venerdì, settembre 29, 2017

Settembre 2017. Il meglio del mese



Si avvicina la fine dell'anno e i candidati al top del 2017 sono numerosi.
Gospelbeach, Paul Weller, Dream Syndicate, Motorpsycho, Stone Foundation, Charlatans, The Ride, Little Barrie, Rat Boy, Strypes, Andy Lewis/Jusy Dyble, Don Bryant, Godfathers, Sleaford Mods, Como Mamas, Songhoy Blues, Sinkane, Juliana Hatfield, Nicole Willis, Gemma & the Travellers, Ani Di Franco, Kevin Morby, Alan Vega, Neville Staple, Selecter tra gli stranieri, Edda, Mauro Ermanno Giovanardi, Cut, Julie's Haircut, Senzabenza, Cesare Basile, Giancarlo Onorato, Diplomatics, Don Antonio, Gang, Strato's, Four By Art, Five Faces, Todo Modo, Love Thieves tra gli italiani.


DREAM SYNDICATE - How Did I Find Myself Here?
Un muro chitarristico ai limiti del noise, vellutate melodie Loureediane, sapori lisergici psichedelici, umori 60's, abrasioni sonore.
Stupisce per immediatezza, attualità, freschezza ed entra senza problemi tra i migliori album dell'anno.

MOTORPSYCHO - The tower
Imponente e monolitico come sempre (doppio e 85 minuti di musica), il nuovo album della band norvegese conferma quanto la qualità non difetti mai da queste parti.
Psichedelia, stoner, doom, ballate acustiche di sapore 60's folk, avanguardia, sperimentazione.
Musica totale e assoluta.

NICOLE WILLIS and UMO JAZZ ORCHESTRA - My name is Nicole Willis
Splendido e atteso ritorno della grande voce soul affiancata dal compagno Jim Tenor e da un'orchestra jazz.
Tra inediti e riarrangiamenti di suoi vecchi brani sfodera un album di fantastico soul jazz, raffinatissimo e allo stesso tempo potente e poderoso.
Disco di altissima classe.

ANDY LEWIS / JUDY DYBLE - Summer dancing
Andy Lewis ha una carriera infinita come bassista (da Paul Weller a Fay Hallam, carriera solista, Spearmint fino alle radici mod con i Pimlico), produttore e DJ (aprì i concerti del tour di "Parklife" dei Blur).
Ah, suona anche con Il Senato...
La voce di Judy Dyble invece era nell'esordio dei mitici Fairport Convention, collaborò ai primi demo di Glies, Giles and Fripp (QUEL Robert Fripp che dopo poco formò i King Crimson), fondò i Trader Home e dopo una lunga sosta dalla scena musicale è tornata ad incidere album solisti.
La collaborazione tra i due ha dato alla luce uno stupendo gioiello psych folk rock di sapore marcatamente 60's, ipnotico e avvolgente ma che ha il pregio di risultare moderno e attuale, fresco e solare.
Un album cool, ispirato, ricco di eccellenti composizioni.
Semplicemente bello.

SELECTER - Daylight
Prosegue la rinascita di Pauline Black e soci con album sempre convincenti e godibili. La formula è il consueto alternarsi di ska, reggae, rocksteady, soul, Northern soul (la title track starebbe benissimo in qualsiasi All Nighter) spesso mischiati insieme. Le dieci canzoni sono fresche, belle, ben fatte e sempre affascinanti.
Album decisamente consigliato.

RINGO STARR - Give more love
Amore incondizionato per Ringo.
Ma è risaputo che la discografia non pullula di capolavori. In particolare gli ultimi tre album erano decisamente inutili e deludenti.
Il nuovo lavoro riscatta il buon Ringo grazie ad una ritrovata freschezza e una maggior verve compositiva ed esecutiva.
Si cimenta con qualche buon rock classico, un paio di brani di sapore reggae, un po' di soul rock. Gradevole, inclusa la consueta filastrocca nostalgica "Speed of sound" con il testo composto da titoli di canzoni dei Beatles.
Ad aiutarlo Paul Mc Cartney, Joe Walsh, Dave Stewart, Peter Frampton.

