lunedì, luglio 25, 2016

Dati di vendita digitale, dischi e Cd in Italia



I dati della Fimi (Federazione dell’industria musicale italiana) nel primo semestre del 2016, certificano che lo STREAMING e il DOWNLOAD battono per la prima volta il supporto fisico.
Il digitale è al 51%, attraverso i servizi musicali via web, che rappresentano il 40% del mercato totale e segnano un incremento del 51%.
I primi sei mesi del 2016 mostra una crescita del 23% rispetto a due anni fa.

Ma è il VINILE che in Italia segna un sempre sorprendente +43% nel semestre a confronto con i primi sei mesi del 2015 raccogliendo quasi 3,5 milioni di euro contro i 2,4 della prima metà dello scorso anno, portando la quota di mercato dei “dischi” al 5% del totale.

Lo streaming in abbonamento è cresciuto del 68% con servizi come ad esempio Spotify, Apple Music, Deezer e TIMmusic mentre YouTube sale del 19% e rappresenta l’11% del mercato. In totale, lo streaming ha fatturato 26,3 milioni e secondo i dati FIMI, il 20% dei consumatori di musica accede a servizi in streaming a pagamento.
Il repertorio italiano rappresenta il 44% contro il 38% di quello internazionale che però cresce al ritmo del 7% rispetto allo stesso periodo del 2015.

4 commenti:

  1. Back to vynilllllll !!!

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  2. ho riflettuto su una cosa e cioè che un tipo di reflusso come questo non ricordo si sia mai verificato nella storia.
    Sebbene ci sia sempre qualche titubanza iniziale, pian piano la gente si abitua. Installare i termosifoni al posto del camino, cambiare il televisore per vederlo a colori (nel 1980) o in digitale (nel 2008), avere un telefono cellulare, un computer in casa eccetera...
    Questa del ritorno al passato nell'ambito dei formati audio è senza dubbio una cosa singolare. e, in quanto tale, va presa per positiva. Io detesto le nostalgie sterili, mi infastidiscono i detrattori delle novità e in generale in concetto di "ah, bei tempi andati". però qui ci sarebbe da fare davvero una riflessione.
    E badate bene che, sebbene cerchino di farla passare per "grande rilancio" quella delle cassette è una nostalgia che sentono davvero in pochi. per il vecchio LP, invece, è un dato di fatto.

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  3. Pare che molti degli acquirenti siano giovani.
    Credo sia (anche) un discorso meramente estetico.
    Il vinile è bello, è un oggetto immensamente più interessante e affascinante di un CD per non parlare di un mp3 relegato su un computer.

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  4. C'è un precedente musicale però! a un certo punto arrivano gli ampli a transistor, (generalmente) più leggeri, più maneggevoli, più maltrattabili (nel senso che il transistore non è sottoposto agli stress delle valvole termoioniche), suono disponibile immediatamente e tutto il resto....
    Bè, a parte qualche rara eccezione - mi iene in mente il Roland JC 120 o i semileggendari transonic Rickenbacker - si è tornati quasi in massa alle valvole...il suono digitale con le sue belle onde quadre non ha fatto presa....

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