning Sear).
Gli Steel Pulse arrivano da Birmingham (dall'area di Handsworth) e nel 1978 escono con un album intensissimo (il primo a vincere un Grammy Award Reggae senza che la band arrivi dalla Giamaica), dove il classico reggae si fa più aspro, urbano, politico, crudo.
Disco ancora freschissimo e attuale con brani fenomenali come "Ku Klux Klan" e "Prodigal son".
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