FLAMIN' GROOVIES - Fantastic plastic
Pensare che sono nati nel 1965!
E che erano quasi 40 anni che la line up originale non tornava in studio per un album. C'è voluto del tempo ma il risultato è eccellente !
Gli Stones dei primi 70's incontrano i Byrds e una lunga lista di altri riferimenti di stampo 60's per una serie di canzoni avvolgenti ma crude e dirette. .
Album convincente e riuscito.

FOO FIGHTERS - Concrete and gold
Dave Grohl e soci non rinnegano il consueto pomp punk rock fatto di chitarroni e cori enfatici ma lasciano spazio a riferimenti beatlesiani (non a caso in "Sunday rain" c'è Paul Mc Cartney alla batteria !), ai primi Roxy Music a certo 60's pop, perfino ai Pink Floyd anni 70, che non snatura il loro inconfondibile sound ma lo rende più affascinante. Non un capolavoro ma molto godibile.

TONY ALLEN - The source
Tony Allen (presente Fela Kuti ? e poi mille altre cose...) se ne esce con un ottimo album a base di cool jazz, ibridazioni varie, immancabili grooves afrobeat.
"The source" merita ascolto e attenzione, Tony Allen il solito reverente inchino.

DUNGEN - Haxan
Colonna sonora strumentale di un film per la band svedese.
Come sempre psichedelia folkeggiante spinta agli estremi, cerebrale, pulsante, ipnotica.

NAVASHA DAYA - Lom nava love
Voce dei Fertile Ground ha appena inciso il suo primo album solista che abbraccia con grande sapienza sonora lo scibile black.
Un album "politico", colonna sonora di un film e concept sulle famiglie nere e le loro richieste di Libertà e Giustizia in USA.
Notevole.

KING GIZZARD and the WIZARD LIZARD - Sketches of Brunswick East
Terzo album sui cinque previsti per il 2017 per la band australiana, ancora una volta sorprendente. Lontani dalla psichedelia schizzata dei precedenti lavori, dedica i 40 minuti scarsi dell'album a varie forme di improvvisazione jazz, prevalentemente strumentali, condite dal consueto gusto estremo per la follia sonora. C'è anche un pizzico di soul e di influenze afro. Piacevole e interessante ma sicuramente non essenziale.

MOTORHEAD - Under Cover
E' molto divertente l'album postumo che raccoglie una serie di cover disseminate nel corso degli anni da Lemmy e soci.
Da "God save the queen" a "Heroes" (Heroes !!), "Rockaway beach", "Jumpin jack flash", "Cat scratch fevere" o "Simpathy for the devil" c'è di che goderne.

MAURO ERMANNO GIOVANARDI - La mia generazione
Già membro dei Carnival of Fools e dei La Crus, interprete di una carriera solista ricca di soddisfazioni, in equilibrio tra canzone d'autore e sonorità blues, Giovanardi riprende tredici brani degli anni 90 italiani (dai CSI agli Afterhours, Ritmo Tribale, Casino Royale, Ustmamo etc) li fa suoi, riarrangiandoli completamente, dando loro i contorni di piccoli classici (talvolta dimenticati).
Il disco è notevole, molto curato, vario e composito ed esalta la bellezza compositiva di molti episodi, l'inconfondibile, profonda, voce di Giovanardi è il valore aggiunto. Tra i migliori album italiani dell'anno.

CRISTINA DONA' - Senza tregua 1997-2017
Uno degli album migliori degli anni 90 festeggia i 20 anni e la Donà chiama una serie di giovani voci della scena a reinterpretarlo (oltre ad una sua rivisitazione di "Stelle buone").
Come sempre ci sono momenti riuscitissimi, altri più discutibili ma il risultato finale è interessante.

