venerdì, febbraio 08, 2019
French Boutik - L'ame de Paris
Intervista ai French Boutik
E'molto bello osservare una band crescere nel tempo, maturare, diventare sempre più personale.
E' il caso dei francesi French Boutik che con il nuovo album compiono un grande passo in avanti.
Rimangono le basi da cui sono partiti, i Kinks, il rhythm and blues bianco dei mid 60's inglesi, i Jam e l'immaginario mod ma il sound palesa come non mai una profonda anima francese che porta a Serge Gainsbourg, che omaggia Henry Salvador (il primo ad aver portato il rock n roll in Francia, nel 1957 con il nome di Henry Cording) nella stupenda "Beta Gamma" (uno space beat targato 1968) e che parla di realtà locali, come la gentrificazione in "Strasbourg St.Denis", dello sfruttamento sul lavoro e delle mancanze della politica in altri episodi.
Una sorta di concept sull'attualità francese, molto gradito e personale a fronte di tanti gruppi anglofoni all'esasperazione.
Produce Andy Lewis e si sente!
Un'introduzione all'album:
https://www.youtube.com/watch?v=UgeMrf_Fq5s
https://www.facebook.com/frenchboutik/
A seguire un'intervista a Gabriela Giacoman voce della band
Come vivete la dimensione di appartenenza e affinità alla cultura mod nel 2019 ?
L'idea della mod culture non è qualcosa di cui discutiamo o teorizziamo.
La maggior parte di noi è stata coinvolta nella scena mod per molto tempo e ogni volta che proviamo ad allontanarcene e ad essere "normali", semplicemente non ci sembra naturale. Non proviamo apposta ad avere un look "mod" o a suonare musica mod, sono proprio i vestiti e i suoni che preferiamo.
Siamo davvero felici di suonare con persone al di fuori della scena come la nostra amica Susanne che suona il flauto, chiediamo solo che si vestano bene per i concerti, qualunque cosa significhi per loro.
Penso che il rispetto per il pubblico (e per i membri del gruppo) sia importante e non mi piace che le persone sembrino trasandate.
Non riesco ad immaginare che chiunque sia davvero appassionato di rockabilly, ad esempio, vorrebbe essere nella nostra band dato il tipo di musica che suoniamo, ma se lo facessero e si adattassero bene a livello personale e musicale non avremmo problemi con il loro aspetto! Qualsiasi cosa è meglio dei jeans strappati e una t-shirt fuori misura!
Detto questo, una band composta (almeno una maggioranza) da mod che ascoltano il tipo di musica che i mod tendono ad apprezzare è ovviamente una mod band quindi noi siamo così :-)
E ovviamente è un piacere suonare nelle mod night e nei festival mod in quanto è molto probabile che apprezziamo le altre band e i DJ. Ma siamo felici di suonare di fronte a tutti quelli che ci amano.
La scena ha dei limiti: a molti mod non piace la pop music o apprezza solo cose dal suono molto vintage, cosa che non siamo davvero.
Non li biasimo, c'è molta musica che mi piace di quel periodo e adoro anche il soul e il r & b, ma non è quello che facciamo.
"L'ame de Paris" può essere considerato come una sorta di concept album sull'attualità francese?
E' curioso vedere come potrebbe in effetti dare questa impressione ma non è una cosa voluta.
Avevamo già canzoni sulla politica e la situazione francese fin dal primo album "Front Pop" in cui avevamo pronosticato la situazione attuale con il pezzo "Le Mec". (L'attuale presidente) Macron era allora il ministro dell'economia e ancora nn so era candidato alla presidenza ma la sua Legge Macron che limitava i diritti dei lavoratori aveva già fatto molto danni e creato numerose e ampie proteste.
Di solito scriviamo testi che parlano di attualità e di cose di cui discutiamo tra di noi e ci sono tre di noi (quasi quattro perchè Jean Marc ha scritto un testo per "Front Pop" ma poi è tornato ad essere timido!) che si curano delle parole, così questo ha più senso.
Ma siccome viviamo tutti e quattro a Parigi e siamo piuttosto impegnati politicamente questa volta l'album ha preso questa direzione. Non abbiamo niente contro le canzoni d'amore ma non è un soggetto che emerge tanto dall'intero gruppo.
Penso anche il modo in cui Andy Lewis ha collegato i vari brani con i suoni delle strade di Parigi contribuisca a questa sensazione (Parigi e tutto quanto ad essa collegata).
Come è stato lavorare con Andy Lewis ?
Andy è stato fantastico, semplicemente perfetto.
Ha avuto dellebellissime idee per cambiare alcune canzoni ed erano tutte azzeccate e ci ha anche fatto provare differenti soluzioni durante le registrazioni aggiungendo piccoli tocchi che hanno reso il tutto grande.
La combinazione di fermezza e gentilezza unita alla giusta attitudine e ha fatto un meraviglioso lavoro musicalmente. Non avremmo potuto desiderare di più.
Ha utilizzato il nostro sound per tirare fuori il nostro meglio dalla nostra musica senza appiattire le nostre individualità come molti produttori sembrano voler sempre fare.
Speravo facesse il lavoro che tanto mi piace con il Fay Hallam Group ed altri, era quello che più desideravamo.
Quali sono le principali influenze di questo album?
Sono così tante che è difficile dirlo.
E' Serge che di solito arriva con le melodie e gli accordi ovviamente parecchio influenzate da Kinks e XTC.
Ma lui ascolta così tante cose dal soul al pop al jazz, così chissà da dove arrivano.
Oltre a questo, onestamente non pensiamo molto alle influenze particolari, una volta impostato il testo, ci limitiamo a suonae ogni canzone provando molte cose diverse e vediamo cosa suona meglio.
Altrimenti ci sono alcune cose specifiche che ricordo: per "Strasbourg St Denis" abbiamo provato una cosa vagamente glam / Slade che ha funzionato bene, anche per "Belle Erreur", dato che avevamo provato un sacco di modi di cui l'ultima è finalmente la versione più soddisfacente era dopo l'idea per farlo un po' in stile Northern Soul alla Franky Valli.
Anche "Beta Gamma" è stata definitivamente adattata dopo l'idea di provarla un po' in chiave punk 70.
Ma il resto è un mix totale. "Ta Faute", ad esempio, ha finito per essere latineggiante dopo aver provato un sacco di versioni diverse e anche questo ha funzionato molto bene.
"Facebook" è stata subito divertente in versione powerpop alla Paul Collins mentre "L'âme de Paris" doveva avere un ritmo molto "serio" dato l'argomento (la Comune di Parigi).
Il ritmo per "Pédaler" è un'idea di Andy, avevamo una cosa vagamente jazzistica che era piuttosto torbida e carina ma non soddisfacente, quindi dovevi chiedergli quale fosse l'influenza!
Dal punto di vista lirico, come hai notato, la maggior parte delle canzoni parla di Parigi e della situazione sociale attuale, poiché questo era ciò che avevamo in mente quando stavamo scrivendole.
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Il tipo sembra stimazzi e mi piace la batterista
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