ANDREA CUBEDDU - Jumpin' Up And Down
Il giovane bluesman sardo (residente a Milano) confeziona dodici brani originali in pieno stile Delta Blues citando i grandi del genere, da Son House (in primis, nome a cui si ispira direttamente) a John Lee Hooker fino a Junior Kimbrough.
Stile scarno e minimale, diretto ed essenziale, 100% blues. Ottimo.

GIANCARLO FRIGIERI - La prima cosa che ti viene in mente
Ottavo album per il cantautore emiliano e nuova conferma dello spessore compositivo e della qualità del suo lungo percorso artistico. La canzone d'autore (da Guccini a Pierangelo Bertoli e Francesco De Gregori)) alla base, a cui si affianca una visione più rock (che abbraccia uno spettro ampio che va da Billy Bragg a Enzo Maolucci passando per Ivan Graziani).
Testi talvolta aspri, altre volte votati all'introspezione per un lavoro maturo, solido e interessantissimo.

SO LONG - So long
Non è facile scrivere buone canzoni, strutturarle, arrangiarle con gusto e con un approccio maturo e di respiro internazionale come fa la band romagnola.
L'album di esordio è un perfetto esempio di malinconico e sognate pop rock che aggancia melodie di sapore 60's e un mood 80's, per trasportare il tutto in una chiave attuale e moderna.
Otto brani, concisi e diretti, che arrivano subito al cuore. Molto bello.

ASCOLTATO ANCHE
BRIAN CHARETTE /Hammond grooves da Jimmy Smith e Jimmy Mc Griff, piacevolissimo), DEE DEE BRIDGEWATER (un buon disco soul blues pur se un po' prevedibile), DAVID CROSBY (non male, molte le trame jazzy e funk e classe immutata), JAKE BUGG (noiosino), THE CLIENTELE (dream psych pop carino e sognante), RANCID (scontato e moscio. Peccato), SOULJAZZ ORCHESTRA (afrodiscofunk, discreto), KENNEDY ADMINISTRATION (funksoulpop discreto anche se molto easy e leccato), CHRISTIAN MCBRIDE BIG BAND (ottimo lavoro di cool jazz), MIRO SASSOLINI (ex voce dei Diaframma, nel nuovo album propone una new wave raffinata strettamente imparentata alla canzone d'autore italiana meno banale )

LETTO

JOHN DOE / TOM DESAVIA - Storia vissuta del punk a Los Angeles
Non era mai esistito niente di simile al punk di Los Angeles e non sarebbe mai esistito dopo.
Abbiamo vinto.
(Exene Chervenka)
E' un libro commovente, forte, struggente, potente.
Molti dei protagonisti di quegli anni pazzeschi a L.A. si raccontano e raccontano.
Storie di ragazzini, sconvolti non solo da droghe e alcol, ma da qualcosa che non si era mai visto e che non si vedrà mai più.
X, Flesheaters, Go Go's, Black Flag, Minitemen, Bags, Circle Jerks, Germs e decine di altri nomi si susseguono e accavallano nelle storie che ci propongono John De e Exene (X), Mike Watt (Minutemen, Firehose, Stooges), Tom Desavia (giornalista), Jane Wiedlin (Go Go's), Henry Rollins, Chris D. (Flesheaters), Charlotte Caffey (Go Go's), Dave Alvin (Blasters).
Eravamo perfettamente in grado di essere incapaci come tutti gli altri. Non importava che non sapessimo suonare i nostri strumenti - lo VOLEVAMO fare !
(Jane Wiedlin - Go Go's)
Gli inizi incerti, senza prospettive, concerti in locali allucinanti (il "Masque" in particolare) e i nsituazioni assurde, poi i dischi, le etichette, il successo per alcuni, l'oblìo e la morte per altri.
Anche i musicisti delle band erano così. I concerti consistevano in un continuo scambiarsi i ruoli, passando dal palco al pubblico, non avevo mai visto nulla di simile.
(Mike Watt)
Poi il declino e la trasformazione in qualcosaltro a rendere irripetibile e irripetuto quel momento.
Encomiabile ricordarlo.
Il vecchio punk di fine anni 70, selvaggio, in cui valeva tutto, era stato spazzato via o, comunque, non era iù tollerato, ormai c'erano un sacco di regole da seguire per fare parte del movimento.
(Mike Watt)
Il tutto corredato da 50 fotografie di grande effetto.
Nota negativa nell'edizione italiana la copertina assolutamente impersonale (soprattutto se confrontata all'originale) e il titolo che per quanto più chiaro non può rivaleggiare con "Under the big black sun. A personal story of L.A. Punk"

FRANCESCO GAZZARA - La storia dell'Acid Jazz
Il prezioso volume pubblicato nel 1997 rivede la luce in un'edizione rivisitata, aggiornata e corretta.
L'autore, Francesco Gazzara, è stato protagonista di primo piano della scena Acid Jazz (e non solo) con il suo progetto Gazzara (6 album tra jazz, elettronica, funk e lounge, tour all'estero, brani per “Sex And The City”), con gli Hammond Express oltre ad avere numerose altre attività di compositore per colonne sonore etc.
Il libro ripercorre la storia del genere con cura certosina, decine di nomi, dischi, particolari.
Ci sono preziose interviste a numerosi protagonisti (da Eddie Piller a James Taylor), capitoli sui principali club e negozi di dischi, discografia delle migliori uscite nell'ambito e tanto altro.
La lettura è veloce, semplice e appassionante, essenziale per chi vuole districarsi tra le mille variabili del genere.
La lista dei nomi ascrivibili al genere è lunga e a scorrerla ci si rende conto della qualità espressa: James Taylor Quartet ,Jamiroquai, Brand New Heavies, Incognito, Galliano, US3, Ronny Jordan, Guru, Jazzmatazz Pizzicato Five etc etc
L'acid jazz è nato come una reazione alle fredde sequenze del computer che per troppo tempo sono state contrabbandate sotto l'etichetta di dance music. prive di alcun coinvolgimento emotivo.
L'acid jazz ha molto più a che vedere con il soul, scaturisce dal bisogno della gente di ascoltare chi suona davvero uno strumento, comunicando realmente con il proprio pubblico.
L'acid jazz è una musica positiva, proiettata in avanti con unosguardo al passato.

(James Taylor)

LEONARDO SCIASCIA - A ciascuno il suo
Divertente e agro dolce giallo ,scritto nel 1964. Tanta ironia e uno spaccato della Sicilia dei tempi sullo sfondo.

VISTO

PAUL WELLER a Bologna:
http://tonyface.blogspot.it/2017/09/paul-weller-live-bologna-estragon-10.html
PAUL WELLER a Milano:
http://tonyface.blogspot.it/2017/09/paul-weller-milano-alcatraz-12.html
ROLLING STONES a Lucca:
http://tonyface.blogspot.it/2017/09/rolling-stones-lucca-23-settembre-2017.html

COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.

IN CANTIERE
** Il 03 ottobre alla Libreria Irnerio di Bologna presentazione "Soul Books" alle 18
** IL 05 ottobre a Torino alla Libreria Bodoni alle 18.30
** I Madness il 28 ottobre a Bergamo e il 29 a Padova.
** Michael Kiwanuka il 17 novembre a Parma, Brian Auger il 1 novembre a Bologna.

E ancora IL SENATO LIVE


7 commenti:

  1. ma le date del Senato sembrano le stesse dell'altra volta!

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  2. buon 29 settembre festa BEAT
    C

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  3. Mah su C. Dona'.
    Invece hai avuto modo di ascoltare Recidiva di Mara Redeghieri?
    Terra non ti è piaciuto eh?
    :-)

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  4. Donà abbastanza inutile. Alcune cose belle, altre da dimenticare. Non ho ascoltato Mara, provvederò

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  5. Ma il Senato sotto Bologna non scende mai ��

    Charlie

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  6. Purtroppo non sembra ci siano interessati sotto Bologna...

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